Chi era quella donna? Cosa faceva lì fuori? Perché da tre giorni entrava e usciva dai miei sogni e si affacciava nei miei pensieri?
Qualunque voce femminile si introducesse nel negozio pensavo fosse la sua. Ad ogni rumore sussultavo e immaginavo di vedermela di nuovo di fronte – perché a me sembrava che fosse sempre fuori dalla libreria, e più di una volta l’ho presentita sul punto di entrare. Ma ogni volta era come se qualcosa la bloccasse là fuori.
Credevo di scorgerla tra le sagome indistinte delle persone impalate alla fermata dell’autobus. La intravedevo tra la folla trascinata sui marciapiedi del corso. La vedevo, la vedevo per davvero, mentre passeggiava distratta sul marciapiede della libreria. Da tre giorni, ogni mattina, per un’ora o due, lei non faceva altro e io non facevo che guardarla.
I clienti mi chiedevano l’ultima uscita di quell’autore tedesco di cui non ricordo il nome, quello che ha scritto quel romanzo sull’olfatto; qualcosa sull’allevamento delle lumache; un libro adatto a un bambino di otto anni che non gli piace leggere e guarda solo la televisione; l’ultima uscita del comico di turno e un bel classico di quelli che vanno bene anche sulla spiaggia. E io li servivo senza proferire parola. Buttavo il libro nella busta bianca, battevo cassa, indicavo il prezzo, prendevo i soldi e davo il resto (nessuno viene mai coi soldi contati, pagano sempre con biglietti da cinquanta e cento, quando non vengono con quelle odiose carte magnetiche): facevo ogni gesto automaticamente e senza pensare mentre controllavo il ritmo lento dei suoi passi; poi, appena i clienti stavano per imboccare la porta di uscita, mi veniva di chiamarli per conversare con loro di lei: domandare se sapevano chi fosse e cosa facesse, chiedere un’impressione e un giudizio, spiegare che era lì da tre giorni, o perlomeno erano tre giorni che l’avevo notata e che lei passava e spassava fuori dalla libreria per un paio d’ore, come se volesse entrare; ma poi non entrava e svaniva come in un sogno. Avrei voluto anche confessare a qualcuno che erano due notti che la sognavo e non pensavo ad altro. Avrei voluto che le riferissero l’interesse e la fulminea devozione che provavo per lei.
Ma non ebbi il coraggio di parlarne con nessuno, e continuavo a interrogarmi da solo.
La notte del terzo giorno cominciai a frullare ipotesi e a raccoglierle sui piccoli foglietti gialli che usavo per i conti e le prenotazioni. Al quarto giorno lei scomparì. Ma io continuai a interrogarmi.
Fu così che buttando giù supposizioni e progetti diventai da libraio scrittore. Ed ora ricordo di lei solo le mie parole.
gaetanovergara © 1992-2004
NicDwaRazy ha detto:
…e fu così che diventasti scrittore….mai fu piu’ meraviglioso inizio….nato dalla fascinazione…..nato dal mistero….bello come sempre il leggerti……prima dai preferiti…poi entrando nella tua stanza rubando ancora le parole come ciliegie mature……
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reginadelsole ha detto:
Più di Santa Maradona se è riuscita a fare di un libraio uno scrittore……
senta gaetano quel corso mutimediale di spagnolo mi consiglia? Voglio partire per il Cile….
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odyseo ha detto:
Deberías tener cuidado, pues cuando finalmente la mujer entre en la librería, comprará un solo libro y ya nadie más volverá a leerlo, porque ella lo guardará para sí misma, como carcelera de tu corazón.
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melusinach ha detto:
appunto, difficile cancellarla dal cuore :-)
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dakrua ha detto:
scrivere è un po’ perdere un po’ morire. conclusione diversa in agata e la tempesta. l’hai visto?
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justannie ha detto:
Se fossi una scrittrice ex libraia, col senno di poi direi di aver visto in quella donna sul marciapiede me stessa o la mia memoria. Perché forse scrivo per non perdere momenti di me.
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PiCCoLaSteDiPeZZa ha detto:
grazie per il complimento (adorabile autorinia…)..questo blog è carino un monte..molto artistico..un saluto
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NicDwaRazy ha detto:
buongiorno aitan… che sia una giornata piena di parole…e frammenti di parole scritte su bianchi foglietti in corsa….bacio…
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utente anonimo ha detto:
Fai pure, io non te l’ho neanche chiesto.
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utente anonimo ha detto:
Scusa ero anonima, cmq linkami tranquillamente
io ti linkai a suo tempo senza interpellarti.
Bye
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mk22 ha detto:
Una franchezza invidiabile… uno sguardo messo a nudo. Venire da queste parti è sempre veramente interessante. Ciao.
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utente anonimo ha detto:
Molto piacevole quello che scrivi.
Grazie del tuo commento del 15 maggio, anche se non capisco a chi ti riferivi.
Bonny
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bayle ha detto:
fascinose le pennellate che hai creato. ho trovato vivissima la sensazione che produce una visione a cui subito, senza un perché, ci si aggrappa. …e poi se ne vorrebbe parlare con tutti. poi magari, la visione, evapora. ma rimangono cristallosi ricordi. ciao
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NicDwaRazy ha detto:
….ciao aitan…..sono tornata per portarti un raggio di sole….per questo tuo post che sempre sorridente continuo a rileggere……..a presto…
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Arla ha detto:
Hermoso lo que escribiste, y no es una novedad. Pasaba simplemente a saludarte. :)
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