Per la salvezza del panda, della foca monaca, delle differenze linguistiche e del mio posto di lavoro
Dopo Darwin, il buon senso e certi libri di storia considerati troppo sinistri, rischia di scomparire anche l’insegnamento della seconda lingua comunitaria dai banchi delle nostre scuole di Stato.
È una cosa che mi tocca personalmente, e ve ne voglio parlare un po’ qui, su questa pagina in cui non è mai comparso in modo così netto il mio lavoro quotidiano di insegnante di spagnolo.
In un primo momento, come tanti, mi ero illuso che la riforma della scuola (legge 53) volesse introdurre, accanto all’inglese, due ore alla settimana di una seconda lingua europea. Ma ora ecco che i zelanti tutori dell’international order e delle inesorabili leggi del global market, “al fine di offrire agli studenti l’opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana” danno facoltà, alle famiglie che ne facciano richiesta, “di utilizzare, per l’apprendimento della predetta lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua straniera comunitaria“. Sono tutte citazioni estrapolate dal secondo comma dell’articolo 25 del decreto legislativo n.226; una sorta di de profundis per l’insegnamento della lingua e civiltà francese, spagnola e tedesca (e pensare che io, ingenuo, già mi prefiguravo il tempo in cui si potesse allargare lo spettro delle possibilità alla cultura dei cugini portoghesi, greci, arabi e slavi).
Ora -a parte l’idiozia di pensare che con un paio di ore in più a settimana si possa raggiungere un livello di conoscenza dell’inglese analogo alla lingua nativa- tutta questa misura puzza tremendamente di provincialismo, monopolio culturale ed aziendalismo acuto. L’inglese è un’importante lingua veicolare (e, per quel che mi riguarda, è anche uno strumento piegato in modo splendido alle esigenze poetiche di Shakespeare, Blake, Swift e Rodger & Hart), ma la realtà è qualcosa di incredibilmente e meravigliosamente più ricco e complesso. La vitalità culturale di un popolo è nel confronto, non certo nell’omologazione e nella riduzione delle pluralità ad un pensiero unico declinato in una lingua imposta dalle regole del mercato o da affrettati decreti ministeriali.
Sarebbe forse il caso di ricordare ai legislatori di viale Trastevere che ogni lingua è un sistema convenzionale influenzato da condizioni geografiche, storiche, economiche e sociali. Non esistono lingue o linguaggi di alto o basso rango, ma solo idiomi e culture differenti, egualmente finalizzati allo scambio comunicativo tra le persone e tra i popoli. Sarebbe il caso di ricordare che studiare le lingue dovrebbe servire anche a sviluppare la comprensione della realtà internazionale e a favorire il superamento dei pregiudizi che ci dividono da chi è linguisticamente diverso. Una famosa frase attribuita a Carlo Magno ricorda che “imparare un’altra lingua è come possedere una seconda anima”. Vogliamo davvero che our second soul speaks only and ever English?
Va bene, concludo con questa retoricissima domanda l’interessata perorazione. Chi volesse approfondire l’argomento può leggersi qui, quo e qua alcune delle molte petizioni per l’abrogazione dell’articolo 25 rese in modi più oggettivi e specialistici che questa mia.
abbracci di passaggio,dario
c’è una frase nel tuo post che sento davvero mia La vitalità culturale di un popolo è nel confronto, non certo nell’omologazione e nella riduzione delle pluralità ad un pensiero unico
L’omologazione, il grigio appiattimento è un’idea pallida della società, la crescita vive del confronto, nasce dalla diversità. Avviene biologicamente ma anche nella cultura come se fosse qualcosa di vivo.
La notizia che ci racconti è un altro tassello dell’assurdità e cecità legislativa di questo paese che sepsso non vede al di là del proprio naso. Triste veramente… leggerò gli approfondimenti. Ciao
un vero disastro anche per me….e se tutti gli aitan -scusa se uso il tuo nome – tornano su inglese, mi dici che faranno i precari archeologici?
molto interessante questa riflessione. non è mica facile leggerla così, vivendola da fuori.
(l’immagine attribuita a carlo magno è bellissima…)
Ho finito di farmi violentare in un istituto pubblico. Ma credo che per i ragazzi non vorrei assolutamente questo. Peccato, che come al solito, non se ne sia sentito parlare in giro. Leggo anch’io.
Besos LOU
Più che istruirci culturalmente la scuola tende a darci solo le basi per un inserimento più o meno dignitoso nel mondo del lavoro. Senza badare molto alla nostra formazione come individui. Ed ecco che come sempre vige la legge del più forte: oggi l’inglese, domani il cinese, chissà. I vincitori fanno la storia ma anche le lingue. Poi come al solito ci si mette anche il nostro governo…
concordo con il tuo discorso, lo studio della seconda lingua è sempre stato anche un modo per far capire ai ragazzi che non esiste solo l’inglese, che sembra aver fagocitato tutto il resto:
globalizzazione > computer > inglese
tutti con questa solfa che sia importante conoscere solo quello, ma tutto ciò rischia di portarci all’appiattimento. L’altra faccia della globalizzazione è invece proprio la riscoperta delle peculiarità del territorio, della varietà degli universi culturali e linguistici, della ricchezza di una formazione a tutto tondo aperta ad accogliere lo spirito delle altre culture.
E poi lo spagnolo è una lingua che adoro, benché la mia conoscenza non vada al di là di un corso al Cervantes (peraltro bellissimo), prima o poi dovrò viaggiare e migliorare la mia conoscenza sul posto.
Dato che questa cosa mi rode assai, se per te va bene, domani “rubo” il pezzo e lo incollo da me (ovviamente indicando fonte / autore), ok?
Famme sapé…
Mia H.
Speravo solo che il nostro amato governo non mettesse mano anche alle superiori.
SolFaMiReDo.
Sono pienamente d’accordo con i messaggi precedenti: é anacronistico che una società che si dichiara plurilinguistica e pluriculturale scelga il monolinguismo, invece, nel sistema di istruzione! Nella nuova riforma moratti (D.L. 17/10/2005 ) nei licei economici la seconda lingua perde 7 ore ed ha lo stesso monte ore dell’ora di educazione fisica (10 ore settimanali). I professori come me che insegnano nella ragioneria dovranno completare in altra scuola e se non c’é cattedra nella stessa cittadina, come spesso accade per lo spagnolo, non si sa che fine faranno! Mobilitiamoci insieme alle associazioni di lingue dei docenti di francese, tedesco e spagnolo: andiamo a roma.
Questo è uno dei temi che più mi angosciano (tanto che ne avevo accennato qui. La lingua è ciò che maggiormente ci identifica. Solo un governo stupido e provinciale può pensare che imparare l’inglese e basta possa aiutare i ragazzi a “farsi strada” nella vita. Spero che le mie figlie “facciano strada” sulla via della comprensione del diverso, che include anche la tenace difesa della propria identità linguistica, contro ogni pensiero unico e ogni imperialismo linguistico.
non so ancora fino a dove si spingerà il nostro caro ministro nella demolizione della scuola…..
giorno dopo giorno si scoprono nuovi inquietanti risvolti .
sono d’accordo con cio’ che scrivi, potessi io cambiare le cose introdurrei spagnolo portoghese francese etc etc chissà che magari così non si aiuti ad aprire la mente alle diverse culture invece di chiuderla ulteriormente come si sta facendo ora….
cioè mi spiego meglio, le introdurrei obbligatoriamente come seconda terza quarta quinta sesta etc etc lingua straniera….ecco…
barricato nella mia trincea difendo Darwin come posso e faccio fuoco spesso… insieme a professori universitari, di superiori, medie ed elementari, insieme a ricercatori, autori di libri per la scuola… tutti spiazzati davanti all’insensatezza di un ministro che sta completando la distruzione della scuola. tutti onestamente – ma inutilmente – impeganti a dimostrarne gli errori indifendibili. e quel che più mi affligge è che questo ministro che ha lasciato intorno a sè solo macerie, è ora candidato alla distruzione culturale – e non solo – di milano.
Il problema fondamentale che viene fuori dal decreto legislativo 226 del 17/10 è che se come ritiene la Moratti tre ore sono poche, il pensiero logico-deduttivo dovrebbe portare tutti a capire che due ore sono davvero pochissime per stare in Europa e parlare non soltanto due ma tutte le lingue che la necessità ci detta. Il nostro Governo ha un cervello troppo piccolo per capire che siamo stati sempre il furgoncino di coda di tutta l’Europa e che la Cultura avviene giorno per giorno attraverso gli scambi linguistici. E la cosa grave è che si aspetta la caduta del Governo per cambiare forse verso la strada giusta. Credo vivamente che gli atti di strabismo di questo governo vadano OPERATI D’URGENZA. Viva la Cultura! Vivano tutte le Lingue seconde o terze che siano! Hasta la victoria!
#1
Ricambio l’abbraccio, Dario e rinnovo gli auguri e i complimenti per la ristrutturazione della tua casa.
#2
Ruckert, grazie per le tue parole dirette alla pluralità del pensiero, chi come te si interessa delle musiche del mondo non può che aborrire l’omologazione e l’appiattimento culturale. Ma questi vorrebbero che tutti ascoltassero la stessa solfa, la loro.
#3
Anonimo utente del 25 novembre, è chiaro che il problema maggiore dal punto di vista lavorativo-sindacale è proprio per i precari e per chi cerca un inserimento nel mondo della scuola.
#4
Grazie, noce per il tuo apprezzamento esterno.
#5
Lou, non per fare il giudice bacchettone, ma sei certo che non eri almeno un po’ consenziente quando il brutale sistema esercitava su di te cotanta violenza?
Sto cercando con impegno e fatica di imparare francese e spagnolo, per ovviare alle vecchie lacune di un liceo scientifico che non offriva alternative all’inglese. Per questa e altre ragioni sento questo post molto vicino, e mi auguro che la prospettiva di sacrificare la ricchezza culturale in nome di un esasperato aziendalismo, come tu giustamente lo definisci, non faccia molta strada. Anche perché, vista la conoscenza della lingua madre che molti nostri “maturati” fatti e finiti possono vantare, tante volte anche a dispetto di una laurea, non sono neppure certo che ‘analogo alla lingua italiana’ sia un’espressione così lusinghiera…
#6
Laguna, sono abbastanza d’accordo con te e, per ovvie ragioni che tu di certo capirai, mi dolgo molto dell’impressione che ti suscita la tua realtà scolastica quotidiana; diciamo pure che ne faccio un caso personale. Eppure sono certo che in un futuro non troppo lontano troverai comunque formativi questi anni. Il nostro personale Bildungsroman passa per strade spesso inconsapevoli, e molte si incrociano tra i banchi di scuola.
Quanto alle lingue sono in piena sintonia con te, nella giungla globale si impone la legge del più forte. Ma dovremmo ancora affidare tutto il nostro futuro ai giochi di forza?
#7
Sì, Jaero un grosso rischio è proprio quello di diffondere l’idea che la realtà si riduca alle tre i ministeriali di inglese, internet e impresa; e addio alla i di italiano e alle radici latine comuni a lingue come il francese e lo spagnolo che, attraverso l’analisi contrastiva, possono aiutare a rafforzare la conoscenza della nostra vituperata lingua madre (cacchio, comincio a scrivere come un prof del XX secolo, uno di quelli che si esprimevano come i prof del secolo XIX).
Felice di condividere con te e tanti altri l’amore per la lingua di Cervantes.
#8
Todo un placer que tu me robes, Mia. Más gente lee este texto, más posibilidades tenemos que se entienda el esperpento en que se ha sumido la Italia del siglo XXI.
#9
Hai perfettamente ragione SolFaMiReDo, l’unica speranza era che, dopo i danni alle medie inferiori, i governanti di turno non mettessero mano anche alle superiori. Ma questa è una mala pianta che mette radici dappertutto.
#10
Utente anonimo del 27 novembre 2005, non so se ci conosciamo, ma di certo navighiamo nelle stesse acque (inquinate assai, per la verità). Hai tutta la mia fratellanza.
Oh che popò di questione costì!
Io, a dire il vero, avrei difficoltà anche ad insegnare la nostra prima lingua e l’annessa letteratura, posto che neanche m’abilitarono a farlo… e il modo ancor m’offende.
ogni volta che faccio lezione (privata) spiego parole italiane: “emblema, antinomia, ameno, etc…”
Ieri chiesi ad un allievo che commentava “A silvia”, cosa significasse “all’opre femminili intenta”, “che stava facendo Silvia?” mi ha risposto bel bello “chessò?… si truccava!”
.-)
E qui mi fermo, perchè i baratri didattici si moltiplicano un pò ovunque.
E’ bello invece leggere cosa è una lingua, Carlo Magno ce la sapeva
“imparare un’altra lingua è come possedere una seconda anima”.
Es una verdad muy linda.
Ieri a cena al mio fianco c’era “El pibe de Sarandì”, un pezzo di storia del tango, e mi raccontava tanti gustosi aneddoti della sua gloriosa giovinezza milonguera… io a volte non capivo… ma quando capivo! Che meraviglia! Le parole hanno sapori, odori, colori… alma! le palabras hanno alma… Me entiende…
Io Aitan querido, ti capisco sempre e – cosa ancora più sorprendente- mi sento sempre “capìta” da te, dal tuo ascolto de el alma.
Non è una dichiarazione d’amore, ma quasi. I baci ci “macheranno” magnificamente e solo per virtualità.
Alla generosità attenta dei tuoi commenti chez moi posso dire solo grazie.
“Aitanito Aitanito
grazie che m’hai capito
lascio un bacio mancato
ovvero stupito”
O.t.
Grazie anche degli “altri Pinocchi”, li ho già linkati nel post.
Conoscevo anche il tuo “testicolino” di Pino e la Fata (prima e seconda versione); a tal proposito esiste nel Web un’adeguata illustrazione che ti segnalo
http://scd.mm-a1.yimg.com/image/186089428
in cui mi sono imbattuta cercando immagini classiche su Pinocchio.
Io sono senza parole; non riesco a trovarne in nessuna lingua, nemmeno nel tedesco che insegno fino a riforma contraria. E nemmeno riesco a scrivere una sacrosanta idignata protesta, essendo rimasta senza braccia. Cadono irrimediabilmente di fronte a tanta governativa miopia.
Espectro #999
† Desta vez não compreendi grande coisa. † Devias traduzir para Português tudo o que escreves nesta maravilhosa língua. †
Ω Inté Ω
in questo esperanto di plastica, usato minimalisticamente ed a vanvera, riconosco l’involuzione al tam tam sui deretani degli scimpanzè
Aitan, uomo di multiforme ingegno. Prego con te e con… Ferlinghetti.
No pretendas demostrar a un político la utilidad de tener unos ciudadanos cultos y de defender una lengua como vehículo de ideas y de cultura. Es cosa imposible. Pero, tranquilo, los demás lo entendemos y te apoyamos… aunque son más los que prefieren defender a la foca monge pues está más de moda.
Un saludo
Hai la mia piena solidarietà e chissà che un giorno non ci si ritrovi in qualche manifestazione. Sugli effetti devastanti della riforma Moratti, non dirò niente perchè li vivo ogni giorno sulla pelle. Vorrei, invece, evidenziare, con piacere, l’iniziativa di introdurre tematiche più specificamente legate al vero lavoro di noi blogger (incomincio a detestare anche questa parola). Cosa che ho incominciato a fare anch’io da qualche tempo. Mi sembra che sia necessario, a volte, scendere dall’ Iperuranio, dove aleggiano le belle idee e i bei sentimenti, per far conoscere anche i conflitti che viviamo ogni giorno, nel mondo del lavoro.
Non c’è luce di parola su lingua arida di deserto. C’è deserto nel buio della parola inaridita.Domina il buio nell’aridtà del deserto senza lingua.
Ehehe…ero solo piccolo…
E’ la scuola che è come un pedofilo senza scrupoli.
#11
Nellacoloniapenale sono andato a leggermi il post che mi hai indicato. È interessante. Il mio plauso e la mia completa solidarietà in difesa dell’italiano e del pluralismo. Proporre l’inglese e la cultura anglo-americana come unico modello per le future generazioni comporterebbe catastrofi irreparabili che vanno ben oltre i paventati rischi di appiattimento e omologazione.
Ti auguro (e mi auguro) che le tue figlie non subiscano il fascino perverso e l’imposizione della riduzione più o meno coatta al pensiero unico dominante.
#12 e #13
NicDwaRazy unisco la mia speranza pluralista alla tua. Più anime avremo, più belli saremo.
#14
Mi fa piacere tenerti accanto anche in questa barricata Zop caro.
#15
Utente anonim@ del 28 novembre, 2005, che dirti? che aggiungere alle tue illuminate parole?
Quando Cartesio scriveva (in francese) che “il buon senso è fra le cose del mondo quella più equamente distribuita”, di certo non conosceva ancora certi governi a venire. Questi dicono a destra e a manca che vorrebbero un’Italia istruita, europea, avanzata e progredita, e poi ogni provvedimento che prendono sembra che miri ad affossare la cultura e la sprovincializzazione (scusatemi il cacofonico parolone) del paese. ¡Hasta la victoria!
#17
Stark, viva le alternative e viva le differenze. Quanto all’italiano, beh, per qualcuno è già un’altra lingua straniera comunitaria…
#19
Cara farolit, senza piaggeria, e a parte tutti gli altri baratri didattici, trovo scandaloso che persone di valore come te o come il mio amico alfarach non siano state abilitate ad insegnare la nostra prima lingua e l’annessa letteratura nelle nostre Scuole di Stato. Mi sembra un nefasto segno dei tempi (e degli spazi) in cui ci troviamo a campare.
Quanto al tuo colloquio col pibe de Sarandí, le parole hanno questo di bello, non perdono il loro fascino neanche quando non ci arriva intatto il loro senso.
Mi fa piacere, peraltro, che tu ti senta sorprendentemente “capìta” da me (ma, attenzione, a volte sono piuttosto bleffeur).
Ti mando un altro bacio non dato, senza aggiungere altre pinocchierie.
#20
Grazie, Rita, per la tua elegante preterizione. Non aggiungo altro per nulla togliere alla tua efficacia retorica.
#21
Espectro #999, a ver se meu português pode ajudar-me um pouco, para resumir que escrevo em este texto. O governo italiano está fazer una reforma da escola que, entre outras coisas, vai ter o efeito de eliminar progressivamente o ensinamento do espanhol, do francês e do alemão em favor do inglês (e eu sonhava que entravam outras línguas e também o português no nosso sistema de instrução). Logo intento explicar a importância do plurilingüismo; porque falar uma segunda língua é como ter uma segunda alma.
Ω Inté Ω
#22
Regina mia, sempre efficace la sua capacità di sintesi visionaria. In effetti, questo esperanto di plastica tante volte è proprio involuto linguaggio da creazionisti.
#23
Mi unisco alla tua preghiera beat, generoso Alf. E speriamo che non sia solo scrittura.
#24
Tienes razón, amigo Odyseo, soy un gran ingenuo. Y gracias por tu apoyo externo.
#25
Arrivederci alla prossima manifestazione Meriggio. Molti di noi colleghi di spagnolo ci incontreremo venerdì alla S.M.S. Poerio di Napoli per una Jornada de Formación e ne approfitteremo per fare il punto della situazione (¡jolín! ora comincio a parlare sindacalese).
Concordo con te anche sull’esigenza di scendere, a volte, dalla blogosfera iperurania.
C’è tutto un mondo intorno / che gira ogni giorno / e che fermare non potrai / mai / e viva viva il mondo / tu non girargli intorno / ma entra dentro al mondo / dai…
#26
Che piacere vederti di nuovo qui, Afrodea. A volte basta una presenza perché il deserto non sia più deserto. A volte, una parola.
Facciamoci luce nel buio.
#27
Querido LouieLoser, ¿non sarai mica uno di questi governativi favorevoli alla castrazione chimica?