– I –
Il primo comincia col raccontare
la storia di un gruppo di persone
in attesa di non si sa ben cosa
in una stanza più vuota che piena:
un tavolo, qualche poltrona e poi
un paio di bicchieri di cristallo.
– Ah sì, c’erano pure dei bicchieri
di cristallo smerigliato – aggiunge,
ed intervalla parole a parole
con brevi sorsate d’acqua tiepida.
– II –
Il secondo lo guarda,
si carezza la barba
e muove impaziente
le sue grasse gambe
fino a dondolare
il tavolo su cui
tiene appollaiato
l’avambraccio sinistro.
– III –
Il terzo gira per la stanza rasente le quattro pareti e grida che non ha più idee:
– Ormai sono privo di idee e non ho alcuna idea di come possano venirmene in mente, immerso come sono e siamo in tanta vasta desolazione.
– IV –
Steso supino sul palcoscenico
il quinto sta raccontando al quarto
che, “poco dopo, il sesto, al suolo
si accasciò” (e, mentre quest’ascolta,
il sesto si accascia steso al suolo.)
– V –
E si accasciò steso
al suolo questo sesto
quando ormai intorno
già tutti dormivano.
– VI –
Dormivano ignari, come ignaro resterai tu di cosa fosse successo prima, sventurato lettore. E sarai assalito da una sana voglia di andare via o essere altrove. Oppure ti chiederai qualcosa del tipo:
– Cosa mai sarà potuto succedere in quella stanza quasi vuota
riempita da sei persone e molti pensieri sospesi in aria,
sparsi sul pavimento o in attesa di precipitare dal soffitto.
Ed in ogni caso, a me, che me ne può fregare?
Così mi taccio e ti chiedo scusa
per il disturbo in prosa e versi.
(Meglio era spiegare come persi
il filo del senso giù in cambusa
oppure maledir li dei avversi
e lanciare al vento la mia accusa.)
sei personaggi in attesa del lettore! il filo del senso lo porta lui! :) z
Forse Godot era arrivato poco prima, ma nessuno lo aveva invitato…a rimanere
Dieci piccoli negretti
se ne andarono a mangiar
uno fece indigestione
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar
uno cadde addormentato
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar
uno ahimè è rimasto indietro
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
la legna andarono a spaccar
un di lor s’infranse a mezzo
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear
da una vespa uno fu punto
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar
un lo ferma il tribunale
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l’alto mar
uno un granchio se lo prende
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar
uno l’orso ne abbrancò
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po’
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò
ad un pino si impiccò
e nessuno ne restò.
Samuel Beckett…Agatha Christie…Pirandello…uè!!! qui non si scherza! A me sembri meglio tu!!!
chissä perché ho pensato ad un gioco come di scacchi, comunque di strategia, e ancora deve emergere chi sposta le pedine :-)
Che ‘ngrippo.
Cià SolFaMiReDo
A me hai ricordato… Zop!!!
questa è complicata, mi si è ingarbugliata la matassa :-)
Quello senza idea di come farsi venire idee è il mio preferito.
E il filo del senso giunse, all’improvviso, sbattendo la porta.
‘Scusate il ritardo,- disse- avevo perso la connessione.’
era una riunione di condominio?
#1 #2 #3
Sì, zop; è vero, bleusouris; d’accordo, rosario: Pirandello, Beckett, i negretti di Agatha Christie… potrebbero essere tutti evocati, citati, persino plagiati; ma perché dimenticare Borges, Calvino, il Calderón del Gran Teatro del Mundo, Copi (a fumetti), Pessoa e soprattutto Migliacci-Vianello, che nel 1964 composero l’Hully Gully in Dieci, mentre io mi sono fermato meschinamente a 6 (come i personaggi in cerca di autore, sob!).
Un po’ scherzo un po’ faccio davvero, perché credo che tutti questi numi tutelari possano scorrere nelle vene delle parole di Sei in un interno (a parte uno, un riferimento che in realtà non conoscevo per non aver mai letto). Tuttavia, credo che nessuno di loro sia stato immesso lì dentro consapevolmente (e forse qualche altro sì). Le parole si nutrono di parole. Ma sono anche un gioco perverso. Per cui tutto quanto scritto prima di questa frase è solo una pedante stronzata da dimenticare. E vi prego umilmente di farlo.
#/;o) X
#4
Oh, TirNanOg, troppo buona, davvero troppo buona. Non basto a ringraziarti.
#5
Mi piace questo gioco in attesa di giocatore, deli; anche se io penso che sia sempre il lettore a spostare le pedine.
#6
‘A verita’ e’ ca’ so’ tutt’ pattern, SolFaMiReDo.
#7
Mi fa piacere, pennastilo, anche perché a me il maestro zop spesso mi ricorda alcuni dei classici citati in #1 #2 #3.
#8
A volte è divertente anche provare a districare i fili, narrando.
#9
Confesso, zar, che provo anch’io affetto per quel terzo.
#10
Il filo del senso arriva sempre quando meno te l’aspetti, colfavoredellenebbie.
#11
Non è escluso che fosse una riunione di condominio, flo.
Io non sono autorizzato ad escludere niente.
Sei in un interno, tutto ti può accadere.
mi godo lo spettacolo (e non ho neppure pagato il biglietto, lo confesso)
Letto ma assomigliando in questo momento al terzo mi fermo in silenzio, costretto.
Complimenti, guagliò!
Auguri, italiano!!!
Au revoir.
Sinceramente e teatralmente.
R.M.N.
Sei personaggi in cerca di autore o di un caffé?
Sorrido a tutta la pagina
Aitan, partendo dai tuoi Sei, avevo scritto scritto dei miei Sei e delle Sei case che avevano vissuto. Poi li ho cancellati tutti e Sei, ma un attimo prima, tutti in coro, ti hanno ringraziato per le Sei case che hanno avuto modo di ricordare. Ora ogni notte faccio Sei sogni, di Sei case che hanno paura di essere dimenticate
Sei saluti, caro aitan, vado a fare i miei Sei sogni
A domani
Francesco
#14
Da queste parti, siur effe, non si paga alcun biglietto, ché siamo tutti filodrammatici con altre fonti di sostentamento.
#15
Mi sa che qui tira un brutto Zeitgeist, ché mica sei il primo, caro ruckert, a sentirsi in sintonia col terzo…
#16
‘aziassai, naparto’.
#17
Sei personaggi in cerca di lettore, mammagio’….
#18
France’, finché so’ sogni, tutto bene; ma se dovessero trasformarsi in incubi, mettili su carta perché non siano dimenticati, e quelli ti lasceranno dormire sereno.
In ogni caso, molto gentili i tuoi Sei sogni a ringraziare me, quando Sei tu il motore.
…E intanto è già domani e io affettuosamente desejo-te uma boa noite e um bom fim de semana.
!!
Todos andamos buscando autor, buscando a quien echarle la culpa de este desastre en el que nos hemos convertido. La estancia es el mundo y mientras unos lo recorren de arriba a abajo, pensando, discutiendo, haciendo como que hacen algo; otros duermen, abatidos por la desesperanza, o por la ignorancia; y nosotros ¿seremos meros espectadores?
Saludos, amigo
complimentazioni
OT
http://mi-ricordo.blogspot.com aspetta un tuo contributo
saluti
mel
Questo blog ha il potere della tensione sana e giovane… ;-), proprio complimenti al suo papà
“ma se i tuoi occhi fossero cilegeee…”
:-)
Il Cube di Aitan: alcuni spunti di riflessione.
Se sei in una stanza, sei uno dei sei.
Il primo parla, il secondo tace.
Il terzo parla, il quarto tace.
Il quinto parla, il sesto tace.
Il testo tace.
Gli agenti:
Il primo è il passato (ricorda).
Il terzo è il presente (agisce).
Il quinto è il futuro (predice).
I silenti:
Il secondo attende.
Il quarto subisce.
Il sesto agisce, si accascia e dorme e sogna di trovarsi in una stanza con un gruppo di persone in attesa non si sa bene di cosa in una stanza più vuota che piena…
#20
??, netta.
#21
A veces pienso, amigo odyseo, que más bien todos somos autores y andamos buscando lectores (o espectadores ;o)).
#22 #23
Due grazie a mel e a mammagio’.
#24
“…Io non ci troverei niente da dire.. E non c’è niente da capire”, querida farolit.
#25
Caspita, hangin’, i tuoi spunti di riflessione mi hanno rallegrato e steso. Io non avrei saputo interpretarmi meglio.
E quella prima tua frase esplicativa racchiude già una cospicua parte del succo del senso: “se sei in una stanza, sei uno dei sei”.
Ma allora, mi chiedo e ti chiedo, chi dei sei sei tu? E chi sono io?
E poi, chi siete voialtri, pazienti e gentili passanti e lettori?
La domenica è il giorno giusto per stendere i panni e arrovellarsi in grandi temi esistenziali: chi è l’autore? chi sono io? chi sei tu? dove andiamo? dove ho messo le chiavi del triciclo?
wella che robba!
In tema di numero sei; dopodomani è il 6/6/6, il numero della bestia. Tirate fuori la bestia che è in voi, altro che dormire!
Mi preoccupano i pensieri che stanno per precipitare dal soffitto: occorrerebbe metterci sotto un bel catino in cui sgocciolino ben bene.
mi sa che tutti questi 6 hanno a che fare con la mia festa…
l’unica cosa che non mi torna sono le sorsate d’acqua tiepida
#27 #29
Beh, brianzolitudine, che domani sia il 6/6/6 ne ero ben consapevole già quando ho postato, tanto che volevo posticipare a quella fatidica data il giorno della messa in comune del mio testo (ma poi ho pensato che avrei dato troppa enfasi alle cifre e poca alla seconda persona singolare del presente indicativo del verbo “essere”).
Quanto poi al numero della bestia, per me quel 6/6/6 è molto più il numero della festa, la festa di dido. (Nella mia prima adolescenza ho speso troppo tempo ad invocare potenze delle tenebre che non si sono mai presentate ad alcun appuntamento, per tenere fede ora, da vecchio, a queste inezie.)
Quanto all’acqua tiepida, dido splendida, sto pensando ad un numero tipo nozze di Cana. Non so se hai presente.
#28
Per i pensieri che precipitano dal soffitto, non c’è rimedio che tenga, cara arden: una volta liberati, non rispondono più ai dettami della legge gravitazionale, altrimenti cadrebbero al suolo con le mele ed a noi, poveri nani, non sarebbero mai giunte le intuizioni di Isacco.