È stata un’estate estasiante,
passerà lesto l’autunno:
e mentre era agosto
sarà già natale.
Ormai a quarant’anni
il futuro non è più
quello che era
e appena ti svegli
senti già incombere la sera.
17 martedì Ott 2006
Posted otherstuff
in
È stata un’estate estasiante,
passerà lesto l’autunno:
e mentre era agosto
sarà già natale.
Ormai a quarant’anni
il futuro non è più
quello che era
e appena ti svegli
senti già incombere la sera.
ei e halloween?? e perchè la sera non ha il suo fascino? e la notte?, e
quarantanni, e ad averceli, e la relatività?
e mannaggia ò suricillo e pezza ‘nfosa
40..che vuoi che siano!!!
^^
…davvero inquieto, allora!
Secondo me sei un quarantenne perfetto ;)
scusa…il precedente commento era mio. ;)
uno splendido quarantenne, direi :-)
lo so, lo so…
auguri senza canist è comme sì nun c’avesseme vist.
;o)
salute e bene aitanibus
…non ci sono più le mezze stagioni, per fretta…
e sarà sempre più “distante”
Splendida! Ma, secondo te, dopo i 40 (o, forse, anche i 30…), il tempo comincia ad aumentare la pressione sull’acceleratore? Magari siamo noi che ci fermiamo a osservarlo inebetiti e, allora, sembra che lui vada più veloce…
non serve avere 40 anni, basta meno, e forse sempre un pò, ci si sente il tempo scivolare via e incombere.
Hertz
#1, #7 e #8
È certo che ha il suo fascino la sera, dido, e pure la notte, e anche gli anni dopo i quaranta, soprattutto quando sono splendidamente portati.
Ma quella che non torna più è la primavera.
Sarà che come argutamente osserva hobbs, non ci sono più le mezze stagioni. O è che da un dato momento ti sembra che sia solo un ricordo quel tempo in cui non pungeva il freddo e il caldo era tiepido e confortante; un punto sempre più “distante” del passato, dice bene precipitandosivola in veste anonima al punto #8.
(Ma senti, splendida dido, che e’ ‘sta cosa do suricillo e da pezza ‘nfosa?)
#2
Vorrei che fossero 20, cicabu; o che restassero 40 ad libitum.
#3 e #4
Inquieto, sì, TirNanOg, ma un po’ davvero, un po’ per posa.
(E chissà poi cosa intendi tu per quarantenne perfetto…)
#5
‘A france’, qui di splendida ce ne è solo una. Tutto il resto so’ pezzotti e imitazioni.
#6
Graziassai, sahishi’, ‘ca chi ringrazia esce ‘fora d’obbligo.
(Comunque io i miei primi quaranta anni li ho raggiunti un paio di mesi fa; ma ci sono momenti che me lo ricordo ancora.)
#9
Magari è pure la paura che ci manca il tempo, ad accorciare le giornate. (Ma io, ranafatata, ho ancora più paura che possa venire il tempo che stagna e non passa.)
#10
E sì, hertz, perché tanto il tempo fugge pure se nessuno lo rincorre.
Mannaggia ‘o suricill’ e pezza ‘nfosa si diceva pure a casa mia. Era un’imprecazione tenerissima, a pensarci ora. Ora, e stasera di più, che managgia ‘o vero ‘o suricillo e pezza ‘nfosa (quella a tampone di una centralina che s’è fatta vecchia assai prima di arrivarci a quarant’anni e scorre come un autunno piovoso).
Amico caro,
noto che a periodi non regolari,
torni su questa tematica…
Come è dolce, a volte struggersi, soffrire, non trovi ? Nostalgia…con quello che dir voglia…
PS Un abbraccio e scusa la latitanza dai commenti tuoi, ma ero affaccendato dalle (in)solite faccende. O in vena scarsa. Brutta robba gira, in giro.
Se non vieni a Bologna mi incazzo…
Scherzo.
PS O No…
Te voglie bbene Aità….
il fatto è che, a vent’anni, si ha in mano più futuro che passato.
A quaranta, si ha più passato che futuro.
Il tempo totale -questo è il mistero – resta invariato.
Quarantenne, lei ha tra le mani le sorti di un blog di un 30enne.
Non è la prima volta. Ma rischia di esser l’ultima, quindi muova quelle chiappe e venga da me.
(scusi, oggi il tono è abbastanza imperativo. Domani era imperfetto).
a me mi piace l’effetto visivo a clessidra di questo post, il tempo inesorabile.
questo è un postideografico.
maronna!
#12
Za’, mi so’ informato. Si diceva pure a casa mia mannaggia ‘o suricill’ e pezza ‘nfosa. Ma io resto curioso di sapere da dove venga questa tenue imprecazione. Sono sicuro che deve esserci dietro una di quelle bellissime storie che venivano fuori dalla nostra gente quando in tanti si dipendeva dalla fame, e non da apparecchi televisivi, telefonini e apparati camorristici. Va bbuo’, me sto facenno pesante e me faccio piglia’ da nustalgia ‘e Napule ca se ne va. Ma Napule ca se ne va e’ ‘na storia ca tene mill’anne.
#13
Hai ragione, alfar, gira brutta robba, in giro. Nun te puo’ manco cchiu fa ‘na pera, ca nun saje cu che l’hanna tagliata, chiste figlie ‘e zoccole.
Scherzo, scherzo pecché te voglie bbene pure je.
E prima o poi ciu dicimme ‘a vicine.
Ecchecacchio!.
#14
Diciamo, effe, che viene il momento che si hanno più ricordi (e rimpianti) che desideri.
Perché in quanto all’età, beh, non mettiamo limiti alla provvidenza, alla natura madre e matrigna e alla scienza.
La verità è che io desidero ancora di essere immortale. E lo sono fino a prova contraria. E ci sono milioni di cose che voglio ancora fare e altri milioni che ancora non so che vorrò fare e mi piacerà ricordare più in là, dopo, moooolto dopo.
#15
Cacchio, atvardi, mi muovo, vengo di corsa. Non sia mai che si disperda la tua voce; non sia mai ch’io possa rendermi responsabile dell’estinzione di un altro weblog.
Quando si ferma il cuore di un blog è come quando sparisce una razza o si estingue una lingua o un dialetto.
Non possiamo rimanere indifferenti.
#16
Mi fa piacere, flo, che tu abbia notato lo sforzo postideografico, anche se non m’è venuto tanto bene. A volte le parole si mettono davanti alla loro rappresentazione grafica e ti rovinano l’ideogramma.
#17
Mi scuso, katiuuuscia. Nun te vulevo fa mettere appaura. So’ sule chiacchiere apparate una dopp’ ‘a nata pe movere ‘e pensiere.
a me mi piace assai cicchignacc int’a butteglia. mami lo citava spesso
Io ricordo vagamente di un topino che cadeva in una pentola, di un bambino che vi annegava per salvarlo, di una madre che così tenuemente imprecava contro il Fato, di uno straccio che invece di lasciarsi stendere dalla finestra era caduto giù e forse la mamma era scesa a recuperarlo e il bambino, incustodito, era caduto nel pentolone per recuperarlo… una cosa così; ma forse mi confondo con quell’altra storia surreale e geniale della scala che scendeva e saliva per disperazione, della porta che per la stessa disperazione si apriva e chiudeva, della vecchina “tutta graffiata” (diceva così, son certa) e c’erano di mezzo sempre un bambino e una pentola, e un “signorino” che per disperazione metteva… la testa nel vasino, nell’orinale, insomma, quell’oggetto così comune in quella Napule che se ne va. Se mi torna in mente tutta la storia o tutte e due, giuro giurello che torno a raccontartele qua.
ah, non ci son più i 40 anni di una volta…
aita’ tieni raggione: è accussì. dopo l’estate l’autunno del nostro convento (clausura!!!)
Me encantó lo que leí y todos los comentarios. Ya estoy entendiendo un poquito de napoletano! Besote.
#19
Sì, katiuuuscia, ma sai che a me, ora che è morto mio padre che era memoria storica di queste cose, del povero scicchignacc’ int’a butteglia resta solo un vago ricordo?
#20
Ti aspetto, zari’.
#21
E tra un po’, qui da me non ci saranno più neanche i 40, colfavoredellenebbie.
#22
Eppure, c’è sempre la strada, mel. La strada è l’unica salvezza. Perché il giudizio universale non passa per le case (e tanto meno per i conventi).
#23
Y a mí me encanta imaginarme a ti que lees el napolitano, arla. Y me encanta aún más pensar que lo entiendas.
trafitto da un raggio di sole… però… commentò la Cicala
:-)
Dai quarant’anni in poi ho vissuto gli anni migliori della mia vita.
Ora ne ho 47 e – incrocio le dita – non mi posso affatto lamentà…
Non rimpiango per niente gli anni precedenti, se non per pura civetteria anagrafica…
Un salutone zingaro
a 40 anni non bisognerebbe pensare al tempo in termini di ciò che si è perso, ma di ciò che si è guadagnato, bisognerebbe guardarsi indietro e gioire di quello che si è fino a quel momento conquistato…
quando festeggerò i miei 40 anni spero di essere felice dell’uomo che sono diventato.
#25
Giuro, farolit, che non mi ero accorto che si nascondeva il gobbo di Notre Dame tra le mie povere scarne parole.
#26
Ma sì, non mi metto neanch’io a rim-piangermi addosso, facc8; solo civetto col tempo che fu e che sarà.
#27
Te lo auguro, rosario, e intanto… confieso que he vivido yo también.