New Year’s Requirements – 01011995 – frammenti di appunti ritrovati
Urgenza di vita. Cambiamento. Immersione nel flusso. Più dentro.
Afferrarla a morsi fino a ingozzarsi.
Visto che deve comunque finire, meglio morire di questa morte. Anziché strisciare.
Più sole. Più luce. Rinnovamento. Carne. Sangue e anima.
Ma soprattutto sangue, sangue e carne di questa carne.
Viaggi dentro e fuori, ma soprattutto fuori.
Eroici furori, et erotici, si parva licet componere magnis; o viceversa.
Gioia ed ansia di vivere. Urgenza infinita. Urgenza di vita.
Succhiare il senso delle cose fino al nocciolo; ma mai oltre.
Attraversare gli oceani. Approfondire e galleggiare in superficie. Conoscere e conoscersi.
Annullarsi nel desiderio. Seguire il dovere di ogni impulso. Assecondarsi. Lasciarsi andare.
Vagare per il gusto di vagare. Senza mete. Senza mente e senza mentire
(mente chi è schiavo o ha paura di farsi liberare).
Cambiare i parati alle pareti.
Stop obiettivi e finalità!
Ibernazione dell’etica.
Urgenza infinita di vita
di vita
di vita.
Ridere molto.
[Ma forse trattasi solo di banale paura.
Angoscia di attraversare la tragica realtà
della crescita che porta
alla vecchiaia
e alle soglie
della
M
o
r
t
e
(grattata di palle)]
FIN
(y comienza un nuevo año).
BUENA ENTRADA
de coño
per te
per me
per voi
per tutti.
E tanti auguri
in campagna ed in città.
Tanti auguri, bum!,
a chi tanti amanti ha.
(Com’èbellofarl’amoredaTriesteingiù
l’importanteèfarlosempreconchihaivogliatu
esetilascialosaichesifa?
troviun’altrapiùbellacheprobleminonha.
Bum!)
aitan, pare l’urlo di ginsberg riveduto da achille campanile e recitato da un misto di grillo e benigni. contaminazione solita di effetto mirabile. mi è piaciuta un sacco e una sporta (dicono dalle mia parti!) :)
Sì, don Gaeta’ ma giovedì sera?
ma che sta succedendo?
(il fatto di buttare via l’etica mi spaventa assaissimissimo. però accetterei lezioni private, sì, sì)
seguire il dovere di ogni impulso.
il tuo scritto ritrovato è terribilmente calzante per quanto sto vivendo ora personalmente.
quello che tu chiami il dovere di ogni impulso, io lo chiamo necessità interiore. e la sto seguendo.
non senza fatiche e che casini…
ma alla fine, la paura farà fatica a starmi dietro talmente avrò imparato a sbandare e a goderne per quell’attimo il brivido.
hasta!
noce
no i parati alle pareti no!
:-)
Conosco un tizio ch’è solito dire: meglio morire alle undici che a mezzanotte.
“Cambiare i parati alle pareti”, sono d’accordo con “didolasplendida”, togliere del tutto i parati ed intonacare, fanno troppo anni 60 :)
letto in orizzontale, è il tracciato di un sismografo.
Lei è un vero vulcano.
heheheh la carrà è un vero classico…(da bambino mi turbava i sogni…forse dovevo andare da uno specialista già allora…)
abbracci dario
bella li cicciunaz , http://www.ilghetto.splinder.com altro che seghe mentali
#1
Dalle mie parti diciamo un cuofano e una sporta.
Grazie, MariaStrofa, soprattutto per aver dato a questo mio modesto testo del Campanile.
#2
Eh sì, Denty, giovedì sera è quasi mo’.
Vedrò di esserci.
#3
In realtà, Flo’, se fanno il corso di “rifiuti della morale, morale dei rifiuti”, sarò il primo a iscriversi; ma già so che rifiuterò a priori ogni tentativo di buttare via l’etica, almeno la mia personale, ché a quella ci sono piuttosto attaccato, mani e piedi, e pure testa, in verità.
(Via via, quella frase sull’ibernazione era una posa post-adolescenziale, i postumi di un capodanno arrabbiato, una reazione ai propri eccessi di zelo.)
#4
Beh, sì, querida Noce, da qualche parte ci sono brividi che valgono una vita, e impulsi che sono doveri.
Spero che per te sia sempre così facile leggere e seguire opportunamente le tue necessità interiori.
hasta siempre
#5 #6
Guarda, splendida Dido, che io i parati alle pareti dovunque abbia vissuto ce li ho sempre già trovati; ché fossi per me manco morto (più o meno).
E nemmeno le tende alle finestre, se è per questo…
Infatti, Narrando, credo che quando scrissi Cambiare i parati alle pareti. intendevo proprio toglierli del tutto e intonacare, di bianco.
…Licenza poetica
;o)
#7
Un vulcano, sì, ma spento, o molto sopito, sciùr Effe. Direi quasi sedato.
#8
Si chiama… Tuca Tuca, Dario.
#9
Non ho capito niente (a parte il link ridondante), RoNnie, ma non era importante, vero?
Dopo il “sismografo” di effe io ci ho visto anche il tracciato del mio E.C.G. durante l’operazione al cervello…
Fantastico!:)*
un bel manifesto programmatico. e quell’urgenza, aitan, la conosco bene, ma sai, è pericolosissima.
saluti
mel
Un manifesto, sì, ma alla vita!
#12
Non sai, non puoi capire, quanto mi possa far piacere in questo momento leggere di operazioni al cervello andate a buon fine, tanto da poterne sorridere in un blog, metallicafisica.
#13
Grazie, mel, anche per il tuo monito che sento affettuoso.
#14
Sì, sì, cara mammagio’, credo che queste parole un po’ tronfie e altisonanti volessero essere anche questo: un manifesto alla vita, un pernachietto alla morte.
aitan
certo, affettuso!
ho un urgente bisogno di complimentarmi con te per questo bellissimo post.
…che la tua urgenza di vita non si esaurisca mai!
seguo il dovere dei miei impulsi e ti abbraccio caramente.
sullo stesso impulso
ricambio l’abbraccio