Certo che sento la tua mancanza,
io la sento già quando scendi
a dare l’acqua ai fiori
(Vorrei scriverti poesie smisurate
ma mi vengono tutti pezzi a metro
incrinati come screzi del vetro
tra le rime baciate o alternate).
Certo che sento la tua mancanza,
io la sento già quando apro la porta
per comprare la frutta al mercato
e portare su dall’orto gli odori.
Ti amo, ti adoro,
tu sei la vacca
e io il toro.
* ¿ *
vvv
;
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aitan, due quartine stupende poeticamente, e nemmeno ci si accorge del “previsto” (non prevedibile) finale (previsto perché hai creato l’aspettativa e ti si conosce) – sicché lo spiazzamento, a dispetto dell’attesa è efficace; ma insisto sulle due quartine iniziali e mi sento di dire che questo tuo modo di concludere in “vacca” (non so da voi ma da noi si dice mandare “in vacca” quando si vuole dare poca importanza a una cosa) testimonia di un prendersi poco sul serio che a me personalmente (favorevole come sono alla contaminazione piace assai) – la poesia (oh yes) poteva terminare anche con le due quartine e per una volta non ci sarebbe stata la risata finale: così c’è di più . non so se ho capito quello che volevo dire.
volevo dire che a dispetto del buttarti in vacca sai fare poesia e bene.
così penso proprio! (incrinati come screzi del vetro – e portare su dall’orto gli odori) no-te-vo-le.
ciao :)
non so se ho capito quello che voleva dire MariaStrofa, ma concordo. Finalmete poesia non stucchevole.
un colpo da maestro, aitan
e poi incrinati come screzi del vetro è già il suono che dovrebbero avere. grande
saluti mel
abbracci passanti, dario
che dire quando mariastrofa e melpunk hanno già detto tutto? niente, se non che mi accodo per un bravo!!! con l’accento sulla o.
Cosa è capace di diventare un uomo innamorato! ;-)
Dove c’è Maria
c’è garanzia.
Da parte mia
dico che è un’ottima poesia
sagomata, ossia
contenuto perfettamente
integrato con la forma.
ciao
Di tal versi io apprezzo
Sopratutto la punta
Aitanuccio lo ammetto
Senza remore ed onta.
E’ giunta l’ora,
di oblìo adorna,
che al povero toro
gli spuntin le corna.
Buona serata.
Au revoir.
Sinceramente e teatralmente.
R.M.N.
aità non dovevi farmelo
ci avevo così creduto….
che stavo per dirti ” E vattene sei troppo innamorevole… … Scendi da questo post sei troppo interamente seducente!”
ma per (s)fortuna quel ravvedimento finale m’ha fatto male
il danno (tuo) ha evitato la dannazione (mia)
: -)
pure a me mi piace assai lo scarto finale sulla carne, sulle cose essenziali.
come già mi piacque il treno e il coso, d’altronde.
#1 #2 #3
Quasi quasi la ingaggio come critico di palazzo, MariaStrofa.
(In verità, cronomoto, io concordo soprattutto con la parentisi di MS. Anche a mio insindacabile modo di sentire incrinati come screzi del vetro – e portare su dall’orto gli odori sono le 22 sillabe da salvare di questo testo con insistiti a capo.
E tra le due righe preferisco, come melpunk66, il suono dei versi incrinati.)
#4
Passanti restituzioni, dario.
#5
Merci, barbara’.
#6
Figuriamoci una donna, RosaTiziana!
#7
Qui si fa della pubblicità senza nemmanco occultare, stimato PaoloFerrucci.
#8
In verità, Tante, io ritaglio prima la sagoma, poi ci metto dentro le parole e i disegnini. Anche l’occhio vuole la sua parte.
#9
Questo sì che è prendere il toro per le corna, naparto’.
#10
Ma perché mai dovremmo credere più nei finali che nei percorsi al chiar di luna mano nella mano che vengono al principio, in mezzo e immediatamente prima dell’epilogo, querida farolit?
#11
Ci sono opere bellissime in cui si rappresentava la carne fingendo di volerla mortificare o sublimare (penso al Libro del Buen Amor, a Francesco d’Assisi, all’Estasi di Bernini, ai versi di Teresa d’Avila e Juan de la Cruz… e persino al Cantico dei Cantici). Io, flo’, sogno di poter raccontare l’anima tra frizzi e lazzi.
aitan, tu ci riesci in modo magistrale.
folgorata
certo che sento la tua mancanza…
ti amo e ti adoro
come una feta di pomodoro
non m’intendo di poesia ma par buona
p.
una volta trovai una bella frase sulla mancanza, diceva pressapoco che essa ti da la misura di quanto una persona sia importante per te, io trovo tutto ciò molto crudele, ma un’altra unità di misura non si poteva trovare?eh?
e cherie je t’aimes
cherie je t’adore
come la pappa col pomodoro
e dall’accoppiamento vacca toro che vengono fuori torelli o vaccarelle?
Concordo con Mary. Mi piace da morire la prima frase. Si sente profumo di primavera, di freschezza, di pulito, di benessere come quando si è appena fatto l’amore. I magici stati di grazia. Che hanno anche le vacche e i tori, ne sono certa:)
sorpresa e bovina ti ascolto, caro Gaetano
Sento la tua mancanza quando scendi per dare l’acqua ai fiori,
quando coltivi la vita al di fuori del nostro rapporto.
Deliziosa.
ci sono tori da corrida e tori da poesia
se non è una bufala, faccia una poesia a forma di mozzarella
pezzi a metro incrinati come screzi su vetro… stavo sdilinquendomi ..e invece mannaggia… mannaggia
non si fa, non si fa
sono un animo sensibbole, io oh!!
uff!
;(
ero bri, lassù.
io sono arrivata qui per caso.. (colpa di Zop…) ma sicuro che ci torno! La tua poetica è sublime!!!
questo post è piaciuto anche a me… che quasi lo plagiavo…
porca vacca!!! :)
aità, sì gruoss
#14
Sai, flo’, quando ho letto “tu ci riesci in modo magistrale” ho pensato a me stesso come ad una maestrina in pensione aggredita da arteriosclerosi e ricordi di infanzie.
#15
Spero che tu ti riprenda presto, giuliaccia, e ti do il mio benvenuta tra questi perversi versi.
#16
Certo, certo…
#17
La feta di pomodoro è un piatto greco?
#18
Neanch’io m’intendo; ma grazie, p..
#19
È crudele, dido, è molto crudele; tanto da sembrare vero.
#20
Mi piace quando concordate tra di voi, sgnapisvirgola. E mi piace ancora di più quel profumo di primavera che hanno anche le vacche e i tori.
#21
Sorpreso e taurino, ti ascolto ascoltarmi, regina.
#22
Io non ci avevo pensato alla versione fedigrafo-florealea, fotoreportress. Grazie.
#23
Ci sono toni da corrida, toni da poesia.
Io preferisco i tori da letto. Ma soprattutto le vacche, sciùr Effe.
#24 #25
Via via, bri, non faccia lei così, che io ho l’incrinamento facile.
#26
Mi piace e mi impressiona, tamai, il tuo nick coniugato al passato. Benvenuta anche a te tra queste perversioni.
#27
Io considero i plagi come graditi omaggi, zop. Ed anche tu.
(A meno che qualcuno non ce la faccia alle spalle o ci lucri biecamente su.)
#28
E porco anche il toro, rosarioarena.
Ah, beh; sì, beh. Ah, beh; sì, beh.
#29
Mo’ me faccuio russ’, katiu’.
Neanche io avevo pensato a quella fedigrafa, mi riferivo alla possessività a prescindere, o qualcosa del genere, ma la poesia fa di questi scherzi.
ah, sì.. la polisemia di stato…
mah…bho…bhe