“Sono sempre stata un uomo vero; come mia madre. Mia sorella e i miei fratelli, invece, hanno preso da mio padre. Loro non hanno polso. Un sangue annacquato scorre nelle loro vene. Dentro di me il fuoco.
Temo di essere attorniata da una ciurma di debosciati degenerati. Quel negro che corre come una gazzella e con incedere ordinato e perfetto è mio fratello più di Reiner ed Helmut, più di Angelica e Friederick. Quel nero dentro di me per tonificare la razza ariana. Un coro di valchirie mulatte canta uno spiritual in disposizione ordinata e perfetta. Corpi di bronzo tra le rocce di Germania.
Perdonami, mein Führer, io volerò in Africa a ripercorrere con gli occhi e le mani quelle statue di ebano e acciaio laminato. Carezzare i loro colli tesi e levigati, sentire tra le mani la pelle liscia e luccicante, percorrere tutta la loro superficie poro per poro e misurare ogni muscolo del loro corpo… L’animale più bello del creato incede verso di me. Vienimi dentro, inondami della tua forza bestiale; voglio che il mio spirito e la mia volontà galoppino sulle tue gambe nere, voglio il tuo sangue e la tua anima”.
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[Registrazione inedita dei pensieri di Berta Helene Amalie Riefenstahl, detta Leni (1902 – 2003), raccolta mentre la geniale regista al servizio di Hitler riprendeva la corsa dell’atleta nero-americano Jesse Owens nelle Olimpiadi berlinesi del 1936.
Dopo la caduta del Nazismo, Leni si trasferirà in Africa dove comincerà una brillante carriera di fotografa. Bellissimi i suoi tre libri dedicati ai corpi statuari dei neri della Nubia (Sudan). A 71 anni, virerà la sua creatività verso una nuova deriva, dedicandosi a fotografare forme astratte e suggestive negli abissi marini.
Una vita piena di senso.]
sarebbe stata perfetta, questa dichiarazione d’amore, per le statue di periodo severo in bronzo, scomparse e continuamente cercate nella mente e nel corpo altrui. Oh, se la capisco, Signorina Leni!! :-)
Grandissima fotografa “fisica”! (mf)
impressionante: sia per il messaggio che è un inno alla vita, sia per alcune considerazioni circa il concetto di strumentalizzazione da parte dell’uomo sull’uomo (gran detto è ‘homo homini lupus’)
Abbagliante. E in tanta luce sono sfumati e spariti due piccoli punti sul capo del Fuhrer.
#1
Missy, ma sì, ti lascio a parlare con la Signorina Leni, che io… in queste cose non mi piace di entrarci…
#2
Sì metallica-, proprio grandissima fotografa –fisica.
#3
Impressionante il tuo commento, cybbolo, anche perché io ai lupi non ci avevo mica pensato.
#4
In verità, sciah, io, se ho ben capito, non ci ho mai creduto troppo a quei due piccoli punti sul capo del Fuhrer. Secondo me era tutta malvagità umana. E di questo ci dobbiamo preoccupare. E questa possiamo fronteggiare.
#5
Sai, riley, non lo so se ci sia qualche attinenza tra quello che ho postato e l’immagine che hai usato tu a commento. Ma credo che qualcuno debba averti detto che considero Bacon il più vibrante e contundente artista del secolo scorso.
una vita piena di sensi
Favolose queste immagini in scorrimento!
Però ecco…non riesco ad avere ammirazione (né a sentire affinità) per il pensiero della Leni. Il discorso sarebbe lungo, ma non sento musicalità…avverto distanza far il suo modo di “guardare” il mondo e il mio.
Bah
Della Virago virano gli occhi
sensori di altri piaceri
pregustati.
Ma che siano bene disposti,
ordine e disciplina,
uno dietro l’altro, dal più intenso
al più blando, in elica
come tante tessere
di un mosaico genetico.
Pelle liscia e luccicante
denti bianchi adamantini
muscoli michelangioleschi:
“Ariani Negri, mein Fuhrer!”,
Razza ultraperfetta.
Peccato che il Fuhrer
non amasse il nero e
facesse il bagno nel rosso…
Cari Cartografi, il forum si sta lentamente popolando.
Ad oggi siamo in 18.
Eccoci, uno ad uno:
vis
hoover
azur
vener
turboscopa
biandbo
Misery
boycotto
rosso
pispa
-cla-
supportiles
al
dido
quale?
madeinfranca
libertango
Lavinia
Avanti, chi manca all’appello?
Perdona, aitan, forse non ho capito io cosa avresti dovuto ben capire tu. Dinanzi a un condottiero che aveva perso punti, mi limitavo a notare che mancava un Umlaut. Naturalmente la Rechtschreibung è ben poca cosa dinanzi alle tragedie dell’umanità, e di certo non un’arma che possa pensare di essere usata contro la malvagità. Magari bastasse mettere i punti sulle i, gli accenti e le acca al posto giusto per poter rettificare la storia.
Non conoscevo questo lato di Leni, e non capivo chi l’incensava.
Ora qualche barlume penetra.
vi è un bellissimo studio critico di Susan Sontag sul “fascino fascista” della Riefenstahl, risale al 1974 ed è in piena sintonia con talune derive della pop culture (in “Sotto il segno di saturno”)
#7
Effettivamente…
#8
Neanch’io sento affinità, però resto ammirato, RosaTiziana.
#9
Grazie per la tua lirica e policroma sintesi, elis.
#10
(ci penso su)
#11
Ah… Danke… Ho messo i puntini sulle u, sciah.
#12
Siamo qui anche per questi barlumi, Iva’.
;o)
#13
Many thanks, doktorgeiger, mi piacerebbe leggerlo (e non escludo che mi sia già passato tra le mani in passato, forse proprio nella lingua di Leni R. che mastico poco e male).
io ho letto il saggio della Sontang Sotto il segno di Saturno nel 1980, e concordo in molte cose che scrive di Leni Riefhenstal, che a mio avviso è stata indubbiamente meglio come fotografa che come regista.
chicca
Confesso che il crawl delle foto io lo vedo male, solo una stiscia che pare della parte superiore…
#16
Non lo so, chicca, non so se si possa dire che l’instancabile Leni sia stata meglio come fotografa che come regista. Io al netto della storia che ne ha fatto seguito trovo molto suggestivo anche la concezione architettonica delle masse, le visioni aeree dei panorami e una certa epica dei corpi che si ritrova nel suo come nel miglior cinema sovietico.
#17
Credo, william che ci sia semplicemente biogno di fare un refresh e ricaricare la pagina corrente. Capita anche a me con Firefox.
Questo fatto mi dimostra l’insulsa pretesa di concepire una razza migliore dell’altra, e la consapevolezza che chi faceva propaganda lo sapeva mentre dava pecore in pasto ai lupi, anzi lupi no perchè sono intelligenti,allora diciamo in pasto a bestie immonde, le iene per esempio.
In realtà, tristantzara, questo fatto dimostra qualcosa su come pensa chi ha scritto questo testo (che poi, più o memo, sarei io). Perché cosa pensasse davvero Leni Riefenstahl ai tempi del Nazismo non ci è dato sapere. (Anche se io sono sicuro che qulla fascinazione nera la sentisse fino in fondo, e se non la sentiva, la doveva sentire, porco Führer! ;o)