Muito Romântico
ventesimo frammento
(che chiede indaga e risponde su chi sono io chi siamo tu e io e chi siamo noi)
chi sono io? io sono quello che quando si alza sazio e compiaciuto dal tavolo, si impiglia con la giacca nella tovaglia e fa cadere stoviglie, coltelli e bicchieri, e mentre raccoglie i cocci, sbatte con la testa contro la tua che cercavi di aiutarlo e tu, stordita per il colpo inferto, ti tagli con una scheggia di cristallo, senza nemmeno avere il tempo di renderti conto che lui sta portando le tue dita insanguinate sulla sua bocca e succhia la ferita guardando fisso negli occhi tuoi sconvolti, come di una che vorrebbe scappare via, ma non le riesce nemmeno di ritrarre la mano che ora questo strano tipo si strofina delicatamente sulla faccia; la tua mano, la tua mano sulla sua faccia per accarezzarsi la pelle rasposa del viso, perché lui si rade un giorno sì e un giorno no, e questo è un giorno no, non c’è dubbio, questo è proprio assolutamente un giorno no; ma tu non arrabbiarti, amore mio, che io sono quello che ti vuole un bene forsennato e pazzesco e ora si fa orciaio, arrotino, medico e vetraio per ricostruirti vasellami, coltelli, bicchieri e tagli da scaglie di cristallo, e poi tu e io, io e te, rideremo forte forte fino allo stremo delle nostre forze e saremo quelli che butteranno tutto giù dalla finestra e correranno in strada, dove innescheremo un ballo bello come il sole anche di notte, e intorno a noi danzeranno gli alberi, i cassonetti e le mignotte, e insieme grideremo al vento, alle automobili e alle bigotte nascoste a frotte dietro le gelosie che caschi pure il mondo a noi non ce ne fotte, perché, sia come sia e vada come vada, volteggeremo allacciati tra schegge di cristallo, lame affilate e stoviglie rotte, fino a che torna il giorno
((( aitanblog ))) 
Un delirio ottimo.
:)
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un frammento [davvero] meraviglioso.
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frammento zingaro
a piedi scalzi
(schegge e lame si allontanino, rispettose)
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avrei voluto che esistesse un gadget elettronico da connettere al cervello, che potesse proiettare nel tuo le immagini che leggendo questo post mi si sono create nella mente, talmente vive e assurde che sono più propensa a credere che siano state loro ad avermi posseduta, che io ad averle concepite :)
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Io metterei come sottofondo musicale la donna cannone, ciao.
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accidenti aitan è un dejavu, ma lo vu un’altra volta e va detto: che cosa magnifica hai scritto, e nell’ultima parte leggere quelle parole è sentire al contempo volteggiare.
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#1
dici-che…?
#2
Ma dici [davvero] anche tu, e.l.e.n.a.?
#3
O perbacco, cronomoto, sapessi quella zingaritudine quante volte m’è stata rinfacciata ultimamente nella mia vita extra-virtuale (e pensare che sono mesi che sono sempre più stanziale).
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ma le assonanze e le rime che meraviglia, tutto quel turbinìo che nasce dalla giacca che si impiglia nella tovaglia, tutte quelle g che fanno da collante a questo valzer, chapeau!! :))
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#4
Come m’è piaciuta, hangin’, questa cosa tua delle immagini che sei più propensa a credere che siano state loro ad averti posseduta, che tu ad averle concepite. In fondo, capita così anche scrivendo, quando ti arrivano a catena 5 o 6 immagini in cerca di autore e tu resti lì pront@ a registrarle sul foglio o nella memoria del tuo piccì.
E come mi piacerebbe che tu me ne raccontassi qualcuna delle tue, qui o nella vita extra-virtuale, immaginifica hangin’.
#5
Mi ha sempre irretito quella melodia in bilico tra melensaggine e melanconia, Borbonico. Mi ricorda pagine sublimi di Nino Rota. Ma ti confesso, che io ci vedo meglio un lungo solo di sax soprano suonato tutto d’un fiato utilizzando tecniche di respirazione circolare che si ritrovano anche nei suonatori sardi di launeddas.
#6
Mi piacerebbe, mel che leggendo quelle parole todo el mundo et tout le monde si mettesse a volteggiare in un selvaggio rondò.
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#8
Ecco sì, barbara, un valzer, ma un po’ s(g)hembo, à la Kurt Weill o una musette francese oppure, sì sì, ecco, ci sono, John Coltrane che improvvisa sui tre quarti di un musical melenso una delle sue straordinarie variazioni di My Favourite Thin(g)s.
E cosa vuoi più dalla vita: sei in strada con lei, danzano (g)li alberi, i cassonetti e le mi(g)notte e John Coltrone vi fa da colonna sonora. E ma(g)ari, volte(g)(g)iando volte(g)(g)iando, sorse(g)(g)i pure un lucano.
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chebelllo.
(ora cerco la “sua” musica)
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gli elefanti nella cristalleria a me sono molto simpatici…;-)))
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una meravigliosa “cutting dance”, Aitan
le danze in strada vi vedono volteggianti, immagino*
ps: ma quanto spendete per le stoviglie e le medicine?*
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vedi come cambiano le prospettive?
l’altro giorno l’infermiere che mi ha prelevato il sangue si è un pò sporcato ed è corso subito a lavarsi con la candeggina, non si è messo a succhiarmi il braccio no, peccato sarebbe stato così romantico e siamo pure in periodo carnescialesco :-)
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e usare stoviglie infrangibili?
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(mancavano da troppo tempo, i fragmentos romanticos. cominciavamo a stare tutti preoccupati)
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una “danza che crea”, mi verrebbe da dire…
uno splendido e contagioso delirio onirico e poetico…
una danza che crea, coinvolge e travolge, e mette assieme parti di realtà normalmente separate.
bello questo blog, aitan,
ciao
mario
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Davvero un bel frammento, di cristallo.
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#11
Che bello, majara, vedere e sentire che hai messo nel juke-box dell’Osteria una di quelle splendide improvvisazioni di Coltrane! Peraltro, quella versione presenta il valore aggiunto del flauto traverso di Eric Dolphy che si intreccia col sax soprano del capobanda. Graziassai.
#12
Anche a me, cyb, fanno molta simpatia gli elefanti nelle cristallerie. Ma se rompono, poi i cocci sono loro…
#13
E che belli anche quei dervisci rotanti, mf!
(Di medicine, qui non si spende quasi nulla; preferiamo i rimedi naturali.)
#14
Quella la gente più passa il tempo più si fa schifiltosa e schizzinosa, dido.
…E non sanno che si perdono!
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#11
Che bello, majara, vedere e sentire che hai messo nel juke-box dell’Osteria una di quelle splendide improvvisazioni di Coltrane! Peraltro, quella versione presenta il valore aggiunto del flauto traverso di Eric Dolphy che si intreccia col sax soprano del capobanda. Graziassai.
#12
Anche a me, cyb, fanno molta simpatia gli elefanti nelle cristallerie. Ma se rompono, poi i cocci sono loro…
#13
E che belli anche quei dervisci rotanti, mf!
(Di medicine, qui non si spende quasi nulla; preferiamo i rimedi naturali.)
#14
Quella la gente più passa il tempo più si fa schifiltosa e schizzinosa, dido.
…E non sanno che si perdono!
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#15
Non c’è gusto, Gardenia, ché qui amiamo il crash delle ceramiche infrante.
#16
(Flounderuccia, ma voi non vi dovete preoccupare per me, che io c’ho un cuore così, tutto pieno pieno di frammenti e pezzi di vetro ;o)
#17
Grazie, mario heteronymos, per esserti lasciato coinvolgere.
Ti aspetto alla prossima sardana.
#18
E grazie anche a te, utentanonim@.
Spero tu sia di quelle persone che apprezzano la diafana persistenza del cristallo e sappiano maneggiarlo senza farsi male.
(Io, da parte mia, vorrei essere così, ma non sempre riesco nell’impresa e nell’intento).
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io ho un debole per i tuoi frammenti.
mi feriscono al punto giusto, mi procurano il taglio obliquo della carta nel morbido del polpastrello, che trasali di stupore, ma non è grave. è un risveglio dall’ovvio.
(bravo, sì. davvero)
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sarò io che vedo grigio
ma il tuo frammento
dal ritmo veloce
e tagliente
lo leggo assai triste….
buona serata!
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io lo trovo uno dei finali più rorti tra quelli che ho letto ultimamente in giro per blog…
“che caschi pure il mondo a noi non ce ne fotte, perché, sia come sia e vada come vada, volteggeremo allacciati tra schegge di cristallo, lame affilate e stoviglie rotte, fino a che torna il giorno”
grazie, davvero.
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rorti=forti
(scusami)
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Ho maneggiato cristalli così a lungo che sono diventata immune dai tagli. Mi resta il piacere di ammirarne le trasparenze, i riflessi, di ascoltarne i suoni che vibrano nell’aria, passando un polpastrello sull’orlo del bicchiere. Vivevo, sai, in una fabbrica di elefanti. Un tempo ero di cristallo anch’io, sai? Un frammento di vetro in una fabbrica di elefanti.
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Sangre y amor gitano.
Muy bonito…
Jo no se pero si tu eres
Nerudiano o Lorchiano…
Puede ser Napoletano?
Es verdad! Tu eres ‘Aitano!!!
:-))))
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#21
Mi lusinga, biancanera, questo effetto da taglio di carta che ti fanno questi frammenti. Ma è molto più belo sapere che li consideri un risveglio dall’ovvio. A me piacerebbe molto riuscire a inventarmi una scrittura capace di risvegliare dall’ovvio usando i materiali dell’ovvio.
#22
Sai, pervinka, tristeza não tem fim Felicidade sim… sadness doesn’t end, happiness does… A felicidade é como a pluma Que o vento vai levando pelo ar Voa tão leve Mas tem a vida breve Precisa que haja vento sem parar…
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#23 et #24
Grazie, davvero a te, a voi, ibridamenti.
#25
Invece io un tempo ero un elefante di cristallo, e credo ancora di esserlo, utentanonim@. Ma davvero ci si può immunizzare dai tagli?
#26
Mi sento più lorquiano napolitano, elis, come dire provinciano universal, pressapoco; ma credo di essere percepito più come nerudiano o come italiano, desgraciadamente (senza con questo avercela col povero Pablo).
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è giorno
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grazie mille! davvero gentile
c.
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quante cose …pezzi di vetro soprattutto. io mi ci arrovello, tu racconti in bella forma (che è tutta un complimento) sì ma lei… quella dentro questa verità dentro questo fatto… lei ti perdonò.
sono una sentimentale, ho bisogno di sapere di sì. i cocci lucenti non mi possono bastare. lei ti ascoltò? ballaste belli nella notte?
a parte questo, bravo.
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bene, don Aitan, a volte ci sorprendiamo anche noi (pluralis m.), che pure di sorprese andiamo volontariamente in caccia.
Qui pongo e lascio un segnalibro.
Lei è un musicista.
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Oh, Aitan carissimo, ma è proprio quello che fai, la maggior parte delle volte: tu SEI “capace di risvegliare dall’ovvio usando i materiali dell’ovvio”….
mica è cosa da tutti, eh…
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scrivere è una vocazione, e lei sembra averla
un saluto e grazie per il suo giudizio sul mio blogghino, mi ha fatto davvero piacere
marietta
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Quando arrivano all’osso, sì. Ché allora lo raschiano e della polvere fanno reliquia del bene e del male passati; che nell’urna della memoria, poi, non resta che il bene.
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Non riesco a fare più i complimenti.
Mi sembra di essere scontata. :-)
Mi piace molto, ci sono belle immagini, questo riesco a dirlo.
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o che tenerezza… mi fa venire in mente uno script per un delicatissimo folleggiante video di animazione pieno di disegni e forme mutanti nel vortice di quella risata
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#29
Caspita, precipitando-si-vola, e io non me ne ero nemmeno accorto.
#30
(Non c’è di che, cioccolatamabile.o)
#31
Uffa, farolit, temo che nella vita reale le perdonanze abbiano tempi più lunghi e i balli respiri più corti.
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#32
Sapesse che piacere ci fa il loro lusinghiero segnalibro, sciùr Effe, che qua è tutta la vita che si butta il sangue su ritmi, armonie e melodie e mai nessuno (prima di lorsignori) che ci abbia nominato musicisti (a noi, noi che usiamo un pluralis subditorum con la faccia nostra sotto i piedi vostri; e vi potete pure muovere, come diceva quello là, buonanima).
#33
Come è buona anche lei, e dolce, biancapanna.
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#34
In realtà, signorina marietta, la mia più grande vocazione sarebbe ritirarmi a vita privata vita natural durante in una fazenda da latifondista brasiliano, in mezzo a tanti strumenti a fiato in cui soffierei forsennatamente come un jazzista nero degli anni ’50 e chitarre spagnole che accarezzerei piano come un tropicalista bahiano.
#35
Bene, utentanonim@.
#36
Grazie, meriggio.
#39
Ma che bella idea che hai avuto, nocedifool! Dobbiamo cercarci un produttore e un brunobozzetto.
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che bello qui, c’è il mondo perfetto. La passione, il sole e un ballo intenso trascinato da musica del sud. Tamorre? Tamburelli? Ci sono anch’io!
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Complimenti ! :) dawoR***
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#41
Peccato che la perfezione sia così delicata, tamai.
#42
‘zie, dawoR.
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un pezzo incredibile, scritto con rara maestria, dove tenerezza, ironia, surreale, quotidiano si intrecciano e si fondono perfettamente!!!
davvero bello
chicca
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Che bella
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#44 e #45
Che bello che vi sia piaciuta, Chicca e Bellailee, questa insalata mista di tenerezza, ironia, surreale e quotidiano.
;o)
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bello è bello, tanto che ne ho sparato un piezz sul tumblr!
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azz!
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bravo. finalmente ho trovato un po’ di buona letteratura, ho appena conosciuto il tuo blog e quindi non so se tu scriva veramente o ti diletti esclusivamente a farlo qui, in questo modo perchè ti garantisco che se la verità è quest’ultima è bene che tu cominci a muoverti anche altrove perchè hai un talento che non va sprecato. Te lo dico perchè l’unica vera letteratura che trovo oggi è quella di Benni e tu me lo hai ricordato: complimenti e tanti aguri. ale
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#49
Ti ringrazio molto, ale. Però devo dirti che non sono del tutto d’accordo con la tua sconsolata opinione. A mio parere, in giro, sia tra i libri che nelle pagine dei blog, c’è molta materia buona e interessante da leggere.
Quanto a me, oltre che su questi schermi, scrivo su registri di classe, fazzoletti e tovaglioli di carta, fogli volanti e vecchie agende ingiallite.
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Ma quello delle prime due righe è una quella, sono io!! Poi le nostre strade si dividono, ché succhiare il sangue mi fa un po’ schifo e non ho la barba così rasposa, almeno non al secondo giorno:-))
Bello: l’imbranataggine che si fa poesia e gioia di vivere:-))
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#51
Ma sì, triana, l’imbranataggine e la gioia di vivere travalicano generi, steccati e barriere e tutto travolgono. Soprattutto quando si è in due o multipli di due.
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“vasellami, coltelli, bicchieri e tagli da scaglie di cristallo”…in questo “selvaggio rondò” tutto parla di te, di lei, di voi…
…e quello che sento mi piace molto.
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grazie per farmelo sapere, rosario
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frammento che frantuma.
sì.
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Ti riferisci ai cocci di vetro o ad altro, undulant?
;o)
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magari manda in frantumi la concorrenza del concorso… ;)
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completamente d’accordo con undulant.
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Ma daaaai…!
(che poi vediamo prima se qualcuno lo sceglie questo conto. Già m’è capitato tante volte di sentirmi nella vita come ‘o cane ‘e Puzzulillo, ca tutte ‘o vonno e nisciuno so’ piglia… ;o)
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anch’io son d’accordo con undulant e con calMa, e rilancio: il tuo contino si meriterebbe un mattotti.
il tuo modo di scrivere ha un tipo di (non so bene come chiamarla quindi la chiamo così un po’ a cazzo) “leggerezza greca” che ammiro molto.
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Grazie davvero.
Mattotti sarebbe bello assai.
Ed ancor più avere una leggerezza che pesasse quanto la conquistata semplicità degli atticisti e dei lirici greci della prima maniera.
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ecco, è questo :-))
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