concerto per piano solo e svariate assenze di cui non dico
La maresia in portoghese è l’odore del mare che diventa più intenso quando le acque si fanno distanti a causa del fenomeno dell’abbassamento della marea. Come certi momenti che più si allontanano più diventano nitidi e vivi. Io mi porto dentro i riflussi di questo 29 Febbraio come pura maresia. Sono successe una sacco di cose in questo giorno regalato da un calendario bisestile. Sono successe un mare di cose. Non tutte belle. Ma io mi porto dentro il ricordo della sua musica e di chi alla sua musica mi ha introdotto, e rivedo un tavolo pieno di facce che si spostava da un locale all’altro ed era fatto di bella gente che per lo più non s’era mai vista prima. Potenza delle note e delle loro innumerevoli combinazioni.
Sono arrivato un po’ in ritardo. Non è facile parcheggiare nel centro di Napoli in un giorno di semiblocco del traffico con vigili appostati ad ogni angolo e carri attrezzo pronti per l’intervento (e meno male, vivaddio). Hangin’ era già lì, come ipnotizzata dalle note che uscivano dal pianoforte a mezzacoda accarezzato da Stefania in un magico brano Sospeso. Mi siedo, mi accomodo tra le note e penso subito che ha una felice vena compositiva, Stefania, e un bel tocco di chiara derivazione classica, declinato alla maniera dei migliori pianisti jazz europei e di nonno Bill. Durante il brano seguente, My Friends, mi viene spontaneo usare il cellulare per tirare qualche foto a lei ed alla sua e mia amica che la sta riprendendo alla telecamera. Si può essere belle senza essere vacue.
E’ anche simpatica, Stefania; vedo per la prima volta il suo bel viso quando solleva lo sguardo dalla tastiera e si gira verso il pubblico per spiegare che il brano che sta per suonare si chiama Sola, ma nella sua Roma bisogna stare ben attenti a non pronunciarlo con la ó larga. Su Choro para dois piovono applausi. Il brano è trascinante, nostalgico e struggente come la musica brasiliana che fa eco tra le note. Il tempo è veloce, ma la melodia chiara e distesa. Più tardi sentiremo anche uno Choro cubano tratto da un suo precedente album, ancora più ritmato, ma un po’ meno coinvolgente, un po’ meno avvolgente.
Molto distesi e meditativi anche due dei brani più suggestivi suonati quella sera: Absence e Lontano. Entrambi così evocativi da lasciar pensare a colonne sonore di un film da fare, una pellicola fatta di paesaggi silenziosi, lune malinconiche e campi lunghi. Di tutt’altro andamento Passaggi, ricamato su un basso ostinato che mi fa pensare a certi accompagnamenti percussivi e melodici della mano sinistra di Giorgio Gaslini e Abdullah Ibrahim Dollar Brand, così come la vena latina presente in molti brani mi riporta al pianismo del primo Chick Corea (ma più tardi parlando con lei, mi renderò conto che i primi due non fanno parte dei riferimenti immediati del suo panorama musicale. È sempre così, i rimandi sono lì, tra le note, ma non è detto che chi compone e suona ne sia consapevole; aleggia uno Zeitgeist che ogni ascoltatore afferra in base alla sua enciclopedia personale: è come con la letteratura, l’intentio autoris non deve necessariamente coincidere con l’intentio lectoris. E anche questo è il bello!)
L’atmosfera torna ad addolcirsi con A Veva, una ninna nanna derivata dal cd Pasodoble improvvisato sulle immagini estemporanee di un’artista visuale, Barbara Sbrocca, che ha curato anche la grafica dell’ultimo lavoro discografico di Stefania. Infine, un serrato Improptu e un bis di Girasoli.
(Hangin’, Stefania, mi sono perso qualche pezzo? Ma no, che m’ero rubato pure la scaletta del concerto ;o))
Mentre nella sala risuona ancora l’ultimo scrosciante applauso, per la prima volta nella mia vita mi faccio autografare un cd. Leggo nelle note di copertina un’altra suggestiva definizione di maresia: “la mattina presto e poi, più tardi al tramonto, arriva, come a ondate e in un modo molto più forte del solito, l’odore del mare. È una sensazione dolcissima che nel suo sorprenderti all’improvviso ti avvolge, ti scalda il cuore, ti emoziona” come in “quel momento particolarissimo e inaspettato in cui senti che i suoni prendono forma dentro di te, caldi, certi come un’onda tenera che ti sorprende e ti avvolge… fino a diventare composizione.” E poi quel profumo si spande di nuovo nella stanza di chi ti ascolta. E in quartetto certe melodie sono ancora più belle e si apprezzano maggiormente le dinamiche chopiniane di un paio di brani. Ma come arrangi bene bella bimba, bella bimba, bella bi’! Si sposa perfettamente la tastiera di Stefania col legno del clarinetto di Gabriele Mirabassi e con la sezione ritmica di Gianluca Renzi e Nicola Angelucci. Bravi tutti, bene, bis. E ascoltando ascoltando mi ricordo anche le chiacchiere che vagolavano da un’osteria a una galleria navarra, i bicchieri condivisi (peccato che tu preferisca il bianco) e la carezzevole sensazione che ogni fine è un principio; mentre brindavamo alla dissoluzione del giorno che non c’è e prima di mezzanotte leggevamo frasi di Nitore Andaluso sullo schermo piccolo di un cellulare.
Prima di rientrare a casa mi sono avvicinato al mare e ho lasciato che mi arrivasse sulla faccia il vento. A Napoli il mare sembra sempre lontano o nascosto da case affastellate l’una sull’altra o da cumuli eretti come barricate. Sono pochi i luoghi in cui puoi sentire la maresia fissando l’orizzonte. Ma quella notte, quando l’ho sentita, mi sono seduto, ho sorriso e mi sono reso conto che dentro di me ero ancora pieno di suoni e di pause. È stato allora che mi sono sentito muito obrigado.
Mi fanno sapere dal Brasile che si definisce maresia anche il caratteristico odore che emana dal fumo della marujana. Per amor di completezza ho pensato che non potevo fare a meno di dirvelo. Ve lo ho detto.
bello, bello, bello.
mai avrei saputo scriverne così.
ora ce lo vado a dire, ecco, così ti impari.
sono morta di invidia.
OT il mio cellulare mi sta vibrando tutto per la contentezza :)
però!!!
Ma perchè questi concerti, aitan, li fanno sempre così lontani da casa mia?Uffa! A presto
..l’emozione che non finisce mai…
Au revoir.
Sinceramente e teatralmente.
R.M.N.
grazie, aitan, dopo averti letto mi dispiace un po’ meno, non esserci stato :-)
grazie, aitan, dopo averti letto mi dispiace un po’ meno, non esserci stato :-)
questa maresia marino-musicosa è molto gradevole, hai raccontato benissimo il tuo 29 febbraio , ho capito che la musica e la musicista ti hanno rapito…… :-)
Grazieeee! quanto è bello! hai scritto delle cose stupende, mi hai commosso, grazie di cuore!
Ora il tuo blog è tra i preferiti così ti verrò a trovare. Bacioni
Dimenticavo… sono Stefaniaaaaa
#2
bene, bene, bene.
mi fa piacere, hangin’,
che sia stato di tuo gusto, questo post
#3
L’importante, flo, è che dopo tre giorni tu sia resuscitata e sia di nuovo tra noi.
#4
(Vibra anche la mia tastiera, hangin’ ;o))
#5
Perù!!!
Quella ragazza vale un perù,
caro precipitandosivola….
#6
Prova a spostare la casa, max.
#7
E così sia, nap.
#8
E io sono contento per te, francesco, ora che ho saputo che non ci sei stato per fare altre cose belle, belle, belle.
#9
Sì, pervinka, sono stato rapito senza riscatto…
#10 #11
Uhau, quale onore!
Grazie a te, Stefania, grazie davvero, muito obrigado, per essere passata di qui, per quella serata e per la musica che sto ascoltando anche ora…
Até já
Cero che descritto così mi è venuta una volgia matta di sentire questa musica. Grazie, Giulia
Bello.da leggere senza altre parole.
Aitan, mi hai insegnato una parola nuova, avvolta in una velina di sensazioni bellissime…
grazie.
Chissà se esiste una parola anche per dire l’odore della terra appena rivoltata, che sa di fungo e di rami in ammollo…
(saluto grande)
c’era anche la ninna nanna?
allora potevo venire!!
:-)
grazie aitan, grazie a te c’ero anch’io
Prima di rientrare a casa mi sono avvicinato al mare e ho lasciato che mi arrivasse sulla faccia il vento
:-)
#14
Beh, Giulia, prova a sentirla. Basta cliccare qui. Così poi se ti piace, ti compri il cd e la senti quando e come vuoi.
;o)
#15
Sì, elis, senza altre parole e magari anche con sottofondo musicale.
#14
Beh, Giulia, prova a sentirla. Basta cliccare qui. Così poi se ti piace, ti compri il cd e la senti quando e come vuoi.
;o)
#15
Sì, elis, senza altre parole e magari anche con sottofondo musicale.
#16
Adoro anch’io sentire la realtà attraverso parole nuove, colfavoredellenebbie, e sono bellissime quelle che riescono a evocare profumi. Bisognerebbe inventarne continuamente di nuove.
#17
E certo, dido, che potevi venire. Anzi tu ci dovevi venire!
#18
;o), Yzma.
aitan….
mi hai messo dentro una dolcissima saudade…
non per la musica tutta di Stefania, che è per me, un amore ritrovato, ma per la perdita di questo concerto napoletano,
che le tue parole mi hanno fatto sì vivere e vibrare dentro,
ma del quale non ho assaporato questo agrodolce odore…
ora,
il vento del mare di Napoli è arrivato fino a quì,
e tra le gocce trasporta emozioni…
grazie.
p.s.
sicuramente vedrò il concerto all’ALEXANDERPLATZ di Roma,
e chissà se saprò descrivere così profondamente le mie emozioni…
#21
Spero che continui a spirare un po’ del vento del mare di Napoli nella tua stanza, jazzfromitaly, e aspetto di sapere del concerto all’Alexanderplatz.
Grazie a tutti per i commenti sul mio concerto! un bacione!
Stefania
Uhau, Stefania, vedo che ti sei persino registrata su Splinder…
Il 10 aprile torno a suonare a Napoli, al Caffè Letterario Pinguin Cafè (che non so dov’è, ecco la rima!)
Venite?
Ciao a tutti!
Contaci!
Ciao Aitan, come stai? scusa se sono sparita ma sono nel delirio più totale! domenica alle 11.50 se accendi radiotre mi trovi lì, dai concerti del quirinale per suonare con Mirab e Sal Maiore al basso e violoncello. Ci sarai con le tue magiche orecchie? Um abraco
In culo alla balena, Stefania (domenica accenderò la radio e sarò tutte orecchie (che poi io li ascolto spesso i Concerti del Quirinale, figurati questa settimana! ;o)).
Accidenti che lagna sta musica