Eccolo il dio dei denari
Che brucia vite e ne fa scorta
Macchina viva, carne morta
Non tutti gli umani sono uguali
Eccolo il dio dei denari
Il dio dei denari, canzone)
Ieri, come preludio all’odierna festa dei Lavoratori, Mimmo Giuliano (regia), Antonietta Pellicanò (voce narrante), Rosaria Giuliano (cantante), Pasquale Vergara (chitarra) e io (voce narrante) abbiamo tenuto una lettura pubblica davanti a un centinaio di operai, precari, iscritti e delegati sindacali, cui si è aggiunto uno sparuto gruppo di studenti della scuola che ci ha ospitato.
Dopo Strange Fruit, Miniera, il reportage di Ezio Mauro sui superstiti della Thyssenkrupp e ‘A Flobert dei Zezi, abbiamo chiuso la rappresentazione con qualche brano tratto da “Lavorare uccide” di Marco Rovelli (aka Alderano), e le parole di Marco hanno aggiunto dati dolenti e contundenti alle emozioni suscitate dalla prima parte della rappresentazione, incentrata su un evento che ha avuto un forte risalto mediatico, ma che può rischiare di essere considerato come un unicum.
Mi auspico che chi ha assistito a questo evento non abbia fatto solo un’esperienza catartica; perché tante volte la catarsi può essere un modo come un altro per autoassolversi e tirarsi fuori liberandosi dagli spettri della realtà. Vorrei che le parole che abbiamo detto e cantato ieri, insieme a quelle che rimbalzeranno oggi tra piazze e tv, possano servire come una spinta ad agire nel proprio quotidiano e a difendersi quando c’è da difendersi; porca miseria!
grazie per la canzone, molto bello anche il filmato, per quanto riguarda il tuo post dedicato al 1° maggio mi sarebbe piaciuto essere a scuola con voi ieri.
il primo maggio …speriamo che non sia l’ultimo
dove sei in giro per l’Italia? Io, con altte persone, facciamo spesso serate ,la prossima il 24 maggio su Pasolini. Roma :-)
Primo maggio pensieroso, questo.
Si ogni tanto la festa serve per farmarsi a pensare. Così è stato per me. Tante cose, lavoro a 365 gradi, lavoro che ti fa vivere, ma anche soffrire e morire.
….
festa serve per fErmarsi a pensare
bravo Aità!!!
un abbraccio sentito sentitissimo,
io al corteo stamattima quasi mi veniva da piangere e mi sono sentito scemo, che non è più di moda, piangere ascoltanto l’inno de’ lavoratori,
poi passa pure l’elenco dei morti sul lavoro a Torino in un anno…
tanti tanti troppi,
e ‘sta parola non dovrebbe esistere “troppi”,
dovrebbe starci “nessuno”
Mario
già,
c’è chi scatena la caccia all’immigrato, ‘chè è pericoloso, violento e stupratore
e pochissimi si indignano al fatto che gli imprenditori italiani lasciano morire migliaia di persone sul lavoro, molto spesso proprio cittadini extracomunitari senza permesso di soggiorno,
solo per la legge del cieco profitto.
Il 1° maggio non sarà mai una “festa”,
solo una triste ricorrenza.
tante volte la catarsi può essere un modo come un altro per autoassolversi e tirarsi fuori liberandosi dagli spettri della realtà
è vero
pregevolissimo lavoro, lontano da me come spazio, ma ssolutamnete vicino come cuore…
tu scrivi:
tante volte la catarsi può essere un modo come un altro per autoassolversi e tirarsi fuori liberandosi dagli spettri della realtà
e scrivi una grande verità…. io l’ho chiamato qualche post fa il sonno della mente…quando ci sentiamo assolti soltanto per vaer “cantato “…
grazie
chicca
Io non so, ma mi voglio mettere a studiare il caso Infortuni sul lavoro.
Io questo so: che una volta esisteva l’ENPI, Ente Nazionale Prevenzione Infortuni, quando, anni fa, vennero aboliti alcuni enti inutili pure l’ENPI venne stranamente gettato e i suoi compititi e dipendenti vennero accorpati alle Saub poi Usl poi Asl.
Non si sa perché non venisse accorpato all’INAIL, che come ente di Stato si interessa delle conseguenze degli infortuni sul lavoro.
O si sa, forse….
E’ che tutte le dirigenze ASL vengono nominate dal giunte regionali, i primari, i medici scelti “ad hoc” e guarda caso pure gli ispettori, spesso o sempre.
E chissà perché gli ispettori non ispezionano a sufficienza?
Perché sono pochi e non ce la fanno?
Oppure che ricevono telefonatina che fa: Antò, là non ci devi andare domani, vacci il giorno 15, al pomeriggio, ci siamo intesi…!!!
L’inchiesta sui gravissimi fatti della ThyssenKrupp ha provato che i capi reparto conoscevano esattamente i giorni e l’ora in cui sarebbero avvenute le ispezioni, quindi avvisavano gli operai di tenere tutto “in ordine” in quei giorni e di non usare certe sostanze vietate.
Corruzione ancora una volta!!
Vedete voi…
Guardo un cantiere qui vicino: operai senza casco, mancorrenti inesistenti….
e gli ispettori????
MarioB
#1
(E io per questo sto qua, pervinka, per far conoscere Caetano Veloso e FdA e diffonderne verbo e relative note; magari pure con video cult di Bertolucci #/;o)
#2
Ma no, Raffaele, io non credo che sia l’ultimo; il problema è stabilire se i prossimi ci troveranno svegli o ancor più sopiti, spenti e sedati.
#3
No, no, non sono in giro per l’Italia, TartaMara. Nella vita per guadagnarmi il pane faccio altro e il mio lavoro mi fa essere molto sedentario. Epperò, come dicevo qualche commento fa, trovo che a volte sia doveroso esporsi, corpo e voce, per gridare in faccia al mondo le proprie idee, e magari anche le proprie emozioni. Ecco, io ogni tanto lo faccio, a dispetto anche di un lato del mio carattere che mi vorrebbe più in disparte.
In ogni caso, se vi trovate a passare per Napoli, fammi un fischio.
#4 e #5
Ho trovato necessario il tuo ultimo post, kuu. Tanto che l’ho appena linkato qui sopra (alla parola unicum) e citato nel tumblr.
#6
Grazie, Mario. Conosco sulla mia pelle quel tipo di emozione che ti porta a piangere per qualcosa che è più che personale (io sono sul punto di piangere ogni volta che ascolto la Flobert, e qualche volta lo valico pure il punto di… e piango a dirotto, e puntualmente mi viene in mente mio padre, che era un uomo che sapeva piangere quando c’era da piangere, anche in pubblico, il che faceva un po’ contrasto col suo aspetto da gigante nostromo; ma era bello così.)
#7
Infatti, jazzfromitaly, leggo da Lavorare uccide di Marco Rovelli che solo nel 2006 sono stati registrati 116.305 infortuni di lavoratori extracomunitari (e si tratta sicuramente di dati sottovalutati perché non tengono in debito conto l’enorme bacino del sommerso: le morti bianche da lavoro nero; sembra un gioco di parole, ma è un dato tragico.)
Tutto questo gran clamore mediatico sulla sicurezza nelle città, dovrebbe estendersi alla sicurezza sui cantieri, nelle campagne e nelle fabbriche dove si fanno male fino a morire molti di quegli “uomini neri” che pare siano qui solo per derubarci, aggredirci e stuprare le nostre donne.
#8 e #9
Mi fa piacere che condividiate quel ragionamento, Yzma e Chicca, e ringrazio voi e tutti per l’attenzione.
#10
Temo che tu abbia ragione, Mario, in un paese come questo, con una scarsissima coscienza civile, quanto più si decentrano i mezzi di controllo più si rischia di incappare in fenomeni di corruttela, clientelismo e favoritismi vari. E purtroppo a quanto pare la disonestà è la cosa che unisce maggiormente quest’espressione geografica che è l’Italia. A dispetto di tutto.
Le nomine ASL sono uno dei grandi scandali di questo paese. E uno scandalo nello scandalo è che non sembrano più scandalizzare nessuno. Faccio un esempio facile facile. Tra un po’ riavremo Mastella sugli scranni del potere, e gli chiederemo anche umilmente scusa… perché non andava inquisito. Non importa che abbiamo sentito tutti che dirigeva le nomine ASL come uno che sceglie la colf a casa sua giudicando la carnosità della coscia e la rotondità del culo dell’aspirante di turno.
In fondo, è una cosa che fanno tutti, e non fa niente che qualche volte ci scappa pure l’omicidio: casi del genere uniscono l’Italia e si ripetono a destra e a sinistra, a sud, a centro e a nord (Fortugno in Calabria, Storace a Roma, Burlando a Genova…).
Ciao, compliementi per il tuo blog..chiamarlo così è riduttivo. E’ un labirinto, un castello dalle mille stanze tutto da esplorare. Un saluto dal mio piccolo monolocale. Ieri ho allestito un brano dedicato per l’occasione. Un saluto, Maurizio
non sarebbe bene riprendere per esempio a fare educazione civica da piccoli (senza revisionismi o stravolgimenti di costituzione)?
ciao gaetano, bello qui. Senti, però la mia canzone dice “macchina viva, carne morta”, non “macchia viva…”
#13
Grazie, Maurizio. Troppo gentile.
#14
Sarebbe bene, noce. M sarebbe un altro posto, un altro Paese.
#15
Ohibò, ho emendato il mio error de dedo, Marco. A volte l’urgenza fa brutti scherzi.
mannaggia ma ce lo potevi dire che venivamo anche noi! pensavo a come mi è piaciuta la serata di ieri e già provo nostalgia perché il tempo incalza, presto sarò dall’altra parte e ci si affiderà di nuovo al caso ondivago dell’alea del tempo per tornare qui.
a volte anche le formiche si incazzano
E’ formicabile, oh volevo dire formidabile, diavolo d’un Aitan! Ma ordina subito a quelle bestiole di rimettere al suo posto il mio blog preferito: che vadano a fare danni altrove. Le capisco, però, oggi anch’io avrei voglia di smontare il mondo e accatastarlo in un angolo.
Carmela F.
#17
Barbara, ma voi il 30 mattina non eravate ancora a Melano?
Il caso a volte fa brutti scherzi, ma tante volte anche no. Secondo me, ci si rivede.
#19
Sai cos’è, Carmela F., a me è sempre piaciuto “Giocare col mondo / facendolo a pezzi / bambini che il sole / ha ridotto già vecchi.” E visto che il mondo non me lo fanno smontare, m’accontento di giocare nel mio piccolo regno. Che poi questo mica è un gioco che ho inventato io. Questi sono dei pazzoidi che spiegano così la loro invenzione: Basically, Netdisaster is absolutely useless, as you may have noticed. Netdisaster is a web filter; it’s a fun toy only. The user chooses a target website. Netdisaster overlays an animation that simulates the destruction of the target-site by a disaster. The animation can go on automatically, or via mouse-control..
Io mi sono divertito ieri anche a evocare dinosauri per il mio tumblr e a illustrare e far distruggere un vecchio proverbio inglese che ricordo pronunciato dalla boccaccia di un perfido JackNicholson/Jocker nel Batman di Tim Burton.
che bella cosa, credo proprio che ci sarà sempre più bisogno di iniziative come questa.
anch’io come mario vedo le decine di cantieri, passando, alcuni dalla mia finestra.
gli operai passano dal quarto al piano terra con un moschettone attaccato ai jeans.
ma dall’altra parte nessuna corda che potrebbe trattenerli.
figuriamoci il casco.
quello ce l’ha uno per tutti, quello che comanda.
i più giovani fanno gli equilbrismi tra un piano e l’altro.
gli “anziani” no.
sono tutti italiani, credo.
ma chi glielo fa capire che non bastano le scarpe anti-infortunio?
credono di volare?
e qui non si tratta di grandi imprese, eppure singolarmente nessuno si protegge, più è giovane e meno è protetto.
per fare in fretta?
penso.
Quando un operaio muore
la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore
la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore
i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore…
…caro Aitan, sì…
ci vogliono altri “refrain”
come quelli diffusi dalle iniziative come le vostre…
giusto per augurare, sperare,attuare
una società buona prima che
una buona vita…
ça vient par coséquent !
bisousd’unedeTarante !
Anni fa mi sono occupata di servizi di cronaca sulle fabbriche locali e ricordo ancora il terrore dei proprietari di una fonderia che mi hanno negato l’accesso e diffidata a scrivere notizie particolareggiate. Anche se mi avessero fatta entrare e vedere gli operai in azione, certamente non avrei notato i “nei”, le mancanze, il deficit di sicurezza, ma la cattiva coscienza è stata la loro malevola consigliera… Fortunatamente, in quel luogo di lavoro, non si sono mai verificati incidenti gravi.
C’è un angelo custode che ogni tanto non si distrae… g*
#21
Temo anch’io, mrka, che ci possa essere sempre più bisogno di iniziative come questa, ma spero tanto di sbagliarmi.
#22
Credo, pispa, che sia anche un problema di educazione alla sicurezza e rispetto per la vita. Di concerto con i datori di lavoro, dovrebbero agire di più e meglio anche i sindacati, la scuola e tutte le agenzie di formazione e informazione. Ma questo nulla toglie alle responsabilità individuali di chi alimenta l’insicurezza per fini di lucro.
#23
Grazie, madeinfranca, per le tue incoraggianti parole.
#24
Sì, gardenia, ma spero che i datori di lavori e i responsabili alla sicurezza non si affidino troppo agli angeli custodi; perché a volte pure cherubini e serafini hanno i loro diritti sindacali a sonnecchiare un po’ tra un miracoloso salvataggio e l’altro.
un link che potrebbe interessavi
a’ flobert: http://myspacetv.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=28245727
webmaster@marte-webtv.net
gibo