Questo amore
a capsule
con consumate
istruzioni
per l’uso.
Questo amore
stanco,
che già
prometteva
scadenze.
Quest’amore
“vedi foglietto illustrativo”,
e poi
solo
avvertenze.
Questo amore,
questo amore, apatico,
spero che tu
non me lo
prescriva mai.
(c)(c) 1985
L’amore non si prescrive, non si scrive, non si descrive. L’amore non avverte, semmai sovverte e magari diverte. L’amore non nasce stanco,
l’amore non è un cuore rosso, è un paio di scarpette rosse. Una volta che le indossi, ti trascinano via dove a loro piace e conviene, fino a sfinirti. L’amore suona la musica e noi balliamo. Non potrà mai essere il contrario, se è amore.
questo che non è amore e fa paura!
anche bisognerebbe non ascriverselo, l’amore…
(per millantato credito)
ciao, Aitan.
(cosa sono le rebbie?)
o.t.
Già letta la risposta da Remo. Se non c’è, si può sempre inventare.
Ciau:)
questo amore non è amore,
non servono medici e farmaci,
ma un amore che è amore.
Questo amore è una camera
a gaaaaas….
Forse questo amore non è gran che, ma il testo che ne è venuto fuori sì. :-)
secondo me, se Prévert avesse insistito nelle limature, questa sarebbe stata una stesura di cui andar fiero ;-)
1
Io poi per questo metto qui queste parole in libertà che andavo scrivendo tanto tempo fa, karmel, per fare scrivere a voi commenti come questo.
;o)
2
A me, pispa, questo amore qui più che paura fa venire voglia di andare via o chiudere porte e finestre. Ma più per noia che per paura.
3 e 4
Mediterò sulle tue sagge parole, colfavoredellenebbie, mi pare che tocchino una corda sensibile che tante volte preferisco non sentire.
(Quanto a rebbi, rebbie e nebbie, ormai già sai. Ora, effettivamente, non ci resta che dare un senso alla rebbia che non c’è, che non c’era…)
5
Questa cosa che scrivi di medici e farmaci, pervinka, mi ha fatto pensare che questi miei versetti adolescenziali possono essere letti in chiave premonitoria. Un’anticipazione dell’amore al tempo delle pillolette blu…
6
Tu ‘a piglia sempe a pazzia, zeù.
(E menu male, va!)
;o)
7
Ma che gentile che sei, Annalisa; e come aiutano a sanare le ferite le tue e altrui parole (senza prescrizione medica e foglietti illustrativi.)
8
Sapessi di quanto orgoglio mi riempie questo tuo commento, biancabella, che mo’ sto tutto ufano e mi pare che me lo metto nella sacca a questo Prevertito qui.
Quale amore? Non c’è amore. Eccitazione il più delle volte, solitudine per il resto. E spesso anche durante.
Ti eri innamorato della farmacista, confessa ;)
11
Accidenti, utentanonim@, quanta disperazione!
Magari qualche volta ci sarà pure un calesse, no?
Clop, clop; clop, clop…
12
Lo sai che non mi ricordo, Alderaban. Però mi pare che la storia con la farmacista era qualche anno dopo.
Sai come è, a partire dagli -anta si confondono i ricordi e ti pare che tutto potrebbe essere stato…
Be’ per fortuna che erano capsule, pensa se fosse stato un cartone di latte. :-)
ah, certo, un amore inacidito potrebbe essere perfino peggio…
rif.#11#14 per quanto paradossale sia (più paradossale dell’innominarsi stesso), ciascun “utenteanonimo/@” dovrebbe poter in qualche modo lasciare una cifra del suo anonimato che lo/l@ distingua.Semplicemente per non confodere il proprio pensiero anonimo con altri anonimi pensieri e il proprio personale sentire con altri. C’è un’intollerabilità da Sosia di Dostoevskij nell’incorrere costante del rischio di confondere il proprio volto senza lineamenti con l’assenza di lineamenti d’altri volti. Essere costretti a bere un’estranea, irriconosciuta disperazione dal bordo del calice di un altro che ti ritorna in mano, come da uno di quei vassoi circolari e mobili.D’oggi in poi, essendo la sponda di un nome troppo distante dalla lunghezza del mio dito mignolo e per il resto all’indice, siglerò i miei commenti con una cifra inequivocabile, più di quella intratestuale che credi di individuare ogni qualvolta scegli di porre una @ alla fine di un non appellativo anonim_. Non so ancora quale o quali. Magari
Mari de Argentina; è un nome che mi piace, me l’ha regalato un equivoco, di quelli che fanno sorridere. Un po’ mestamente, magari. Già “magari”, magari è proprio un bel nome anonimo, a ben pensarci ed analizzare.
Car@ utentanonim@, capisco perfettamente il tuo disagio all’idea di poter essere confus@ con qualcun altr@, capisco la ben espressa intollerabilità da Sosia di Dostoevskij nell’incorrere costante del rischio di confondere il proprio volto senza lineamenti con l’assenza di lineamenti d’altri volti, ma mi pare non sia questo il caso e non capisco cosa ti abbia fatto incorrere in codesta interpretazione del mio commentare i commenti altrui.
Io, da un po’ di tempo uso apporre una @ alla fine dell’appellativo utentanonim_ ogni qualvolta non ci sono segni che mi possano far comprendere se parlo a un anonimo o ad un’anonima. Nel caso specifico notavo al punto 13 (non al 14) molta disperazione perché trovavo disperante l’idea che non esista amore ma solo eccitazione il più delle volte, solitudine per il resto, chiunque fosse ad avere una tale visione della realtà. Non avevo un’idea precisa di chi potesse essere l’utente anonimo n.11 (ma magari d’oggi in poi scriverò così, utente anonimo n._… e così sia se vi pare, se no… fa nulla…)
probabilmente ero distratt@. O forse prendevo le distanze da qualsiasi disperazione per paura del contagio. O del conteggio, che coi numeri, si sa, io mi confondo.magari
bene, utentanonim@ n.19/alias magari, l’importante è che risultino chiari i chiarimenti (anche se poi è ovvio che l’importante è un modo di dire; perchè l’importante importante veramente è sempre altrove, per quanto dove sia nessuno lo sa)
quest’amore pieno di controindicazioni ed effetti collaterali
quest’amore che va preso a piccole dosi fino a esaurimento della confezione…
…ma soprattutto, quest’amore è amore?
e sì…,
probabilmente sono compresse,
probabilmente sono tre esse,
probabilmente solo un calesse
(comme dicette chillu là)
meglio prendere le precauzioni sai..eppure penso che sia meglio la malattia che il non sentire mai nulla.Non sei d’accordo?
Si, nuccina. sono d’accordo, maglio ammalarsi di struggimento che di indifferenza.