Muito Romântico
ventiseiesimo frammento
4 quartine retoriche ma non troppo
[premessa quasi paradossale]
da che ti conosco pago questo fio:
tu pensi solo a te, amore mio,
come faccio a tutte l’ore anch’io
quasi mi fossi figlia, amante e dio.
[domanda retorica numero 1] *
lo vedi quanta cosa c’accomuna
sull’onda del medesimo pensare,
intanto che ogni giorno la tua luna
s’allontana dai flussi del mio mare?
[domanda retorica numero 2]
lo senti che è stata una fortuna
dopo miraggi fatti p’abbagliare
incontrarsi all’ombra d’una duna
che si fa gioco, casa e altare?
[conclusione in forma di adynaton]
salgo perciò in alto alla tribuna
e tutto d’un fiato comincio a gridare
che passerà il cammello per la cruna
prima ch’io da te mi possa separare.

Note e Note di Note
* La domanda retorica numero 1 si basa sulla premessa espressa nella strofa precedente secondo cui tu pensi solo a te e, io pure, non faccio che a te pensare.**
** Ma perché cavolo mi metto ora a chiarire le strofe che scrivo come fossi il figlio d’un sapegno minore?***
*** Mi sento come quell’autore parodiato da Borges le cui postille ai suoi propri versi erano sempre molto più interessanti dei versi stessi.****
**** E in questo momento non mi ricordo nemmeno il riferimento preciso all’opus borgesiano. Qualcuno mi aiuti, per l’amore di dio, del muitoromanticismo e della Letteratura con la eLLe maiuscola!