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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: marzo 2010

MR XL

31 mercoledì Mar 2010

Posted by aitanblog in immagini, romantico, versiculos

≈ 18 commenti

Muito Romântico
quarantesimo

frammento

“Teso
come un Teseo
in una trappola di parole”
è un titolo banale, però ci sta

pasqua-2010

.
..
…
Di
nuovo
mi sono
p e r s o
tra un verso
e un altro verso
come un  t e s e o
in una trappola di parole,
ma adesso non ci sei più tu
dall’altro capo del filo illogico
dei miei
pensieri,

storie di ieri,
quando stare
o non stare
con te
scandiva
il ritmo
del mio
tempo
e il senso
dei giorni miei.

Ma adesso, / adesso, / rinchiuso / tra le grate ingrate / delle mie parole,
cerco luce, / o almeno un po’ di pace, / dove pace e luce non c’è.

Di scoperchiamenti, luridi monarchi, apocalissi e testicoli rotanti

25 giovedì Mar 2010

Posted by aitanblog in invettive, riflessioni, texticulos, vita civile

≈ 18 commenti

Tag

italia, vita civile

“L’Italia è uscita dalla crisi.
Berlusconi è onesto e fa il bene del Paese.
Sandro Bondi è un grande poeta e Gelimini il miglior ministro della Pubblica istruzione dell’ultimo millennio.
Minzolini, Fede, Feltri, Vespa e Belpietro sono giornalisti liberi che fanno un’informazione equilibrata e veritiera.
Io dico sempre le verità e ora non sto scrivendo quello che sto scrivendo.
Tu non sei tu, non stai leggendo e non hai mai letto queste parole.”

Si sta scoperchiando il coperchio del cesso ed esce fuori tutto il fetore delle fognature del paese, ma noi continuiamo ad andare in giro come se niente fosse, con le narici turate e il cervello spento, sperando che prima o poi cambi qualcosa, come per incanto muta nelle favole il vento e si fa carrozza la zucca e principessa la vacca che altri chiamano più gentilmente mucca o perfino bovino.

Si sta scoperchiando il coperchio del cesso e ne esce fuori un re nudo e inchiavicato con tutta una corte di servastri e famigli che continua incessante a incensarlo e leccarlo dalle palme dei piedi al bucio del culo, come se la merda fosse miele e sciroppo d’ambrosia il fiele.

Si sta scoperchiando il coperchio e non ci è dato più restare in silenzio. Perché stante così le cose che così stanno non si può che dir male e maledire, altrimenti ci si fa complici o compari di quei torbidi figuri che diffondono puzze e fetori o degli inetti dal cervello spento e il naso turato che sembrano innocenti, ma non sono né freddi né caldi, e siccome non sono né caldi né freddi, la notte eterna dell’apocalisse verranno vomitati dalla bocca del Signore, o una cosa così che non ricordo bene, ma che fa schifo assai ed è giusto che avvenga in tale fatta e guisa o anche peggio di così, quella fatidica nottata lì; epperò, a pensarci bene e a ben pensare, proprio quaggiù e non altrove o in altro tempo sarebbe d’uopo che avvenisse questo pubblico svomitìo, ché delle cose di lassù a me, in verità in verità, m’importa poco, nullaffatto o il resto d’un fottuto niente; almeno fino a quando calco coi miei piedi e le mie suola questo suolo e ne sento il calpestio, mentre cammino solo e a una certa ora copro col mio corpo financo l’ombra che m’accompagna e qualche volta precede, perfino, la massa semovente che le è vicino ed è la mia; ma io, di quest’ombrosa solitudine, chiaro sia, non me ne rammarico granché, dacché a me di camminare in gruppo m’importa poco e rifuggo eziandio tutto questo andare in bande, camarillas e comitive per non sentirsi responsabili di nulla e tutto vicendevolmente giustificarsi con una pacca sulla spalla o un qualche gesto di complicità che meriterebbe il pubblico ludibrio o ancor più un intimo e privato ribrezzo, se ancora questuni avessero intatta la capacità di vergognarsi di fronte a un riflesso di sé o al mondo che gira intorno ogni giorno e fermare non potrai. Mai. (All’istesso modo che a me i miei coglioni, che altri chiamano più ludicamente palle o perfino testicoli, piccoli testi o textículos.)

Il tempo soffia, passa e cambia

20 sabato Mar 2010

Posted by aitanblog in recensioni, versiculos

≈ 16 commenti

Ultimamente ha accelerato il suo passo
il tempo.

Soffia tra le fronde senza posa né resa
il vento.

Scardina muri, porta via calcestruzzo e
cemento.

Agita mari, spande dappertutto pena e
tormento.

il vento, il vento
il tempo, il vento,

il tempo,
il vento,
il tempo,

senza tregua, pausa…, né rallentamento.
——————————————————-
Domani è la Giornata Mondiale della Poesia.
——————————————————-

I have a nightmare  

17 mercoledì Mar 2010

Posted by aitanblog in invettive, texticulos, vita civile

≈ 12 commenti

Dopo che il Leader Supremo schiatta stroncato da un’overdose di viagra, il sindaco di Venezia, nonché ministro dell’Economia, della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, Renato Renato Renato Bunetta, assume la carica ereditaria di capo del governo italiota, in accordo con una legge di successione promulgata nel giorno del sessantesimo anno di reggenza di Nostro Signore Silvio Berlusconi.

E dire che prima c’era qualcuno che osava lamentarsi del personalismo dell’Unto Supremo! Ora siamo governati dal livore. Proibite le parole “sciopero”, “protesta”, “riposo”, “solidarietà”, “altezza” e “logica”.
Una volta di più, ci troviamo a pensare che stavamo meglio quando stavamo peggio. Arrivati al fondo del fondo, avevamo cominciato a raschiare. E ci siamo resi conto troppo tardi che era troppo tardi; potevamo solo smuovere il terriccio con le unghie, perché non ci restavano nemmeno pale e picconi. Aridatece Mussolini, aridatece Berlusconi!

Silence is not sexy at all

12 venerdì Mar 2010

Posted by aitanblog in texticulos

≈ 24 commenti

Mi sono rassegnato, lascio parlare questo stronzo che spara raffiche di cazzate su una musica che ha il ritmo cadenzato e quadrato di un pistone in un motore a scoppio. Lo lascio parlare. Ho girato a lungo l’asse delle frequenze di senso in senso, avanti e indietro, ho girato a lungo lungo l’asse delle frequenze, ma non suona nulla di buono, da questa stupida radio.
Se solo sapessi sostenere tutto il silenzio che mi cinge d’assedio; se riuscissi a lasciar star zitte le mie orecchie senza cercare altri suoni da ingoiare, altra musica e altre parole da sovrapporre al groviglio dei miei pensieri, altre inutili distrazioni per coprirne il ronzio. Ma non ci riesco, non posso, e me ne resto qui a sentire per non morire, immerso nel deserto di parole che mi ristagnano dentro e invadano il mio sentire / non sentire.
Perché, forse, ancor più del ronzio dei pensieri, ho paura del silenzio che mi governa, mi domina e devasta ogni antro della mia coscienza. Perché è di sicuro più facile sostenere certe notti senza fondo che il mutismo assoluto che ci portiamo dentro nei giorni lunghi dell’inappetenza. E’ più facile sentire questo finto silenzio in cui soffiano spifferi di vento e passaggi di motori in incessante movimento; è più facile sentire questa assenza di parole piena di suoni a bassa frequenza che il groviglio inafferrabile che ti porti dentro, quella sensazione di non avere niente da dire e non sapere neanche dirlo. E’ più facile sopportare il silenzio in cui viviamo immersi e che regna fuori di noi che questo silenzio pieno di parole che non sai mettere insieme perché dal loro ordine esca fuori un senso, un senso qualsiasi che ci illumini del suo nulla.

Aritmetrica

08 lunedì Mar 2010

Posted by aitanblog in versiculos, vita civile

≈ 19 commenti

(praticamente un sogno)

L’architetto usando una lima
toglie il corpetto a una mima

e risale fin sopra alla cima

perché vuol conquistar la sua stima

prima che si esaurisca la rima.
Il che prova senz’alcun dubbio che

il sonetto è 1/2 della rima

ma per cause che son fuori di me

qualche volta finisce ancor prima

che s’arrivi a 11 + 3.

Fuori programma, una considerazione d’occasione che copincollo dal mio Faccialibro (per quelli che non ci sono tra i miei amici, là dentro, e per quelli che, dio li benedica, non ci sono proprio, là dentro):

“A me la festa della donna fa venire in mente mio padre, che una volta all’anno portava il caffè a letto a mia madre, decretando, così, che, per i restanti 364 giorni del calendario, fosse lei a portare il caffè a letto a lui.”

‘Nsomma, tanti auguri a chi crede che questo sia un giorno di festa.

Io preferirei, piuttosto, che questo fosse il giorno, il mese, l’anno e il millennio degli uomini, dell’umanità tutta; quella degna umanità che rispetta donne e uomini, indistintamente, non semel in anno, ma per tutta la vita.

Non statevene buoni, non potete!

03 mercoledì Mar 2010

Posted by aitanblog in idiomatica, recensioni, texticulos, vita civile

≈ 23 commenti

In mezzo a tante terribili notizie di un’Italia fracassona e corrotta, leggo che la Commissione UE ha dato il via libera alla patata geneticamente modificata dalla Basf…. Dalla Basf? Come dalla Basf?
Immagino patate minuscole fatte apposta per entrare in cassette C60, C90 e C120 e penso, con un po’ di malinconia, che questa la capiranno solo quelli nati prima degli anni ‘90. Gli altri sono stati già modificati…

Per chi ha occhi per vedere e orecchie per sentire, le mutazioni sono più che evidenti già a un primo superficiale ascolto della realtà in cui viviamo. Basta saper sentire. Intorno a noi si sta perpetrando uno spaventoso impoverimento delle capacità linguistiche delle vecchie e nuove generazioni. Dopo i congiuntivi, muoiono ogni giorno migliaia di parole. Si rischia l’estinzione di interi campi semantici e famiglie lessicali. L’italiota medio comunica con un patrimonio di vocaboli sempre più limitato. Gli aggettivi lentamente si ridurranno a due, massimo a tre: buono / brutto / cattivo; salvo i dimostrativi e i possessivi, ogni giorno più usati, usurati e diffusi (è mio, è mio, è mio; anvedi questo; anvedi quello; passami quer coso; oh, hai visto come è bbona quella; oh, hai capito ‘sto tipo?; questi ci hanno rotto, quelli so’ brutti e cattivi, i nostri sì che so’ bboni, bboni, bboni!).

Seguendo la linea imperante della banalizzazione, diventa sempre più scarno ed emaciato anche il linguaggio dell’informazione. Sarà per questo che i Minzolini strombazzano di assoluzioni quando dovrebbero sussurrare di prescrizioni e si dice in giro che Strasburgo benedice le ragioni dell’Italia sul crocefisso in aula, laddove è stato solo accolto un ricorso; troppo difficile spiegare alla plebaglia minusparlante cosa sia un ricorso o una prescrizione. E sarà anche per questo che ogni giorno si riduce la politica alle categorie primarie del bene e del male e si tacciono le complesse motivazioni della crisi in atto; come se, smettendo di parlare dei problemi, questi si potessero risolvere da soli, come per incantamento. (In fondo, non parlare di recessione fa comodo solo al sultano e a chi condivide con lui briciole di potere; perché, loro sì, possono restarsene immobili, come se niente fosse, anche in virtù del fatto che nei palazzi, nelle ville, nei salotti e negli attici che bazzicano non ci sono inoccupati, disoccupati, cassintegrati e indigenti in cerca di cibo.)

Un popolo così povero di parole è molto manipo-labile. Cotanta ignoranza fa comodo al potere assoluto che governa la nostra vita e le nostre coscienze.
Forse dovremmo sforzarci di diventare sempre più difficili, altro che semplificare, facilitare, ridurre all’osso e perdere tutte le sfumature del senso, così, semplice-mente…

Intanto, noi (voi e io) ci trastulliamo tra queste pagine virtuali come novelli carbonari, e qualche volta le nostre parole rimbalzano anche fuori dalla rete. É capitato anche a un mio raccontino, raccolto dall’infaticabile Barbara Garlaschelli. Ora è sul suo blog. Dopodomani sarà on air, letto in una radio che promuove un nuovo stile di vita e un modello economico ecocompatibile.

Il gioco, dedicato ai racconti brevi, parte dalla canzone di Gaber “Illogica allegria”:

Da solo
lungo l’autostrada
alle prime luci del mattino.
A volte spengo anche la radio
e lascio il mio cuore incollato al finestrino.

Io, però, nel raccontare la mia storia breve, ho preferito mettermi dalla parte che più mi compete, la parte del pedone.

Appendice di sabato, 06 marzo 2010
É possibile ascoltare Cieli negati, il racconto di cui sopra, insieme ad altri 4 letti da Basilio Santoro nella corso della trasmissione Illogica Allegria trasmessa a Radio LifeGate ieri.

Sesso Sicuro    

01 lunedì Mar 2010

Posted by aitanblog in inter ludi, texticulos

≈ 12 commenti


(interludio in forma di freddura)

Ho fatto l’amore con CTRL.

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

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