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In un giorno d’estate, un maestro di musica francese mi volle insegnare la superiorità dell’amore sulla libertà, argomentando la finitezza della seconda contro l’incontenibile immensità del primo.
“La mia libertà comincia dove finisce la tua”, mi disse. “Il mio amore no”, mi disse, “il mio amore continua anche dove finisce il tuo”, mi disse; “Ed io continuerò ad amarti anche se tu non lo vorrai”, soggiunse, e intanto che me lo diceva, continuava a dirigere la sua orchestra sollevando gli ottoni con la mano destra, mentre con la sinistra si cercava la luna tra le pieghe della gonna nera. Ormai avevo smesso di guardarla ed ero tutto intento a scrutare gli ultimi ricordi di lei, per togliermeli dalle unghie ad uno ad uno con il temperino che avevo rubato ad un pusher gitano in una piazza di Granada, un secolo e una vita fa.
utente anonimo ha detto:
hai scritto una cosa bella, anche se il maestro di musica parte da un presupposto errato, e cioè che l'amore, tanto come la libertà, sia un diritto esigibile.però si sa: in amore e in guerra tutto è lecito, sicché.trovo che potrebbe finire dopo "temperino": il resto non lo capisco, cioè non capisco la ragione dell'aggiunta…petarda
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utente anonimo ha detto:
Ma è così triste e fastidioso che oggi -per colpa di certi mascalzoni- le parole libertà e amore mi ricordino l'orrido. Libertà e Amore.
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utente anonimo ha detto:
il commento #2 mi ricorda il voltastomaco che mi viene al pensiero che quelle parole siano state e siano profanate così dal cafonano.e però sono anche contenta perché questa cosa non l'avevo colta subito.in purezza.ripet
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aitan ha detto:
1L’ho un po’ rivista quella parte finale, che non convinceva neanche me. In verità, petarda, ho rimaneggiato e tagliato qualcosa anche prima del temperino.2 La libertà è una parola di tre sillabe, cara elos, come l’amore, ma significavano tanto, ma proprio tanto tanto, prima che ci facessero fremere di rabbia per quanto le sentivamo svilite e svalutate nella bocca bifida del potere e della sopraffazione.3Credo che neanch’io questa cosa l’avessi colta subito, ripet.
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kalekaiagathe ha detto:
non ci capo molto, 'a, perdonami.però apprezzo la riflessione su amore e libertà. due cose rese appiccicaticce dal solito abuso di chi si sta appropriando di tutto, ma proprio di tutto. ma quand'è che i sei su dieci che mancano all'appello cominceranno, quanto meno, a sbadigliare? io sto procedendo con le marce basse: al di là di tutto il malgoverno e l'attentato continuo allE libertà, non perdono a costoro il dilagare dell'aggressività, della chiacchiera, del cattivo gusto. ieri sera, ultimo scorcio di ballarò dopo inter-barcelona: un'imprenditrice, credo, rimproverava a quell'aquilotto del castelli che non stanno facendo niente. e lui: troppo comodo criticare: perché non propone lei il da farsi?ma, dico: credeva, questo aquilotto, di essere ad una riunione di condominio? questi sono gli uomini di governo! stendiamo un pieto veloso!
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yaki ha detto:
l'amore e la libertà sono sempre distanti.solo amare una persona ti lega in modo immaginario a lei, anzi a volte ti lega veramente per la vita, e non puoi farne a meno. e non vuoi farne a meno.c'è la libertà di amare se si è fortunati, altrimenti c'è la sfiga di essere innamorati non corrisposti e mai liberi!fino a che arriva un nuovo amore che ti libera, e riparte la storia.però non sono mai uguali una all'altra, e non si può scrostarsele di dosso neanche col temperino, più col tempo magari.. e la vecchiaia… e l'alzheimer..insomma, come si dimentica un amore?mai, non ci si riesce.si può cambiare ma resta là in un angolo indefinito della mente e ritorna fuori appena ne parli.no?penserei più al gitano, che dev'essere un po' incazzato.. :)
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penzogi ha detto:
A volte mi odio tanto sono superficiale…ma volevo chiederti: il maestro di musica francese…insegna solo musica francese o, a richiesta, anche musica di altre nazioni?
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utente anonimo ha detto:
Visto così, mi spaventa l'inesauribilità di questo tipo d'amore.Simple
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utente anonimo ha detto:
L'amor gitano, poi, a Granada è sempre così: passionale fino a traffigersi con un temperino. Non so se un secolo fa i pusher potevano circolare impunemente, ma tutto ciò potrebbe essere una inconscia figurazione, l'allegoria di come si sceglie di togliersi la vita per il non amore. Io credo piuttosto che sia il contrario, l'amor volgare [ citaz. Platone]finisce nonostante si creda di conservarlo per sempre, basta un'altra luna o sole [dipende dai gusti].La libertà, l'amore per la stessa, rimangono immortali, si portano dentro e si tramandano come il proprio DNA.
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aitan ha detto:
5Non preoccuparti di capirci molto, Lu, a volte capita anche a me, perfino con le cose che scrivo io.E non capisco nemmeno come siamo potuti arrivare questo, di nuovo (e qui mi riferisco alla politica italiota, tanto per esser chiari).6 A parte il gitano, che sì, deve essere ben incazzato, yaki, in questo testo breve intendevo anche un po’ mettere in scena delle concezioni sull'amore e i suoi paradossi; paradossi che si moltiplicano quando cominciamo a intrecciare i sentieri dell’amore con quelli della libertà (e qui, ora, non parlo di politica in senso stretto o ristretto).Io non so se sia possibile scrostarsi da dosso i ricordi di un amore finito (anche univocamente finito, intendo), ma credo che il protagonista di questa storia, col suo temperino gitano, ci stia provando.7Il maestro di musica francese sa che la musica è una lingua franca, caro guido, come il cinema quando era muto.8 Non temere, Simple, il maestro di musica francese lo vede inesauribile, questo amore, ma l’uomo seduto ad ascoltare la sua prova d’orchestra è tutto intento a cancellarne ogni traccia col suo fatidico temperino andaluso. L’amore è eterno finché dura.9Nonostante Granada, i coltelli, i gitani e i lorchismi pù o meno involontari, io, cara elis, in questo racconto non vedo sangue. Quanto ai secoli, per me il secolo scorso è dieci anni fa. E in ogni caso non sappiamo, quando è ambientato questo racconto. Per me potrebbe anche essere successo tra cento anni.Interessante il tuo ribaltamento dialettico: amore effimero vs. eterna libertà.Il bello di questi racconti ambigui e un po' simbolisti è che possiamo specchiarci dentro le nostre riflessioni, anche quelle opposte, e dall'altro lato dello specchio le opposte riflessioni si riflettono al contrario, e continueranno a non incontrarsi mai, pur riconoscendosi uguali, quasi uguali.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Buon 25 aprile, Aitan.In tempi bui, è meglio ripeterselo.
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utente anonimo ha detto:
passabile 25 aprile, aitan! ormai bisogna cercare in ogni cosa il basso profilo e, come diceva machiavelli nella lettera all'amico francesco vettori 10 dicembre 1513:Cosí, rinvolto in tra questi pidocchi, traggo el cervello di muffa, e sfogo questa malignità di questa mia sorta, sendo contento mi calpesti per questa via, per vedere se la se ne vergognassi.la sorta maligna ci riguarda tutti: o meglio: 4 su 10 ché gli altri mi pajono contenti degli accidenti che ci incorrono. cambierà…
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zaritmac ha detto:
Tagliente indifferenza la rimozione minuziosa del passato sulla colonna musicale della minaccia di un amore eterno e già disperato.Poi c'è altro. La libertà, una piazza vuota che (s)confina con/nel la solitudine e il furto di un attrezzo zingaro per scassinare la vita, scardinare le porte di paradisi gratis, sebbene artificiali.Ma forse son cose che vedo solo io, in un viaggio allucinatorio da Parigi a Granada passando per la luna.
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aitan ha detto:
11Buona resistenza e felice liberazione anche a te, Zena.12 Cambierà, Lucy, deve cambiare!13 Certe cose le vedo anch’io, Zar; ma io non faccio testo, sono troppo condizionato dalla mia vita.(E meno male che splende ancora la luna, lassù e laggiù!)
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utente anonimo ha detto:
(è necessario avere) buona r-esistenza. e memoria anche per chi non vuole ricordare. ora e sempre.un abbraccio fortep.
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utente anonimo ha detto:
Meraviglioso piano sequenza questo suo post:, Maitre Aitan: dal maestro di musica francese con la sua verità cartesiana (e qui sei perfetto – del tu mi permetto di darle, consenso suo – nel mimare anche la struttura mentale di un eventuale maestro di musica francese) ad una ipotetica coppia in cui lei riecheggia le parole del maestro (a dire che le verità universali sono anche dei gran luoghi comuni, non a caso) a lui, immagino, che frulla quella verità in un lavorìo che è pena e insieme sublime godimento, chè non si dà rimozione se non c'è il ricordo e viceversa solo il ricordo può aprire alla rimozione e fino ancora alla piazza di Granada al temperino, al pusher, al tempo. Sicché, visto in questa luce, non mi dispiace la chiusa finale anche perchè poi sai che per me meglio roba tanta che roba manca come dicono a Sala Bolognese. Ma ciò che più mi sconvolge di questo post è l'assoluta ambiguità, come tante soggettive che si intersechino o che si sovrappongano e si dissolvano le une nelle altre, tanto che ci ho impiegato un po' per capire chi diceva cosa e a chi. Figurati che pensavo che il maestro di musica fosse diventato a un certo punto una donna o che provasse a violentare una donna. E la sublime sintesi di questa ambiguità che polisema assai è la frase: Ormai avevo smesso di guardarla ed ero tutto intento a scrutare gli ultimi ricordi di lei, per togliermeli dalle unghie ad uno ad unoOrmai avevo smesso di guardarla ed ero tutto intento a scrutare gli ultimi ricordi di lei, per togliermeli dalle unghie ad uno ad uno, dove non si capisce se (e cioè si capisce che) si parli di luna, di lei, di fica, dell'atto stesso di ricordare, della voglia di ricordare quel particolare episodio del temperino e del pusher. Cioè amore e libertà di creazione. E ci sta pure un'eco di logiche deliranti sociali di oggidì, perchè no, visto che amore a tutti i costi e libertà di rimozione mi paiono talmente onnipresenti che in qualche modo sono finiti, dialetticamente e magnificamente digeriti, sulla tua pagina.E misà che non ho capito niente, mi disse un maestro di musica francese, ma non ha prezzo la libertà di interpretare, aggiunse. Hai ragione a criticarmi, mi disse, perchè capire è importante, ma la libertà di interpretare va difesa ad ogni costo, mi disse etc…mucho gusto, grazieEnnio Quadri
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utente anonimo ha detto:
Errata corrige ovviamente, disse Alfar che ogni tanto viene a trovarmi e io correggo e aggiungo che il darLe del Tu è idea sua, di lui.
Meraviglioso piano sequenza questo suo post:, Maitre Aitan: dal maestro di musica francese con la sua verità cartesiana (e qui sei perfetto – del tu mi permetto di darle, consenso suo – nel mimare anche la struttura mentale di un eventuale maestro di musica francese) ad una ipotetica coppia in cui lei riecheggia le parole del maestro (a dire che le verità universali sono anche dei gran luoghi comuni, non a caso) a lui, immagino, che frulla quella verità in un lavorìo che è pena e insieme sublime godimento, chè non si dà rimozione se non c'è il ricordo e viceversa solo il ricordo può aprire alla rimozione e fino ancora alla piazza di Granada al temperino, al pusher, al tempo. Sicché, visto in questa luce, non mi dispiace la chiusa finale anche perchè poi sai che per me meglio roba tanta che roba manca come dicono a Sala Bolognese. Ma ciò che più mi sconvolge di questo post è l'assoluta ambiguità, come tante soggettive che si intersechino o che si sovrappongano e si dissolvano le une nelle altre, tanto che ci ho impiegato un po' per capire chi diceva cosa e a chi. Figurati che pensavo che il maestro di musica fosse diventato a un certo punto una donna o che provasse a violentarne una. E la sublime sintesi di questa ambiguità che polisema assai è la frase: ormai avevo smesso di guardarla ed ero tutto intento a scrutare gli ultimi ricordi di lei, per togliermeli dalle unghie ad uno ad uno, dove non si capisce se (e cioè si capisce che) si parli di luna, di lei, di fica, dell'atto stesso di ricordare, della voglia di ricordare quel particolare episodio del temperino e del pusher. Cioè amore e libertà di creazione. E ci sta pure un'eco di logiche deliranti sociali di oggidì, perchè no, visto che amore a tutti i costi e libertà di rimozione mi paiono talmente onnipresenti che in qualche modo sono finiti, dialetticamente e magnificamente digeriti, sulla tua pagina.E misà che non ho capito niente, mi disse un maestro di musica francese, ma non ha prezzo la libertà di interpretare, aggiunse. Hai ragione a criticarmi, mi disse, perchè capire è importante, ma la libertà di interpretare va difesa ad ogni costo, mi disse etc…mucho gusto, grazieEnnio QuadriPS lo so potremmo leggere prima le cazzate che vamos escrivendo ma la libertà di espressione e l'amore che portiamo a usted ci costringono a continue inesattezze
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Petarda ha detto:
riletto e funzia :)ciau
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aitan ha detto:
15 É necessario, Bianca, ed è necessario che sia 25 aprile anche oggi, anche domani.Un abbraccio resistente e persistente.18 Ne ho piacere, Petarda. Grazie ancora.
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aitan ha detto:
16 e 17Estimados y queridos Ennio y Alfar:Mi è piaciuta questa cosa del piano sequenza, perché io quando l’ho scritto questo textículo me lo sono fatto davanti agli occhi così, come una lunga inquadratura che illuminasse una realtà opaca, senza alcuna intenzione di spiegarla.Asimismo, me alegro, don Ennio, que por fin non tuteamos.Quanto alla mia interpretazione dei fatti, per me la lei del textículo non riecheggia le parole del maestro, per me lei è il maestro (cfr. la francese e internazionale Association International Femmes Maestros. Peraltro, una volta un maestro di flauto traverso, bella donna bionda a cui impartivo la gramática, mi ha insegnato che, in ambito musicale, maestro è invariabilmente maschile. Spero non mi abbia ingannato).Tuttavia, hai ragione, l’ambiguità qui è tema e forse anche personaggio della narrazione. Quindi, sta bene ogni interpretazione, e più ne vengono (contraddittorie o consonanti, non importa) più so' contento e gongolo.E poi, sì, la libertà di interpretare va difesa ad ogni costo.Lovely and freely yours(e salutatemi la Bassa)
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utente anonimo ha detto:
Olá :)Gostei do teu blogue !Beijinhos de Portugal
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aitan ha detto:
Muito obrigado, Rapariga; porém diz-me, como é que chegaste aqui? (Sou uma pessoa bastante curiosa ;o)
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Flounder ha detto:
che bello questo post, ha una densità cinematografica.per colori e suoni e immagini.solo una cosa mi lascia perplessa, ed è questo maestro che poi svela una gonna.forse magari è spiegato nei commenti, ma erano troppi e non avevo voglia di leggerli tutti.
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aitan ha detto:
23Sì, Flo, come ho già detto in un commento qui sotto esistono Femmes Maestros (e a quanto m’hanno detto, e io ho creduto, in italiano un maestro di musica resta maestro, maschio o femmina che sia, come una poeta in Spagna…).
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