Era tanto che non vi proponevo un inter-ludio.
La crisi ci gira intorno come una minacciosa spirale che si avvicina sempre di più, sempre di più. Tra un po’ invaderà il nostro orto e per le nostre navi non ci sarà più un porto o un mare in cui scialacquare e navigare.
Ma io gioco, gioco come se niente fosse o fosse stato.
Se volete il-lud-ervi anche voi che si possa pensare ad altro e altro fare, se credete che non sia più il tempo di starsene immobili a piangersi addosso e leccarsi le ferite, se volete provare a cimentarvi in un’attività che vi spinga a pensare, il gioco è facile facile: basta sostituire le incognite yxxy con le vocali e consonanti giuste e consonanti.
Come fui lasciato da Yxxy
e restai povero in cyxxy
nella mia scarna capyxxy
Uffa, myxxyggia myxxyggia
io m’aspettavo myxxy
e venne giù una myxxyia,
come sentirsi arrivati
e esser all’ultima spiaggia,
come trovarsi stipati
mentre la mente viaggia
(il fatto è che qui
non fai neyxche più in tempo
e sei già scivolato via,
come un camion
precipitato giù
dall’yxfratto
con l’autista addormentato,
il navigatore distratto
e il rimorchio
rabberciato
sconquassato
e distrutto);
in the meyxtime,
dall’altra parte del muro,
Yxxy si fa una cyxxy
con il corpo in pyxxe
e il cervello a nyxxy.
A volte la mente
vagheggia mentre
il cuore scorreggia,
e non c’è una ragione,
una ragione che tenga,
o una regione,
una regione
che contenga
lo sconforto
per aver
perso Yxxy
ed aver preso
una condyxxy
a vita
affiochita
basita
allibita
una condxxx
a vita
arrugginita
appassita
abbrutita,
orba d’Yxita
e di tanto spiro
che tra le myxi
giro e rigiro
come un sospiro
crumiro
che cerca
la fine;
ma non
c’è verso
e nemmeno
più tempo
ritrovato
tra il tempo
perduto
e il tempo
perso.)
Troppo semplice, vero?
Ma io lo so che a voi piace vincere facile
(in fondo in fondo, sempre italiani siete)…
Va be’, arrileggerci presto e grazie per l’attenzione.
Se volete mettervi alla prova con ludi più complicati scavati nel passato di questo blog, cliccate qui quo qua costì colà e altrove