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Tu sei seduta lì di fronte, dall’altro lato dell’ultimo tratto delle strisce pedonali. La tua voce sembra venire da un altro mondo e verso un altro mondo mi proietta. Seguo ogni tua parola, ogni cenno, ogni gesto, ogni movimento della tua gonna mentre accavalli la gamba sulla gamba. Seguo la piega della tela che lascia scoprire il ginocchio e il principio della coscia e mi avanzo distratto sotto le ruote del tram 53, quello che porta a Fuorigrotta.