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All’improvviso la ragazza che sedeva di fronte a me fece uno sbadiglio. Doveva essere molto stanca. Io ero da poco salito sul treno; lei, invece, sembrava sfatta da ore ed ore di viaggio. La fronte reclinata sul poggiatesta del sedile; le gambe accavallate in pieno rilassamento che lasciavano intravedere due cosce ben fatte; i grandi occhi semichiusi che parevano rivolti verso di me.

All’improvviso fece uno sbadiglio e io sentii un’onda scuotermi dai piedi al basso ventre. Mi sentii risucchiato in quelle labbra carnose, nel cerchio perfetto che disegnava la sua bocca spalancata. Come se quello fosse il margine di un vortice in cui stavo per sprofondare.

All’improvviso fece uno sbadiglio e sollevò piano la testa dal sedile protendendo in avanti i seni minuscoli e induriti. Si intuivano sotto la camicetta stretta due capezzoli rivolti verso il cielo.

All’improvviso fece uno sbadiglio e io pensai di tirarglielo fuori dalla bocca, spalancarle le cosce, baciarla, baciarla, mangiarla di baci e penetrarla lentamente sul sedile assecondando il ritmo cadenzato del treno.