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Muito Romântico
sessantaquattresimo frammento
Hai ballato fino allo spasimo, come mossa da un fuoco che ti faceva ardere e crepitare; hai ballato come un’ossessa governata da un demone che ti faceva vibrare dalla terra al cielo; hai ballato e hai ballato fino a lasciarti cadere, e quando eri a terra hai cominciato a ridere e battere all’indietro la testa sul pavimento che ti aveva visto sollevare i piedi e volteggiare per la stanza come una farfalla impazzita. Sono venuti in tanti per farti rialzare, ma io no, io non ci ho nemmeno provato, io mi sono steso accanto a te e ti ho raccontato favole di marinai e fantasmi aspettando, con la coda dell’occhio, che i tuoi sghignazzi si facessero sorrisi. Ci siamo addormentati tra la folla mentre io parlavo e tu sorridevi. Non so chi si sia assopito prima e chi per prima si sia rialzato dal pavimento. Ricordo solo che dopo ballavamo con gli occhi negli occhi e le ali ai talloni, mentre tutta la sala s’era fermata a guardare e qualcuno batteva le mani per portare il tempo ai nostri passi. Ma noi, ormai, eravamo fuori dal tempo, lontano da quella stanza e dal mondo.