• AitanLink
  • Su di me
  • E-mail
  • News
  • Immagini
  • Versículos
  • Textículos

((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi Mensili: Maggio 2013

L’incantesimo della Strega Puzzona (capitoli III e IV)

30 giovedì Mag 2013

Posted by aitanblog in stefania, texticulos

≈ 8 commenti

Tag

puzzona

A richiesta grande ma non troppo continuano le avventure di Cuccettina. 
(Per chi non l’avesse ancora fatto, è possibile leggere qui il I e II capitolo.)

– III –

Cuccettina se li guardava continuamente, quei piedi che le spuntavano dalle braccia e, nel guardarseli e riguardarseli, cominciò anche a provare una certa vergogna, tanto che si allungò il maglione stringendo i polsini tra i denti per cercare di nasconderli. Ma quei maledetti ditoni, ad ogni piccolo movimento, tornavano a spuntare dalle maniche.

Fu proprio mentre era tutta intenta in questa azione di nascondimento dei suoi piedi di sopra (per così dire) che sentì quella voce:

– Se vuoi, ti aiuto…
Era un ragazzino, poco più alto di lei, piuttosto trasandato, con uno sguardo sfottente e due occhi neri neri, molto belli e luminosi.
– Ma che vuoi? Fatti i fatti tuoi! – sbottò lei, mentre lo squadrava dal capo ai piedi.
– Se vuoi…, ti do una mano…, vedo che stai un po’ in difficoltà – sorrise malizioso.
– Ma non hai proprio niente da fare, stamattina?
– Certo, certo che ho da fare. Ma non capita mica tutti i giorni di trovarsi di fronte una ragazzetta così carina. Su, dai, fatti aiutare…

Nel dire queste parole le si avvicinò lentamente e le accomodò i polsini del maglione senza toglierle lo sguardo dal volto.
Cuccettina arrossì e si chiese se lui se ne fosse accorto di quei piedoni che aveva al posto delle mani e si preoccupò anche che puzzassero come puzzavano i suoi piedi quando metteva per ore e ore scarpe da ginnastica in giorni di sole. Ma lui non le diede il tempo di annusarseli o pensare ad altro…

– IV –

Con sorprendente rapidità, il ragazzetto si tirò via dal collo una bandana bianca e rossa, prese dalla tasca un temperino, si inginocchiò, piegò al suolo la bandana e la divise in due parti che parevano identiche. Cuccettina seguiva i suoi movimenti con pari curiosità e ansia. Si chiedeva cosa stesse facendo quel ragazzo dallo sguardo sfottente, gli occhi belli e neri e le mani svelte e sapienti.
Ma lui non le diede molto tempo per continuare a pensare: si alzò, le si parò di fronte e ad uno ad uno mise i due pezzi di bandana nei polsini di Cuccettina, aggiustandoli con cura, in modo che non fossero più visibili i ditoni delle sue mani piedose.
Cuccettina lo lasciò fare, poi si osservò le sue nuove maniche, che ora sembravano anche più eleganti di prima, come un merletto di una dama dell’ottocento o una cantante americana di quelle che piacevano tanto a Mariselda, la sua cugina più grande e più trendy. Cuccettina nostra si osservò le nuove maniche merlettate di rosso e bianco, dicevo, ed accennò un sorriso, poi alzò lo sguardo verso gli occhi belli di quel ragazzetto e continuò a sorridere, colma di gratitudine.
– Io sono Cuccettina e… non capisco cosa mi stia succedendo… Tu come ti chiami?
– Io, modestamente, sono l’unica persona che ti può aiutare e mi chiamo Sicomoro.
– Sicoché? Ma che cavolo di nome è?
– Sicomoro…. Si-co-mo-ro. Mi chiamo così da che sono nato, Sicomoro, e combatto le forze del male.
– Le forze del male? Sicomoro? Non ci capisco più niente. E io che cavolo c’entro con le forze del male?
– Sì, brava, Sicomoro… Dai vieni con me, Cuccetta, e raccontami per filo e per segno cosa ti è successo.
Lei stava per correggerlo, voleva dirgli che si chiamava Cuccettina, non Cuccetta, e voleva dirgli anche che non l’avrebbe mai seguito, che lei non se ne andava in giro col primo arrivato, ma disse solo:
– E dove andiamo, ora?
Sicomoro la prese per mano e se la portò via, senza aggiungere una parola. Fu così delicato e convincente, Sicomoro, che Cuccettina nemmeno si ricordò che il braccio che gli porse aveva alla sua estremità una di quelle sue mani piedose.

Un’anteprima della Strega Puzzona (capitoli I e II)

22 mercoledì Mag 2013

Posted by aitanblog in stefania, texticulos

≈ 24 commenti

Tag

puzzona, stefania, texticulos

Nei giorni in cui Stefania stava per arrivare su questa terra e tra queste braccia ho cominciato a scrivere un romanzetto per ragazzi, con l’idea che appena avesse imparato a leggere storie un po’ più lunghe di un paio di paginette, glielo avrei regalato come una cosa sua; magari anche come una favola da leggersi da sola, immaginando di sentire ancora la mia voce a conciliarle il sonno e risvegliarle interessi.
Per ora ho scritto solo cinque o sei capitoli, meno di dieci pagine. Assorbito da altri impegni ed altre urgenze, ho trascurato gli episodi della Strega Puzzona; ma man mano che la vedo crescere, mi torna il desiderio di ricominciare.
Vi posto qui un’anteprima; con l’intento di sapere se credete che valga la pena andare avanti.
Per favore, siate spietati, siate sinceri.

L’incantesimo della Strega Puzzona

– I –

Cuccettina aveva otto anni, otto cugini e ottomila capricci che le passavano per la testa.
Quel giorno scese da sola in strada, Cuccettina, senza dire niente a nessuno, e prese il primo pullman che le passò davanti.
L’autobus era molto affollato. Meno male che alla terza fermata si liberò un posto sui sedili di fondo e la nostra Cuccettina riuscì a sedersi correndo come una furia, senza fregarsene di tutta quella gente che sembrava essere lì in piedi da ore, forse perfino da giorni, da mesi. C’è da dire che normalmente non era tanto avventata, Cuccettina, ma questa volta la paura di restare tanto tempo impalata in quella calca la fece correre così forte che non si rese nemmeno conto di aver pestato il piede a una vecchina; e c’è da dire anche che la vecchina stava pure lei adocchiando quell’unico posto libero per riposare un po’ da un suo lungo viaggio in mondi lontani, molto più lontani di quanto voi possiate immaginare.

Quella vecchina, infatti, non era una vecchina qualsiasi. Quella vecchina era nientedimeno che la Strega Puzzona, stanca di cavalcare la sua scopa volante.
In verità, le scope volanti sono un mezzo di locomozione rapido, ma piuttosto scomodo. Anche se non trovi il traffico delle ore di punta, devi comunque sforzarti tutto il tempo per mantenerti in equilibrio.
Così, proprio quel mattino, la Strega Puzzona aveva deciso di far sparire per un po’ la sua magica scopa e prendersi un pullman per far riposare le gambe e il culo. E proprio quel mattino, giusto mentre stava per raggiungere l’unico posto libero del pullman, Cuccettina le aveva pestato il piede, e lei si era arrabbiata, si era molto arrabbiata, tanto da decidere lì per lì di dare una bella punizione a quella bimbetta frettolosa.

Al principio, pensò di trasformarla in una rana o in un coniglio, ma poi immaginò che una trasformazione tanto clamorosa e repentina avrebbe creato troppo scompiglio tra la gente del pullman. Non voleva dare nell’occhio, la Strega Puzzona, perché sapeva che in paese non erano molto ben viste le streghe e gli stregoni. Così decise di punire Cuccettina nostra con un incantesimo meno vistoso.

 

– II –

Cuccettina cominciò a sentire uno strano prurito alle mani. Provò a grattarsele, ma le dita erano come immobilizzate. Il pollice, soprattutto, sembrava essere incollato all’indice e tutte le dita parevano essere diventate più corte e meno mobili. Impaurita scese di corsa dal pullman. La Strega Puzzona se ne approfittò e si sedette al suo posto ridendo perfida, mentre la gente le si scostava. Non per niente la chiamavano “puzzona”, a quella brutta strega cattiva.

Cuccettina ora piangeva e si guardava le mani che ormai non erano più le sue mani. Il palmo si era molto allungato; le dita, pressoché dimezzate, partivano tutte dalla stessa linea ed erano diventate molto simili in lunghezza; il pollice, però, era ancora più grassoccio di prima. Oddio, le erano diventate come i piedi, le sue belle manine. Quella puzzona della strega, ormai lo avrete bello e capito, le aveva fatto diventare le mani come i piedi e i piedi come le mani, uguali ai piedi… Va be’, mi sto ingarbugliando come un paio di matasse di fili elettrici, ma sono certo che voi avete afferrato il senso di quel malefico incantesimo puzzolone e stregoso.

La povera Cuccettina cercò di prendere un fazzoletto dalla tasca per asciugarsi le lacrime che scendevano come da una fontana rotta; ma quei ditoni, hai voglia di sforzarti, non c’entravano nelle tasche dei suoi pantaloni, e poi, muovendosi con molta difficoltà, non riuscivano a piegarsi come prima.
I piedi sono buoni a camminare e a dare calci, ma non le sanno prendere mica bene come le mani, le cose.

Tutto d’un tratto, nella testolina della povera Cuccettina passarono in rassegna come un trailer in tivvù decine di movimenti che non poteva più fare con quei piedoni al posto delle mani: togliersi di dosso e rimettersi vestiti, afferrare una forchetta o un cucchiaio, tagliarsi il pane, portare un bicchiere alla bocca (dio mio, che fame e che sete che le stava venendo!), accarezzare il gatto, disegnare e scrivere…, perfino di scrivere cominciò a provare nostalgia, lei che si annoiava sempre tanto, quando doveva fare i suoi compitini. Ma ora le sembrava una tragedia anche non poter più prendere una penna in mano o digitare lettere e numeri sulla tastiera del computer. E poi non avrebbe potuto dare più la mano per salutare né sarebbe stata più capace di mettersi un anello o indossare quel suo bel paio di guanti rossi e grossi che le aveva regalato la nonna Rosina.

Accidenti, ma come era potuta succedere una cosa così? Che razza di malattia era mai quella?
Cuccettina non aveva mai sentito nessuno che, all’improvviso, si fosse trovato le mani come i piedi; e scommetto che neanche voi che la sapete lunga avete mai visto una cosa del genere; anche se voi lo avete sentito chi aveva combinato quel pasticcio, mentre la povera Cuccettina si trovava a dimenare i suoi piedi disperata senza capire cosa le fosse successo e di chi fosse la responsabilità di quel pastrocchio che le aveva fatto diventare le mani come i piedi e i piedi… va be’, già sapete…

L’amore riempie gli abissi e poi li svuota come sacchi a perdere in una discarica di periferia

06 lunedì Mag 2013

Posted by aitanblog in romantico, texticulos

≈ 28 commenti

Tag

romantico, texticulos

L’amore riempie gli abissi, mi disse: il primo, il primo abisso, è quello tra te e le persona amata, disse; il secondo, il secondo abisso, quello più profondo, disse, è dentro di te e fino a ieri sembrava incolmabile, disse; e mentre parlava mi stringeva la mano e mi strizzava il cuore che ora sento ancor più svuotato, lacerato e solo, come un suicidio in una discarica di periferia.

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

Accessi su WP

  • 136.031 visite

Commenti recenti

aitanblog su Il valore della memoria e la c…
aitanblog su interludio colmo di ogni …
Rita Vassallo su interludio colmo di ogni …
La maestra inascolta… su La Battaglia delle Donne
Anche i bot sbaglian… su Don Chisciotte e l’intel…
guido mura su Il valore della memoria e la c…

feed

feed ad aitanblog

Blogroll

  • Altri Appunti
  • Ancorapoesia
  • Certe piccole manie
  • Citarsi addosso
  • Colfavoredellenebbie
  • El miedo escénico
  • Falconier
  • Germogliare
  • Giacy.nta
  • Haramlik
  • Io Guido
  • Jazzfromitaly
  • Les Miroirs
  • Letteratura di Eva
  • Lunediscrittori
  • Mangino Brioches
  • mariobiancoart
  • Mrs. Quentin
  • Musa quotidiana
  • No Time to Lose
  • Panta Rei
  • Perzico
  • Pro memoria
  • Stileminimo
  • Tartina
  • Turquoise
  • Zarinia
  • Zaritmac

Categorie

link al sito web di Gaetano Aitan Vergara

Sfogliami

Maggio: 2013
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  
« Apr   Giu »

Indice per mesi e anni

  • gennaio 2023 (12)
  • dicembre 2022 (14)
  • novembre 2022 (18)
  • ottobre 2022 (12)
  • settembre 2022 (14)
  • agosto 2022 (16)
  • luglio 2022 (17)
  • giugno 2022 (17)
  • Maggio 2022 (13)
  • aprile 2022 (18)
  • marzo 2022 (18)
  • febbraio 2022 (15)
  • gennaio 2022 (19)
  • dicembre 2021 (18)
  • novembre 2021 (16)
  • ottobre 2021 (20)
  • settembre 2021 (18)
  • agosto 2021 (18)
  • luglio 2021 (13)
  • giugno 2021 (14)
  • Maggio 2021 (17)
  • aprile 2021 (11)
  • marzo 2021 (14)
  • febbraio 2021 (14)
  • gennaio 2021 (15)
  • dicembre 2020 (15)
  • novembre 2020 (10)
  • ottobre 2020 (13)
  • settembre 2020 (4)
  • agosto 2020 (4)
  • luglio 2020 (12)
  • giugno 2020 (10)
  • Maggio 2020 (9)
  • aprile 2020 (6)
  • marzo 2020 (13)
  • febbraio 2020 (4)
  • gennaio 2020 (7)
  • dicembre 2019 (8)
  • novembre 2019 (8)
  • ottobre 2019 (7)
  • settembre 2019 (10)
  • agosto 2019 (9)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (8)
  • Maggio 2019 (10)
  • aprile 2019 (3)
  • marzo 2019 (7)
  • febbraio 2019 (7)
  • gennaio 2019 (6)
  • dicembre 2018 (7)
  • novembre 2018 (6)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (9)
  • agosto 2018 (7)
  • luglio 2018 (8)
  • giugno 2018 (6)
  • Maggio 2018 (8)
  • aprile 2018 (6)
  • marzo 2018 (8)
  • febbraio 2018 (6)
  • gennaio 2018 (8)
  • dicembre 2017 (6)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (7)
  • settembre 2017 (3)
  • agosto 2017 (6)
  • luglio 2017 (5)
  • giugno 2017 (3)
  • Maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (8)
  • marzo 2017 (5)
  • febbraio 2017 (5)
  • gennaio 2017 (3)
  • dicembre 2016 (7)
  • novembre 2016 (5)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (6)
  • agosto 2016 (9)
  • luglio 2016 (8)
  • giugno 2016 (5)
  • Maggio 2016 (6)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (4)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (8)
  • novembre 2015 (6)
  • ottobre 2015 (8)
  • settembre 2015 (6)
  • agosto 2015 (6)
  • luglio 2015 (6)
  • giugno 2015 (3)
  • Maggio 2015 (4)
  • aprile 2015 (4)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (2)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (3)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (4)
  • luglio 2014 (5)
  • giugno 2014 (4)
  • Maggio 2014 (2)
  • aprile 2014 (4)
  • marzo 2014 (4)
  • febbraio 2014 (2)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (6)
  • novembre 2013 (2)
  • ottobre 2013 (6)
  • settembre 2013 (2)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (1)
  • giugno 2013 (3)
  • Maggio 2013 (3)
  • aprile 2013 (3)
  • marzo 2013 (3)
  • febbraio 2013 (3)
  • gennaio 2013 (1)
  • dicembre 2012 (6)
  • novembre 2012 (2)
  • ottobre 2012 (3)
  • settembre 2012 (4)
  • agosto 2012 (3)
  • luglio 2012 (2)
  • giugno 2012 (4)
  • Maggio 2012 (4)
  • aprile 2012 (5)
  • marzo 2012 (5)
  • febbraio 2012 (6)
  • gennaio 2012 (6)
  • dicembre 2011 (6)
  • novembre 2011 (5)
  • ottobre 2011 (4)
  • settembre 2011 (6)
  • agosto 2011 (5)
  • luglio 2011 (4)
  • giugno 2011 (3)
  • Maggio 2011 (4)
  • aprile 2011 (5)
  • marzo 2011 (6)
  • febbraio 2011 (5)
  • gennaio 2011 (4)
  • dicembre 2010 (5)
  • novembre 2010 (5)
  • ottobre 2010 (3)
  • settembre 2010 (5)
  • agosto 2010 (4)
  • luglio 2010 (5)
  • giugno 2010 (7)
  • Maggio 2010 (4)
  • aprile 2010 (4)
  • marzo 2010 (8)
  • febbraio 2010 (4)
  • gennaio 2010 (5)
  • dicembre 2009 (8)
  • novembre 2009 (4)
  • ottobre 2009 (5)
  • settembre 2009 (7)
  • agosto 2009 (3)
  • luglio 2009 (6)
  • giugno 2009 (6)
  • Maggio 2009 (5)
  • aprile 2009 (5)
  • marzo 2009 (7)
  • febbraio 2009 (6)
  • gennaio 2009 (8)
  • dicembre 2008 (7)
  • novembre 2008 (7)
  • ottobre 2008 (8)
  • settembre 2008 (7)
  • agosto 2008 (6)
  • luglio 2008 (5)
  • giugno 2008 (7)
  • Maggio 2008 (9)
  • aprile 2008 (7)
  • marzo 2008 (9)
  • febbraio 2008 (7)
  • gennaio 2008 (6)
  • dicembre 2007 (7)
  • novembre 2007 (8)
  • ottobre 2007 (9)
  • settembre 2007 (7)
  • agosto 2007 (4)
  • luglio 2007 (8)
  • giugno 2007 (6)
  • Maggio 2007 (6)
  • aprile 2007 (7)
  • marzo 2007 (4)
  • febbraio 2007 (7)
  • gennaio 2007 (8)
  • dicembre 2006 (7)
  • novembre 2006 (8)
  • ottobre 2006 (5)
  • settembre 2006 (8)
  • agosto 2006 (4)
  • luglio 2006 (8)
  • giugno 2006 (6)
  • Maggio 2006 (7)
  • aprile 2006 (5)
  • marzo 2006 (6)
  • febbraio 2006 (4)
  • gennaio 2006 (5)
  • dicembre 2005 (5)
  • novembre 2005 (5)
  • ottobre 2005 (5)
  • settembre 2005 (4)
  • agosto 2005 (6)
  • luglio 2005 (4)
  • giugno 2005 (6)
  • Maggio 2005 (7)
  • aprile 2005 (8)
  • marzo 2005 (7)
  • febbraio 2005 (6)
  • gennaio 2005 (8)
  • dicembre 2004 (7)
  • novembre 2004 (7)
  • ottobre 2004 (8)
  • settembre 2004 (6)
  • agosto 2004 (6)
  • luglio 2004 (8)
  • giugno 2004 (7)
  • Maggio 2004 (8)
  • aprile 2004 (7)
  • marzo 2004 (10)
  • febbraio 2004 (10)
  • gennaio 2004 (5)
  • dicembre 2003 (5)
  • novembre 2003 (10)
  • ottobre 2003 (9)
  • settembre 2003 (2)
licenza creative commons

About me

  • AitanLink
  • E-mail
  • News
  • Su di me
  • Immagini
  • Textículos
  • Versículos

Tag Cloud

anarchia Anno Nuovo arte attentati auguri autunno bambini blog cambiamento compleanno coronavirus crisi da lontano decrescita digitale donne dubbi egitto entronauta facebook formazione foto Frattamaggiore futuro galeano governo goya guerra idiomatica immagini immigrazione indifferenza inter ludi interludi invettive lavoro mare memoria migranti morte musica musiche napoli Natale natura pandemia parole poesia politica primavera razzismo recensioni rete ricordi rime romantico scrittura scuola social social network sogno solitudine sonno stefania storia tempo texticulos traduzione vacanze vecchiaia versi versiculos video vino vita civile

BlogItalia

BlogItalia - La directory italiana dei blog

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • ((( aitanblog )))
    • Segui assieme ad altri 247 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ((( aitanblog )))
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra