Gli uomini che fuggono
dalle loro terre
martoriate da fame e guerre
per approdare cadaveri
in queste terre
di mafie, camorre e fuochi
sono un chiaro segno
dell’apocalissi
in cui sopravvivo e vissi
03 giovedì Ott 2013
Posted versiculos, vita civile
inGli uomini che fuggono
dalle loro terre
martoriate da fame e guerre
per approdare cadaveri
in queste terre
di mafie, camorre e fuochi
sono un chiaro segno
dell’apocalissi
in cui sopravvivo e vissi
E’ una verità amara quanto la realtà che la produce. E se io non ho parole, qui qualcuno le ha trovate. Ma questo non consola…
Queste sono parole che avevo scritto ieri, prima che si aggiungesse tragedia alla tragedia in un crescendo di morte e dolore. E nessuna parola basta a consolare e farci sentire assolti.
No, hai detto bene… non ne basta nessuna! E probabilmente non basterebbero nemmeno i fatti, se anche ce ne fossero di concreti affinché tutto questo si fermi!
Che fare, allora? Scappare via, magari nella direzione contraria a quella dei barconi della morte?
No, Penso che la cosa da fare sia accogliere i barconi e lavorare perché ne partano sempre meno, togliendo i motivi per i quali la gente debba scappare da dove è nata; motivi che abbiamo contribuito tutti a rendere pesanti, con egoismo e indifferenza. Come? Il primo passo è prendere coscienza, forse. Il secondo è accogliere facendo fronte all’emergenza, il terzo attuare delle politiche che siano giuste e che guardino avanti, per evitare che tutto questo si ripeta. E dobbiamo farlo insieme.Sono solo parole e ne sono state dette tante. Siamo in ritardo, ma è necessario cominciare a Fare.
Sono parole ragionevoli, le tue e, quindi, inattuate, inattuabili.
Inattuate. Niente è inattuabile.
Spero tanto che il tuo ottimismo sia ben riposto.
infatti, nesuna parola.
stiamo morendo anche noi di storia andata a male…
Forse siamo perfino già morti…
almeno avremmo una scusa…
Hai ragione, Cristina, da vivi, da sopravvissuti, scuse non ne abbiamo, e non possiamo sentirci assolti.
hai saputo dare voce in modo molto toccante, emozionante, vero, a questa tragedia Aitan, parole le tue, che toccano il cuore ma fanno altresì riflettere, perché è vero non può esserci assoluzione…
A me torna spesso in mente una strofa di una canzone di FdA che diceva più o meno: “Per quanto voi vi crediate assolti / siete per sempre coinvolti.”
bellissima, grazie per qeusta perla di saggezza che non conoscevo, da segnarsela…
Nel repertorio di De André sono molti i versi notevoli, degni di nota ed anche di citazione.
De Andrè è uno dei miei cantautoti preferiti, uno dei più grandi che ci siano stati, le sue canzoni sono non solo poesia, musicalità, bellezza allo stato puro, contengono come ben dici versi notevoli, che inducono a riflettere,chiedersi, mettersi in discussione, insegnano…
De André è stato per me una specie di padre putativo.