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La vita è troppo breve per fare una sola cosa.
Spero di riuscire ad essere sempre dispersivo
come sono e non smettere mai di imparare
ogni giorno cose nuove.
(Gaetano Vergara)
Il mattino dell’ultimo giorno un mendicante slavo gli regalò un libro dalla copertina di pelle rossa. Non c’era nessun titolo, ma la prima pagina diceva che era la storia della sua vita e raccontava il giorno in cui sua madre incontrò suo padre in un bar di periferia. Incredibile, su quella pagina c’era proprio nero su bianco il nome suo, accanto a quelli di mamma, di papà e dei suoi due fratelli, e c’era pure scritto che i suoi, quando lui nacque, vivevano in case separate e tornarono insieme il giorno del suo primo compleanno. Inebriato, sfogliò in un minuto tutte le pagine del libro sbirciando qua e là qualche parola o qualche rigo. Nessun dubbio, tutto vero, tutto com’era accaduto, era proprio la sua vita vergata punto per punto da una mano misteriosa.
L’ultima cosa che fece prima di stramazzare al suolo con il libro aperto sull’ultima pagina del libro fu correre a leggere che sarebbe morto scorrendo con lo sguardo e con il dito l’ultima parola di quell’ultimo rigo.