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~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: settembre 2015

Se cessione deve essere, cessione sia – (Versi un po’ arrabbiati e quasi neo-barbonici)

23 mercoledì Set 2015

Posted by aitanblog in idiomatica, invettive, versiculos, vita civile

≈ 13 commenti

Tag

idiomatica, invettiva, versiculos, vita civile

Quanti abiti firmati Armani e Valentino;
Quante automobili e camion fatti a Torino;
Quanti prosciutti e quante forme di parmigiano;
Quante borse di Prada provenienti da Milano;
Quante sigarette, quanti vini e liquori;
Quante barche a vela, mirra, argenti e ori.

Quant’i motociclette s’hanna accattate ‘e muschilli
Pe ffa ‘i scippe senza casco, co’ viento int’e capille;
Quanti frigorifere ‘e quante lavatrice ‘e quatte sorde
E quant’ata rrobba ‘e merda ca mo nun me arrircode.
Quanta munnezza c’avite mannate da ‘stu nord
Primma ca se seccava a zezzenella e se spezzava ‘a corde.

E mo’ che v’accattate pure vuje tutto da Cina,
Ve vulite spartere? Ma jate ‘a ffa quatte bucchine!


(Versione italiana delle due strofe finali)
Quante motociclette hanno comprato i “muschilli”*
Per fare scippi senza casco, col vento tra i capelli;
Quanti frigoriferi e quante lavatrici da quattro soldi
E tant’altra roba di merda che ora non ricordo;
Quanta immondizia ci avete mandato su dal nord,
Prima che si rinsecchiva la mammella e si spezzava la corda.
E ora che comprate anche voi ogni cosa dalla Cina,
Vi volete separare? Ma andate a fare quattro pompini!


* I “muschilli” (letteralmente moscerini) sono ragazzini reclutati dalla malavita organizzata per consegnare droga ai tossicodipendenti. Il termine ha avuto una diffusione nazionale a partire dal 1985, dopo che ne scrisse Giancarlo Siani nel suo ultimo articolo pubblicato sul Mattino il giorno prima che fosse assassinato dalla camorra giusto 30 anni fa.
Questo post è dedicato alla sua memoria e a quella di tanti muschilli morti sul campo.

Immagine

Interludio in omaggio al sottotitolo di questo blog

20 domenica Set 2015

Tag

interludi, stefania, vita civile

Invito alla lettura - Stefania nella Villa comunale di napoli - 2015

Invito alla lettura – Stefania alla Villa Comunale di Napoli. Estate 2015

(Se non riesci a leggere i manifesti, clicca sull’immagine.)

Pubblicato da aitanblog | Filed under inter ludi

≈ 4 commenti

Flussi inarrestabili

11 venerdì Set 2015

Posted by aitanblog in vita civile

≈ 3 commenti

Tag

vita civile

Se un fiume straripa, non metti le forze di polizia a fare da argine con le mani vuote o a colpi di pistola. Se un fiume straripa, è inutile innalzare muri e segnare confini; le acque trovano quasi sempre crepe e fessure in cui filtrare e travasarsi, oppure si innalzano e tracimano oltre i limiti di cemento e i confini tracciati.
Quello che puoi fare è preparare il territorio circostante prima che il fiume straripi, piantare gli alberi giusti intorno alle rive e creare l’ambiente adatto ad accogliere le eventuali fuoriuscite. Forse a quel punto capirai che tutta quell’acqua da cui ti difendevi, può essere perfino una benedizione, una risorsa che si riversa sulla tua terra.
L’acqua affoga e disseta. L’acqua lava ed inonda. L’acqua rinfresca ed esonda.
Soltanto gli stupidi passano il loro tempo a cercare di fermare i flussi e i riflussi o si impegnano con tutte le loro forze a svuotare il fiume con un bicchiere o con il cappello di un carabiniere.
L’acqua sceglie il letto su cui adagiarsi, crea affluenti e deviazioni, esce fuori dagli argini e decide da sola la sua strada adattandosi o contrapponendosi al terreno che trova intorno.
Chi non è stupido sa che non si può arrestare o governare un versamento d’acqua per forza di legge.

Similmente le masse umane.

Con la differenza, non da poco, che ciascuno degli individui che forma un flusso migratorio è dotato di scienza e coscienza e porta con sé una storia e un coacervo di sentimenti contrastanti che fanno di lui (e di te) un angelo, uno sterminatore o un angelo sterminatore; liquido limpido che lava e toglie la sete e l’arsura o flusso malefico che affonda, esonda e sprofonda.

Noi italiani queste cose dovremmo capirle benissimo. Sentirle come una parte di noi stessi, perfino.
Siamo probabilmente il popolo più ricco di varietà genetica di tutta l’Europa. Basta passeggiare per il Paese per accorgersene. Da nord a sud, da est a ovest ed anche nell’entroterra, si possono vedere una accanto all’altra persone bionde, scure, rosse, ambrate; occhi neri, verdi, marroni e azzurri; uomini e donne longilinee e donne e uomini bassini o tarchiati. Non c’è bisogno di fare centinaia o migliaia di chilometri per assistere a tanta sorprendente varietà di modi di essere italiani. Nello stesso piccolo borgo di uno sperduto paese dell’Appenino o della Sardegna, si può già trovare tutta la varietà di cui parlo. E, dall’incontro di persone così diverse, nascono altri capolavori della natura.

Ma da cosa deriva tutta questa ricchezza genetica se non da una continua storia di flussi migratori e di incontri tra persone differenti che si sono conosciuti e mescolati in questo piccolo territorio allungato sul mare?

È chiaro, poi, che una tale quantità di donne e uomini riversata nel paese possa cambiare gli equilibri socioeconomici dei nostri territori. Ma sta a noi saper incontrarci con loro, inserirli nel nostro tessuto sociale ed evitare che diventino manovalanza per la criminalità organizzata o trasformarsi in un Esercito Industriale di Riserva cui i detentori del capitale possano attingere selvaggiamente, allo scopo di alimentare la concorrenza tra i lavoratori, garantire un basso livello salariale ed impedire il proliferare di rivendicazioni sindacali.
Ma questi sono problemi che attengono al nostro contesto sociopolitico, non ai flussi migratori. La criminalità e, soprattutto, l’ingiustizia, lo sfruttamento e la sopraffazione dell’uomo sull’uomo esistevano già prima che scoppiassero queste contraddizioni e che la fame e le guerre facessero spostare masse sempre crescenti di donne, uomini e bambini fuori dalle loro terre di provenienza, per cercare una possibilità di cambiamento in Europa o in paesi con una migliore qualità di vita.
Insomma, non puoi prendeterla con l’ultimo arrivato se la terra in cui vivi è dilaniata dalle mafie o se i capitalisti nazionali e sovrannazionali fanno il bello e il cattivo tempo con l’economia del tuo paese o se il mercato del lavoro diventa sempre più selvaggio, sanguinario e spietato. Cerca di tenere in ordine la tua casa, prepara una stanza per gli ospiti e apri la porta al cambiamento. Vedrai che continuerai a vivere la tua vita anche se piove, il fiume straripa e sulla tua terra arriva nuova gente.

Aspettando Donna Lena

08 martedì Set 2015

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, musiche

≈ 10 commenti

Tag

idiomatica, immagini, musica, video

Dice ca vene

Dice ca vene cchiù tarde

Dice ca vene cchiù tarde o dimane

Dice ca vene e po’ nun vene

Dizze donna Lena

Dizze donna Lena

Dizze donna Lena

Questa me la sono cantata, me la sono suonata e poi me la sono pure girata da solo.
La butto qui con un certo rossore in viso, sperando che non offenda troppo il vostro udito ed il vostro senso estetico.

Senza ulteriori oneri

06 domenica Set 2015

Posted by aitanblog in vita civile

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Tag

vita civile

Mi sto studiando in dettaglio la legge denominata “La Buona Scuola”.
Sulla carta, qualche punto potrebbe anche costituire un autentico miglioramento; voglio essere ottimista e guardare le cose con un certo distacco. Tuttavia, mi colpisce molto il fatto che ad ogni piè sospinto compaia qualche dicitura tipo: “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. (*)

In una quarantina di pagine ho contato poco meno di 30 occorrenze di questa formuletta micragnosa. Una controprova del fatto che si vuole fare una specie di riforma senza battere cassa e senza attuare un serio investimento capace di fornire una nuova scala all’ordine delle priorità del nostro Paese.
Peraltro, l’insistita ripetizione di quella specie di mantra finanziario [“senza nuovi o maggiori” (o “ulteriori”) “oneri per la finanza pubblica”], mi ha richiamato alla memoria quell’imprescindibile articolo 33 della costituzione che al terzo comma dà a chiunque la possibilità di istituire scuole di ogni tipo o natura per impartire qualsiasi tipo di istruzione, purché ciò avvenga “senza oneri per lo Stato”.
Ma, un momento, qui la sedicente Buona Scuola, quando punta al risparmio, si riferisce all’istruzione pubblica, non a quel settore dell’istruzione privata che già per principio non dovrebbe comportare oneri per il bilancio dello Stato. O almeno io avevo sempre capito così. Nella mia ristretta e antiquata concezione civica, credevo che fosse la scuola pubblica a dover garantire il libero accesso all’istruzione, senza alcuna discriminazione (art. 34, comma 1 della Costituzione), assicurando la gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2) e il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli (art. 34, comma 3). Ma è evidente che qualcosa è cambiato nel Paese e nell’interpretazione della legge fondamentale dello Stato italiano (è risaputo che dappertutto, ma ancor più dalle nostre parti, ogni cosa è soggetta a interpretazione, a uso e consumo del vincitore di turno).
E così, ecco che al comma 151 della Legge della Buona Scuola si stabilisce la detraibilità di 400 euro per le spese sostenute per la frequenza dei nostri figli in scuole paritarie. La cosa, per me, risulta pure conveniente (ho una figlia in un asilo privato, per personali motivi di orario), ma, ribadisco, io ero rimasto alla banale interpretazione secondo la quale “senza oneri per lo Stato” significasse senza oneri per lo Stato.

E va be’, mi adatterò anche a questo cambiamento, come mi adatterò ad assumere maggiori carichi di lavoro senza che questo comporti ulteriori oneri per le disastrate finanze pubbliche del Paese. Siamo in crisi e abbiamo già un mare di spese da investire nella difesa delle nostre sacre frontiere e nel mantenimento della burocrazia e della classe governativa di questo povera Repubblica Italiana. Suvvia, un po’ di amor patrio! Battiamo le mani e smettiamola di protestare!


(*)

Art.1 – comma 8
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 10
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 22
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 23
senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 24
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 32
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 36
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 43
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 44
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 47
senza determinare nuovi o maggiori oneri a carico dei loro bilanci

Art.1 – comma 48
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 59
Dall’attuazione delle disposizioni di cui al presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 65
senza ulteriori oneri rispetto alla dotazione organica assegnata
senza ulteriori oneri rispetto alla dotazione organica assegnata
senza ulteriori oneri rispetto alla dotazione organica assegnata
[Sic! La formuletta si ripete 3 volte nello stesso comma]

Art.1 – comma 67
Dall’attuazione delle disposizioni di cui al comma 66 non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 70
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 74
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 83
Dall’attuazione delle disposizioni del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 91
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 129
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 141
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 149
senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato

Art.1 – comma 152
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 159
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art.1 – comma 180
senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato

Art.1 – comma 185
Dall’attuazione delle deleghe di cui ai commi 180 e 184 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

Art.1 – comma 206
senza maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato

Interludio incazzato

01 martedì Set 2015

Posted by aitanblog in inter ludi, invettive

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Tag

interludi, invettive

Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita per farti capire che faresti meglio a startene zitto e muto, invece di dire tante cazzate e farmi perdere tempo a sentirti e poi mettermi nella condizione di doverti far sapere che non sono d’accordo con quello che dici e che darei perfino la vita (per così dire) pur di non sentirti mai più spargere in giro tante stronzate come una mandria di mucche diarroiche.

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