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Dice ca vene
Dice ca vene cchiù tarde
Dice ca vene cchiù tarde o dimane
Dice ca vene e po’ nun vene
Dizze donna Lena
Dizze donna Lena
Dizze donna Lena
Questa me la sono cantata, me la sono suonata e poi me la sono pure girata da solo.
La butto qui con un certo rossore in viso, sperando che non offenda troppo il vostro udito ed il vostro senso estetico.
Ma sai che è bella! La musica prende, evoca paesi lontani, atmosfere sospese…la voce suggestiona e porta il pensiero lontano…forse per questo Lena “dice ca vene” ma non può!
:)
Sei molto gentile, Elis.
Ma, in quanto alla voce, come ho appena scritto sul Faccialibro, ogni volta che mi risento ho l’impressione di aver ingoiato una rana, che ha mangiato un rospo, che ha ingurgitato un principe stonato che al mercato mio padre comprò.
Ma no! La voce è in sintonia con la musica, va benissimo: volevi forse cantare.. in falsetto, o come un corista (adulto) dalla voce bianca? :) :) :)
La verità Elis è che non lo so proprio cosa volessi fare. Il mezzo tecnico vocale mi sfugge proprio di mano.
io ti confermo quanto scritto su fb.
e mi piace il commento di Elis,
E io torno a ringraziarti-vi… :)
Sono molto sincera: mi è piaciuta moltissimo. Il video è evocativo e la musica magica. La voce si accorda benissimo col clima; Io il rospo lo intrasento solo in un passaggio, ma lo riscatta la nota d’angoscia che pervade il passaggio successivo. Mi è sembrato di stare seduta sull’altalena di un filo di quegli scacciaspiriti che suonano col vento, di essere appesa anch’io ad asciugare in attesa di tornare a bagnarmi nel mare che le ultime note evocano e lasciano sfiorare. Bene, aitan. Davvero.
Grazie, Zaritmac. È bello sentirsi dire queste cose da te che da piccola hai respirato musica e hai visto nascere da tuo padre tante belle melodie destinate a diventare diffuse e popolari.
Il brano è buono, Aitan. Bisognerebbe solo elaborarne una versione fatta con mezzi professionali. Ha quella forma di magia che è a metà strada tra la musica napoletana e quella brasiliana.Quanto ai mezzi vocali, ognuno ha quelli che ha. Pensa che io, quand’ero studentello, ho lasciato perdere la musica perché sapevo di non disporre di un’estensione vocale sufficiente. Ho continuato però, sporadicamente, a comporre, e qualcosa ogni tanto carico su youtube. Da quel momento l’Italia ha avuto un cantautore in meno e un (modesto) letterato in più, come se non ce ne fossero già abbastanza. Peccato per quella vena musicale che forse mi proveniva da qualche antenato napoletano, dato che la mia famiglia è il risultato di un’ibridazione da manuale :-)
Comunque mo nuie vulimmo sapè si sta Donna Lena vene o nun vene!
Ti ringrazio molto, Guido.
Effettivamente registrazione è molto molto rudimentale (l’ho fatta col telefonino).
Ho già ascoltato tempo fa qualche tuo brano. Mi riprometto di tornare a sentire, quando sarò al PC.
Donna Lena, secondo me, nun vene, e forse è meglio accussì.