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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Yerma

29 venerdì Gen 2016

Posted by aitanblog in versiculos

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Tag

albero, arido, desolazione, terra, versi

Un terreno su cui non ha mai piovuto.
Un albero che non ha dato frutto.
Un ramo che non ha ospitato nido.
Una foglia secca che presto cadrà
su un suolo senza traccia d’erba,
lombrico o foglia.

Come è triste e disperata
la solitudine non ricercata!

Fare memoria, combattere l’indifferenza e reagire all’intolleranza

27 mercoledì Gen 2016

Posted by aitanblog in immagini, recensioni, riflessioni, vita civile

≈ 6 commenti

Tag

indifferenza, memoria, newton, razzismo, rom, storia

Diceva Bernardo di Chartres e ripeteva Isaac Newton “che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.”*
Vorrei crederci, ma a volte ho l’impressione che avesse ragione Aldous Huxley nel ritenere che il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia sia la lezione più importante che la storia ci insegna.

Vedo molti celebrare il Giorno della Memoria senza capire che la prima cosa che lo sterminio di ebrei, rom, sinti, omosessuali e oppositori politici di ogni razza e natura ci insegna è che non si può essere indifferenti di fronte a ogni tipo di discriminazione. Il razzismo dovremmo riconoscerlo e stanarlo prima di tutto dentro noi stessi.
Troppo facile commuoversi davanti ai pigiami a strisce di ebrei lontani nel tempo e nello spazio e poi continuare a usare la parola ebreo come un’offesa. Troppo comodo considerare il passato come un film commevente e rivolgerci nel presente con parole e atteggiamenti intolleranti nei confronti degli stranieri della porta accanto e dei neri e dei rom che incrociamo per strada o al varco di un semaforo. Comodo e facile come ripetere a ogni pie sospinto “io non sono razzista, ma gli zingari però…”.


Foto di Gaetano Aitan Vergara  scattata una decina di anni fa a Berlino

Denkmal für die ermordeten Juden Europas – Foto di Gaetano “Aitan” Vergara scattata una decina di anni fa a Berlino

«L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’educazione non è l’ignoranza, ma l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è la bruttezza, ma l’indifferenza. L’opposto della giustizia non è l’ingiustizia, ma l’indifferenza. L’opposto della pace non è la guerra, ma l’indifferenza alla guerra. L’opposto della vita non è la morte, ma l’indifferenza alla vita o alla morte. Fare memoria combatte l’indifferenza» (Elie Wiesel)

Burattinai della finanza e piccoli pinocchi appesi all’albero

21 giovedì Gen 2016

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

≈ 8 commenti

Tag

economia, finanza, imprese, pescecani, vita civile

Il fatto che sembri che sia così facile per i soliti pescecani fare speculazioni finanziarie in borsa che possono far crollare titoli, imprese, banche e perfino governi mi conferma nell’idea che per loro, per questi occulti burattinai della finanza, i piccoli azionisti non sono altro che utili cretini da accalappiare col sogno pinocchiesco del denaro che germoglia dall’albero e che, da un giorno all’altro, trasformerà anche te da pesciolino a pescecane. Salvo poi trovarsi a penzolare dall’albero con la corda al collo in attesa di una fata turchina o di un aiuto governativo che non ti restituirà mai tutto quello che hai buttato nel pozzo del sogno.

________________________________

Altro su economia sperequativa, banche e finanza l’ho raccolto negli anni qui:
http://aitan.tumblr.com/tagged/finanza

Nell’ora della digestione

17 domenica Gen 2016

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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Tag

cambiamento, economia, galeano, storia, vita civile

Considerazioni internazionali nell’ora della digestione, dopo aver mangiato un hamburger cinese e peperoni della terra dei fuochi ascoltando un tiggì pieno di schermaglie occidentali e pseudoscontri di inciviltà.

Dopo lo scandalo Volkswagen, lo scandalo Renault. Ma se ne è parlato molto meno. I primi della classe tedeschi, sempre così precisi e pieni della loro ostentata etica protestante ed ecologista, sono più antipatici.
I risultati, però, sono gli stessi: i fabbricanti di automobili ci inquinano e ci prendono per il culo. Una volta si sarebbe parlato della spietatezza del capitalismo che ci inganna e fa delle nostre vite carne da macello. E si sarebbe colpito nel segno, una volta. Oggi si preferisce fare le guerre etniche e dare la colpa al vicino o a chi viene da lontano.
Intanto il prezzo del petrolio è sceso dai 100 ai 30 euro al barile (anche se al distributore s’è risparmiato solo qualche centesimo di euro).
Le auto, soprattutto le auto alimentate con benzina e gasolio, hanno fatto il loro tempo e il petrolio perde ogni giorno la sua centralità nell’economia mondiale. Ma facciamo come se niente fosse e fingiamo che il mondo sia ancora quello che era. Per resistere a un cambiamento che è ormai nelle cose, a Occidente le fabbriche si fanno la guerra a colpi di disonestà a carico dei clienti e dei pedoni privi di mascherina, a Oriente sia sunniti e sciiti che sunniti e sunniti si fanno la guerra per il potere e per il petrolio, mentre la povera gente continua a impoverirsi o fugge dalle distruzioni e dai conflitti. Noi, però, guardiamo dall’altra parte e preferiamo parlare di popoli ostili e scontri di religione e di civiltà e, parlando parlando e straparlando, alimentiamo l’odio e lo scontro; lo rendiamo reale.
Non ce ne accorgiamo, o fingiamo di non accorgercene, che è tutto questo modello di civiltà fondato sulla finanza e sull’oro nero che sta crollando. Meglio rispondere fondamentalisticamente al fondamentalismo imperante e continuare a scorrazzare con le nostre auto (quando non siamo fermi a imprecare contro il traffico) e a ballare in salotti riscaldati a gas o a petrolio, mentre il Titanic del capitalismo affonda. Perfino in Cina. E così la sentiamo più vicina, la Cina.

Non ho soluzioni. Ma molti segni mi dicono che solo tante persone che una alla volta cambiano il proprio modello di vita possono cambiare il mondo. Con scelte consapevoli e capacità di dialogo. Tante persone libere, capaci di muoversi senza frontiere e lasciandosi contaminare dalle cose buone giuste e belle delle culture altrui. Persone capaci di contagiare positivamente altre persone e di andare a piedi verso un mondo nuovo. Lo so che sembra ingenuo e fottutamente ottimistico parlare di mondo nuovo dall’epicentro della crisi, ma mi sembra anche più ingenuo ed esiziale l’atteggiamento di chi legge tutto nell’ottica delle guerre tra i buoni e i cattivi e arrivano_i_nostri e sia_maledetto_l’infedele_e_la_quinta_colonna_che_lo_difende.

Dopo lo scandalo Renault, lo scandalo Volkswagen, poi magari toccherà alla Fiat Chrysler o alla Rover inglese. Ma non è questo il punto. Si tratta di vedere oltre le fabbrichette e il petrolio che le alimenta. Secondo me.

“Mucha gente pequeña, en lugares pequeños, haciendo cosas pequeñas, puede cambiar el mundo” ha scritto da qualche parte Eduardo Galeano con la forza incisiva della sua capacità di sintesi.

(Ok, ora prendo la mia auto a benzina e vado a passare la santa domenica in un centro commerciale che sta ad Afragola, ma potrebbe stare uguale in Alabama, ad Ankara o in Angola. Sperando che a nessuno venga in mente di lasciarsi scoppiare tra la folla e che un rom, un sinti o un tossico di paese non mi scassi il finestrino in cerca di pane, di telefonini o di monete.)

Pieno di se e di ma

12 martedì Gen 2016

Posted by aitanblog in immagini

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Personaggio pieno di se e di ma

Destandosi un mattino da sogni agitati…

Dubito, forte sum (dove “forte” vuol dire forse, probabilmente)

05 martedì Gen 2016

Posted by aitanblog in versiculos, vita civile

≈ 8 commenti

Tag

versiculos, vita civile

Ho una tremenda paura delle persone che non hanno dubbi
Di qualunque religione, razza o credenza esse siano
È tra loro che allignano i terroristi
E quelli che il terrorismo alimentano
Spargendo odio sotto forma di granitiche certezze

Ho una tremenda paura delle persone che non hanno dubbi e dei pensieri che non lasciano spazio a discussioni

Per questo dubito anche della giustezza di questo mio pensiero
Ma mi resta la paura insieme al forse (forte).

Vale, tuttavia, il principio
Che nelle pratiche di vita quotidiana
Bisogna essere sì problematici
Ma non tanto da rimanere immobili
E di fronte a una scelta
A un dato momento
Si debba comunque decidere
Di imboccare una strada
E percorrerla fino al prossimo bivio
Di fronte al quale
Dopo aver vagliato i nostri dubbi e incertezze
Bisognerà di nuovo scegliere
Il sentiero di sinistra o di destra
Non dimenticando che esiste sempre
Anche una terza opzione alle nostre spalle
E innumerevoli possibilità di farsi strada di lato
Tracciando sentieri coi propri passi
Lungo cammini non ancora percorsi

Il che rende le nostre strade potenzialmente infinite
Quand’anche davanti a noi
Si prospettassero sempre e solo bivi
E non anche trivi, quadrivi,
Crocicchi infernali
E paradisiache distese

D’altro canto,
Ad ogni buon conto
E in ogni situazione,
È meglio essere
Dilaniato dai dubbi
Che impietrito
Dalle certezze.

___________________________________

Dedico queste parole a tutte le persone piene di se, senza accento né saccenza (o sarebbe più corretto dire “saccenteria” nonostante la larga diffusione in internet della “saccenza” e sui vocabolari della “saccenteria”? Va be’, lascio “saccenza”, che mi suona meglio in questa frase. Credo dipenda dal gusto della rima più che da quanto affermavo prima, a proposito della diffusione popolare nell’ambito amplio della comunicazione virtuale.)

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

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