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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: marzo 2018

È così poco il tempo che non posso limitarmi a fare una cosa sola.

27 martedì Mar 2018

Posted by aitanblog in riflessioni

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Tag

tempo

– Ma come hai potuto darmi una sola vita e tante cose da fare, apprendere e imparare?

Lo grido ripetutamente, a giorni alterni e a giorni contigui, rivolgendo la mia richiesta a qualcuno che non so e che, ne sono certo, seppure lo conoscessi, non sarebbe in grado di darmi ulteriori spiegazioni. La vita è troppo breve per fare una cosa sola. È un pensiero ricorrente, quasi un’ossessione in cui mi arrovello ripetutamente. La vita è troppo breve, il tempo troppo esiguo…

Spero di riuscire ad essere sempre dispersivo come sono e non smettere mai di imparare ogni giorno cose nuove.
Il corso dei giorni a venire è troppo limitato e ristretto per avere il tempo di sapere e fare le infinite cose che vorrei fare e sapere. Su questa meravigliosa vita c’è stampigliata una data di caducità illeggibile, ma di certo estremamente ravvicinata alla data di creazione.

La vita è troppo breve, ma è anche troppo bella per sprecarla a fare di malavoglia una cosa sola. Fatemi passare da un ramo all’altro ramo e fatemi restare con l’impressione che ogni impegno sia ozio e non negozio.
Non mi chiudete in una gabbia di prescrizioni e obblighi ripetitivi che lasciano poco o nessuno spazio per creare, cambiare e reinventare il mondo.

Ricorsi amari

24 sabato Mar 2018

Posted by aitanblog in texticulos

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Tag

immigrazione

Nella prima settimana di marzo, un fatto di cronaca, che non esplicito per non spoilerarmi da solo, mi ha fatto venire in mente un mio breve testo di una trentina di anni prima: un raccontaccio brutto, sporco e cattivo fin dal titolo.
Lì per lì non mi è venuto di rileggerlo e ho lasciato cadere la cosa nell’accozzaglia delle scritture dimenticate. Poi stamattina, mentre cercavo altro, questa brutta storia mi è capitata tra le mani e non ho potuto fare a meno di leggerla e confermare che si tratta di una storiella molto attuale, un testo che per certi versi potrebbe sembrare perfino trendy (ovvero modaiolo ovvero di tendenza ovvero suburrico e gomorresco).

Nel 2008, proprio di questi tempi, lo avevo pubblicato in due parti tra le pagine di questo blog, dove, volendo, potreste ancora rileggerlo e capire di cosa parlo. Magari anche solo per confermare o confutare le mie summenzionate impressioni.

Prima parte: https://aitanblog.wordpress.com/2008/03/24/433/

Seconda parte: https://aitanblog.wordpress.com/2008/03/26/434/

Facebook, Pulcinella e i nostri Dati pubblici e segretati

21 mercoledì Mar 2018

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, vita civile

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Tag

dati personali, facebook

Scandalo di Pulcinella: una società inglese di analisi dei dati (la Cambridge Analytica) ha raccolto informazioni di una cinquantina di milioni di utenti Facebook e li ha usati per profilare i potenziali elettori di Trump e di chissà quanti altri politici di tutto il mondo, in modo da concepire messaggi propagandistici e pubblicitari cuciti addosso ai singoli votanti della parte del pianeta che si sveglia e si addormenta col telefonino in mano.

Segreto di Pulcinella by Gaetano 'Aitan' Vergara

È una brutta storia, un fatto preoccupante, un cancro della democrazia rappresentativa… Ma vi sembra davvero una novità il fatto che il prezzo che paghiamo per trascorrere il nostro tempo su Facebook a trastullarci, ad arrabbiarci e, soprattutto, a metterci in mostra sia costituito dai nostri dati messi a disposizione degli inserzionisti e delle società marketing e di analisi predittive che, non dimentichiamolo, sono le  finanziatrici principali del social network più diffuso al mondo?
Prima d’ora non vi siete mai resi conto che tante volte avete svenduto voi stessi il vostro profilo e quello dei vostri amici anche a terzi che non appartengono direttamente all’entourage di Mark Zuckerberg, condividendo pensieri e foto e partecipando a giochini e test in cui li autorizzate a profilarvi?
Eppure ve lo detto e ridetto un sacco di volte anche da qua:

https://aitanblog.wordpress.com/2018/01/15/test-e-privacy/

Insomma, ben venga questo scandalo se servirà a farvi chiedere perché mai Facebook sia offerto gratuitamente e da dove vengano le sue decine di miliardi di entrate e la sua quotazione in borsa messa periodicamente in crisi da qualche più o meno consistente rivelazione.

Ma soprattutto questa crisi momentanea del sistema potrebbe aiutarci a mettere a fuoco le ragioni e i rischi della nostra presenza e della nostra sovraesposizione in rete.

Pascal si rese conto già 4 secoli fa che siamo pronti a sacrificare tutto per alimentare la nostra vanità e catturare un po’ di attenzione.

“La vanità è a tal punto radicata nel cuore dell’uomo che un soldato, un attendente, un cuciniere, un vessillifero si vantano e vogliono degli ammiratori. E anche i filosofi li vogliono, e quelli che scrivono contro tutto ciò vogliono la gloria di avere scritto bene, e quelli che leggono vogliono la gloria di averli letti, e anch’io che sto scrivendo ho forse questo desiderio, e forse quelli che lo leggeranno.”

Sicuramente questo desiderio consuma anche me e te che stiamo pseudocomunicando attraverso questo schermo (magari anche solo per sentirci meno soli e isolati). Ma, perdindirindina, cerchiamo almeno di essere consapevoli che questa vanità ci rende un po’ meno liberi e mette noi e i nostri amici alla mercé dei mercanti del tempio digitale.

Franco Del Prete Sud Express – La chiave tour, Prima tappa

16 venerdì Mar 2018

Posted by aitanblog in musiche, recensioni, stefania

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Tag

cd, stefania

Teatro Lendi – 15 Marzo 2018

Di ritorno dal concerto di presentazione de “La Chiave”, l’ultimo CD di Franco Del Prete, ex Showmen, ex Napoli Centrale, attuale Sud Express e prolifico paroliere.
Un concerto pieno di belle sorprese. La prima è stata vedere il teatro gremito di gente e Franco in piena forma coi suoi sfavillanti ed energetici 74 anni di età e 50 di carriera.

Il repertorio era fondato sulle canzoni dell’ultimo lavoro del progetto Sud Express (con musicisti tutti differenti, salvo Franco, rispetto all’esordio del 2009), ma ci sono stati anche alcuni significativi brani che hanno puntellato la carriera dell’immarcescibile batterista, paroliere e compositore frattese: da “Un’ora sola ti vorrei” (hit degli Showman) a “Go away” (tratta dal recente “Zitte! Sta arrivanne ‘o Mammone” dei Napoli Centrale in versione III millennio), e poi, via via, anche “E la musica va” (brano nato dalla frequente collaborazione di Franco con Edoardo de Crescenzo) e alcune canzoni del primo CD dei Sud Express (“Apache”), tra le quali spiccano “Maria Maddalena” (che ricordo cantata anche da James Senese e Lucio Dalla), “Veleno” e “A terra mia”. Uno dei momenti più toccanti è stato uno strumentale di Gragnaniello che immagino sia contenuto nell’album del 2011: Enzo Gragnaniello – Sud Express “Radice”.

Oltre al freschissimo Franco, sono stati tutti bravi i musicisti, gli ospiti, i cantanti e le coriste; cito qui (scusandomi con gli altri di cui non rammento il nome) il grande bassista Vittorio Remino (che, però, nel concerto era un po’ in ombra) e i due cantanti e musicisti Sally Cangiano (anche alla chitarra) e Arturo Caccavale (anche alla tromba, spesso sordinata, e al flicorno). Interessante il contrasto tra le voce graffiante del primo e quella limpida, spostata sul registro acuto, del secondo.

I brani del nuovo lavoro che mi porto dentro e che mi hanno preso al primo ascolto sono “Fiore ‘e limone”, “Cuori invisibili”, “Madre dolcissima”, “La chiave” (cantata dal buon Roberto Colella) e “L’aquilone”, prezioso riarrangiamento del brano di Paolo Morelli degli Alunni del Sole, quella canzone del secolo scorso che fa… shabadabadà, shabadabadà…

E su queste note, me vaco ‘a cucca’… shabadabadà, shabadabadà…

________________________________

Aggiornamento del 20 marzo:

Nella frenesia di questi giorni di doppi turni, scrutini, riunioni e ordinari giochi con la piccola, trovo finalmente il tempo per ascoltare con la dovuta attenzione l’ultimo CD di Franco Del Prete col progetto Sud Express.

Avevo scritto in un commento al post di Facebook in cui parlavo del concerto di presentazione dell’album, che forse non era il capolavoro di Franco, ma si trattava senz’altro di un buon lavoro.

Ebbene mi sono sbagliato. Mi ricredo.
“La chiave” va sicuramente annoverato tra i capolavori di mezzo secolo di carriera di Franco.

E la bambina ci balla su che è un piacere.

Il CD è uscito ufficialmente ieri. Non credo ci siano ancora in rete video, demo o canzoni liberamente pubblicabili qui.
Ma posso farvi leggere in anteprima qualche testo per darvi un’idea dei contenuti verbali di questo lavoro.

“Jamme jamme cammenamne e nun ce fermamme
Cammenamme cammenamne e nun ce fermamme
Chi ce sta arete nun ‘o penzamme
Chi ce sta annanze nun ‘o suppurtamme
E nisciuno e tutte e duje nisciuno sape addò jamme

Parlamme e nun ce capimme
Ce guardamme e nun c’è vedimme
[…]
Ce cercamme e non c’è truvamme
Ce chiammamme e nun ce sentimmo

Jamme jamme cammenamne e nun ce fermamme
Cammenamme cammenamne e nun ce fermamme
E nisciuno e tutte e duje nisciuno sape addò jamme”

“Fiore ‘e limone
Ajere nu criature
e mo guaglione
Fiore ‘e cerase
E chi si scorda cchiù
‘o primmo vase”

“Occhio per occhio
Dente per dente
E chesta è ‘a legge
dell’Antico Testamento
Je accire a figliete
E tu accire a figlieme
Je accire a te
Po’ tu accire a mme
‘O sanghe chiamma sanghe
Se sta allaganno ‘o munno
E si nun ‘a furnimmo
Jamme tutte ‘nfunno”

E poi “Maria madre dolcissima” con
“Nu figlio padrone de’ stelle
Nu figlio arete ‘e cancelle” e questa struggente chicca su “L’Amicizia” scritta con Gianni Guarracino:

“St’ammicizia è ‘na cannela
L’appicciammo tutte ‘e sere, tutte ‘e sere
Nun se cunsuma maje…”

Sono versi semplici.
Sono versi di grande efficacia e capacità comunicativa.
Valgono già da soli l’acquisto del CD.

Accattatavillo!

Esortazione di un tribuno di ieri, oggi e domani

14 mercoledì Mar 2018

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, vita civile

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cambiamento, cultura

Volete cambiare. Volete cambiare maestri, volete cambiare tunica e cambiare la vostra posizione nel mondo. Volete cambiare. Volete cambiare casa, cambiare marito, cambiare moglie, cambiarvi d’abito e cambiare il mondo.
Volete cambiare, ma dentro di voi restate sempre uguali.
Per Giove, non vedete che guardate sempre con gli stessi occhi e attraverso gli stessi cristalli di vetro?
Dovete attrezzarvi e cominciare a rafforzare le vostre conoscenze e la vostra capacità di lettura, se volete davvero avere la possibilità di interpretare, agire e trasformare la realtà che vi ribolle dentro e vi gira intorno. Dovete dedicarvi anima e corpo allo studio ed all’analisi e non potete lesinare tempo, se volete davvero cambiarvi e cambiare il mondo.
La realtà è mutevole; non la si può racchiudere in quattro parole. La realtà è complessa, non si lascia minimamente afferrare da chi si basa su scarsi dati di conoscenza e da coloro che non mettono tutte le loro energie nello scopo. La realtà è ambigua e sfuggente, non si lascia sedurre, penetrare e trasformare dai pigri e dagli incompetenti che non si impegnano a capire, a scandagliare e a discernere il grano dal loglio.

Un popolo povero di parole è un popolo manipolabile. Se davvero volete essere donne e uomini liberi, dovete prima di tutto liberarvi dalla vostra ignoranza e cominciare a pensare in modo critico e autonomo. Non diffondete il pensiero altrui senza prima rifletterlo in voi stessi e farlo vostro. Non sottraetevi alle possibilità di formarvi e rafforzare la vostra cultura. La cultura è un’arma, un’arma che lasciamo nelle mani di chi ci manipola e ci sfrutta col nostro placido consenso.

La cultura è un'arma by Aitan Vergara

Prémaman

13 martedì Mar 2018

Posted by aitanblog in versiculos

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Tag

maternità

Avete presente
gli occhi
liquidi
luminescenti
e raggianti
delle donne
che portano
dentro
la promessa
di una nuova vita?

Una belleza
che preannuncia
il ripetuto
miracolo
dell’avvento
ancor prima
che cominci
ad arrotondarsi
la pancia
ed arricchirsi
l’ecografista
col beneplacito
della catena
commerciale
degli abitini
prenatali
e delle
multinazionali
del latte in polvere
dei pannolini
e delle pappette
collose

Equilibrio instabile

10 sabato Mar 2018

Posted by aitanblog in immagini, vita civile

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Tag

metafore

Equilibri instabili (c) Gaetano Aitan Vergara

Frattamaggiore, Via Rossini – Italia

Le parole di MUSIC

06 martedì Mar 2018

Posted by aitanblog in musiche, recensioni

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Tag

music

All’inizio di quest’anno è stato pubblicato dalla Centaur Records (etichetta statunitense) l’ultimo cd solistico di Francesco “Perzico” Di Giuseppe intitolato semplicemente (ed icasticamente): MUSIC.

Ora l’album è ascoltabile ed acquistabile su iTune all’indirizzo
https://itunes.apple.com/us/album/di-giuseppe-music/1350875685

A me è toccata la piacevole incombenza di scrivere le note di copertina dell’album fisico e, visto che nella versione virtuale non sarà possibile leggerle, ve le copincollo qua.

_______

Da qualche giorno Francesco mi parlava di queste registrazioni per chitarra classica solista che aveva realizzato in modo più o meno improvvisato sulle suggestioni di un viaggio in cui aveva raggiunto Carmen, la sua compagna di tutta la vita, che si trovava a Firenze per una tournée teatrale. Ed è di Carmen la foto che fa da copertina all’album e che rappresenta l’insegna un po’ cadente di un negozio fiorentino di musica.

Francesco mi ha raccontato che, di ritorno nella loro casa di Roma, si è messo a suonare e a registrare quello che gli arrivava alle dita partendo da qualche tema che aveva composto proprio a Firenze e sviluppando nuove armonie, melodie e ritmi sulle suggestioni delle foto e dei ricordi maturati in questo e in altri viaggi (reali e immaginari) e nell’infanzia e nell’adolescenza trascorsa nella sua Napoli. Un artista rielabora, mischia le carte, rimugina, non butta via niente. È così che è nata la maggior parte delle musiche di questo disco. Composizioni realizzate di getto, ricercando, ripescando nella memoria e suonando senza spartito. Brani che in un certo senso è stato più facile comporre e suonare al momento che trascrivere successivamente su pentagramma. In fondo, è molto probabile che siano nate così anche molte cellule melodiche e perfino interi capolavori di Bach e di Frescobaldi, di Mozart e di Scarlatti. Per non parlare di tanti splendori del jazz e del miglior rock che vengono da assoli improvvisati direttamente davanti ad un pubblico o nel privato di una sala di registrazione.
Da quanto ho saputo attraverso le nostre chiacchierate è venuta fuori così, fluidamente e senza troppi sforzi creativi, quasi tutta la musica di questo album che ho gradito fin dal primo ascolto e che ho apprezzato e goduto sempre di più negli ascolti successivi. Un album suonato con “sprezzatura” rinascimentale e dedicato alla Musica, l’altra insostituibile compagna di tutta la vita del chitarrista e compositore napoletano Francesco Di Giuseppe.

I primi due brani che aprono l’album sono una specie di appassionata e intima dichiarazione d’amore per la musica e per il suo potere evocativo. Ascoltando mi pare di vedere questi due artisti napoletani che si muovono a passo di danza per i vicoli di Firenze. All’improvviso si apre uno squarcio e si trovano di fronte ad alcune delle più belle meraviglie architettoniche del rinascimento italiano; hanno lasciato l’intimità dei vicoli, sono “Tra la Gente”, la strada brulica di turisti e la musica si fa via via più ritmata e trascinante.
Su quest’onda arrivano le sonorità jazz-tango del terzo brano (“Fumo”), una sorta di rapsodia in cui si rincorrono i sapori eclettici del gusto di Francesco, un chitarrista che passa con leggerezza e profondità dalla classica al jazz, dal popolare al rock, dalla musica napoletana alla musica per film, un improvvisatore libero di pescare ovunque ci sia qualcosa di buono da rimaneggiare e fare proprio.
Il quarto brano ci riporta a sonorità e a strutture più classiche, con il “Buio” che cala sui due viandanti e la musica che continua a fluire tra i cromatismi del basso e i glissati dei cantini.
Con “Ritrovarsi” e con “Hai ragione tu” torna la passione e il sentimento innervato di nostalgia della prima traccia. In questi due brani la chitarra parla d’amore ad ogni nota e in ogni battuta sento riecheggiare frammenti della tradizione melodica italiana e napoletana, da Puccini a Rota, da Modugno a Murolo, da Umberto Bindi e Gino Paoli a Pino Daniele.
Molto più complesse ed anche più virtuosistiche le “Voci” della settima traccia. Un altro di quei brani in cui si mette in evidenza la versatilità di Francesco che va dalle forme più classiche e consuete agli esercizi più tecnici che sembrano evocare gli studi di Villa Lobos e le rielaborazioni di Roland Dyens su temi popolari.
“La girandola” è, invece, un delizioso divertissement in chiave ragtime. Ascoltandolo si viene improvvisamente trasportati in un allegro locale americano, dove la gente balla e si diverte mentre un chitarrista dalla capigliatura folta e danzante suona e ammicca alla sua donna.
Negli “Orizzonti” della nona traccia, la chitarra la fa da protagonista: si trasfigura, si fa vento, ci lascia sentire i suoi mutevoli timbri, dai bassi di primo manico ai cantini, e poi si traveste da arpa e scompare in dissolvenza.
L’ultimo brano è un delicato e appassionato inno alla libertà creativa che sento come un’altra definitiva dichiarazione d’amore per la musica e per la vita. Scorre fluido come ogni traccia di questo delizioso album e, all’ultima nota, viene voglia di risentire tutto. Da Capo al Fine.

______

Nel CD c’è anche la traduzione inglese di queste “liner notes”, ma, se le volete leggere, ve lo dovete comprare in versione fisica e conservarvi il disco tra le buone cose del tempo che fu.

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

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