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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: luglio 2019

Exemplorum vis (‘o pesce fete d’a capa)

31 mercoledì Lug 2019

Posted by aitanblog in idiomatica, riflessioni, vita civile

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bambini, formazione

(Piccole lezioni di pedagogia pratica.)

Dice che bisogna insegnare ai bambini la legalità, la condivisione, l’inclusività…, dice che bisogna insegnare la tolleranza e perfino la giustizia, dice.
Dice che bisogna dirgli che siamo tutti uguali, dice che bisogna dirgli che non bisogna rubare e che non bisogna dire e fare male, dice.
Io dico che queste cose non si dicono, queste cose si fanno, e dico che, se si fanno davanti ai bambini, poi anche loro le fanno; ma dico, soprattutto, che ci sono cose che davanti ai bambini non andrebbero mai fatte né dette, perché se si fanno o dicono davanti ai bambini certe brutte cose, poi quelle brutte cose pure i bambini le fanno e le dicono, aggiungo. (Tipo, per dire, imprecare contro i più sfortunati, calpestare le aiuole e i diritti altrui, dire menzogne e mezze verità, approfittarsi degli altri e del proprio ruolo di potere, prendersela con i più deboli e sbattere la porta in faccia a chi ci chiede un aiuto o anche solo un sorriso, un conforto o una parola gentile, aggiungo.)
Insomma, io dico che i bambini sono buoni accoglienti e giusti di loro (abbastanza buoni, intendo, forse non proprio buoni per natura, insomma, ma abbastanza buoni, dico), solo che poi ci sentono parlare dell’uomo nero, della donna schiava, del maschio forte, del potere del denaro, della necessità della corruzione e della sottomissione al più forte e acquisiscono sul campo le nostre fottute lezioni di intolleranza, ingiustizia, sopraffazione, sessismo, razzismo e omofobia.
Dico, insomma, che, come tante cose, l’inclusività, la tolleranza e perfino la giustizia vanno insegnate con la forza dell’esempio e, ancor più, non esponendo le nuove generazioni a modelli di intolleranza, ingiustizia e mancanza di rispetto per l’altro. Non chiacchiere, insomma, ma opere di bene fatte bene per il bene proprio e per il bene altrui, intendo.
Questo dico e, mentre lo dico, mi dico e vi dico che, se le cose stanno così, stiamo messi proprio male, soprattutto mo che il pesce puzza dalla testa e dà continue lezioni del suo fetido fetore, e certe scorregge in pubblico le fa con iattanza, protervia e arroganza, aggiungo, tra gli applausi della folla e il fragore della rete e dei giornali, a quanto vedo e sento (mentre i bambini stanno a guardare e assimilano, aggiungo preoccupato).
Perciò, io dico tutte queste cose che dico, perché, se il pesce puzza dalla testa, dico io, bisogna tagliargliela quella testa oppure girarsi dall’altra parte e scegliere un altro pesce; se uno crede che esistano pesci buoni, intendo. Se no, zucchine, melenzane e puparuoli, dico. Oppure tanta carne per tutti e per ognuno, aggiungo io.

le bandiere sul cadavere

28 domenica Lug 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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bandiere, carabiniere

muore un uomo, un carabiniere dagli occhi azzurri di somma vesuviana, a quattro passi da casa mia, un uomo buono, a quanto ci dicono, un uomo caritatevole dedito al suo lavoro e impegnato in attività di volontariato, muore ammazzato, accoltellato da un gruppo di nordafricani, ci dicono, e si scatena l’ira dei difensori della patria contro l’invasione nera, muore un uomo, un uomo buono, lo piangono la famiglia, gli amici, i colleghi…, muore un uomo, gli oppositori dell’orda nera ne fanno un’altra bandiera, muore un uomo, muore cento, mille, milioni di volte, muore un uomo, dicevo, gli assassini erano bianchi, americani, dell’america ricca che parla inglese, ma questo lo veniamo a sapere in un secondo momento, e si scatena il sarcasmo feroce di quelli che pensano che qualcuno stia cavalcando la paura, l’uomo buono è morto ormai, dicevo, ma sulle sue spoglie continua un conflitto incivile in cui ognuno cerca conferme per le sue idiozie, per le sue ideologie, un paese spaccato in due, dicevo, conficca le sue bandiere e si commuove a comando in faccia a quelli dell’altra parte, muore un uomo, muore ammazzato milioni, miliardi di volte, dicevo, e con lui la nostra pietà e la voglia di capire, muore un uomo, un carabiniere, lo dico, lo dicevo, ve lo avevo detto, e rimuore, quell’uomo, trafitto da mille bandiere, che con questa mia fanno mille e una

luglio 2019, costa libica, male nostrum

26 venerdì Lug 2019

Posted by aitanblog in versiculos, vita civile

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cadaveri, Mediterraneo

galleggiano
fluttuano
e poi sprofondano
nelle acque
del mediterraneo

per un po’ restano a galla
ma poi vanno a fondo quando
le cavità si riempiono d’acqua
e l’aria e i gas fuoriescono
dai corpi in decomposizione

sprofondano nella acque
i cadaveri
e dentro di te muore
la voglia di remare o rimare
con rime facili e scarpe marinare

calano a picco
i cadaveri
nelle acque spietate
del nostro male

(forse
hanno pudore
di farsi vedere)

calano a picco
i cadaveri

ma noi abbiamo
altro da fare
che occuparci
di un’altra orda
di morti affogati

calano a picco

e qua e là
affiora
un rimorso
placato
dalle acque
e dal sole

Parlateci di Bibbia…

25 giovedì Lug 2019

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos, vita civile

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Bibbia, bibbiano

– Parlateci di Bibbia!

“Le parole dei saggi fanno gustare la scienza, mentre la bocca degli stolti esprime sciocchezze.”
(Proverbi 15:2)

_____

– Parlateci di Bibbia!
– Parlateci di Matteo!

“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto.”
(Matteo 7:7)

“Tutte le cose, dunque, che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.”
(Matteo 7:12)

“Siate umili come colombe e prudenti come serpenti.”
(Matteo 10:16)

“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.”
(Matteo 19:23)

“Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e mi accoglieste.”
(Matteo 25:35)
_____

No, no, basta
con queste
sciocchezze
del passato
Parlateci di Bibbiano…
Diteci di Matteo Renzi..

“Dio inviò una piaga di zanzare.”
(Esodo, 8:16)

“Il trionfo degli empi è breve e la gioia del perverso è di un istante.”
(Giobbe 20:5)

“Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l’uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.”
(Salmo 39)

_____

Ok, va meglio,
E ora parlateci
dell’altro Matteo,
parlateci di Matteo Salvini.

“Dio inviò una piaga di mosche velenose. La terra fu devastata.”
(Esodo, 8:24)

“Il Signore mandò tra il popolo dei serpenti velenosi che mordevano la gente, e gran numero d’Israeliti morirono.”
(Numeri, 21:6)

“Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare.”
(Qoèlet 1:15)

“Se sei sapiente, lo sei a tuo vantaggio, se sei spavaldo, tu solo ne porterai la pena.”
(Proverbi 9:12)
_____

Parlateci di Bibbia, no
Parlateci di Bibbiano
Parlateci di Matteo
Parlateci di Salvini
Oppure no, non
ci parlate
affatto.
Diteci solo
dove dobbiamo guardare,
chi dobbiamo applaudire
e chi condannare.
Diteci chi dobbiamo cacciare,
di cosa dobbiamo blaterare
e qual è il prossimo nemico
da linciare,
che già ci prudono le mani!

“Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto alla polvere ritorna.”
(Qoèlet 3:20)

Il mandato secondo Luigi

23 martedì Lug 2019

Posted by aitanblog in vita civile

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Di Maio, mandato zero

Il postino suona sempre tre volte, però la prima conta come zero; come quando abiti al secondo piano però sotto di te ci sono i coinquilini del primo e quelli del piano terra: un-dos-tres, un pasito adelante, Mattia…; come il gioco delle tre carte, che la pallina non è qua e non è là. Ma non c’è proprio nulla di cui scandalizzarsi, la matematica è labile e manipolabile come un’opinione; le idee sono come le mutande, le devi cambiare ogni giorno, e qualche volta anche due volte al giorno che, come dimostrato, possono essere pure tre; tipo i quattro a scuola che passano a cinque e diventano 6, o gli ottanta agli esami che con un aiutino e un po’ di bonus arrivano a 100 e… che fai non ce la metti la lode?; e poi lo sanno tutti e chiunque che non c’è due senza tre, che chi fa da sé fa per tre e che 2 + 2 fa 5, e su questo non si discute, ma, volendo, ne possiamo anche parlare. Un, dos, tres, un partito adelante, Mattiaaaaaa…

Il primo rimatore (revisione con postilla leopardiana)

19 venerdì Lug 2019

Posted by aitanblog in recensioni, versiculos

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leopardi, rime

Piacemi pensare che il primo rimatore
fu un omino sordo o un suo imitatore
che tu gli facevi: “C’è posto qui a fianco?”
E lui ribatteva: “No, no, non conosco Franco”.
“Mi dica per favore se mi posso sedere…”
“Mica sono cacchi miei se ha rosso il sedere!”
“Parbleu, le chiedevo solo se è libera la sedia.”
“Ma che mi importa a me se una vipera l’assedia?”
E tu, ancor più disperato:
“Insomma, c’è o non c’è un posto qui?”
E lui, sempre più alterato:
“Chee-e!? Falla a casa tua la pipì!”…

Fino all’infinito si potrebbe continuare,
ma nel finito intanto mi fermo a pensare
come siano dalla sordità scaturite
le prime rime nell’aldiquà concepite.
Il che spiega l’oscurità e l’incongruenza
che di tanta poesia son forma ed essenza,
giacché ricercando l’uguale fonè
si perde il senso, il senno e il cos’è.

Indi per cui la quale il concetto
è mezzo del poeta, mezzo della rima,
come dicea Leo in su la vetta dell’antica cima
e come ripeto io quaggiù
cercando affetto e stima
per quanto ho detto ora e vieppiù
per quanto ho detto prima
rivolto a questi magnifici spettatori
cui eviterò altri papielli e romori
poiché mi starò cheto, muto e zitto
come sta un killer dopo un delitto.


“Ne’ versi rimati, per quanto la rima paia spontanea, e sia lungi dal parere stiracchiata, possiamo dire per esperienza di chi compone, che il concetto è mezzo del poeta, mezzo della rima, e talvolta un terzo di quello, e due di questa, talvolta tutto della sola rima. Ma ben pochi son quelli che appartengono interamente al solo poeta, quantunque non paiano stentati, anzi nati dalla cosa”.

Leopardi, “Zibaldone“


Il primo rimatore

17 mercoledì Lug 2019

Posted by aitanblog in versiculos

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rime, sordità

Piacemi pensare che il primo rimatore
Fu un omino sordo o un suo imitatore
Che tu gli chiedevi: “C’è posto qui a fianco?”
E lui ribatteva: “No, no, non conosco Franco”.
“Volevo sapere se mi posso sedere…”
“Son mica cacchi miei se ha rosso il sedere!”
“Le chiedevo solo se la sedia è libera.”
“Ma che m’importa a me che Velia è una vipera?
E tu riprovavi disperato: “‘Nsomma, c’è posto qui?”
E lui, sempre più alterato: “Cheee? Falla lì la pipì”…

Le prime rime verrebbero da questo fatto qua
Il che prova che l’incongruenza e la sordità
Son tipicamente mezzi della rima
Com’annunciavo e dicevo già prima.

Rete amorosa Rete

09 martedì Lug 2019

Posted by aitanblog in texticulos, vita civile

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social

Le alzò i capelli dall’orecchio e le sussurrò che l’amava e l’avrebbe amata per sempre. Il vento e il mare sembravano fare eco alle sue parole. La luna guardava sorniona.

Lei sorrise, lo fissò negli occhi e sbottò: “Avrei preferito che me lo avessi scritto su una storia di Instagram e ripostato su Facebook”.

“Scusami tanto!”, rispose lui, mentre prendeva dalla tasca il telefono.

Dedicato ai miei alunni di V F appena diplomati (e dunque già non più alunni miei)

06 sabato Lug 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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esami

Spero che a scuola vi abbiamo fornito qualche strumento per scoprire, capire e cambiare qualcosa del mondo immenso che sta fuori e dentro ciascuno di noi. Soprattutto, spero che siate riusciti ad acquisire un po’ di spirito critico ed autocritico. Non si cresce se si continua a scaricare sugli altri il peso dei propri insuccessi e si ripetono sempre gli stessi errori. Prima di cambiare il mondo dobbiamo cambiare noi stessi e mettere un po’ di ordine nel caos che strepita e danza tra i nostri sentimenti e i nostri pensieri.

Ma, per l’amor del cielo e della terra, non smettete di leggere, di appassionarvi, di scandagliare i fondali e di farvi domande. Imparate ogni giorno qualcosa: una ricetta di cucina, un nuovo trucco, il nome di un calciatore, un passo di danza, una parola…
Un popolo povero di parole è un popolo manipolabile. Se davvero volete essere donne e uomini liberi, dovete continuare per tutta la vita a liberarvi dalla vostra ignoranza e non illudervi mai di essere arrivati alla fine del vostro processo di formazione umana e culturale.
Non diffondete il pensiero altrui senza prima rifletterlo in voi stessi. Non gridate per aggiungere chiasso al chiasso che c’è. Provate a riflettere e a soppesare i punti in questione prima di prendere la parola (soprattutto quando intervenite sui social e in questa rete in cui siamo tutti intrappolati).
State attenti alle scorciatoie e a chi sembra offrire soluzioni facili a problemi difficili e complessi.
Dubitate di tutto, anche di queste mie parole e delle cose che vi abbiamo insegnato a scuola, ma dubitate prima di tutto di voi stessi, della correttezza dei vostri giudizi e della bontà delle vostre azioni. Poi, però, se siete certi di avere ragione, puntate i piedi, pretendete che vi ascoltino e prendetevi quello che è vostro!

Vabbuo’, basta sermoni!
In bocca al lupo per ognuna delle future prove che dovrete affrontare.
“La scuola è tenuta a darti degli strumenti per esercitare una scelta; ma le scelte che contano sono quelle che avvengono fuori e dopo ogni scuola.” Questa è di Calvino.

Y si queréis manteneros en contacto con la lengua española, ya sabéis, podéis ir a estos sitios de la red:

  • Los alumnos del profe g.
  • Castellano / Italiano
  • Nuestra Webteca

¡Enhorabuena a todo el mundo (también a los que no se lo merecerían)!

Return of the Body Snatchers

05 venerdì Lug 2019

Posted by aitanblog in recensioni, versiculos, vita civile

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Tag

invasati, invasione

Quelle mattine
in cui ti senti
catapultato
in un giorno
sbagliato
di un posto
sbagliato
e non riesci
a credere
a quante
sconce
sciocchezze
si possano
ascoltare
sui treni
e nei radiogiornali
(per non parlare
dell’altro mondo
della rete
che tiene tutti
attaccati
agli schermi
delle tavolette
e dei telefonini
come rapiti
da forza
estranea).

Ti guardi intorno
e ti chiedi come
si sia potuto
arrivare a tanto,
mentre
la tua mente
tiene chiuso
il rubinetto
dei ricordi
per difenderti
dagli assalti
della colpa
e della disperazione
che resta lì,
sempre in agguato,
acquattata
in un incrocio
del presente
con un passato
che di certo
conteneva già
tutti i semi
della malapianta
che ha invaso
ogni terra
ogni casa
ed ogni campo
del mondo,
del Paese
e della città.

E ti senti
già il corpo
percorso
da un flusso
che ti sta
penetrando
le orbite
mentre
stai per
cambiare idea
e già
non ti sembrano
più così sconce
le parole
del mattino
di ieri.

Ormai
sei anche tu
un invasato
alla ricerca
di una nuova
preda
da contagiare
con i germi
del menefreghismo,
della stolidezza
e dell’apatia.

____________________

Gli uomini, le donne e i bambini della comunità erano diventati qualcos’altro, dal primo all’ultimo. E ognuno era nostro nemico, compresi quelli che avevano le facce, gli occhi, i gesti e il modo di camminare dei nostri amici e parenti. Non c’erano alleati per noi, chiusi là dentro, e già il contagio andava diffondendosi fuori città.

Jack Finney, “The Body Snatchers“, 1954 (tradotto in italiano col titolo di “Gli invasati” e più noto nella versione cinematografica come “L’invasione degli ultracorpi“).

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