verso il mare
in un bicchiere
26 domenica Apr 2020
Posted inter ludi, versiculos
in17 venerdì Apr 2020
Posted riflessioni, vita civile
inDare la colpa a Milano.
Mostrare false foto di Napoli.
Celebrare le virtù di Pizzosperduto, che ha un solo caso di positività e tutti restano buoni buoni chiusi in casa e silenziosi.
Prendersela con gli abitanti di Poggiolontano, perché lassù ci sono tanti contaminati e ieri è stato avvistato un giovanotto che correva per i campi e un altro che fumava dal balcone senza guanti e mascherina.
Io considero tutto questo reciproco darsi addosso dall’alto del proprio campanile un grande argomento di distrazione di massa. Siamo alla costante ricerca di un capro espiatorio che ci rassicuri che il colpevole è altrove, lontano, fuori di noi. Abbiamo perso coordinate e certezze e cerchiamo soluzioni facili e immediate a problemi complessi e sconosciuti individuando piste, mancanze e responsabilità. Succede. Soprattutto nei periodi di crisi e di oscurità.
Qui poi, fin dall’inizio, si sono presentati tutti gli ingredienti del caso: l’Oriente lontano e misterioso, i pipistrelli, i Frankstein gialli, gli untori e gli appestati che sono arrivati sempre più vicini all’uscio delle nostre case.
Sono già due o tre settimane che scrivo che vedo in giro brutti segni, e temo che questo sia solo l’inizio.
Di questo passo saremo sempre più divisi e lacerati, oltre che distanti.
Lavoratori autonomi contro lavoratori statali. Operai contro impiegati. Maschi contro femmine. Meridionali contro Settentrionali. Giovani contro vecchi…
Vedo altri muri dove c’erano ponti e pontili.
Come in uno stadio pronto a far esplodere la rabbia delle masse e deviarla sul piano del campanilismo, dello sciovinismo e della tifoseria.
Di questo passo, temo che si scatenerà un tremendo odio sociale, una guerra tra poveri che farà il gioco dei pescecani e degli sciacalli che aspettano il momento buono per avventarsi sulla preda e trarre vantaggio dai cadaveri schierati sul terreno.
Insomma, io continuo a dividere il mondo in oppressi e in oppressori, non certo in milanesi, cinesi e napoletani.
E se proprio debbo prendermela con qualcuno, mi viene da ricercare responsabilità nella classe dirigente lombarda, non nella gente di Lombardia.
Mi viene il sospetto che chi ha nelle mani le leve del potere economico e politico non abbia saputo e, forse, nemmeno voluto frenare a tempo debito il treno in corsa.
Hanno cominciato a rallentare solo quando i primi vagoni sono precipitati nell’abisso, rischiando di trascinarsi dietro anche gli altri.
La mia soggettivissima impressione è che molti dei caduti di Bergamo, Brescia, Mantova, Milano e di tutto il Lombardo-Veneto siano stati vittime di una meccanismo produttivo che non si è fermato nemmeno quando l’hanno messo di fronte alle prospettive più tragiche; che si stanno tragicamente inverando.
15 mercoledì Apr 2020
Posted riflessioni, versiculos
inTag
Oltrepassa il tuo stesso passo
Conduciti oltre la coltre
del tempo e del senso
Supera la superficie delle cose
Vedi cosa c’è sotto
senza ignorare
gli anfratti superiori e laterali
Poi
tieniti da parte
e scrivi le tue per-versi-tà
solo se ciò che hai da dire
risuona meglio del silenzio
Infine
ripiegati su te stesso
butta le tue parole
in un cestino abbastanza capiente
e controlla se resta spazio
per la tua carne
le tue ossa
e i tuoi pensieri
13 lunedì Apr 2020
Posted riflessioni, vita civile
inTag
L’imperativo che ti hanno stampato in testa è produrre; produrre e consumare.
Consumare, consumare fino a consumarti. Consumare tutto… Il tempo, gli oggetti, l’aria, gli affetti, la frutta del supermercato, le suole delle tue scarpe, l’asfalto, il cemento e la gomma tossica degli pneumatici. Devi consumare, devi consumare tutto e, soprattutto, il denaro che guadagni e ti consuma…
Tutto quello che devi fare è spendere, spandere e sperperare senza limiti e senza freni e, per farlo, devi sistemarti, comprarti un’auto, prendere casa, riempirla di cianfrusaglie, lavorare, lavorare, lavorare e fare dei figli programmati come te per la produzione ed il consumo…
Ma ora, all’improvviso, arriva questo virus, si spande, si diffonde, si estende è spezza la catena.
All’improvviso, ti tengono chiuso in casa, fermo, non consumante e improduttivo fino a che non si aggiustino le cose e possa riprendere a funzionare tutto come prima. Una pausa dovuta, pare, un arresto necessario e funzionale alla salvaguardia del sistema.
Ma tu non vedi l’ora di superare questo incidente di percorso, riprendere il tran tran e ricongiungerti alla catena.
09 giovedì Apr 2020
Posted immagini, riflessioni, vita civile
inIl problema non è quanti dei 18 triangoli vedete.
Il problema è che vi prendono in giro e alla fine, qualunque numero diate, vi dicono sempre che siete brave persone, indistruttibili e più forti di quello che la gente potrebbe pensare.
E questa volta, lo con-fesso, ci stavo cadendo anch’io.
Mi sono fermato alla soglia del paese dei balocchi attratto da tanti inconsapevoli lucignoli cui voglio bene e con cui mi faceva piacere giocare un po’, almeno a distanza.
Ci fanno divertire, ci distraggono dai nostri problemi, ci lusingano e intanto succhiano i nostri dati.
Sono almeno un paio di anni che lo ripeto.
Se non ci credete, leggete qui…
https://aitanblog.wordpress.com/2018/01/15/test-e-privacy/
A no, è pericoloso cliccare su un link che porta fuori dalle pareti protette del Faccialibro…
Ma il triangolo no, non lo avete considerato.
05 domenica Apr 2020
Posted versiculos, vita civile
inTag
Schegge di paternalismo antiautoritario
Un buon padre
e un padre buono
insegna al figlio
a camminare,
ma non gli indica
la strada che deve fare.
Un vero maestro
e un maestro vero
mi aiutarono
a sapere e a fare
quello
che dovevo
sapere e fare.
Ed ogni cosa
fecero e facevano
perché sapessi
fare a meno di loro
e buttarmi
da solo nella mischia
ed avanzare.*
Un buon politico
ed un politico buono
(se mai ve me fosse uno)
non distribuisce pesci e pane**
ma canne da pesca
e strumenti per panificare.
* Dopo di allora,
se passai di nuovo
per le loro stanze,
fu solo per salutare
e restituire un po’
dell’affetto
che avevo
preso e reso
sotto altre forme
e in altri luoghi
in cui formarmi
e altrui formare.
** (Per quelli c’è già stato il Messia.)