
Duimilaevvi’,
quando
te ne vaje,
‘nserra
‘a porta
e scuordate
a via
da casa mia!
Traduzione per tutti quelli che hanno qualche difficoltà con il dialetto di Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo, Massimo Troisi, Pino Daniele e… Sergio Castellitto.
Duemila e venti,
quando
te ne vai,
chiudi
la porta
e dimentica
la via
di casa mia!
Che poi io non sono per niente scaramantico e lo so che non ci sono anni buoni e anni cattivi. Il tempo è un flusso continuo che noi cadenziamo sugli orologi, sulle agende e sui calendari… Le cose non cambiano al ritmo della nostra scansione del flusso temporale. E men che meno a seconda delle posizioni e dei movimenti degli astri rispetto alla Terra.
Non esistono anni d’oro senza disgrazie e periodi bui senza spiragli di luce; esistono il giorno e la notte ed esistono le stagioni, grosso modo…
Mi viene in mente una mia cugina che nel giorno del compimento del suo quarto anno di vita si guardò allo specchio ed esclamò delusa: “Ma sono la stessa di ieri!”.
Insomma, non è che la notte del 31 dicembre del 2020 si passerà una mano di pittura su tutti questi problemi che abbiamo vissuto in questi giorni e in questi mesi. Ma trovo che sia bello illudersi che il prossimo anno possa essere migliore di quello passato e che possiamo lasciare i guai e le sofferenze fuori la porta, accartocciati nell’ultima pagina del calendario 20-20…
Un antico proverbio indios che ho appena inventato dice più o meno così:
Anche quelli che non ci credevano si misero a danzare, e quando arrivò la pioggia ridevano più forte degli altri.
Insomma, AUGURI!
Ma ricordiamo sempre che che il nuovo anno sarà nuovo se sapremo rinnovarlo, se sapremo rinnovarci…