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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi Mensili: giugno 2021

Questioni d’autore

29 martedì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, texticulos, vita civile

≈ 6 commenti

Tag

copia, incolla

Copyright e copyleft ai tempi di Facebook

Succede qualche volta e pure spesso, tra le pagine del Faccialibro ed anche altrove, che qualcuno copi un testo di grande spessore etico e morale e lo incolli sulla sua bacheca senza citare la fonte. Come fosse suo.
Poi capita una volta ogni tanto che costui riceva decine e decine di consensi, commenti e condivisioni per quel post privo di firma in calce.

– Mi hai emozionata.
– Condivido 🤗
– Sei unico!!!
– DIO, che sensibilità.
– Sei riuscito ad esprimere il mio pensiero meglio di come lo avrei fatto io! 😍

A questo punto il copincollatore si rende conto di aver ingenerato un equivoco. Vorrebbe spiegare. Vorrebbe dirlo che quelle belle parole non sono sue e che lui si è limitato a riportarle in bacheca.
Ma continuano ad arrivare like, cuoricini, elogi e pacche sulle spalle virtuali.

– Nessuno poteva dirlo meglio. 😘
– Sei grande, Grande, GRANDE!
– Condivido appieno ogni tua parola 👍🏽
– Sono fortunata ad averti per amico ❤️

È un escalation di commenti e di testimonianze di stima e di affetto.

– Ancora una volta, mi sono riconosciuto in un tuo testo…
– Condivido anche le virgole di questa tua bella riflessione 👌🏽
– Grazie per i tuoi insegnamenti. 😽

Lui ormai non riesce più a intervenire per correggere il tiro.
Vorrebbe dirlo che il post non è suo, ma gli si strozzano le parole nelle dita.

Chiude gli occhi.
Si gratta la testa.

Quando torna a fissare lo schermo, osserva che tutti quei commenti sono ancora là e i like aumentano di minuto in minuto.

Cerca di pensare ad altro e di distogliere lo sguardo dal telefonino.
Si alza, si sgranchisce le gambe e va a fare la pipì.


Mentre fuoriesce il flusso di liquidi, pensa che dovrebbe proprio cancellarlo quel post dalla sua bacheca. Oppure lasciarlo lì nel dimenticatoio e non aggiungere più like ai like né scrivere altri commenti per schermirsi o per esprimere gratitudine.

Arrivato a questa conclusione si sente un po’ meglio e si aggiusta le mutande e i pantaloni.

Passano un paio di spensierati minuti.
Corre a controllare l’andamento del post.
Legge una sfilza di nuovi elogi e ringrazia uno ad uno i nuovi commenti che gli sono arrivati.

– Riconosco in questo brano  la profondità  del tuo sguardo personale e autentico. ❣️
– Questa te la rubo! 😉

– Vi ringrazio tutti per le vostre gentili parole. Ah, un’ultima cosa: se volete, condividete questo mio piccolo testo sulle vostre bacheche, ma non dimenticate di lasciare il mio nome prima o dopo il post.
E grazie, grazie ancora; di testa e di ❤️ !

duende

28 lunedì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos

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Tag

espirazione, ispirazione

normalmente la mia scrittura è incline al ritmo apollineo
ma qualche volta sento il bisogno la voglia e il desiderio
di liberare in qualche testo il suono nero del mio duende

un duende che erutta dalla terra ed arriva alla testa passando attraverso il basso ventre e mettendo in vibrazione tutto il corpo prima di arrivare alle dita che battono sui tasti

il duende è il vero don din
don duen de tu casa
el dueño de tus cosas
il proprietario che ti abita
‘o munaciello
l’elfo
il dàimon socratico che fa della tua vita un’opera d’arte che ignora regole contratti e convenzioni

il duende è la tua scrittura che vibra con la terra che si muove sotto i tuoi piedi

il mistero che ci passa accanto
l’incantesimo occulto che avvertiamo nel sudore della nostra pelle e non sappiamo spiegare

lo sentiamo risalire dalla punta delle dita alle tempie e ci lasciamo scuotere dai suoi fremiti sperando che resti qualcosa e
che un giorno saremo in grado di trasmettere quelle emozioni o almeno lasciare traccia del loro passaggio su questa terra che è la nostra casa la nostra chiesa
e l’antro oscuro e splendente dei nostri desideri


se volete sapere qualcosa in più del duende ne ho parlato un paio di anni fa alla fine di un testo dedicato all’arte flamenco


Condizionatori e condizionati

26 sabato Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, versiculos, vita civile

≈ 1 Commento

C’è il riscaldamento globale, dice.

Ma a me che me ne importa?
gli faccio io.
Tanto ho il condizionatore…

Con i condizionatori
si aggrava il problema, dice,
e farà sempre più caldo là fuori, dice.

E mica è solo questo…, aggiunge.

Ma che palle!
Lo interrompo io,
e gli rispondo…
Embé, qual è il problema?
Se si alza il surriscaldamento,
io li metto a palla,
i condizionatori,
e me ne resto chiuso in casa,
nel bel fresco
delle mie quattro mura.

Ecco, glielo ho detto.
Mo me ne sto
zitto e muto
e penso
Ma guarda un po’ questi qua
che vogliono terrorizzare la gente!

Poi non penso più a niente
e mi metto a guardare il mare
che ogni anno mi pare
più alto e bello
e ci sono pesci e uccelli
che non si erano mai visti
da queste parti,
insieme ad altri
che non vedremo più…

Mi dicono.


In appendice, una serie di consigli per sopravvivere alle calde notti d’estate senza l’abuso di condizionatori, deumidificatori ed altre diavolerie elettriche ed elettroniche.


Considerazioni sull’in/giustizia e la misericordia

24 giovedì Giu 2021

Posted by aitanblog in recensioni, riflessioni, vita civile

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classici, giustizia

Non c’è giustizia senza perequazione. Un tempo si sarebbe detto “senza misericordia verso i più deboli”.
E invece vediamo sempre il serpente dell'(in)giustizia mordere gli scalzi e leccare le scarpe dei boss, dei pezzi grossi e dei possidenti. Ne parlavo qua un mese fa, in versi e in vernacolo:

https://aitanblog.wordpress.com/2021/05/10/justicia/

Il re di Spagna Felipe II (1527-1598), potente tra i potenti, sovrano di un impero senza tramonti, lo diceva in questi termini:

“Administrad la justicia con ecuanimidad y rectitud y, si es necesario, con rigor y ejemplaridad. Pero cuando la naturaleza de las gentes y las cosas lo permitan, sed también misericordioso y benigno.“

Invece noi pretendiamo sempre la pietà e la comprensione a casa nostra, ma reclamiamo la giustizia più cieca e bieca contro le malefatte d’altri, ovunque perpetrate.
Il re benigno lo vogliamo solo quando ci fa comodo o quando siamo seduti sugli scanni degli imputati. Per il resto, più è distante da noi l’imputato, più pretendiamo dal giudice la più inflessibile delle spietatezze. (Figuriamoci poi quando si tratta di un pezzente straniero che porta già addosso lo stigma della sua diversità!)

Io, invece, nell’amministrare la giustizia, penso che bisognerebbe offrire misericordia soprattutto ai più deboli, perché non c’è nulla di più ingiusto che trattare casi differenti allo stesso modo o casi uguali in modo differente.

Faccio eco a don Chisciotte che in uno dei suoi spieghi a Sancho sostiene: “Si acaso doblares la vara de la justicia, no sea con el peso de la dádiva, sino con el de la misericordia.“

Che per me vuol dire:
“Se per caso ti trovassi nella possibilità di far pendere la bilancia della giustizia a tuo piacimento, non farlo con il peso del denaro e delle elargizioni che tengono legato a te chi le riceve, ma con quello della misericordia che nulla vuole e niente chiede in cambio, se non giustizia e pace in terra per tutti gli uomini e l’intera umanità, ma soprattutto per chi è più debole e in stato di necessità.”

Anche perché, “bandita la giustizia, che altro sono i regni se non grandi associazioni di briganti? Le bande di briganti non sono forse dei piccoli regni?” (Agostino da Ippona, De Civitate Dei, IV, 4).

Va be’, mi sono un po’ allargato, ho stralciato quello che mi faceva più comodo stralciare e ho tradotto come meglio mi suonava e più mi sconfinferava.
Ma i classici servono a questo.
A dirci più di quello che dicono e a fare luce nel buio per rischiarirci il cammino.

Una favola

22 martedì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, versiculos

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Tag

pazienza

Hommage à Paz

Là fuori
il mare era
una favola
senza pirati

Dentro
io il tuo re
tu la mia regina

Un’ondata di calore
nel freddo della notte

Mi stavi nel palmo
di una mano
ma colmavi
ogni anfratto
della mia anima
e del mio pensiero

Anche quando
non ti vedevo
Ti sentivo dentro
e mi stavi vicino

Ormai ero
tutt’uno
con l’eterno
e non avevo
più nulla
intorno

Vagavo da solo
tra le stelle
della camera da letto
e la cucina

…

Pensavo fosse amore

Era l’eroina

Lavori Forzati

20 domenica Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, versiculos, vita civile

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Tag

lavoro, schiavitù

Dio condannò l’uomo al lavoro
per punire la sua supponenza
Ma fu l’uomo a sfruttare l’uomo
facendo del lavoro
un cappio un marchio o una catena

Il lavoro stanca
Il lavoro sfianca
Il lavoro uccide

Troppi morti sul lavoro
Troppi morti di lavoro
Troppi morti anche in difesa
della sicurezza sui posti di lavoro

Lavorare meno
Distribuire i carichi
E
prima di tutto
non vivere per lavorare
ma lavorare per vivere

E arrivarci vivi
alla fine della giornata



In memoria di Adil Belakhdim, di Abd Elsalam Ahmed Eldanf e delle centinaia e centinaia di lavoratori che muoiono sul posto di lavoro ogni anno in questo allegro Paese del G8.

La verità sta da qualche parte tra Mark Twain e Jorge Luis Borges

16 mercoledì Giu 2021

Posted by aitanblog in recensioni, riflessioni, vita civile

≈ 1 Commento

Tag

citazioni, rete, verità

Pesudo-citazione di Mark Twain


“It’s easier to fool people than to convince them that they have been fooled.”

La frase è attribuita a Mark Twain, ma non si trovano riscontri nel corpus della sua opera; a parte un brano dal contenuto analogo riportato nella seconda parte della sua autobiografia.

“How easy it is to make people believe a lie, and how hard it is to undo that work again!“
“Come è facile far credere alla gente una bugia, e come è difficile ristabilire la verità!”
Mark Twain, “Autobiography – Volume 2“, University of California Press, 2013.
[La traduzione, piuttosto libera, è mia.]

Se per voi, ora, è più facile credere al meme virale che attribuisce a Mark Twain la prima citazione che a me che gli attribuisco la seconda, con tanto di citazioni delle (presunte) fonti, si conferma la verità di entrambe le citazioni.
Se, invece, propendete a credere alla mia versione dei fatti, la verità di entrambe le citazioni ugualmente non viene scalfita (in quanto indipendente dal suo autore e da questo umile e dubbio postillatore).

Chiaramente, potrebbe anche essere che nessuna delle due frasi riportare in lingua originale inglese sia di pugno di Mark Twain. Al limite, potrei aver scritto io (o chiunque altro) tutte e due. Ma ciò nulla toglie alla constatazione secondo la quale è più facile raggirare qualcuno che convincerlo che è stato raggirato.

Il che, se ci pensate, rende ancor più pericolose e insinuanti le bufale e le fandonie che circolano per la rete e rimbalzano da sito a sito come palline impazzite che saltano dappertutto e si moltiplicano ad ogni balzo.

Tanto più quando non si hanno strumenti e competenze per fare una minima analisi delle fonti e si finisce per portare l’irrealtà anche fuori dalla rete, nella vita extra-virtuale.


Scrivendo scrivendo, m’è venuta in mente quella volta che mi finsi argentino… Mi credettero così tanto che dopo non volevano capacitarsi del fatto che ero Vergara Gaetano da Frattamaggiore e non Jacinto Chiclana da Buenos Aires.

Se vi va, lo racconto qua, con qualche dettaglio che rende il tutto più vero o più verosimile (fate voi!):

https://aitanblog.wordpress.com/2007/04/13/estoy-cantando-lo-que-se-cifra-en-el-nombre/


La Lavagna dell’Aula Magna

14 lunedì Giu 2021

Posted by aitanblog in riflessioni, texticulos

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Tag

letteratura, sogno

Sono seduto nella fila centrale, sull’ultimo ordine di sedie dell’aula magna della scuola dove insegno.
Nell’aula ci sono solo io, ma la cosa non mi inquieta più di tanto.
Quello che mi sorprende è il silenzio.
Mi guardo intorno e a un certo punto mi rendo conto di non avere gli occhiali.
Per fortuna, però, le scritte sulla lavagna sono così grandi che riesco ugualmente a leggere senza fare troppa fatica.

Leggo.

L’ARTE IMITA LA REALTÀ.
L’ARTE CERCA LA BELLEZZA NELLA REALTÀ.
L’ARTE INTERPRETA LA REALTÀ.
L’ARTE, DELLA REALTÀ, RAPPRESENTA UN DISTILLATO.
L’ARTE È LA REALTÀ.
L’ARTE TRASCENDE LA REALTÀ E CERCA LA VERITÀ.
L’ARTE O È RIVOLUZIONARIA O NON MERITA DI ESSERE NELLA REALTÀ.
L’ARTE CREA UNA REALTÀ PARALLELA E PIÙ SIGNIFICATIVA DELLA REALTÀ STESSA.

IN REALTÀ, TUTTO QUELLO CHE CI INTERESSA DELL’ARTE È L’ARTE.

Mi alzo, scendo lentamente gli scalini dell’aula magna. I miei passi risuonano nella stanza vuota e io pesto con forza crescente i gradini di legno per sentirmi meno solo.
Mi avvicino alla lavagna, prendo un pezzo di gesso rosso e cancello l’ultima frase.

Rileggo tutta quella scritta, salvo la parte cancellata, dal basso verso l’alto e mi fermo qualche secondo a pensare.

Metto via il gesso rosso e ne scelgo un altro. Ci sono tutti in fila gessetti cilindrici di decine di colori differenti ordinati per gradazione di colore. Solo l’arancione e l’azzurro sono fuori sequenza.

Dopo un attimo di esitazione, prendo il gesso azzurro e aggiungo tre puntini a destra della sequela di scritte alla lavagna.

…

Poi prendo il gesso arancione e scrivo in obliquo, con caratteri ancora più grandi di quelli che ho trovato già segnati sulla lavagna,

E I SOGNI

Getto via il gesso arancione, riprendo quello azzurro e faccio seguire le mie tre parole da uno spropositato punto interrogativo.

?

relazioni sei punto zero

11 venerdì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos, vita civile

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Tag

digitale, relazioni, telefonini

ogni volta
a rotazione
a casa
di un amico differente
ci sediamo
intorno a un tavolo
e ci immergiamo
nei nostri telefonini

….

qualche volta
qualcuno
pubblica
un’immagine
o copia
una frasetta
intelligente
dalla rete
e in tanti
si fermano
un attimo
per cliccare
su mi piace
senza alzare
gli occhi
sul vicino

subito dopo
torniamo
a scorrere
lo schermo
pronti a puntare
sul pollice
o sul cuoricino
alla prossima trovata
scovata
a capo chino

….

può capitare
che la persona
a cui diamo
il pollice
o il cuore
sia lì accanto

ma non glielo
diciamo
quanto
abbiamo
gradito
la sua foto
o il suo pensierino

tanto ha già visto
e non è il caso
di ripeterglielo
e passare pure
per lecchino

….

poi di tanto in tanto
il padrone di casa
ci chiede se vogliamo
un caffè uno spritz
o un dessert
ma nessuno di noi
è disposto a distogliere
le dita dallo schermo

preferiamo guardare
in silenzio
cliccando qua e là
senza altre distrazioni



Nuova versione riveduta e corretta di “Relazioni due punto zero“,  5 giugno 2014


Fall & Fall…

09 mercoledì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, vita civile

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Tag

porno shop, provincialismo

Non tutti nella capitale
Sbocciano i fiori del male
Qualche porno shop senza pretese
Abbiamo anche noi in paese

Che poi se sia davvero senza pretese, non lo so dire.
Era chiuso. Non ci sono andato dentro.
Ma mi ha incuriosito vedere un porno shop nei 5 chilometri quadrati della città benedettina di Frattamaggiore.

Lo so, sono provinciale e retrogrado.
Ma che ci posso fare? Mi ha fatto strano.
Ho pensato pure che si trattasse di un segno del calo del desiderio nell’era delle mascherine e del metro di distanza.

Sarà che, lo confesso, non sono pratico di certe pratiche.
Se ricordo bene, ci sono entrato una sola volta in un negozio di materiali erotici e gingilli sessuali.
Ero a Londra e avevo 17 o 18 anni.
Si avvicina questa black magic woman, fasciata in un’uniforme di latex nero che dà risalto alle fome del suo culo e alle curve dei seni e, ondeggiando una massa di capelli leonini, mi fa:
– Can I help you?
Io, mezzo ipnotizzato, mi rivolgo all’amico che è entrato nel negozio con me e sbotto:
– Mauro, mo che ce dico a chesta?

Insomma, mi manca l’esperienza. E se penso a tutte quelle robe che si venderanno là dentro, mi viene anche un po’ da ridere.
Penso a Verdone e alla Gerini…
– Famolo strano…
– Diamo inizio alla nostra performance! Brava, su! Un bel respiro! Non essere tesa, non sentirai nulla, non ti faccio sentire niente! Eh! Pronti?

Poi, che ne so?
Magari un giorno divento cliente. Mi appassiono agli ammennicoli e al latex. Mi prendo una cosa gonfiabile. Mi faccio un abbonamento per tenermi aggiornato sulle ultime novità e le perversioni più trendy di Tokyo, di Amburgo e di New York.
Tutto è possibile (ieri un amico mi ha raccontato che un suo compagno di università con cui usciva a quattro e condivideva la macchina al Parco della Rimembranza si è sposato. Con un uomo. Dopo essersi operato per togliersi l’ingombro).
Tutto è possibile e intanto il negozio mo c’è ed è a quattro passi da casa mia.
“Falli & Fallette“, si chiama…

Che ne so?
Magari mi fanno anche uno sconto, per questo po’ po’ di pubblicità che gli sto facendo qui nel condominio.

Anche se a me non sono mai piaciuti Verdone e la Gerini, e al caffè ho sempre preferito la cioccolata.

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