Copyright e copyleft ai tempi di Facebook
Succede qualche volta e pure spesso, tra le pagine del Faccialibro ed anche altrove, che qualcuno copi un testo di grande spessore etico e morale e lo incolli sulla sua bacheca senza citare la fonte. Come fosse suo.
Poi capita una volta ogni tanto che costui riceva decine e decine di consensi, commenti e condivisioni per quel post privo di firma in calce.
– Mi hai emozionata.
– Condivido 🤗
– Sei unico!!!
– DIO, che sensibilità.
– Sei riuscito ad esprimere il mio pensiero meglio di come lo avrei fatto io! 😍
A questo punto il copincollatore si rende conto di aver ingenerato un equivoco. Vorrebbe spiegare. Vorrebbe dirlo che quelle belle parole non sono sue e che lui si è limitato a riportarle in bacheca.
Ma continuano ad arrivare like, cuoricini, elogi e pacche sulle spalle virtuali.
– Nessuno poteva dirlo meglio. 😘
– Sei grande, Grande, GRANDE!
– Condivido appieno ogni tua parola 👍🏽
– Sono fortunata ad averti per amico ❤️
È un escalation di commenti e di testimonianze di stima e di affetto.
– Ancora una volta, mi sono riconosciuto in un tuo testo…
– Condivido anche le virgole di questa tua bella riflessione 👌🏽
– Grazie per i tuoi insegnamenti. 😽
Lui ormai non riesce più a intervenire per correggere il tiro.
Vorrebbe dirlo che il post non è suo, ma gli si strozzano le parole nelle dita.
Chiude gli occhi.
Si gratta la testa.
Quando torna a fissare lo schermo, osserva che tutti quei commenti sono ancora là e i like aumentano di minuto in minuto.
Cerca di pensare ad altro e di distogliere lo sguardo dal telefonino.
Si alza, si sgranchisce le gambe e va a fare la pipì.

Mentre fuoriesce il flusso di liquidi, pensa che dovrebbe proprio cancellarlo quel post dalla sua bacheca. Oppure lasciarlo lì nel dimenticatoio e non aggiungere più like ai like né scrivere altri commenti per schermirsi o per esprimere gratitudine.
Arrivato a questa conclusione si sente un po’ meglio e si aggiusta le mutande e i pantaloni.
Passano un paio di spensierati minuti.
Corre a controllare l’andamento del post.
Legge una sfilza di nuovi elogi e ringrazia uno ad uno i nuovi commenti che gli sono arrivati.
– Riconosco in questo brano la profondità del tuo sguardo personale e autentico. ❣️
– Questa te la rubo! 😉
– Vi ringrazio tutti per le vostre gentili parole. Ah, un’ultima cosa: se volete, condividete questo mio piccolo testo sulle vostre bacheche, ma non dimenticate di lasciare il mio nome prima o dopo il post.
E grazie, grazie ancora; di testa e di ❤️ !
È verissimo! Anche su Twitter succede. Io di solito faccio copia e incolla della frase e la cerco su Google, per capire chi sia il vero autore. Spesso sono filosofi e poeti famosissimi… ma che vuoi farci? Ormai loro sono morti e le persone sentono un continuo bisogno di riconoscimenti e ammirazione.
Un saluto.
Anch’io, Mr.Loto, mi diverto a fare la ricerca delle fonti. :)
Ma chi legge avrà capito che si trattava di una citazione altrui? Questo mi preoccupa oltremodo. Se conosco quella persona, so benissimo che quella citazione non gli appartiene. Mi ostino, poi, a leggere i post di una persona che pubblica citazioni senza fonte, è ancora più preoccupante, da delirio lasciare anche un plauso.
In genere, io, questo faccio, mi limito a non commentare post copincollati.
Provo vergogna per tanti professionisti (politici, professori, psicologi, sociologi… ) che copiano testi in giro e li postano sui social senza la firma degli autori, come se li avessero scritti loro.
Gli spagnoli chiamano questo sentimento di vergogna per qualcosa che hanno fatto altre persone “vergüenza ajena”, similmente i tedeschi parlano di “Fremdschämen” (vergogna altrui), noi italiani non abbiamo un termine specifico, ma lo proviamo anche noi questo imbarazzo per qualcuno che non si rende conto che si sta rendendo ridicolo, sgradevole o disgustoso.
E magari qualche passante si attribuirà anche questo piccolo testo e mi lascerà di stucco, sospeso tra vergogna, rabbia e imbarazzo .
Provo vergogna per tanti professionisti (politici, professori, psicologi, sociologi… ) che copiano testi in giro e li postano sui social senza la firma degli autori, come se li avessero scritti loro.
Gli spagnoli chiamano questo sentimento di vergogna per qualcosa che hanno fatto altre persone “vergüenza ajena”, similmente i tedeschi parlano di “Fremdschämen” (vergogna altrui), noi italiani non abbiamo un termine specifico, ma lo proviamo anche noi questo imbarazzo per qualcuno che non si rende conto che si sta rendendo ridicolo, sgradevole o disgustoso.
E magari qualche passante si attribuirà anche questo piccolo testo e mi lascerà di stucco, sospeso tra vergogna, rabbia e imbarazzo .