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Tra Marziale, Plutarco, Caetano Veloso e Wikipedia
“Non est vivere, sed valere vita est“.
Marziale, Epigrammi, libro VI, 70:15
E che vuol dire?
Breve nota linguistica a mo’ di premessa.
“Valere” in latino significa tanto “essere forte” e “godere di buona salute” quanto “essere valido, avere valore”.
Il che, come capita spesso negli epigrammi, rende difficile stabilire il senso di quella sintetica sequela di parole che forse erano state scelte così proprio per essere polisemiche e offrire uno spettro ampio e sfuggente di significati.
Dunque, secondo l’interpretazione corrente (e salutista), Marziale ci dice che “La vita non è vivere (tirare a campare), ma star bene (godere di buona salute)”.
Io, però, preferisco pensare che il buon Marziale voglia suggerirci (vieppiù) che “non si tratta semplicemente di vivere la vita, ma di vivere una vita degna di essere vissuta”.
Con il che faremmo il paio con il “Navigare necesse est, vivere non est necesse” che è stato cantato da Caetano Veloso (“navegar è preciso; viver não è preciso”), che lo ha ripreso da Pessoa, il quale tradusse Plutarco, che citava Gneo Pompeo (“πλεῖν ἀνάγκη, ζῆν οὐκ ἀνάγκη.”) che al mercato questa frase ascoltò, per poi riproporla ai suoi marinai e incitarli all’avventura e perseguire virtute e canoscenza tra le acque del Mare Nostrum.

Ecchecacchio, compagni naviganti, pure voi fatti non foste per tirare a campare come bruti, ma per cercar su Wikipedia dati, note, fatti, spigolature e date! Io lo faccio sovente ed anche ora l’ho fatto, ché mica mi ricordo a memoria cataloghi di citazioni greche e latine. Magari quelle portoghesi, sì, soprattutto nel caso specifico che avevo già citato per la prima volta in rete nel secolo scorso del passato millennio, in una paginetta del primo sito che ho realizzato in html puro nel 1999, quando decisi di mettermi in rete per ricordare mio padre e il suo testamento spirituale
http://www.aitan.altervista.org/navegar.htm
Chiaramente non sono sicuro che Marziale e Plutarco volessero dire proprio questo che gli ho fatto dire.
Io, però, questo volevo dire. E ne approfitto per farvi sentire “Os argonautas” e quel suo finale sospeso in cui Caetano sostiene:
“Navegar è preciso; viver…”
“È necessario navigare; vivere…”
Ecco, sì, in quanto a vivere fate un po’ voi; cu ‘na bbona salute; che poi forse, a pensarci bene proprio a questo voleva arrivare il poeta epigrammatico mezzo spagnolo e mezzo romano: “Guagliu’ cca nun se tratta ‘e campa pe’ campa, ma ‘i campa’ bbuone. Cu’ ‘na bbona salute e ‘o piatto ‘a tavola che aspetta a ‘tte pe’ essere strafugate“.
Va be’, mi sono un po’ allargato e ho tradotto come mi faceva più comodo.
Ma i classici a questo servono.
A dirci più di quello che dicono e a fare luce nel buio per rischiarirci il cammino.
Pe’ mill’anne e pure ‘i cchiu’, in saecula saeculorum, in ‘taliano o in latinorum.
As you like it.
P.s. Che poi, in mezzo a tante chiacchiere, a parer mio, la cosa più bella di questo post è l’illustrazione, con quel veliero sospeso nel nulla, in un paesaggio senza orizzonte né demarcazione alcuna tra il cielo e il mare. Come se volesse dirci che “la vita non è vivere, ma navigare in un mare privo di senso”, ma non esente da fascino. Soprattutto nello sguardo di chi lo accarezza con gli occhi.