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Muito Romântico
settantacinquesimo frammento
Se, e sottolineo Se
Piccolo esercizio di deromanticizzazione
Se vuoi un uomo che ti faccia sentire bella, non hai bisogno di me, ma di un chirurgo plastico.
Se vuoi qualcuno che ti faccia battere il cuore, ti serve un defibrillatore.
Se vuoi sentire le farfalle nello stomaco, devi avere il coraggio (e lo stomaco) per ingerirle vive.
Se vuoi vederti bella attraverso i miei occhi, forse faresti meglio ad andare alla ricerca di uno specchio deformante o di un programma di fotoritocco. Uno di quelli che fanno miracoli, a quanto dicono.

Se per te la prima cosa è la fedeltà, è di un cane che hai bisogno.
Se cerchi qualcuno che ti capisca, comincia a parlarmi in italiano; io il tuo dialetto non l’ho mai imparato.
Se volevi un uomo che ti facesse volare, dovevi sceglierti un aviatore.
Se cerchi un amore senza limiti e confini, o sei un’anarchica o vuoi impiantare una multinazionale nella mia terra. E io questo non te lo permetto e non lo voglio fare (mi riferisco all’impianto della multinazionale, naturalmente; perché, in quanto all’anarchia, beh, già sai…).
Se vuoi una persona che sappia prendersi cura di te, posso passarti il numero di un buon medico.
Se vuoi un uomo che ti ami per quello che sei, o ti conosci poco o pensi a lui come ad un pazzo scatenato capace di restarti accanto nonostante te le tue beghe, le tue seghe e le tue rotture.
Se vuoi qualcuno che ti ami per sempre, dovrai necessariamente morire prima di lui.
Se pensi a un uomo vero che si dedichi a te 24 ore su 24, o stai pensando a uno sfaccendato o speri di accalappiare il figlio di qualcuno con un ingente patrimonio.
Se vuoi chi a letto ti soddisfi fino in fondo e non ti lasci a labbra asciutte prima del momento del massimo fulgore, puoi compare un dildo, un sex Toy o un vibratore.
Se vuoi una persona che ti faccia sentire bene, cercati un otorinolaringoiatra.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore; se mi odi, sarò sempre sul tuo stomaco o nella tua testa, come un tarlo che non puoi schiacciare.
Il resto sono tutte stronzate che scrivo per far finta che riesco a pensare ad altro in questi tempi bui come sempre e come è sempre stato. Amarti, in fondo, è una distrazione. Ed amarmi… è lo stesso, del resto.
L’unione di due patologie.
🎼
Pathos è mio
Pathos è tuo
in ricordo del nostro amor.
È molto triste questo testo, Aitan
Lo so bene, Sole, soprattutto se lo comparo alla maggior parte dei frammenti romantici che lo precedono.
Questo l’ho scritto più di un anno dopo il 74esimo ed è venuto fuori così, con un tono cinico e ridicolmente tragico.