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Mondi nuovi e mondi di seconda mano

Cercare una cosa
è sempre scoprirne un’altra.
Così, per trovare qualcosa,
bisogna cercare ciò che non è.
Cercare il passero per incontrare la rosa,
cercare l’amore per trovare l’esilio,
cercare il nulla per scoprire un uomo,
muoversi all’indietro per andare avanti.

Da Roberto Juarroz, “Poesía Vertical, XII – 15” – la traduzione è mia



Oggi, 12 ottobre, è il giorno della serendipità, il giorno delle scoperte fatte per caso.
Cerchi il cammino per le Indie e trovi l’America.
Poi dicono che l’hai scoperto tu il Continente Nuovo, ma l’America era già là e l’abitavano milioni di indigeni del posto.
Come se io domani andassi per la prima volta tra Grumo e Sant’Antimo e pretendessi di finire sui libri di storia come l’uomo che ha scoperto Casandrino.



“Per la storia ufficiale Vasco Núñez de Balboa fu il primo uomo che vide, da una cima di Panama, i due oceani. Ma quelli che vivevano là erano forse ciechi?”
Eduardo Galeano

Va bene che lui, Cristofaro/Cristóbal Colombo/Colón, trovò una nuova rotta e confermó che il mondo è una palla (e che palla!), ma resta il fatto che oggi è il giorno delle scoperte fatte per caso (o per caos) e l’inizio della colonizzazione americana; sia quella imperiale spagnola e lusitana che quella anglo-germanica col pungiglione (anche più insidioso, in verità) dei Wasp, le vespe bianche anglo-sassoni e protestanti (White Anglo-Saxon Protestant).

“Siccome Colón non capiva quello che dicevano, pensò che non sapessero parlare. Siccome andavano in giro nudi, erano mansueti e davano tutto in cambio di nulla, pensò che non fossero individui razionali. E siccome era sicuro di essere entrato in Oriente dalla porta di servizio, pensò che fossero indiani dell’India. Poi, durante il suo secondo viaggio, l’ammiraglio con un proclama stabilì che Cuba faceva parte dell’Asia.”
(Di nuovo Galeano, sempre lui.)

Poi, se vedete su Wiki, oggi è anche la celebrazione del primo Oktoberfest (1810) – prosit! – e dell’indipendenza del Brasile (1822) – saúde!
Ah beh, sì beh.

Nella penisola iberica chiamano questo giorno “Día de la Hispanidad“.
In Argentina, forse più opportunamente, parlano di “Día del Respeto a la Diversidad Cultural“, mentre nel resto delle Americhe preferiscono definirlo “Día de la Raza“, per commemorare la nuova identità culturale, prodotto dell’incontro e della fusione tra i popoli nativi e i conquistatori.
Ah beh, sì beh.

Praticamente l’inizio del tramonto delle civiltà precolombiane.

Insomma, stiamo sempre là, quello che per il bruco è la fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla e segna l’inizio dell’età moderna e la fine del medioevo. Ah beh, sì beh!

Povero re,
E povero anche il cavallo.