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Chiacchiere, spasso ed improvvisate etimologie
In napoletano si definisce ‘o spasso la frutta secca che si mangia soprattutto di domenica e durante tutte le festività (specialmente quelle natalizie) dopo aver pranzato o cenato (quel tempo in cui si resta a tavola a chiacchierare dopo aver mangiato, che nei Paesi di lingua spagnola e portoghese chiamano sobremesa); e non da rado, chiacchierando, si continua a bere e a mangiare fino allo sfinimento o all’arrivo del sonno.
Lo spasso napulegno può essere composto da arachidi, noci, pistacchi, anacardi, castagne, semi di zucca, mandorle, prugne e fichi secchi, tutte leccornie da spilluccare con la tecnica dell’uno-tira-l’altro anche in questi giorni festivi, conversando e bevendo in conviviale allegria e spensieratezza come se non ci fosse un domani e non incombesse l’arrivo di un anno nuovo tutto carico dei problemi e delle ambasce del vecchio.
Ciociole, ficusecche, noci e nucelle primma e doppe strufole, mustacciuole, roccocò e susamielle.
L’ineffabile e non eguagliabile bellezza del mangiare in compagnia sfidando la tenuta dello stomaco e dei denti.
E non è per caso che anche la parola “compagno” derivi dal latino medievale “companio“, a sua volta originato da “cum panis“, che ci riporta alle persone che condividono il pane e mangiano insieme.
D’altronde, pare che in spagnolo perfino il verbo “comer” derivi dal latino “cum-edere“, cioè, appunto, “mangiare con” qualcun@.
Insomma, si può anche mangiare da soli e tante volte lo si fa pure, per alimentarsi, per rimanere vivi o per ingordigia. Ma il cibo e, segnatamente, il cibo spassoso, è fatto per essere gustato in compagnia. Come l’incontro amoroso dei sensi. Un modo efficace per rendere più saporita e meno insensata la vita.

Piccolo post scriptum etimologico
Da più parti, tra le fantasiose etimologie partenopee, viene indicato il termine napoletano spasso come derivante dal tedesco Spaß/Spass.
In passato ci sono caduto anch’io.
Cfr. aitanblog.wordpress.com/2006/01/23/mother-dialect/
In realtà, sembra più probabile che sia lo spasso napoletano che lo Spaß alemanno derivino dal latino, non so se passando per l’italiano o seguendo un percorso indipendente.
D’altronde anche i dizionari etimologici tedeschi associano il lemma Spaẞ agli italienisch “spasso” (Zeitvertreib) e “spassare” (zerstreuen) che fanno ragionevolmente derivare dal latino expassum, participio di expandere, nel suo significato originario di aprire, stendere, allargare.
Divertendosi (e anche mangiando ciociole in compagnia), lo spirito si espande e l’animo si distende. Ci si libera, finalmente, da incombenze, tensioni e costrizioni. Si distrae la mente dalle preoccupazioni.
Allo stesso modo in cui le gambe e le menti si allargano per fare i passi (da passum, participio passato di pandĕre ‘stendere’) e andare a spasso lontano dalle sofferenze e dalle apprensioni.
E camminando camminando si reinventano etimologie e passa un altro giorno, un’altra nottata, un nuovo anno.
Tanti auguri e tanto spasso a tutti!