Dialogo tra me, la Commedia di Dante e quel simpaticone di Giovenale; per non parlar di Roberto, di George e di Fernando.
Le tegole ti proteggono dalla pioggia, ma ti impediscono di vedere il cielo.
Se pure le fai di cristallo, col tempo si opacizzano e finiscono per frapporsi tra te e la luce del sole e delle altre stelle.
Similmente le regole.
E poi anche tra le tegole, c’è sempre chi apre un varco solo per sé, mentre agli altri vieta di vedere luce.
Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
Insomma, anche quando sotto il medesimo tetto qualcuno detta regole e leggi, non è detto che poi egli stesso le rispetti o le faccia rispettare.
È sempre il solito problema del “Quis custodiet ipsos custodes?“.
“Spranga la porta, non farla uscire, ma chi sorveglierà i sorveglianti? La moglie è astuta e comincerà da loro.”
Piglia ‘o cane acchiappa ‘o cane
‘A capa d’o cane ‘o cane ‘o cane
Piglia ‘o cane acchiappa ‘o cane
‘A capa do cane ‘o cane ‘o cane
Piglia ‘o cane acchiappa ‘o cane
‘A capa do cane ‘o cane ‘o cane
Oi mamma ca mò vene
bim bom bam
Oi mamma ca mò vene
bim bom bam
Apre la porta e fallo trasi’
co ‘mbamberambam e ‘o ‘mbamberambì
Apre la porta e fallo trasi’
co ‘mbamberambam e ‘o ‘mbamberambì
E alla fine dei conti e dei canti, non c’è scampo: ogni tegola ed ogni regola più passa il tempo più si fa pegola.
Una pegola spessa,
che ‘nviscava la ripa d’ogne parte.
Meglio farne poche, condivise e rispettate che farne tante ad uso e consumo dei potenti o di chi ha la fregola di imporre ad altri ciò che a lui non gli va di fare.
Per concludere.
Poche regole sotto il tetto.
Quasi nessuna dentro il letto.
Salvo l’ascolto e il rispetto.
Reciproco.
Il resto, se viene, viene da solo.

Vale anche per i nostri goffi tentativi di cercare norme universali e regole passepartout nel caos della realtà.
“È talmente forte la tentazione di distribuire il mondo intero secondo un unico codice! Una legge universale reggerebbe l’insieme dei fenomeni: due emisferi, cinque continenti, maschile e femminile, animale e vegetale, singolare plurale, destra sinistra, quattro stagioni, cinque sensi, cinque vocali, sette giorni, dodici mesi, ventisei lettere. Purtroppo non funziona, non ha neppure mai cominciato a funzionare, non funzionerà mai.”
Magari voi sarete tra quelli che pensano che ogni deviazione dalla norma vada catalogata solo come un’eccezione alla regola. Ma la verità è che non ci sono regole, solo eccezioni. Noi per comodità raggruppiamo i dati di realtà in categorie dando più risalto alle occorrenze più rilevanti che finiamo per considerare regolari per un mero fattore quantitativo.
Ma la realtà è che
“Não há normas. Todos os homens são excepção a uma regra que não existe.“
(Non ci sono norme. Tutti gli uomini sono eccezioni a una regola che non esiste.)
Personalmente, trovo che tutto questo sia molto connesso con la mia speranza di un trionfo della A. Maiuscola. Ma si può scrivere pure piccola piccola. Un’alfa privativa e liberatoria che ci tolga di dosso il peso della regole e di chi ce le impone.

Poi, se volete, ci mettiamo d’accordo su qualche piccola norma e qualche regoletta che ci possono servire per comunicare e convivere tra noi nel rispetto reciproco e senza azzuffarci continuamente.
Basta che non ci organizziamo solo per mettere in moto un’altra fottuta guerra di invasione o per mettere in atto una colonizzazione, collettiva o individuale, delle menti altrui.
Io, per esempio, non ho nessun interesse a dimostrarvi che ho ragione e, per me, potete pure pensare che ho scritto solo cazzate prive di senno e al di fuori di ogni regola di buon senso o di qualsiasi forma di ragione.
L’importante è continuare a rispettarci al di là di ogni legge o sanzione imposta da qualcuno che risieda al di fuori o, peggio, al di sopra di noi.
E quando dico l’importante mi riferisco a quanto risiede e talvolta affiora al di sopra di ciò che è fondamentale: bere, mangiare, dire, fare e impegnarsi a custodire la continuità della vita.
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Cfr. (se vuoi)
Dante, Paradiso, XXXIII, v.145
Dante, Purgatorio, XVI, v.97
Giovenale, Satire, VI, vv.31-32
Roberto De Simone, Tarantella (Oi mamma ca mò vene)
Dante, Inferno, XXI, vv.17-18
George Perec, Pensare/classificare
Fernando Pessoa, fonte incerta, inquieta e irregolare che non ho voglia di verificare o riscontrare