• AitanLink
  • Su di me
  • E-mail
  • News
  • Immagini
  • Versículos
  • Textículos

((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi tag: immigrazione

Cercando pace in Egitto

16 giovedì Dic 2021

Posted by aitanblog in immagini, recensioni

≈ 2 commenti

Tag

avvento, egitto, immigrazione, profughi

Sei anni fa mi inventai una specie di “calendario dell’avvento controtempo” realizzato mettendo insieme, giorno per giorno, una trentina di rappresentazioni della Fuga in Egitto della sacra famiglia di profughi di Nazareth.
Un calendario che si muove in direzione ostinata e contraria da Oriente a Occidente e arriva al giorno della nascita di Gesù, rappresentando una collezione di immagini della fuga della sacra famiglia dalla furia infanticida di Erode (a Cristo già nato, dunque).

https://aitanblog.wordpress.com/2015/12/01/cercando-un-altro-egitto/

Nella XVI puntata della serie c’erano cinque capolavori dei Tiepolo padre e figlio che ripropongo ora, qui, alla vostra attenzione.
Sono due dipinti e un disegno di Giovanni Battista (1696–1770), il padre, e due acqueforti del figlio Giandomenico (1727–1804).

I due artisti veneti hanno dedicato molto ingegno (in tele, disegni e incisioni) al tema della fuga in Egitto.
Spesso nelle loro rappresentazioni ricorre il barcone con tanto di asino a bordo ed angelo scafista (e volesse il cielo che fossero pervasi da tanta cura e da tanta protettiva bontà anche gli scafisti del XXI secolo che imperversano nell’Egeo e nel Mediterraneo); Giuseppe, dal canto suo, è sempre rappresentato come un vecchio dalla folta barba bianca (un alter ego dell’immagine archetipica di Dio e di Mosè che abbiamo assimilato da tanta iconografia artistica e cinematografica).

Tra quelle qui rappresentate (e tra tante altre che ho vagliato dei due Tiepolo), l’opera che preferisco è il disegno di papà Giovanni Battista (il secondo riquadro qui in alto), ma trovo che anche le opere del figlio – che spesso riproducevano con la tecnica dell’acquaforte opere e soggetti paterni – abbiano una loro dignità e forza.

È probabile che queste ultime due tavole, precedano di qualche anno le ventiquattro incisioni dell’album delle “idee Pittoriche sopra la fuga in Egitto di Gesù, Maria e Giuseppe…” che nel 1753 Giandomenico dedicò, a Würzburg (in Baviera), a Karl Philipp von Greiffenklau, principe vescovo del Sacro Romano Impero. Andatevi a cercare anche queste incisioni bavaresi: sono un’efficace illustrazione della fuga e la seguono passo passo come una “graphic novel” senza parole.



Poi, magari, attualizzate la visione con qualche foto delle famiglie di profughi e rifugiati in cerca di miglior vita nei nostri tempi.
Il mondo ne è pieno. Ed anche la rete che ne rappresenta uno specchio, per quanto deformato.

Il parallelo è fin troppo facile e ha la forza della sofferenza e della verità.
Le ultime due foto di profughi del collage sono dell’agenzia AFP©, delle altre ignoro la fonte. Mi scuso preventivamente con chi ne abbia la proprietà. I quadri rappresentati sono invece, nell’ordine, di Vittore Carpaccio (1465-1520), José Ferraz de Almeida Júnior (1850-1899), Jean-François Millet (1814-1875), William Blamire Young (1862-1935) e Noël Hallé (1711-1781). Una piccola selezione composta un po’ alla buona e piuttosto in fretta. Ma credo che l’insieme ci restituisca il senso dell’eterna fuga di profughi di diversi spazi e tempi verso una realtà meno dura e più proiettata verso un futuro migliore per sé e per i propri figli.

[…] nessuno affida i propri bambini ad una barca / a meno che l’acqua non sia più sicura della terra.
chi sceglierebbe di passare giorni / e notti nel ventre di un camion / a meno che il tragitto percorso / significhi più di un viaggio.
nessuno sceglierebbe di strisciare sotto recinti / essere picchiata fin quando la tua ombra non ti abbandona, / violentata, annegata, costretta al fondo / della barca per il colore della pelle, esser venduta, / ridotta alla fame, venir sparata alla frontiera come un animale ferito, / essere compatita, perdere il proprio nome, perdere la propria famiglia, / chiamare casa un campo profughi per un anno, o due, o dieci, / spogliata e perquisita, in prigione ovunque / e se sopravvivi venire accolta dall’altra parte / con andatevene a casa neri, rifugiati / sporchi immigrati, richiedenti asilo / parassiti / scuri, con le mani pendule / odorano strano, di selvaggio – / guarda cosa hanno fatto dei loro Paesi, / cosa faranno al nostro?
il disprezzo negli sguardi per strada / più lieve rispetto ad un arto strappato, / l’umiliazione quotidiana / più dolce di quattordici uomini che / assomigliano a tuo padre, tra / le tue gambe, gli insulti più facili da inghiottire / che le macerie, che il corpo del tuo bambino / a pezzi – per ora, dimentica l’orgoglio / sopravvivere è più importante.
voglio andare a casa, ma casa è la bocca di uno squalo / casa è una canna di pistola / e nessuno lascerebbe casa / a meno che non sia la casa a cacciarti a riva / a meno che la casa stessa ti dica / di lasciare dietro di te ciò che non puoi, / anche fosse umano.
nessuno lascia casa finché casa / non diventa una voce angosciosa all’orecchio che dice / parti, scappa da me adesso, non so cosa / sono diventata.


Questo è il brano finale della poesia di Warsan Shire intitolata “Home”, nella traduzione che Tina Magazzini e Giovanni Gugg hanno fatto per WOTS Magazine qualche anno fa.
Warsan Shire è una poetessa somala nata in Kenya nel 1988 ed emigrata a Londra quando aveva solo un anno.
Nel 2016, la cantante Beyoncé ha utilizzato alcune sue poesie nel film che accompagnava il concept album “Lemonade“, un’opera multimediale che si prefiggeva l’obiettivo di smuovere nelle donne afroamericane un sentimento di consapevolezza e auto-coscienza.
E così siamo partiti da Tiepolo e siamo approdati a Beyoncé passando per Erode, Vittore Carpaccio e Jean-François Millet.

Il bello di Internet.

Sull’immigrazione diamo i numeri

21 giovedì Nov 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

fake news, immigrazione, razzismo

Ormai sono molti anni che lo faccio.

Chiedo ai miei alunni di quinta quale pensano che sia la percentuale degli immigrati rispetto alla popolazione nazionale e se pensano che ci siano più stranieri in Italia o in Spagna (qualche volta aggiungo pure qualche altro Paese di riferimento).
Poi faccio fare una rapida ricerca sulle percentuali pubblicate dalle statistiche “ufficiali” e li faccio ragionare autonomamente sulla discrepanza tra la realtà dei dati e la loro percezione della realtà.

Quest’anno, in due quinte, la loro percezione della presenza degli immigrati in Italia si attestava tra il 25 e il 26% contro il dato statistico che riporta un 8,5, 8,6 o, come massimo, un 8,7% di stranieri sul suolo patrio.
(Questo succede in un paesino dell’entroterra napoletano dove la presenza degli immigrati è scarsissima e in una scuola che su 1400 alunni ha sì e no una trentina di stranieri.)

Negli anni i dati numerici che ricevo dai miei studenti sono sempre più discrepanti dalla realtà. Tuttavia, ho l’impressione che aumenti anche la consapevolezza delle ragioni di questo divario. Quando a caldo abbiamo fatto una “lluvia de ideas” (brainstorming) sulle ragioni di tanta differenza tra i dati percepiti e i dati reali, sono venuti fuori argomenti interessanti come:

– Non siamo abituati come altri popoli a convivere con stranieri, per cui già vederne pochi ci shocka e ci sembrano tanti
– I mass media parlano molto e in modo insistente del fenomeno
– La televisione ci fa vedere continuamente sbarchi
– La propaganda politica e internet fanno disinformazione e amplificano la realtà dei fatti
– La paura deforma la realtà
– Vivere in zone con molti immigrati (come la vicina Casandrino) dà una percezione moltiplicata del fenomeno
– Siamo contrariati dal fatto che gli immigrati prendono il posto degli italiani e la rabbia ci fa alterare la realtà
– Vediamo la realtà attraverso i social e le fake-news, non con i nostri occhi.

A questo punto sono solito aggiungere una piccola domanda che lascio nell’aria: “Non è che siamo pure un poco razzisti?”.
E da qui parte uno studio su cosa sia storicamente il razzismo e che forme assumano oggi razzismo e xenofobia.

Credo che alla fine ognuno resti della sua idea, ma almeno impariamo a conoscere qualcosa in più di noi stessi e degli altri.

_________

N.B. Le foto alla lavagna si riferiscono solo ad una delle due classi coinvolte.

Ricorsi amari

24 sabato Mar 2018

Posted by aitanblog in texticulos

≈ Lascia un commento

Tag

immigrazione

Nella prima settimana di marzo, un fatto di cronaca, che non esplicito per non spoilerarmi da solo, mi ha fatto venire in mente un mio breve testo di una trentina di anni prima: un raccontaccio brutto, sporco e cattivo fin dal titolo.
Lì per lì non mi è venuto di rileggerlo e ho lasciato cadere la cosa nell’accozzaglia delle scritture dimenticate. Poi stamattina, mentre cercavo altro, questa brutta storia mi è capitata tra le mani e non ho potuto fare a meno di leggerla e confermare che si tratta di una storiella molto attuale, un testo che per certi versi potrebbe sembrare perfino trendy (ovvero modaiolo ovvero di tendenza ovvero suburrico e gomorresco).

Nel 2008, proprio di questi tempi, lo avevo pubblicato in due parti tra le pagine di questo blog, dove, volendo, potreste ancora rileggerlo e capire di cosa parlo. Magari anche solo per confermare o confutare le mie summenzionate impressioni.

Prima parte: https://aitanblog.wordpress.com/2008/03/24/433/

Seconda parte: https://aitanblog.wordpress.com/2008/03/26/434/

Scimmie deforestate e richiami della giungla

05 lunedì Feb 2018

Posted by aitanblog in idiomatica, musiche, riflessioni, vita civile

≈ 2 commenti

Tag

emigrazione, immigrazione, memoria, migranti, napoli

“You can take the monkey out of the jungle, but you can’t take the jungle out of the monkey.“

“Puoi portare via la scimmia dalla giungla, ma non puoi portare via la giungla dalla scimmia.”

È un proverbio bellissimo che, da quello che vedo nella rete, viene spesso usato con intenti razzisti nell’area WASP degli Stati Uniti, quella dei bianchi, anglosassoni e protestanti che votano Trump e hanno nostalgia degli schiavi piegati nelle piantagioni e inceneriti nei roghi del Ku Klux Klan.

A me, invece, questo concentrato di saggezza popolare fa pensare a un legame forte con le proprie origini, un discorso sacro di “roots“, di radici… Leggendolo mi viene da ripensare all’impossibilità di cancellare i profumi, i panorami, le favole, i suoni e i sapori della nostra infanzia; i luoghi della memoria che continuano ad abitarci per sempre, ovunque ci porti il cammino della nostra vita.

“You can take the man out of the place, but you can’t take the place out of the man.“

Un uomo, qualunque uomo, può essere allontanato o può andarsene di sua volontà dai luoghi della sua infanzia, ma quei luoghi non possono essere allontanati da lui in nessun modo.

’A canzone ’e Napule
(versi di Libero Bovio,
musica di Ernesto De Curtis)

Me ne voglio i’ all’America
ca sta’ luntano assaie.
Me ne voglio i’ addò maje
te pozzo ‘ncuntrà cchiù.

Me voglio scurdà ’o cielo,
tutt’e canzone, ’o mare,
me voglio scurdà ’e Napule,
me voglio scurdà ’e mammema,
me voglio scurdà ’e te.

Nun voglio cchiù nutizie
d’amice e d’e pariente…
Nun voglio sapè niente
’e chello ca se fa!…

Ma quanto è bella Napule!…
Stanotte è bella assaie!..
Nu l’aggio vista maje
cchiù bella ’e comme a mò!..

Comme mme scordo ’o cielo?
Tutt’e canzone e ‘o mare?
Comme mme scordo ’e Napule?
Comme mme scordo ’e mammema?!
Comme mme scordo ’e te?!

“You can take a Neapolitan out of Naples, but you can’t take Naples out of a Neapolitan.“

Se po’ purta’ nu napulitane luntane ‘a Napule, ma nun se po’ purtà Napule luntane a ‘nu napulitane.

Soprattutto, quando si fa sera.
Perché lo dice pure “Santa Lucia luntana” che

Se gira ‘o munno sano,
se va a cercá furtuna…
ma, quanno sponta ‘a luna,
luntano ‘a Napule
nun se pò stá!

E so’ lacreme, lacreme napulitane…

Qui cercavo una bellissima sequenza di Catene di Raffaello Matarazzo, un filmone melodrammatico del 1949 in cui Roberto Murolo fa la parte di un emigrante ben intonato che canta Lacrime Napulitane su un bastimento diretto in America; ma, incredibile dictu, non l’ho trovata in rete. O meglio, su YouTube c’è il film intero, ma non avevo voglia di guardarmelo tutto per cercare quel paio di indimenticabili minuti di un video che, uno di questi giorni, mi piacerebbe montare con scene dei barconi del Mediterraneo zeppe di immigrati neri o molto abbronzati.

Infatti, immagino che questa profonda malinconia pervada anche le notti e i giorni di un magrebino, di un nigeriano, di un polacco, di un argentino, di un siriano, di un moldavo o di chiunque altro sia costretto a vivere lontano dalla sua terra…
Immagino che qualunque immigrato porti dentro di sé la geografia dei luoghi in cui è nato.
Immagino che anche un nomade abbia impressi nella sua memoria e in cuor suo il finestrino di una roulotte o di un treno, il panorama mutevole che correva in direzione contraria al suo sguardo e la voce di sua madre, di suo padre o dei suoi fratelli.

Очи чёрные, очи пламенны
и мaнят они в страны дальные,
где царит любовь, где царит покой,
где страданья нет, где вражды запрет.

Occhi neri, occhi fiammanti,
mi attirano verso terre lontane,
dove regna l’amore, dove regna la pace,
dove non c’è sofferenza, dove la guerra è bandita.

Forse ci separiamo tutti dalla nostra infanzia, ma è la giungla della nostra infanzia che non si separa mai da noi.

Prima i Nostri e i Nostri prima

11 lunedì Set 2017

Posted by aitanblog in idiomatica, versiculos, vita civile

≈ 3 commenti

Tag

bus, immigrazione

Ballata del bus con pochi posti.

Eran le sei ed erano tanti,
non c’era spazio per tutti quanti;
pronti gli alunni per la partenza
e trenta tate in assistenza.

Un guasto tecnico ad un motore
spiegò ansimando il direttore
aveva in un attimo bello e distrutto
un progetto perfetto in tutto e per tutto.

Di due bus era giunto sol uno
e ci voleva adesso qualcuno
pronto a proporre una soluzione
per far calare l’ingente tensione.

“Prima i nostri, qui siamo a Milano!”,
gridò dal bus un padre padano
buttando fuori un bimbo lucano,
quattro ghanesi ed un indiano.

“Prima i nostri, in terra italiana”,
faceva eco una siciliana
tenendo basso il tono e l’accento
nel proferire il suo commento.

“I primi posti agli italiani,
se poi ve ne è, ai napoletani,
ai filippini, agli americani…,
ed in subordine agli africani.”

“Più spazzio al bianco e al cristiano
e a chi palla pebbene taliano,
nel rispetto della costituzzione
e di ogni nomma d’educazzione.”

“Nessun sedile per i musulmani,
i rom, i sinti e i talebani
che tiran sangue, soldi e risorse
dal nostro sangue e le nostre borse.”

“Prima i nostri, per lor non v’è posto!”,
diceva una parlando del “costo
versato dall’intera nazione
per finanziare l’immigrazione”.

“Prima i nostri e i nostri prima”,
si riscaldava sempre più il clima,
mentre stavan muti e in disparte
trenta migranti senz’arte né carte,

i figli dei quali restarono là,
nei margini bui della città,
tristi, delusi ed anche arrabbiati
per come furon tratti e trattati.

Ma càpita a volte che la sventura
si volga di scatto e cambi andatura
spingendo sopra chi era in basso
e giù per terra l’altivo gradasso.

Si volse la ruota della fortuna,
sì volse il vento, si volse la luna
che quella notte s’alzò sopra un monte
dove sbandarono prima d’un ponte

precipitando in fondo a un abisso
tate, bambini e un crocifisso
ch’aveva al collo l’autista italiano
di quel catorcio di settima mano.

Non funzionò lo sterzo ed il freno,
sprofondò il bus nel terrapieno
e con lui la storia di questo finale
che scivola triste lungo il crinale.

In breve la colpa fu attribuita
alla massa che non era partita
e senz’alcun rischio s’era salvata
da morte certa e assicurata.

Cosicché il popolo dei migranti
fu accusato dai padri ululanti
d’aver esecrato e maledetto
il sacro gruppo del popolo eletto,

che ottemperò ai propri doveri
mettendo al rogo tredici neri
per atti osceni non ben definiti,
cattivi pensieri da starne allibiti,
imprecisati ulteriori misfatti
ed altri fatti ancora più brutti
per il buon ordine della nazione
e la difesa della popolazione
di pura razza arioitaliana
e fede cieca cattocristiana.

Buon primo maggio a tutti e ad ognuno

01 domenica Mag 2016

Posted by aitanblog in versiculos, vita civile

≈ 3 commenti

Tag

immigrazione, lavoro, maggio

(Tutto un campionario di ovvietà che mi pare il caso di ribadire)

 

Buon primo maggio a tutti e ad ognuno

A chi un lavoro ce l’ha
ma si è rotto le scatole di sgobbare
a chi lo ha perso e non si riesce a capacitare
e a chi lo vorrebbe
ma proprio non lo riesce a trovare

Lavorare tutti
Lavorare meno

Basta con le pensioni dei vecchi
che mantengono e detengono le nuove generazioni
e non le lasciano crescere e lavorare

Dateci di meno quando smettiamo di faticare
o smettetela di sfruttarci o rubare
ma fate lavorare dignitosamente i nostri figli
i figli dei nostri figli
e i figli di coloro che vengono da lontano per lavorare

Dignità Rispetto e Sicurezza
Basta con i morti sul lavoro
e con il lavoro da morti di fame

Dignità Rispetto e Sicurezza
Lavorare per vivere
e non vivere per lavorare o morire
sul posto in cui si va a lavorare

Dignità Rispetto e Sicurezza
Lavorare tutti e tutti decorosamente lavorare
Distribuire i pesi e tutti equamente ricompensare
Lavorare bene e nessuno il lavoro d’altri sfruttare

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

Accessi su WP

  • 135.863 visite

Commenti recenti

Rita Vassallo su interludio colmo di ogni …
La maestra inascolta… su La Battaglia delle Donne
Anche i bot sbaglian… su Don Chisciotte e l’intel…
guido mura su Il valore della memoria e la c…
Il valore della memo… su Fare memoria, combattere l’ind…
Una vita a precipizi… su La musica è finita, sta finend…

feed

feed ad aitanblog

Blogroll

  • Altri Appunti
  • Ancorapoesia
  • Certe piccole manie
  • Citarsi addosso
  • Colfavoredellenebbie
  • El miedo escénico
  • Falconier
  • Germogliare
  • Giacy.nta
  • Haramlik
  • Io Guido
  • Jazzfromitaly
  • Les Miroirs
  • Letteratura di Eva
  • Lunediscrittori
  • Mangino Brioches
  • mariobiancoart
  • Mrs. Quentin
  • Musa quotidiana
  • No Time to Lose
  • Panta Rei
  • Perzico
  • Pro memoria
  • Stileminimo
  • Tartina
  • Turquoise
  • Zarinia
  • Zaritmac

Categorie

link al sito web di Gaetano Aitan Vergara

Sfogliami

gennaio: 2023
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031  
« Dic    

Indice per mesi e anni

  • gennaio 2023 (11)
  • dicembre 2022 (14)
  • novembre 2022 (18)
  • ottobre 2022 (12)
  • settembre 2022 (14)
  • agosto 2022 (16)
  • luglio 2022 (17)
  • giugno 2022 (17)
  • Maggio 2022 (13)
  • aprile 2022 (18)
  • marzo 2022 (18)
  • febbraio 2022 (15)
  • gennaio 2022 (19)
  • dicembre 2021 (18)
  • novembre 2021 (16)
  • ottobre 2021 (20)
  • settembre 2021 (18)
  • agosto 2021 (18)
  • luglio 2021 (13)
  • giugno 2021 (14)
  • Maggio 2021 (17)
  • aprile 2021 (11)
  • marzo 2021 (14)
  • febbraio 2021 (14)
  • gennaio 2021 (15)
  • dicembre 2020 (15)
  • novembre 2020 (10)
  • ottobre 2020 (13)
  • settembre 2020 (4)
  • agosto 2020 (4)
  • luglio 2020 (12)
  • giugno 2020 (10)
  • Maggio 2020 (9)
  • aprile 2020 (6)
  • marzo 2020 (13)
  • febbraio 2020 (4)
  • gennaio 2020 (7)
  • dicembre 2019 (8)
  • novembre 2019 (8)
  • ottobre 2019 (7)
  • settembre 2019 (10)
  • agosto 2019 (9)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (8)
  • Maggio 2019 (10)
  • aprile 2019 (3)
  • marzo 2019 (7)
  • febbraio 2019 (7)
  • gennaio 2019 (6)
  • dicembre 2018 (7)
  • novembre 2018 (6)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (9)
  • agosto 2018 (7)
  • luglio 2018 (8)
  • giugno 2018 (6)
  • Maggio 2018 (8)
  • aprile 2018 (6)
  • marzo 2018 (8)
  • febbraio 2018 (6)
  • gennaio 2018 (8)
  • dicembre 2017 (6)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (7)
  • settembre 2017 (3)
  • agosto 2017 (6)
  • luglio 2017 (5)
  • giugno 2017 (3)
  • Maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (8)
  • marzo 2017 (5)
  • febbraio 2017 (5)
  • gennaio 2017 (3)
  • dicembre 2016 (7)
  • novembre 2016 (5)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (6)
  • agosto 2016 (9)
  • luglio 2016 (8)
  • giugno 2016 (5)
  • Maggio 2016 (6)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (4)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (8)
  • novembre 2015 (6)
  • ottobre 2015 (8)
  • settembre 2015 (6)
  • agosto 2015 (6)
  • luglio 2015 (6)
  • giugno 2015 (3)
  • Maggio 2015 (4)
  • aprile 2015 (4)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (2)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (3)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (4)
  • luglio 2014 (5)
  • giugno 2014 (4)
  • Maggio 2014 (2)
  • aprile 2014 (4)
  • marzo 2014 (4)
  • febbraio 2014 (2)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (6)
  • novembre 2013 (2)
  • ottobre 2013 (6)
  • settembre 2013 (2)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (1)
  • giugno 2013 (3)
  • Maggio 2013 (3)
  • aprile 2013 (3)
  • marzo 2013 (3)
  • febbraio 2013 (3)
  • gennaio 2013 (1)
  • dicembre 2012 (6)
  • novembre 2012 (2)
  • ottobre 2012 (3)
  • settembre 2012 (4)
  • agosto 2012 (3)
  • luglio 2012 (2)
  • giugno 2012 (4)
  • Maggio 2012 (4)
  • aprile 2012 (5)
  • marzo 2012 (5)
  • febbraio 2012 (6)
  • gennaio 2012 (6)
  • dicembre 2011 (6)
  • novembre 2011 (5)
  • ottobre 2011 (4)
  • settembre 2011 (6)
  • agosto 2011 (5)
  • luglio 2011 (4)
  • giugno 2011 (3)
  • Maggio 2011 (4)
  • aprile 2011 (5)
  • marzo 2011 (6)
  • febbraio 2011 (5)
  • gennaio 2011 (4)
  • dicembre 2010 (5)
  • novembre 2010 (5)
  • ottobre 2010 (3)
  • settembre 2010 (5)
  • agosto 2010 (4)
  • luglio 2010 (5)
  • giugno 2010 (7)
  • Maggio 2010 (4)
  • aprile 2010 (4)
  • marzo 2010 (8)
  • febbraio 2010 (4)
  • gennaio 2010 (5)
  • dicembre 2009 (8)
  • novembre 2009 (4)
  • ottobre 2009 (5)
  • settembre 2009 (7)
  • agosto 2009 (3)
  • luglio 2009 (6)
  • giugno 2009 (6)
  • Maggio 2009 (5)
  • aprile 2009 (5)
  • marzo 2009 (7)
  • febbraio 2009 (6)
  • gennaio 2009 (8)
  • dicembre 2008 (7)
  • novembre 2008 (7)
  • ottobre 2008 (8)
  • settembre 2008 (7)
  • agosto 2008 (6)
  • luglio 2008 (5)
  • giugno 2008 (7)
  • Maggio 2008 (9)
  • aprile 2008 (7)
  • marzo 2008 (9)
  • febbraio 2008 (7)
  • gennaio 2008 (6)
  • dicembre 2007 (7)
  • novembre 2007 (8)
  • ottobre 2007 (9)
  • settembre 2007 (7)
  • agosto 2007 (4)
  • luglio 2007 (8)
  • giugno 2007 (6)
  • Maggio 2007 (6)
  • aprile 2007 (7)
  • marzo 2007 (4)
  • febbraio 2007 (7)
  • gennaio 2007 (8)
  • dicembre 2006 (7)
  • novembre 2006 (8)
  • ottobre 2006 (5)
  • settembre 2006 (8)
  • agosto 2006 (4)
  • luglio 2006 (8)
  • giugno 2006 (6)
  • Maggio 2006 (7)
  • aprile 2006 (5)
  • marzo 2006 (6)
  • febbraio 2006 (4)
  • gennaio 2006 (5)
  • dicembre 2005 (5)
  • novembre 2005 (5)
  • ottobre 2005 (5)
  • settembre 2005 (4)
  • agosto 2005 (6)
  • luglio 2005 (4)
  • giugno 2005 (6)
  • Maggio 2005 (7)
  • aprile 2005 (8)
  • marzo 2005 (7)
  • febbraio 2005 (6)
  • gennaio 2005 (8)
  • dicembre 2004 (7)
  • novembre 2004 (7)
  • ottobre 2004 (8)
  • settembre 2004 (6)
  • agosto 2004 (6)
  • luglio 2004 (8)
  • giugno 2004 (7)
  • Maggio 2004 (8)
  • aprile 2004 (7)
  • marzo 2004 (10)
  • febbraio 2004 (10)
  • gennaio 2004 (5)
  • dicembre 2003 (5)
  • novembre 2003 (10)
  • ottobre 2003 (9)
  • settembre 2003 (2)
licenza creative commons

About me

  • AitanLink
  • E-mail
  • News
  • Su di me
  • Immagini
  • Textículos
  • Versículos

Tag Cloud

anarchia Anno Nuovo arte attentati auguri autunno bambini blog cambiamento compleanno coronavirus crisi da lontano decrescita digitale donne dubbi egitto entronauta facebook formazione foto Frattamaggiore futuro galeano governo goya guerra idiomatica immagini immigrazione indifferenza interludi inter ludi invettive lavoro mare memoria migranti morte musica musiche napoli Natale natura pandemia parole poesia politica primavera pun razzismo recensioni rete ricordi rime romantico scrittura scuola social social network sogno solitudine sonno stefania storia tempo texticulos traduzione vacanze versi versiculos video vino vita civile

BlogItalia

BlogItalia - La directory italiana dei blog

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • ((( aitanblog )))
    • Segui assieme ad altri 246 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ((( aitanblog )))
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...