Report della prima serata scritto da uno che non l’ha vista né sentita.
Ieri non l’ho visto Sanremo (la giustifica la porto domani), ma stamattina non riesco a rinunciare al vostro dopofestival.
Da quello che ho capito, Benigni ha fatto il giullare del presidente; il presidente è riuscito a restare sveglio nonostante la noia e l’età; Blanco ha fatto la parte hendrix-månneskiana del distruttore, interpretando il sentimento di tanti che si sono rotti il caxxo, incluso il presidente che per un attimo avrà sognato di essere anche lui su quel palco a calpestare fiori; Morandi ha scopato, che, alla sua età, pure è una notizia; i ragazzi, invece, fanno un sacco di mmuina e non scopano più; i Pooh hanno fatto i Pooh, ma senza più la voce dei Pooh; Elodie è bbona; Anna Oxa c’ha ancora la voce; Mengoni pure ce l’ha la voce di Mengoni; Ariete s’è persa, e mi dispiace, perché a mia figlia ce piace Ariete, e lei mi sembra pure una brava figliola; tanti cantano, ma nun sapene canta’, e se_ci_andavo_io_a_Santemo_…; Zelensky nun e’ venute, teneva ‘a guerra ‘ncapa; i testi sono sempre più brutti e insignificanti; le musiche sono sempre più brutte e insignificanti; il pubblico è sempre più brutto e insignificante; gli orchestrali sono sempre gli orchestrali, però le canzoni che, a furia di sentire e risentire, canteremo per una stagione sotto la doccia, al primo ascolto hanno fatto mediamente la palla alla gran parte degli ascoltatori in cerca di colpi di scena per cercare di non addormentarsi nonostante l’ora tarda e l’età; insomma, il festival ogni anno non è più quello di una volta, e anche noi, non siamo più quelli di una volta; ma, soprattutto, Chiara Ferragni s’è scritto il #monologo_da_sola (e si vedeva pure, da quanto ho sentito e risentito).

Tuttavia, quello che davvero conta e canta è che Sanremo è Sanremo, noi teniamo la Costituzione più bella del mondo: tutti possiamo esprimere il nostro pensiero liberamente in un vociare indistinto, un brusio, un coro in cui ognuno prende per oro la sua stecca e non fa niente se non si capisce niente, tanto cantiamo ma nessuno ci sente.
E io pure me la sono suonata, me la sono cantata e non ho detto niente.
E non l’ho neanche vista la prima serata del festival.
Ma è come se l’avessi vista.
Questa, quella di domani e quella dell’anno prossimo.