Immanuel Kant, 1784 (Che cos’è l’illuminismo?) “L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro.”
Johann Wolfgang von Goethe, 1832 (in punto di morte) “Mehr Licht”… “Più luce“…
Più luce, più luce, appicciate chisti lumme! Ma stateve accorte…
“Cchiu forte e’ a luce, cchiu nera e’ l’ombra ca’ l’accumpagna…”
Goethe, ancora lui: “Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera“.
Goya, 1797 “El sueño de la razón produce monstruos.” Il sogno della ragione… Il sonno della ragione… I mostri… Sueño > Suonno > Sleep/Dream > Sonno/Sogno
Ho bisogno di lumi. Ho bisogno di capire se i mostri vengono dalla ragione dormiente (il sonno della ragione produce mostri) o dalla ragione sognante (il sogno della ragione…). Il delirio di un mondo governato dalla ragione e dalla sua ombra che si allunga sul pavimento.
“Sapere aude!“ Ho bisogno di avere il coraggio di servirmi della mia ragione per scandagliarne il fondo e i contorni: la ragione, i suoi rischi e i suoi limiti.
Jane Austen, 1811 Ragione e Sentimento / Sense and Sensibility / Senno e Sensibilità
William Blake, 1793 “Without Contraries is no progression. Attraction and Repulsion, Reason and Energy, Love and Hate, are necessary to Human existence. From these contraries spring what the religious call Good & Evil.”
“Senza Contrari non c’è progresso. Attrazione e Repulsione, Ragione e Energia, Amore e Odio sono necessari all’Umana esistenza. Da questi contrari scaturisce ciò che l’uomo religioso chiama Bene e Male.”
‘O bbuono e ‘o malamente… ‘O bbuono e ‘o malamente…
La coincidentia oppositorum. Il bipolarismo. Eraclito, Cusano. La dialettica e i suoi inciampi.
‘O bbuono È ‘o malamente…
E ‘o malamente è bbuono.
Per quanto sembri un po’ contorto / Oltre la ragione non c’è solo il torto.
Jenseits von Gut und Böse (Nietzsche, 1886)
Una scorciatoia della ragione e dell’intelletto o una porta della percezione della realtà oltre la realtà?
Entrare in un vicolo stretto
Lasciare il sole alle spalle
Vedere davanti a sé
solo la propria ombra
Chiedersi dove
sia finita la luce
E lamentarsi del buio
Dopo sette giorni e sette notti il Maestro avvicinò le dita alla fiamma e spense l’ultima candela, senza aspettare che si esaurisse il tratto residuo di cera che dava luce a quell’anfratto oscuro.
Un fremito di freddo mi percorse la schiena. Nella grotta era calata la più assoluta delle oscurità.
– Maestro, perché hai spento la fiamma prima che spuntasse l’alba del nostro ultimo giorno di esclusione dal mondo?
Un lungo silenzio seguì la domanda del più giovane di noi.
Il ragazzo aveva incarnato i dubbi di tutti i seguaci, ma nessuno osò aggiungere nulla alle sue parole. La grotta era così pervasa dal nostro silenzio che mi pareva di poter distinguere il respiro di ciascuno di noi ed il battito del mio cuore.
D’improvviso, il Maestro tirò un lungo sospiro e disse:
– Nel buio spariscono le ombre e le idee prendono luce.
Chiusi gli occhi e me ne stetti immobile ad aspettare per ore ed ore, fino a che un raggio di sole non trovò uno spiraglio tra i massi liberandomi dal supplizio dell’attesa.
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All’imbrunire, mentre passeggiavamo lungo il fiume, confessai che dentro me non aveva preso luce un bel nulla; l’unica illuminazione che ricordavo in sette giorni erano le fiamme fioche dei ceri che facevano trepidare i nostri volti e le pieghe delle tuniche. Insomma, anche quell’ultima notte di buio assoluto, per quanto mi fossi sforzato, ero restato all’oscuro di tutto, attendendo invano la mia illuminazione fino all’alba del nuovo giorno.
– Accidenti, quante parole… Era quella la tua luce!
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Al calare della notte restai sveglio a guardare il cielo.
La luna sembrava la fiamma di una candela e sentivo che le fremeva dentro la luce del nuovo giorno.