• AitanLink
  • Su di me
  • E-mail
  • News
  • Immagini
  • Versículos
  • Textículos

((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi tag: musica

La polverizzazione dell’ascolto

07 domenica Nov 2021

Posted by aitanblog in musiche, riflessioni, vita civile

≈ 2 commenti

Tag

ascolto, musica

La musica nell’epoca della distrazione

Nella seconda metà del secolo scorso compravamo i dischi e conoscevamo e consumavamo gli album da cima a fondo.
Poi sono arrivate le raccolte MP3 da ascoltare in cuffia, completamente decontestualizzate, e gli ascolti in sequenze casuali.
Nel nuovo millennio la musica (come tutto il resto) si è fatta liquida. Abbiamo cominciato a cercare i singoli brani da PC e da telefonino e abbiamo lasciato che YouTube e Spotify ci suggerissero cos’altro ascoltare seguendo concatenazioni e associazioni (spesso improbabili).
Oggi i più conoscono solo i 15-60 secondi Tik Tok. L’ascolto si sta polverizzando e ognuno può essere famoso, giusto per 15 secondi.

Ma la superficialità non aiuta l’ascolto e la ricreazione nel fruitore dell’opera d’arte.

Difficile andare oltre quello che propina il mercato se non si conosce un po’ di musica e di storia della musica. Difficile anche crearsi un gusto estetico ascoltando frammenti di canzoni che puntano per lo più allo stomaco dell’interlocutore.

Qua sopra John Coltrane ci suggerisce di investire noi stessi in ogni cosa che facciamo. Lasciamoci coinvolgere emotivamente e razionalmente in ogni ascolto. Approfondiamo. Ascoltiamo le canzoni e i dischi nella loro interezza. Non fermiamoci ai ritornelli. “C’è del divertimento nell’essere seri“.

A modo suo lo diceva anche Goethe, un paio di secoli fa, che gode e apprezza pienamente un’opera d’arte chi si lascia trasportare dall’emozione e dallo studio (entrambi, contemporaneamente e mai in alternativa). L’approfondimento critico e l’ascolto attento aiutano e corroborano la fruizione e rendono più pieno il piacere.

Insomma, Johan Wolfgang G. sosteneva a ragion veduta:
“Ci sono tre tipi di lettori [e di ascoltatori, aggiungo io]: il primo gode senza giudicare; il terzo giudica senza godere; il secondo giudica godendo e gode giudicando; è quest’ultimo che propriamente parlando ricrea l’opera d’arte.”

Mi pare perfetta (la considerazione di J. W. Von G., intendo.)


E va be’.

Volevo fare una considerazione distaccata, di carattere quasi sociologico, ma mi è venuto fuori un testo moralistico, nostalgico e retrospettivo. Mi sono fatto prendere dal ritmo e dalla melodia. Mi sono fatto prendere dalla musica.

Mi capita molto spesso.


La musica è finita, sta finendo o sta diventando un’altra cosa?

28 sabato Ago 2021

Posted by aitanblog in immagini, musiche, riflessioni, vita civile

≈ 1 Commento

Tag

futuro, mercato, musica

Il mercato musicale nel terzo millennio – Segue dibattito

Che se ne faranno i musicisti della loro musica ora che i dischi non si vendono e i concerti dal vivo si organizzano con sempre maggiori difficoltà e in tremende ristrettezze economiche?
Stante così le cose, o suonare e cantare diventa una seconda attività o si muore di fame (considerato anche che dai passaggi dei brani sulle piattaforme a pagamento si guadagnano quattro soldi).

La mia impressione è che qui continuiamo a preoccuparci del supporto su cui si conserverà la musica nelle nostre case e tra le nostre cose (vinile, cd, pendrive, cloud, ri-vinile) mentre il mercato musicale da solido sta diventando liquido, gassoso, evanescente. Con tutte le conseguenze del caso per le maestranze, i manager, i maneggioni, i maestri, i mestieranti e i mercanti che gravitano intorno al tempio.

Mi chiedo spesso se ci sia ancora spazio per un ragazzo di oggi per sognare di guadagnare scrivendo canzoni, cantando o suonando in una band, in una posse, in un combo jazz o in un ensamble  sinfonico.
E mi chiedo anche se tra qualche anno ci possa essere ancora qualcuno, da qualche parte, che progetti la produzione di un album da far ascoltare e riascoltare nel tempo, invece di scrivere brani da consumare in rete nell’arco di una stagione, all’insegna di un successo subitaneo, effimero e immediato.

Non ho risposte.
Solo domande.
Ma so per certo che, di questi tempi, se non hai un mecenate o una struttura pubblica che ti sostiene, le possibilità di vivere di musica diventano sempre più ristrette e riservate a poche mega-star (che molto probabilmente saranno seguite più in quanto personaggi o giullari alla corte dell’influencer di turno che per le loro qualità artistiche; e non è escluso che quelli che avranno maggior successo non saranno nemmeno persone in carne, sangue e midollo spinale, ma prodotti creati a tavolino da software sempre più avanzati di artificial intelligence che pescheranno nei successi del passato e creeranno loop da riassemblare per emozionare e accalappiare un pubblico poco educato alla ricezione del nuovo ed all’ascolto attivo).

Stante così le cose, in un futuro non lontano, la musica, per i più, rischia di trasformarsi esclusivamente in un hobby. Come il bricolage o la scrittura di poesie che non legge nessuno.

(Che poi, è chiaro, si può vivere senza musica, senza poesia e senza aver mai visitato un museo o letto un libro. Si può vivere anche senza relazionarsi veramente con qualcuno e senza aver mai amato o bevuto vino.
Ma obiettivamente si vive una chiavica e si finisce per capire poco di se stessi e del mondo che ci gira intorno a ritmo sempre più vorticoso e imprendibile.)

Franco Del Prete, note

08 giovedì Lug 2021

Posted by aitanblog in idiomatica, recensioni, versiculos

≈ Lascia un commento

Tag

memoria, musica

Una lluvia de ideas y sentimientos a poche ore dal concerto-evento

Franco Del Prete
quando la mano
la testa e il cuore
vanno insieme
nella stessa direzione

Franco Del Prete lives
Franco Del Prete vive
Franco Del Prete’s lives
Le vite di Franco Del Prete
Franco Del Prete live
Franco Del Prete dal vivo
Sempre

Franco
e le sue vite
vissute fino in fondo
con generosità
creatività e passione

Franco
e la vita vissuta
a piene mani

Franco
il tanto che ha dato
e il troppo poco
che ha preso
e ricevuto

Franco senza infiorettature
Dicite a gente che
nun ‘e voglio ‘e ciure
Primmo pecché
po’ addore n′à pozzo chiù sentì
E po’ pecché
nun voglio cà
appriesso a mme
pure cierti ciure hanna murì

Franco
Franco Del Prete
un provinciano universal
che ha sdoganato
un dialetto duro
e scarnificato

Franco
Franco ‘o Showman
e ‘i pezze americane

Franco
Franco e la realtà cruda
delle periferie

Franco e la curiosità
per ogni forma
di arte e di espressione

Franco
cante jondo
sotto una luna gitana

Franco
e il jukebox
di zio Tonino

Franco Del Prete
il padre
il marito
e l’uomo
che salutava tutti
e tutti salutavano

Franco
l’uomo
premuroso

Franco
e il bar d’o nonno mie
Franco
Franco
e ‘a gente do nord
pruveniente ‘a Bucciano

Franco
Franco e
i suoi figli
i suoi allievi
i suoi seguaci
e quelli che lo hanno
amato truffato e tradito

Franco
e sua Madre

Franco
il Nonno che
riscende in ascensore

Franco
una pacca
sulla spalla
Franco
un sorriso franco
per tutti ed ognuno

Franco
Franco
‘a paura d’a morte
e ‘a fantasia ca
nun fernesce maje

Franco
e i suoi 50 anni
di carriera
sempre in ombra
sulla cresta dell’onda

Franco
vino ‘e fravule e pasta e fasule
a ‘raggia ‘e chi è nato pe’ sta sule
o popolo che se fa fottere
ogni juorno ‘e cchiù
‘a voglia pazza ‘e me ‘ncuntrà cu te

Franco
Franco
la passione
la generosità
e il sudore

Franco
e il mare
visto con gli occhi
della provincia interiore

Franco
Si ce staje tu
vengo
Po’ jamme
a Santa Maria
a truva’ a figlia ‘e Simona

Franco
la musica
e le parole
che restano
nell’aria e nei cuori
e nun se cunsumano maje

Ma come è strano l’amor (quasi una “canzona”)

10 mercoledì Ott 2018

Posted by aitanblog in musiche, versiculos

≈ 2 commenti

Tag

amor, musica

Un pezzaccio improvvisato giocando col guitalele insieme alla mia piccola e registrato alla meno peggio con la telecamerina del notebook.

Trascrizione del brano e accordi di accompagnamento in attesa che qualche musicista di buona volontà prenda in mano il pezzaccio e ne faccia qualcosa di meglio, con stonature più a tono col testo. 

[–Accordi per Guitalele o per Chitarra con capotasto al V tasto–]

Ma come è strano l’amor
Em———-Am—-Asus2—-
Sobbalza forte il tuo cuor
Em——–Am—Asus2—-
Chiedi un aiuto al dottor
Asus2—————Em—-
Ma è soltanto l’amor
Em—Asus2-Em-Asus13
Che ti fa battere il cuor
Asus13————–Em

Ay el amor
G——-Am
Ay el amor
Am—–Em
Ay el amor
Em——–
Esto es
As13-Em

Ay el amor
G——-Am
Ay el amor
Am—–Em
Ay el amor
Em——–
Esto es
As13-Em

Perdi il tuo senno e il decor
Quando ti bussa l’amor
Fuori la porta del cuor
Fuori la porta del cuor

E sono allora dolor
Mali e malanni d’amor
Ma tu ti senti un attor
Senza ricordi e rancor
Senza ricordi e rancor

Ay el amor
Ay el amor
Ay el amor
Esto es

Ay el amor
Ay el amor
Ay el amor
Esto es

Guardano te con stupor
Perché non sanno l’amor
Che fa sbalzare il tuo cuor
Che fa sbalzare il tuo cuor
Che fa sbalzare il tuo cuor

Ay el amor
Ay el amor
Ay el amor
Dime
qué es

Ay el amor
Ay el amor
Ay el amor
Dime
qué…

_______________________________

Gaetano Aitan Vergara (c) 2018

Maleducati fuori tempo e senza sintonia

02 venerdì Giu 2017

Posted by aitanblog in musiche, riflessioni

≈ Lascia un commento

Tag

musica

Si può vivere senza musica, senza gioia, senza amore e senza filosofia. Ma mica tanto bene.

(Vladimir Jankélévitch, filosofo e pianista francese di origini ebraiche, 1903–1985)

E’ un grave errore formativo e un grande problema sociale il fatto che in Italia si insegni così poco a fare musica.
La musica mette in moto la mente e il corpo e contribuisce a uno sviluppo armonico della persona. La musica fa migliorare l’intelligenza, la memoria, l’abilità manuale e la sensibilità delle nuove generazioni.

La musica aiuta a capire che non ci sono confini, non ci sono frontiere, non ci sono limiti; ma se vuoi suonare insieme con gli altri ci sono regole, regole che puoi pure cambiare strada facendo, ma devi prima condividerle con i tuoi compagni; devi essere capace di creare con loro un giusto interplay, una buona interazione fatta di autentico scambio reciproco e di sincera apertura verso gli altri. Devi essere capace di ascoltare cosa ha da dire il tuo compagno di banda, di gruppo, di coro o di orchestra; importa poco da dove venga o quale sia il suo colore, la sua ideologia, il suo credo o la sua religione. L’importante è che ognuno vada a tempo, o segua un tempo che sappia creare la giusta poliritmia intrecciandosi col tempo degli altri; l’importante è non stonare o imparare a fare in modo che la nota che segue giustifichi e faccia diventare bella anche la nota che sembrava fuori tonalità o fuori tempo; l’importante è apprendere la tecnica dello strumento fino a dimenticarsene; l’importante è ascoltare i grandi, ma non ripeterli. Poi devi imparare a interiorizzarle tutte queste regole, farle tue e suonare, suonare, suonare, dimenticando tutto il resto, come se la tua esecuzione possa salvare la dissoluzione del mondo. E forse la sta già salvando.

‘Nterra ‘a carrozza (quasi ‘na canzona)

26 sabato Mar 2016

Posted by aitanblog in idiomatica, musiche, versiculos

≈ 3 commenti

Tag

canzone, dolore, fortuna, indifferenza, malessere, musica, napoletano, pulcinella, sfortuna

Che pena e che tristezza,
a Pullecenella ‘o vedeno
sulo quanno va ‘ncarrozza,
ma si cade pa’ via
o se scassa a cavezza,
tutte quanno o trattano
ca manco ‘a munnezza,

pecché ‘a furtuna addora
e ‘o dulore puzza
pecché ‘a furtuna addora
e ‘o dulore puzza
pecché ‘a furtuna addora
e ‘o dulore puzza
‘e pesce fracete
e scorze ‘e maruzze.

 

Qui una versione strumentale musicata, suonata e cantata (male) da me medesimo:

https://myspace.com/musicaitan/music/song/-nterra-a-carrozza-114344064-129989779

Aspettando Donna Lena

08 martedì Set 2015

Posted by aitanblog in idiomatica, immagini, musiche

≈ 10 commenti

Tag

idiomatica, immagini, musica, video

Dice ca vene

Dice ca vene cchiù tarde

Dice ca vene cchiù tarde o dimane

Dice ca vene e po’ nun vene

Dizze donna Lena

Dizze donna Lena

Dizze donna Lena

Questa me la sono cantata, me la sono suonata e poi me la sono pure girata da solo.
La butto qui con un certo rossore in viso, sperando che non offenda troppo il vostro udito ed il vostro senso estetico.

Funerali di distrazioni di massa e fortune dalle mani insanguinate

23 domenica Ago 2015

Posted by aitanblog in idiomatica, musiche, recensioni, vita civile

≈ 2 commenti

Tag

idiomatica, musica, recensioni, vita civile

Ormai non si parla d’altro. Sembra che le sorti di questo paese e l’equilibrio di tutto l’universo mondo dipendano dai Casamonica. Come se prima di questa non ci fossero state altre rappresentazioni sfarzose di patrimoni fondati su una o più azioni criminali o soprusi. Qualcuno diceva che alla base di ogni ricchezza c’è sempre un delitto e poi, per nascondere gli scheletri negli armadi o nei pilastri di cemento, si ciancia di self-made-men e “fortune” guadagnate, ereditate, rischiate o sperperate; come se tutti quegli ingenti capitali potessero davvero derivare da un predestinato intruglio di onesto impegno e buona sorte. La mia laica speranza è che gli resti almeno il puzzo di sangue sulle mani, come nei peggiori incubi di Lady Macbeth: “Chi poteva pensare che il vecchio avesse in corpo tanto sangue? […] Tutti i profumi d’Arabia non tergeranno questa piccola mano.” Eppure, a ben vederli, i plutocrati di questo mondo sembrano tutti innocenti e convinti del buon diritto del loro strapotere e, pur con stili diversi, tutti ostentano le loro fortune, le loro ville, le loro conquiste, gli ori, i diamanti, i nani, le ballerine, le troie e la servitù prona e sempre-leccante.

Funerali Casamonica - La foto non è mia , l'ho presa dal Secolo XIX e ritoccata.

Foto REUTERS/Stringer (da me ritoccata)

Ma torniamo a questi funerali di distrazione di massa. Io, personalmente, confesso che ho trovato anche un certo fascino grottesco in questa festa organizzata da orde di parenti venuti a salutare il caro estinto da ogni dove (anche dalle carceri di Stato). Un tripudio del kitsch che confina col camp e l’espressionismo surrealista, il sogno di un pidocchio in frack, un flashmob sponsorizzato dalla criminalità organizzata e dai sodali politicanti e predicanti, il delirio di un regista serbo-italiano o di un pittore ispano-siciliano. I cavalli neri, i petali di rosa che cadevano dal cielo e soprattutto la banda multietnica che suonava la musica di Fortunella… Sì, Fortunella. Tutti hanno parlato di quel capolavoro della musica da film come la colonna sonora del “Padrino”, però, in origine, Nino Rota non aveva composto quel tema per la saga della famiglia Corleone, ma per “Fortunella”, un piccolo film diretto alla fine degli anni ’50 da Eduardo De Filippo: la storia un po’ patetica di una donnetta romana (Giulietta Masina) che si arrangia vendendo roba vecchia a Porta Portese a fianco di un rigattiere che la sfrutta e da cui dipende anche psicologicamente (Alberto Sordi). Ma lei sogna di essere la figlia di un principe. Come Totò. Che sognava di essere l’erede del Principe De Curtis e fece i suoi funerali nella stessa carrozza di questo principe dei rigattieri di cui oggi si parla tanto. Troppo.

E poi, tutta questa storia, con tanto di coinvolgimento di prefetti, vescovi, sindaci, cardinali e giornalisti che ne parlano e ne straparlano, è diventata un meraviglioso “esperpento” – termine spagnolo coniato nel secolo scorso da Valle Inclán per designare quegli specchi deformanti che aiutano a capire meglio una realtà deformata. La realtà deformata di un paese in profonda crisi che passa il suo tempo a parlare di grossi e grassi funerali romani.


(E con questa nota ci sono caduto anch’io, come vedete, tutto unto di chiacchiericcio e distratto dai fatti che davvero ci struggono e ci hanno distrutto; bloccato qui, davanti a un funerale, per non guardare i morti a mare e i giovani scarsi di futuro e di fortune a venire e i poveri che diventano sempre più poveri, mentre i ricchi ergono altri patrimoni sui loro impunibili delitti.)

Un paio di giorni dopo lo sciopero del 5 Maggio

07 giovedì Mag 2015

Posted by aitanblog in musiche, stefania, vita civile

≈ 3 commenti

Tag

musica, stefania, vita civile


Grazie a Gustav Mahler, Uri Caine e Gustavo Santaolalla per aver fatto da inconsapevole colonna sonora a questa serie di immagini e parole ed al ragazzino che a 3′ e 45″ urla la cosa più sensata di questi quattro o cinque minuti di videoriflessioni.

Da Stefania grande a Stefania piccola e Viceversa

01 giovedì Ago 2013

Posted by aitanblog in da lontano, musiche, romantico, stefania

≈ 10 commenti

Tag

musica, stefania

Questo agosto comincia con i migliori auspici, grazie a un bel regalo che mi giunge da Roma.

La brava e bella Sefania Tallini mi ha mandato il suo ultimo cd con tanto di dedica dalla Stefania grande alla Stefania piccola, mia figlia.
Lo ascolto ora e ne faccio un commento a pelle.

viceversa

L’album si intitola Viceversa e si avvale delle prestigiose collaborazioni dell’immenso chitarrista brasiliano Guinga e del virtuoso del clarinetto Corrado Giuffredi.
Nelle note di copertina, Stefania specifica che il titolo Viceversa nasce “dal senso della reciprocità, dello scambio, del rapporto tra diversità”: il jazz, la musica classica, i ritmi brasiliani, che si trovano fusi tra i tasti del suo pianoforte.

Il primo brano è quello che dà il titolo all’album. Stefania suona due pianoforti in overdubbing. Una sorta di involontario omaggio a uno dei suoi pianisti preferiti, il Bill Evans delle conversazioni con se stesso. In ogni modo, quella di Stefania è un’originale ed energetica sovraincisione con sprazzi di delicatezza molto talliniana; una degna apertura di un album che già si preannuncia gostoso, delicioso e legal.

Segue “Duke”, introdotto da Guinga alla chitarra e poi suonato da Stefania al piano con accompagnamento ancora di Guinga, che lascia la chitarra per prestare al brano la sua voce.
Nell’intreccio tra le corde del pianoforte e le corde vocali si crea un’atmosfera sognante, molto suggestiva ed avvolgente. Ainda muito legal!

Il terzo e quarto brano sono due duetti piano-clarinetto: “Vertiginosa” (dalla struttura ascendente, con virtuosistici e, per l’appunto, vertiginosi unisoni di fiato e corde) e “Didala e Chitto” (brano riflessivo e intimo, con una melodia molto accattivante, di quelle che se chiudi gli occhi ti trovi davanti a un film fatto di panorami ampi e campi lunghi).

“Da o pé, loro” è una composizione di Guinga, che duetta con la Tallini in questo brano molto ritmato che ha fatto lasciare a Stefania piccola i suoi giochi per mettersi a ballare allegra al centro della stanza.

“Eclissi” mi prende fin dalle prime note. È un altro duetto con Giuffredi, che sfoggia un timbro limpido e pulitissimo, molto classico. La composizione alterna momenti di tenerezza trasognata a frasi ritmate che sfumano di nuovo in note lunghe e cullanti. (Difficile sentire un clarinettista più preciso sulle note lunghe!)

“Pesarobaiao” è una traccia per solo piano dedicata a Hermeto (Pascoal o un loro amico brasiliano?) che fa apprezzare la perizia ritmica della mano sinistra di Stefania.

“Di menor” è un’altra composizione di Guinga arrangiata per chitarra e piano. Perfetto interplay (tanto che sono tentato di abbandonarmi a qualche pettegolezzo extra-musicale; ma mi contengo).

“Solitango” è un brano piano-clarinetto molto disteso e intimo. Il tango è una passione di Stefania che, da quello che so io, è nata ancora prima del Brasile, sebbene poi la musica carioca le abbia invaso la vita (ma qua rischiamo di nuovo di scivolare dalle parti di Novella 2000). Tornando all’ascolto del brano, si sente la mano sinistra tessere un bel ritmo di milonga che si intreccia con la melodia triste e struggente suonata dal clarinetto di Giuffredi e dalla mano destra di Stefania.

Negli ultimi album della Tallini non manca mai un choro, e questa volta la pianista e compositrice romana lo dedica a se stessa: “Choro para mim”: ne viene fuori un bel pezzo per piano e clarinetto che fa di nuovo ballare Sefania piccola.

L’undicesima traccia dell’album è una bellissima composizione di Guinga: “Nó na garganta”, un nodo alla gola. L’arrangiamento è perfetto, e il dio della musica sa quanto sia difficile mettere insieme una chitarra e un pianoforte, due strumenti primedonne che difficilmente riescono a fare connubi riusciti, anche per differenze di timbro e volume.

Stesso discorso per “Cheio de dedos”, un altro brano virtuosistico di Guinga arrangiato magistralmente per piano e chitarra. (Sarebbe bello che Stefania e Guinga provassero a comporre oltre che suonare insieme, come in fondo hanno già fatto riarrangiando per i loro strumenti queste musiche di Guinga concepite originariamente per una o due chitarre).

Nella tredicesima composizione dall’impegnativo titolo di “Medea”, Stefania duetta di nuovo con Giuffredi in un pezzo dalla forte carica evocativa in cui si alternano sapientemente momenti di solo piano, solo clarinetto, unisoni e fughe. Ascoltando, mi trovo di nuovo davanti a un mio film costruito su quella struggente colonna sonora.

L’ultimo brano lo ascolto con Stefania piccola in braccio e la faccio cullare dalle note del piano e dalla voce di Guinga. (Stefania mi aveva anticipato che dovevo dire alla bambina che glielo dedicava.)
Si intitola “Mãe do Mar” ed è una meravigliosa canzone per piano e voce. Il testo è del poeta brasiliano Thiago Amud, che lo ha scritto sulle note di “A Veva”, una bella ninnananna di Stefania Tallini che era già apparsa sugli album Pasodoble e The Illusionist. I versi di Amud parlano di una Penelope che ha smesso di tessere la tela del suo telaio, per andare incontro al suo amore dopo aver invocato il favore del mare e dei venti. E non mi è difficile identificare questa Penelope con Stefania che varca l’Oceano per raggiungere l’amato Brasile (non dico altro per non scadere di nuovo nel pettegolezzo ;o).

La piccola resta in ascolto in silenzio, incantata, e di cotanto incanto m’incanto anch’io.

← Vecchi Post
link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

Accessi su WP

  • 122.725 visite

Commenti recenti

aitanblog su La poesia contemporanea
aitanblog su Il passato che non si cancella…
Fairy Queen su La poesia contemporanea
Antares666 su Il passato che non si cancella…
aitanblog su Un timore senza rumore
cristina bove su Un timore senza rumore

feed

feed ad aitanblog

Blogroll

  • Altri Appunti
  • Ancorapoesia
  • Certe piccole manie
  • Citarsi addosso
  • Colfavoredellenebbie
  • El miedo escénico
  • Falconier
  • Germogliare
  • Giacy.nta
  • Haramlik
  • Io Guido
  • Jazzfromitaly
  • Les Miroirs
  • Letteratura di Eva
  • Lunediscrittori
  • Mangino Brioches
  • mariobiancoart
  • Mrs. Quentin
  • Musa quotidiana
  • No Time to Lose
  • Panta Rei
  • Perzico
  • Pro memoria
  • Stileminimo
  • Tartina
  • Turquoise
  • Zarinia
  • Zaritmac

Categorie

link al sito web di Gaetano Aitan Vergara

Sfogliami

giugno: 2022
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
27282930  
« Mag    

Indice per mesi e anni

  • giugno 2022 (16)
  • Maggio 2022 (13)
  • aprile 2022 (18)
  • marzo 2022 (18)
  • febbraio 2022 (15)
  • gennaio 2022 (19)
  • dicembre 2021 (18)
  • novembre 2021 (16)
  • ottobre 2021 (20)
  • settembre 2021 (18)
  • agosto 2021 (18)
  • luglio 2021 (13)
  • giugno 2021 (14)
  • Maggio 2021 (17)
  • aprile 2021 (11)
  • marzo 2021 (14)
  • febbraio 2021 (14)
  • gennaio 2021 (15)
  • dicembre 2020 (15)
  • novembre 2020 (10)
  • ottobre 2020 (13)
  • settembre 2020 (4)
  • agosto 2020 (4)
  • luglio 2020 (12)
  • giugno 2020 (10)
  • Maggio 2020 (9)
  • aprile 2020 (6)
  • marzo 2020 (13)
  • febbraio 2020 (4)
  • gennaio 2020 (7)
  • dicembre 2019 (8)
  • novembre 2019 (8)
  • ottobre 2019 (7)
  • settembre 2019 (10)
  • agosto 2019 (9)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (8)
  • Maggio 2019 (10)
  • aprile 2019 (3)
  • marzo 2019 (7)
  • febbraio 2019 (7)
  • gennaio 2019 (6)
  • dicembre 2018 (7)
  • novembre 2018 (6)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (9)
  • agosto 2018 (7)
  • luglio 2018 (8)
  • giugno 2018 (6)
  • Maggio 2018 (8)
  • aprile 2018 (6)
  • marzo 2018 (8)
  • febbraio 2018 (6)
  • gennaio 2018 (8)
  • dicembre 2017 (6)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (7)
  • settembre 2017 (3)
  • agosto 2017 (6)
  • luglio 2017 (5)
  • giugno 2017 (3)
  • Maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (8)
  • marzo 2017 (5)
  • febbraio 2017 (5)
  • gennaio 2017 (3)
  • dicembre 2016 (7)
  • novembre 2016 (5)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (6)
  • agosto 2016 (9)
  • luglio 2016 (8)
  • giugno 2016 (5)
  • Maggio 2016 (6)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (4)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (8)
  • novembre 2015 (6)
  • ottobre 2015 (8)
  • settembre 2015 (6)
  • agosto 2015 (6)
  • luglio 2015 (6)
  • giugno 2015 (3)
  • Maggio 2015 (4)
  • aprile 2015 (4)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (2)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (3)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (4)
  • luglio 2014 (5)
  • giugno 2014 (4)
  • Maggio 2014 (2)
  • aprile 2014 (4)
  • marzo 2014 (4)
  • febbraio 2014 (2)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (6)
  • novembre 2013 (2)
  • ottobre 2013 (6)
  • settembre 2013 (2)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (1)
  • giugno 2013 (3)
  • Maggio 2013 (3)
  • aprile 2013 (3)
  • marzo 2013 (3)
  • febbraio 2013 (3)
  • gennaio 2013 (1)
  • dicembre 2012 (6)
  • novembre 2012 (2)
  • ottobre 2012 (3)
  • settembre 2012 (4)
  • agosto 2012 (3)
  • luglio 2012 (2)
  • giugno 2012 (4)
  • Maggio 2012 (4)
  • aprile 2012 (5)
  • marzo 2012 (5)
  • febbraio 2012 (6)
  • gennaio 2012 (6)
  • dicembre 2011 (6)
  • novembre 2011 (5)
  • ottobre 2011 (4)
  • settembre 2011 (6)
  • agosto 2011 (5)
  • luglio 2011 (4)
  • giugno 2011 (3)
  • Maggio 2011 (4)
  • aprile 2011 (5)
  • marzo 2011 (6)
  • febbraio 2011 (5)
  • gennaio 2011 (4)
  • dicembre 2010 (5)
  • novembre 2010 (5)
  • ottobre 2010 (3)
  • settembre 2010 (5)
  • agosto 2010 (4)
  • luglio 2010 (5)
  • giugno 2010 (7)
  • Maggio 2010 (4)
  • aprile 2010 (4)
  • marzo 2010 (8)
  • febbraio 2010 (4)
  • gennaio 2010 (5)
  • dicembre 2009 (8)
  • novembre 2009 (4)
  • ottobre 2009 (5)
  • settembre 2009 (7)
  • agosto 2009 (3)
  • luglio 2009 (6)
  • giugno 2009 (6)
  • Maggio 2009 (5)
  • aprile 2009 (5)
  • marzo 2009 (7)
  • febbraio 2009 (6)
  • gennaio 2009 (8)
  • dicembre 2008 (7)
  • novembre 2008 (7)
  • ottobre 2008 (8)
  • settembre 2008 (7)
  • agosto 2008 (6)
  • luglio 2008 (5)
  • giugno 2008 (7)
  • Maggio 2008 (9)
  • aprile 2008 (7)
  • marzo 2008 (9)
  • febbraio 2008 (7)
  • gennaio 2008 (6)
  • dicembre 2007 (7)
  • novembre 2007 (8)
  • ottobre 2007 (9)
  • settembre 2007 (7)
  • agosto 2007 (4)
  • luglio 2007 (8)
  • giugno 2007 (6)
  • Maggio 2007 (6)
  • aprile 2007 (7)
  • marzo 2007 (4)
  • febbraio 2007 (7)
  • gennaio 2007 (8)
  • dicembre 2006 (7)
  • novembre 2006 (8)
  • ottobre 2006 (5)
  • settembre 2006 (8)
  • agosto 2006 (4)
  • luglio 2006 (8)
  • giugno 2006 (6)
  • Maggio 2006 (7)
  • aprile 2006 (5)
  • marzo 2006 (6)
  • febbraio 2006 (4)
  • gennaio 2006 (5)
  • dicembre 2005 (5)
  • novembre 2005 (5)
  • ottobre 2005 (5)
  • settembre 2005 (4)
  • agosto 2005 (6)
  • luglio 2005 (4)
  • giugno 2005 (6)
  • Maggio 2005 (7)
  • aprile 2005 (8)
  • marzo 2005 (7)
  • febbraio 2005 (6)
  • gennaio 2005 (8)
  • dicembre 2004 (7)
  • novembre 2004 (7)
  • ottobre 2004 (8)
  • settembre 2004 (6)
  • agosto 2004 (6)
  • luglio 2004 (8)
  • giugno 2004 (7)
  • Maggio 2004 (8)
  • aprile 2004 (7)
  • marzo 2004 (10)
  • febbraio 2004 (10)
  • gennaio 2004 (5)
  • dicembre 2003 (5)
  • novembre 2003 (10)
  • ottobre 2003 (9)
  • settembre 2003 (2)
licenza creative commons

About me

  • AitanLink
  • E-mail
  • News
  • Su di me
  • Immagini
  • Textículos
  • Versículos

Tag Cloud

amicizia anarchia arte attentati auguri autunno bambini blog bufale cambiamento compleanno coronavirus covid19 crisi da lontano decrescita digitale dubbi egitto facebook fake news formazione futuro giustizia governo goya guerra idiomatica immagini immigrazione indifferenza in memoria inter ludi interludi invettiva invettive lavoro luce mare memoria migranti morte musica musiche napoli Natale padre pandemia parole poesia politica primavera pun puzzona razzismo recensioni rete ricordi romantico scrittura scuola social social network sogno stefania storia tempo texticulos ucraina vaccini versi versiculos video vino vita civile

BlogItalia

BlogItalia - La directory italiana dei blog

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • ((( aitanblog )))
    • Segui assieme ad altri 364 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ((( aitanblog )))
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...