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~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi tag: primavera

Secondo giorno di primavera

21 lunedì Mar 2022

Posted by aitanblog in versiculos

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Tag

poesia, primavera

Una parola che non ti scivoli addosso
per finire nella dimenticanza
dell’inascoltato o del non detto.

Una parola esatta e necessaria,
inutile come lo scroscio dell’onda
sulla scogliera che ti salvò la vita.

[…]

Aprite le finestre
della vostra percezione
e lasciatevi inondare
dai flussi e dai riflussi
della poesia.

È Primavera,
a pesar de todo.

*21 marzo, giornata internazionale della poesia*

(La poesia, molte volte, è un caso, un casolare, un casino di caccia, un incidente di percorso, una scoperta accidentale, una svista che ti rende tutto più chiaro…)

https://aitanblog.wordpress.com/2021/03/21/21-marzo-unaltra-primavera/

Il velo nero di Achille

05 lunedì Apr 2021

Posted by aitanblog in versiculos

≈ 5 commenti

Tag

memoria, morte, primavera

Non ti è bastata più la magia.
A nulla ti è valsa la poesia.
Ora sei anche tu nella schiera
in un bel giorno di primavera.

In quanti porti ancora
a vela ammainata?
Quante notti ancora
senza una mattinata?

Tutto avvolto d’un velo oscuro,
ti piaceva scomparire
con dentro e davanti a te un muro
che non facevi scalfire.

Da quanti porti ancora
la nave è già partita?
Di quante morti ancora
sarà piena la mia vita?

Seguiranno domande
senza risposta
e chiacchiere
che nulla sapranno
dei tuoi sprazzi di gioia
e del tuo dolore.

Quanti rimpianti ancora
a vela reclinata?
Quante lacrime anche ora
sparse sulla mia strada?

Forse, se c’è un altro lato,
ritroverai tuo padre
che si lanciò nel vuoto
afferrando le mani alle esili zampe
di un colombo che non aprì le ali.

E, insieme, mio padre,
nostro zio,
la prima cugina
e tutta una schiera
di amici e parenti
che ci hanno lasciato
all’alba di un’altra
primavera.

Tra quante sorti ancora
si gioca la partita?
Di quante morti ancora
sarà fatta la mia vita?

Perché non importa
la data segnata sui calendari,
qualunque sia l’anno il giorno e l’ora
è sempre troppo presto per partire
e troppo lunga la fila
già schierata sulla scogliera

come condannati in attesa di giudizio.


The Cure, “The Holy Hour”, 1981

Achille era il più eccentrico ed inquieto della nostra inquieta ed eccentrica famiglia.
Non passava inosservato, Achille.
Negli anni ’80 fu il primo dark di Frattamaggiore. Tutto vestito di nero, con la faccia ricoperta di cerone, occhi contornati di matita, lunghi capelli corvini da medusa e unghia smaltate di nero.
Con la sua bella figura alta e dritta, le mani lunghe e affusolate, lo sguardo intenso da miope senza occhiali, non sarebbe passato inosservato neanche ‘cu ‘nu jeans e ‘na maglietta, in verità.
Aveva sei o sette anni meno di me, Achille. Da ragazzo mi faceva leggere terzine scritte in una lingua antica e misteriosa e mi parlava di magia e riti gotici.

Una trentina di estati fa non tornò da un viaggio in Calabria. Non tornò a settembre, a scuola iniziata, non tornò in autunno, non tornò per Natale né per Pasqua. Ogni tanto telefonava e diceva che stava bene, ma cosa facesse nessuno lo sapeva, e tutta la sua vita sembrava ammantata in uno spesso velo di mistero.
Finché, attraverso una serie di investigazioni che non sto qui a raccontare, venimmo a sapere che Achille si trovava a Cirò, sulla costa ionica.
Andammo zio Gennaro e io in spedizione persuasiva: Achille non aveva ancora 17 anni, ed in famiglia ci sembrava opportuno che concludesse almeno i suoi studi liceali.
Scoprimmo che Achille in Calabria faceva il mago, ed aveva uno studio, diciamo così, ben avviato; era diventato uno di quelli che ti ipnotizzano col pendolino, ti leggono la vita in una palla di vetro e ti tengono legati al filo delle loro parole. Mi spiegò che una professionista della magia lo aveva notato, aveva avvertito i suoi poteri e l’aveva avviato sul cammino del paranormale.
Non fu facile convincerlo a venire a prendersi il diploma a Napoli. In realtà, per un po’ fu lui a cercare di convincere me che anch’io c’avevo un certo carisma, un’aura, un sesto senso e non so che. Insomma per poco non aprimmo una ditta Vergara, cugini magici.
Il diploma alla fine lo prese, Achille, ma continuò ancora per un paio di anni ad esercitare la professione occulta.


Poi se ne andò a studiare filosofia a Milano. A un dato momento, si stancò e si trasferì a Dublino, poi a Londra, dove ha fatto mille mestieri (ma meno di quanto ne abbia fatto il padre), poi rientrò qua, dove la sua vita si è conclusa troppo presto e senza magia.

Riposi in pace, ora.

21 Marzo – Un’altra Primavera

21 domenica Mar 2021

Posted by aitanblog in versiculos

≈ 5 commenti

Tag

primavera, versi

Un modo di denudarsi
per trovarsi di nuovo
travestiti.

Una maniera per gridare
sussurrando dove fa male.

Un sistema di scrittura
con insistiti a capo.

Un urlo di noia,
di gioia
o di vibrante protesta.

Un insieme di suoni
in cerca di amanti.

A stick, a stone,
o fim do caminho.
É um resto de toco
é um pouco sozinho.

Uno squarcio
nel silenzio.

Una menzogna
che dice la verità.

L’eterna ricerca di una cosa
per scoprirne un’altra.

Le piogge di marzo
che salutano l’inverno.
Una promessa di vita
no teu coração.

Un mondo che
potrebbe esserci.

Un modo come un altro
per ripassare il tempo.

Una parola che non ti scivoli addosso
per finire nella dimenticanza
del non detto,
una parola precisa e necessaria
misurata in ogni suo dettaglio
o sgorgata da dentro
con la forza impetuosa
di uno starnuto incontrollabile
o di un peto.

Una stella cadente
che brilla
senza lasciare niente.

Una nenia per risvegliare gli adulti
e addormentare i bambini.

É pau, é pedra,
é o fim do caminho.
É um resto de toco,
é um pouco sozinho.
It’s a sliver of glass.
It is life, it’s the sun.
It is night, it is death.
It’s a trap, it’s a gun.
It’s a bang and a pun.

(La poesia, molte volte, è un caso, un incidente di percorso, una scoperta accidentale, una fenditura che apre uno squarcio nel buio di una notte oscura…)

È l’acqua di marzo
che segna l’inizio
di una nuova primavera.

È il 21 marzo,
la giornata
internazionale
della poesia
e io metto insieme
una manciata di futili strofette
riprese da altre primavere
e rimaneggiate per l’occasione.

(Quest’anno non avevo voglia di scavarmi dentro parole nuove.)

3 haiku di primavera e una strofa disperata

20 venerdì Mar 2020

Posted by aitanblog in versiculos, vita civile

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Tag

haiku, primavera

1.
Schermi accesi
Tra gli hikikomori
Memento mori

2.
Non c’è movida
Traffico e traffici
Né la partita

3.
A pochi metri
volano le rondini
Di là dai vetri

_________

E non ho amato
mai tanto la vita!
Tanto la vita!

Il 21 di ogni Marzo

21 giovedì Mar 2019

Posted by aitanblog in inter ludi, versiculos

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Tag

marzo, poesia, primavera

Un modo di denudarsi

per trovarsi di nuovo travestiti.

Una maniera per gridare

sussurrando dove fa male.

Una stella caduta o cadente

che brilla o ha brillato

senza lasciare niente.

Un sistema di scrittura

con insistiti a capo.

Una carezza e un pugno

dentro un urlo di noia,

di gioia o di vibrante protesta.

Un insieme di suoni

in cerca di amanti.

A stick, a stone,

o fim do caminho.

É um resto de toco

é um pouco sozinho.

Uno squarcio

nel silenzio.

Una maniera per dirlo,

per sussurrarlo

o per gridarlo

al mondo.

Una menzogna

che dice la verità.

L’eterna ricerca di una cosa

per scoprirne un’altra.

Le piogge di marzo

fechando o verão.

É a promessa de vida

no teu coração.

Un mondo che non c’è

ma potrebbe esserci.

Un modo come un altro

per ripassare il tempo.

Una parola che non ti scivoli addosso

per finire nella dimenticanza del non detto,

una parola precisa e necessaria,

inutile come questa sottospecie

di poesia.

Una nenia per risvegliare gli adulti

e addormentare i bambini.

É pau, é pedra,

é o fim do caminho.

É um resto de toco,

é um pouco sozinho.

It’s a sliver of glass.

It is life, it’s the sun.

It is night, it is death.

It’s a trap, it’s a gun.

It’s a bang and a pun.

(La poesia, molte volte, è un caso, un incidente di percorso, una scoperta accidentale, una svista che ti rende tutto più chiaro…)

Sono le acque di marzo

che segnano l’inizio

di una nuova primavera.

È il 21 marzo,

la giornata

internazionale

della poesia.

¡Caracoles!

Caspita!

‘Azzo!


Come è ormai tradizione, ad inizio primavera improvviso quattro, quattordici o una quarantina di perversi versi e li butto nella rete per vedere l’effetto che fa.

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

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