Muito Romântico
settantunesimo frammento
Storia triste, rosa e desolata d’amore, d’odio e di passione
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– E se si è così tristi che non si ha nemmeno più voglia di uscire e sentire il rumore dei propri passi sulle scale?
– Se si è così tristi o se sei così triste?
– È la stessa cosa!
– Beh, allora fattene una ragione, guardati allo specchio e fissati negli occhi per vedere chi scoppia prima a ridere, e se non ridi né tu né l’immagine riflessa, prova a fare una smorfia o una linguaccia.
– Bravo, applausi, grazie! Ecco come sentirsi ancora più tristi e soli di prima.
– Senti, tesoro, stamattina piove anche sulla mia voglia di fare, ma non per questo me la prendo con te o con il mondo.
– Non chiamarmi tesoro. Lo sai che non lo sopporto. Mettiti tu a fare il pagliaccio allo specchio, se vuoi. La verità è che io ne ho piene le scatole. Non ti sopporto più, tu e la tua vita grigia e insulsa. E non sopporto più nemmeno me stessa che ti vivo accanto e non rido più, non esco e non canto.
– Meglio una persona grigia che una come te… rosa…, dall’invidia…
– Ma vai a fare in culo…
– E con chi?
– Con tua sorella, con tua nonna o con una puttana da quattro soldi, che quelle più care non te le puoi neanche permettere.
– E già. Per questo mi sono messo con te.
– Stronzo.
– Stronza.
(Si baciano. Si spintonano. Si cercano. Si respingono. Si abbracciano. Si mordono. Si leccano le ferite. Sipario.)