Auguri e consigli non richiesti per le vacanze estive
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Leggete, viaggiate e moltiplicatevi.
“El fascismo se cura leyendo y el racismo se cura viajando.” (Miguel de Unamuno)
Auguro ai miei compatrioti un’estate e una vita piena di buone letture, bei viaggi e recuperi di buon senso. Ed estendo il mio augurio anche a quelli di altri lidi, siti, sponde e bandiere.
Viaggiate, leggete e moltiplicatevi. Con gente di ogni razza e colore. E fatelo senza dolore (se non è il dolore quello che vi diverte).
E poi, sentite Coltrane. Mettete voi stessi in tutto quello che fate. Non siate superficiali. C’è del divertimento nell’essere seri.
La vacanza è quando il tempo atmosferico ed il tempo cronologico tornano a coincidere fino a diventare una sola cosa. Non hai più orari, scadenzari, agende, calendari e orologi. Ti svegli quando la luce penetra le tue finestre e ti addormenti all’imbrunire o a qualunque ora ti venga di dormire, senza pensare a sveglie mattutine, incombenze o appuntamenti. Solo il sole scandisce il ritmo della tua giornata. Sono dentro di te le albe e i tramonti. Il ritmo della tua vita torna a pulsare con quello della terra.
Ti sei finalmente svuotato da impegni, obblighi e doveri. In ogni momento puoi scegliere di fare quello che ti va di fare o puoi decidere di startene lì senza fare niente, nemmeno quello che in tempo feriale fai con gusto e piacere. Oppure puoi stare seduto da qualche parte a guardare il mare, ascoltare il tuo respiro, sentire il vento crepitare tra le foglie, non pensare a niente di niente e contemplare il vuoto. Perché la vacanza è proprio questo vuoto, questa distrazione dall’incessante fare, questa parentesi dalla quotidiana operosità cui ci siamo condannati. Sei in vacanza, finalmente, ed hai a tua completa disposizione tutto il tempo del mondo per startene dalla prima luce del giorno all’imbrunire e dall’imbrunire alla prima luce del giorno senza fare un bel niente. Un rotondo e assoluto bel niente.
Poi, da un momento all’altro, ti trovi a consultare l’orario dei treni per il rientro ed è tutto finito. Metti la sveglia per paura di arrivare in ritardo in stazione e rimanere per sempre impegolato nel buco nero della tua vacanza. Sei preso dalla paura del vuoto e non vedi l’ora di tornare al tuo solito tran tran ed al tram delle 7 e 25 del lunedì mattina. Ti aspetta una giornata piena come un uovo con due tuorli. Il preludio di un lunghissimo periodo di non-vacanza.
Comincia già una nuova attesa del vuoto e una voglia pressante di avere tutto il tempo che ti serve per non fare niente.
immergersi nel flusso mutevole della vita < o > MUTARE IMMAGINE SENZA MUTARSI DENTRO?
rivolgere gli occhi, le orecchie, il tatto (ma anche il gusto e l’olfatto) al mondo per cambiare insieme con la realtà in cui siamo immersi < oppure > USARE LA REALTÀ COME SFONDO PER I NOSTRI SELFIE?
amare e (qualche volta) odiare < o > METTERE IN SCENA L’ODIO E L’AMORE?
godersi la costa, il mare e il litorale < oppure > FOTOGRAFARE GLI OMBRELLONI SENZA TUFFARSI TRA LE ACQUE E LASCIARSI SCHIAFFEGGIARE DALLE ONDE?
vivere la vita < oppure > RAPPRESENTARE LA PROPRIA SUPPOSTA ESISTENZA ATTRAVERSO UNO SCHERMO?