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interludio muto gracchiante, ululante e squittente (per non dire che bramisce e potpotta)

[da ascoltare ad infinitum (o almeno ad libitum)]
19 sabato Nov 2022
Posted immagini, inter ludi
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interludio muto gracchiante, ululante e squittente (per non dire che bramisce e potpotta)
20 giovedì Ott 2022
Posted immagini, versiculos
inTag
14 strofe facili ma non troppo
ottobre caldo, 2022
Considero poesia
lo scroscio di un mare
in tempesta che rasserena
il mio cuore malato
Considero poesia
il tentativo di risvegliare
le vostre coscienze
e scuotere gli animi
addormentati
Considero poesia
i tuoi occhi
che illuminano
di verità il mio stupore
ed il tuo incedere
che ferma il mondo
e il suo squallore
(In altre parole
considero poesia
quegli attimi in cui
mi fermo a guardare
il tuo culo
che passa fuori
di un bar di Ipanema
di Grumo Nevano
o di Brema
e dimentico il traffico
ed i traffici
che affliggono
il mio respiro
e i miei sonni
per proiettarmi
nell’alterità
in cui vorrei
semprestare
e che di tanto in tanto
combatto per conquistare
brandendo le mie armi
in prosa e in versi
come brandisce
un donchisciotte
la sua spada
di legno tarlato
dai tarli della coscienza
e del tempo)
Considero poesia
il brivido che mi percorre la schiena
e si incontra con lo scuotimento
nella mia testa
in un attimo di festa
in cui mi innalzo altrove
stando seduto
allo stesso posto
in cui mi ha lasciato tu
Considero poesia
la musica che si insinua
tra le parole
per addormentare i bambini
e tenere svegli i loro genitori
Considero poesia
queste ed altre cose
che non ricordo più
e che sono nascoste
tra le pieghe
del tempo che ci farà
e di quello che ci fece
e che fu
Considera poesia
quello che ti scuote
ti percuote
ti rasserena
e ti risveglia
o quello che
vuoi tu
Ma non rompermi
le scatole
se non hai mai
sentito niente
oppure se ormai
non senti
niente più
Intanto magari
Continua
a scorrere il tuo dito
sul telefono
mentre scorrono
le immagini
sulla tivvù
Disinteressati
di tutto e di tutti
Lascia passare
il tuo tempo
Ignora il resto
e non leggermi più
16 domenica Ott 2022
Posted immagini, versiculos
inNessun riassunto.
Ho detto tutto nel titolo.
….
…
Lasciatemi trastullare;
Non ce la faccio, non ce la faccio più
a caricarmi addosso il vostro dolore.
Fatemi fare capriole con le parole.
Non vi chiedo nient’altro e nulla più.
Voglio soltanto deviare
dai viali del vostro male
che svuotate sulle mie spalle curve
sotto il cipiglio stanco del vostro sguardo furbo.
Ché più m’osservo e guardo
più mi sento fiacco e mi disturbo
come chi alza ponti che finiscono in un muro.
28 martedì Giu 2022
Posted invettive, riflessioni, versiculos
inEsercizio di versificazione
Quanti saccenti che non sanno niente Quanti visionari Quanti veggenti Che riempiono di fiamme e di fumo le loro parole E offuscano il senso e la direzione del loro percorso Per sembrare più interessanti Innanzitutto a se medesimi Dando l’impressione che hanno da dire Molto di più di quanto hanno da dire
Guardateli Stanno dicendo ora stesso Molto di più di quello che stanno dicendo Ma il mondo distratto Non riesce a sentire Tutto quello che hanno da dire Signora mia
Ascoltateli La gran parte di loro Non ha nulla da dire Ma lo dice Andando insistentemente da capo Prima che si arrivi alla fine del rigo
Pare che questo sia Il primo motore della poesia Signora mia Immutato dal tempo che fu (Ancor prima che sia nato Gesù) Con tutto lo spreco di carta Che ne deriva e comporta
Ma questo Alla poesia Cosa diavolo importa? Il buon poeta e il poeta buono Sono poco versati nelle circostanze effimere dell’attualità e Nelle problematiche della vita sociopolitica della gente comune
È d’uopo altresì rifuggire la rima Che conferisce al testo Un sapore di buone cose di pessimo gusto
E poi Per l’amor del cielo Nessuna citazione Poco linguaggio figurato E spruzzi di parole desuete scelte a cazzo di cane con acribia e convinzione
“Meglio un albero senza fusto Meglio un ramoscello o un arbusto Che un caffè dall’aroma robusto Infarcito di un linguaggio frusto trito e ritrito Fatto di formulette che puoi ripetere a menadito Per sfornare il tuo piatto adusto” E fare in modo che Come da rito Nessuno legga Con dovuta attenzione Né possa esservi qualcuno che regga Tutta intera La lettura della composizione
E poi è d’obbligo suonare esoterici e oscuri Ma questo credo di averglielo già detto Signora mia
Oppure giocare a fare i banali Per nascondere quanto banali si sia per davvero Dietro un muro di simpatiche anafore Infarcite di battute ad effetto E colpi di teatro Fatti per essere detti in pubblico Tra il rumore dei bicchieri e qualche rutto che dia ritmo alla serata
O anche (E con questo passo e chiudo) puntare a più amplie platee Discettando di natura a chi vive in città E darsi pose da provinciale universale Essendo trito ed essendo banale Come il pane senza sale Che ti danno in ospedale Per accompagnare la pastina e il merluzzo (E se ti va bene Arriva anche una mela Avvolta in una bustina di plastica Trasparente ma opaca )
Per il resto Le consiglio di seguire il mio laboratorio di poesia Costa pochissimo e le assicura un posto in prima fila Nel nulla della poesia contemporanea Nel quale m’onoro di naufragare Come chi ha di fronte un bicchiere E si sente nel mare
Il che (non) è norMale Signora mia
14 sabato Mag 2022
Posted immagini, versiculos
inun verso un varco un arco una parola
tu non puoi sapere quanto
ho sofferto
per scavarmi dentro
un verso
che mi portasse fuori
dalla disperazione
nell’arco lungo e irto
della sua costruzione
e a volte dura una notte
che più di una vita dura
anche una parola sola
che cerca spazio
tra una parola
e una parola
un beso un arco un barco una amapola
21 domenica Mar 2021
Posted versiculos
inUn modo di denudarsi
per trovarsi di nuovo
travestiti.
Una maniera per gridare
sussurrando dove fa male.
Un sistema di scrittura
con insistiti a capo.
Un urlo di noia,
di gioia
o di vibrante protesta.
Un insieme di suoni
in cerca di amanti.
A stick, a stone,
o fim do caminho.
É um resto de toco
é um pouco sozinho.
Uno squarcio
nel silenzio.
Una menzogna
che dice la verità.
L’eterna ricerca di una cosa
per scoprirne un’altra.
Le piogge di marzo
che salutano l’inverno.
Una promessa di vita
no teu coração.
Un mondo che
potrebbe esserci.
Un modo come un altro
per ripassare il tempo.
Una parola che non ti scivoli addosso
per finire nella dimenticanza
del non detto,
una parola precisa e necessaria
misurata in ogni suo dettaglio
o sgorgata da dentro
con la forza impetuosa
di uno starnuto incontrollabile
o di un peto.
Una stella cadente
che brilla
senza lasciare niente.
Una nenia per risvegliare gli adulti
e addormentare i bambini.
É pau, é pedra,
é o fim do caminho.
É um resto de toco,
é um pouco sozinho.
It’s a sliver of glass.
It is life, it’s the sun.
It is night, it is death.
It’s a trap, it’s a gun.
It’s a bang and a pun.
(La poesia, molte volte, è un caso, un incidente di percorso, una scoperta accidentale, una fenditura che apre uno squarcio nel buio di una notte oscura…)
È l’acqua di marzo
che segna l’inizio
di una nuova primavera.
È il 21 marzo,
la giornata
internazionale
della poesia
e io metto insieme
una manciata di futili strofette
riprese da altre primavere
e rimaneggiate per l’occasione.
(Quest’anno non avevo voglia di scavarmi dentro parole nuove.)
27 giovedì Set 2018
Posted riflessioni, versiculos
inTag
Credevo di avere da dire qualcosa al mio presente
Che potesse risuonare anche tra le pareti del futuro
Ma alla fine penso di non aver detto niente
E di aver costruito un altro muro sopra un muro.
22 domenica Ott 2017
Posted riflessioni, stefania, versiculos
inBenedetto Croce ha scritto da qualche parte che “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini“.
Stefania ha cominciato presto, a 6 anni non ancora compiuti e con la scrittura incerta di chi frequenta da poco più di un mese la prima elementare.
Se da adulta sarà una poetessa o una cretina, al momento non posso saperlo (come non mi è dato sapere con certezza quale delle due opzioni sia più indicata per me, che non ho mai smesso, pur avendo cominciato anch’io a scrivere versi prima dei 18 anni, ma almeno un lustro dopo gli anni che ha ora la mia piccola).
In ogni modo, stamattina Stefy è venuta col foglio che ho inserito in foto alla fine di questo post e mi ha detto che aveva composto una canzone (lei non vuole che si parli di poesie, in verità):*
L’AMORE SCORRE DALLE VENE PER L’AMORE SERVE FIDUCIA |
Di seguito, incoraggiata dal mio compiacimento, ha scritto anche la seconda strofa (più bella e preziosa, a mio parere) ed ha aggiunto la pomposa (ed errata) firma che vedete a destra di questo riquadro:
SULLE RIVE DEL VENTO LA NATURA |
LE MIE CANZONI SONO FAMOSE STEFI VRGARA |
Quello che mi impressiona sono gli “insistiti a capo prima che si arrivi alla fine del rigo” (altrimenti détti “versi”) e l’ellissi verbale -la frase nominale, la sintesi icastica, la metatassi, ‘nsomma, la mancanza di verbo- della seconda strofa.
Forse davvero “tutti i bambini nascono artisti. Il difficile è come continuare ad esserlo dopo essere cresciuti” (questo era Picasso).
Forse, il mio compito consiste nel lasciar crescere da solo l’albero folto della sua creatività, preservandolo dalla siccità, dalla grandine e dalle tempeste di vento.
Prometto solennemente di provarci. Non perché un domani sia un’artista, ma perché non sia un’assoluta cretina.
E poi, mal che vada, l’esercizio della creatività la aiuterà a sentirsi meno sola e inconsolabile… Un viatico per i momenti più difficili e disperati della vita che sarà.
* Quando la piccola mi dice che non vuole che le sue canzoni siano definite poesie mi viene in mente che sosteneva più o meno la stessa cosa anche Fabrizio De Andrè, citando proprio la frase di don Benedetto di cui sopra.
“Benedetto Croce diceva che fino all’età dei diciotto anni tutti scrivono poesie. Dai diciotto anni in poi, rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. E quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore.”
Che sorprendente coincidenza, nevvero!?
09 venerdì Dic 2016
Posted versiculos
inTag
Diversi versi avrei fatto meglio a non scriverli,
Tra questi questi, che sono involuti e perversi.
Ma non sempre puoi scegliere dove versi
la tua anima, il tuo sperma e il tuo sangue.
23 martedì Ago 2016
Posted idiomatica, romantico, versiculos
inMuito Romântico
sessantasettesimo frammento
When Cortázar meets Catalano
Del tuo corpo
mi piace tutto
Ma soprattutto
i tuoi occhi
e la bocca
I tuoi occhi
I tuoi occhi
in cui mi perdo
anche quando
sei più distante
e non ti guardo
Del tuo corpo
mi piace tutto
Ma soprattutto
gli occhi
Gli occhi
e la tua bocca
Della tua bocca
mi piacciono
le tue parole
e il lavoro
che mi fai
Chupa
chupa
Lecca
lecca
Suca
suca
finché
il mondo
non smette
di girare
e Catalano
di catalanare
Almeno
per un attimo
che sarà eterno
finché dura
la minchia
la polla
la pincha
e la Santa María