Muito Romântico
ventitreesimo frammento
si era all’ombra dei salici, o forse erano eucalipti, e passeggiavamo mano nella mano che nell’aria pareva ci fosse tutta una musica, anche se eravamo in silenzio fino a quando tu non pensasti alle onde che si frangevano sulla scogliera e scendemmo verso il mare per baciarci al vento coi piedi immersi nell’acqua e i gabbiani a svolazzare intorno come colombi in amore: ci seguivano ciondolanti e giocondi tra i negozi del centro storico, le bancarelle, l’ultimo piano della torre e le pareti della nostra casa dove tornammo soli e teneramente avvinghiati: io sul davanzale, tu accoccolata accanto a me con la testa tra le mie cosce e i tuoi capelli tra le mie mani: mi facevi un pompino e io sollevavo il ventre dal marmo freddo sull’onda dei movimenti delle tue labbra sapienti: balzando come un gatto ero sceso dalla finestra e ti stavo prendendo da dietro: da un momento all’altro, come una mannaia caduta dal cielo, mi rintronò la maledetta sveglia: e mi svegliai:
intorno a noi bruciavano gli zingari ed era venerdì
Te, Aitàn, sei stato punito co l’interruzione del sogno & quindi del commercio carnale che stavi intraprendendo,
per cui, per colpa della tua oscena lussuria, sono stati puniti anche gli zingari,
perché tutto è interconnesso, me l’ha detto Padre Benedetto in confessionale, poi mi ha dato due o tre sferzate, scopo preventivo.
Mario
leggendo le prime righe mi stava venendo un attacco di diabete e stavo per scriverti “Demasiado romantico”. Ma fortunatamente dal pompino in poi il raccontino si è raddrizzato… :D
ooooopssssssssssssssss, mi ero persa il finale. ma qui il post mi diventa magistrale… la chiusa è, si fa per dire, magnifica.
concordo con barbara, magnifica la chiusa. molto filmica. fellini, ad esempio, avrebbe potuto renderla molto bene. quasi un controcampo del finale di otto e mezzo.
caduto dal letto nel mondo comune :)
#1
Mioddio, Mario, non dirmelo, non dirmelo, l’ho sempre temuto l’effetto farfalla, ho sempre saputo di essere correo nel fattaccio della mela e nella mattanza di Abele.
#2 et #3
Sai, barbara, a volte mi viene da mettere da parte l’ironia per esprimere le mie emozioni in forma di mélo.
E ci sono momenti che le emozioni si accavallano forsennatamente tra tragedie pubbliche e vite private.
#4
Mi piace molto, e.l.e.n.a., e molto mi lusinga questo tuo inquadrare la mia chiusa come un controcampo felliniano.
#5
Ahimé, sì, pispa.
¡Esta es la puta realidad!
Ecco, mi ero già preparata il pezzo da lasciarti, quando verso il finale son rimasta a bocca aperta.
Non so se é meglio un pominus interruptus o svegliarsi e rendersi conto che era un sogno da zingaro.
Va beh, il link te lo lascio lo stesso , fa sognare, secondo me:
http://it.youtube.com/watch?v=jRMe5H9WKpM
OT: per un post “dada(surrenal)ista” cosa c’é di meglio di man ray che fotografa Bunuel in camicia di forza?:)*
pominus=pomPinus ma si capiva, neh!
Sei stato buon profeta, Aitan.
Ricordi l’incendio che avremmo voluto vedere solo da lontano? E’ divampato e durerà. Non c’è sogno che tenga. L’unica sarebbe andare a cercare una terra promessa, senza più voltarsi indietro, per non restare come statue di sale nel bel paese del sole, dove ormai solo il sì suona.
Aitan, cinematografico, sì.
ma dietro la macchina da presa, più che il surrealpoetico Fellini, ci vedo un drammatico bianco e nero da Kassowitz.
bianco e nero.
nero. nerissimo.
aitan,
e ce credo che te sei svegliato di colpo, t’ha detto pure bene che era solo la sveglia, anzichè una squadra dei servizi anti uomini liberi che tentava di buttar giù la porta della casa della tua coscienza…
questa non è epoca di sogni,
di fantasie goduriose e di uccelli che volano liberi…
ma de chè!
questo è triste tempo di roghi culturali,
di orrore verso lo sconosciuto e
di chiusura verso la conoscenza dell’altro,
di ignoranza preservata da alti, rigidi confini mentali e da filo spinato sui sentimenti…
meno male che ci sono i frammenti onirici (la parola sogno è vietata, lo sai?) belli come i tuoi, una delle poche emozioni che, nonostante il rischio che i vicini se ne accorgano, vale la pena di vivere,
magari fino in fondo…
#7 ‘n #8
Non sai se sia meglio un pompinus interruptus o svegliarsi e rendersi conto che era un sogno? Beh, metallica, io piuttosto mi chiederei cosa sia peggio, e mi risponderei che il peggio e risvegliarsi in questa realtà che senti ogni giorno più estranea.
(Il brano di Nick Cave mi paice molto, come tutte le Murder Ballads.)
#9
Sulla scorta del tuo commento, sono andato a rileggermi il finale di Programma di Governo.
Credo che anche Cassandra avrebbe voluto essere più fallace, attenta karmel.
#10
Più che altro è la realtà, amara bianca amica mia, che si è trasformata ne’ La Haine di Kassowitz: bianca e nera nera nera, nera nera comm’a cché.
Tu le conosci queste zone e lo capisci bene che qua bisogna stare attenti a strumentalizzare l’odio. Perché l’odio di massa è terribile ovunque, ma può generare la più letale e indiscriminata delle catastrofi laddove è già scarso il rispetto per la vita e si intersecano marginalità, degrado, immense povertà e immediate ricchezze.
Ajutatece a c’ajuta’!
#11
Il tuo commento mi ha riportato alle prime scene di Brazil di Terry Gilliam, jazzfromitaly. Facciamo qualcosa prima che davvero diventi tutto nero, buio, oscuro come il lato più oscuro del medioevo che a scuola ci insegnavano a temere.
Più attenta di così…
E’ che a scuola non si insegna più a temere il medioEvo, ma a guardarlo e capirlo.
Che poi i ragazzi escono, si guardano intorno e tornano e chiedono: ma allora il MedioEvo siamo ora noi?
E io non so che dire.
Perché usare la parola “peggio”, quando “meglio” in quel caso stava a significare comunque un “peggio” ?
Sai che c’è Aità, è che certe realtà, chi le vive solo attraverso i media, per quanto si ppssa comprenderne la drammaticità non le si “tocca” ( e per fortuna?) con mano.
E questo credo che in qualche modo le “allontani”.
Nick le riavvicina***
Aitàn consèntimi il dire,
(ora sfruculiatore assai):
non ho digerito l’espressione “labbra sapienti”,
trovandola consunta, per dire…
Mario
adesso le keywords sono diventate testo, un mix romantico erotico sognante.
e quando l’ho letto, i commenti erano 17. pensa che roba.
si sa che i pompini muoiono all’alba,
ma non è strano che l’attacco ai rom sia scattato dopo che si è saputo che anche loro pagano il pizzp?
A onor del vero, non la sveglia ma un balzo da gatto ha interrotto il pompino per far posto a una presa da dietro. E’ qui che la mannaia trancia di netto il gatto sul più bello. Oh, buondio, non è che cambi molto. Solo per darmi arie di una lettura attenta.Resta un brivido. E non saprei dire se comincia nel fuoco o s’appicca sul marmo.
sempre di venerdì succedono le cose.
intanto svegliarsi nel momento meno opportuno e poi poi e poi…
che sia colpa di Venus?
ah rom anche qui, che bello!bruciavano?ma non l’avevamo già fatto?!
Aitan son passata prima io!
Mario:le ‘labbra sapienti’ son consunte di sicuro!;)
non so che dire. non so se sono più ammirata dal tuo modo di raccontare o più angosciata dalla tragicità di questi giorni, dall’ignoranza, dal malessere.
#13
Atento in spagnolo vuol dire anche, gentile, cortese garbato, atenta karmel.
#14
Io, Prof, più mi guardo intorno più mi sento nel “Medioevo prossimo venturo” di cui parlava Roberto Vacca agli inizi degli anni ’70. Non il Medioevo rivalutato di Le Goff, Duby e Umbrto Eco, ma proprio quello buio buio, nero nero, illuminato solo dai roghi.
#15
Sì, metallica, hai ragione: certe realtà bisogna toccarle e lasciare anche che ci sporchino, per capirle davvero. Per questo io ripetto spesso quanto possa essere affascinante e pittoresco un incendio visto da lontano. Qui a Napoli, poi, sono secoli che si arriva nella speranza di assistere ad un’eruzione, per poi tornare in qualche nord e raccontarla al caldo di un camino.
#16
Oh, Mario, torniamo per un po’ a parlare di cose meno impegnate e più impegnative.
“Labbra sapienti” è sicuramente un’espressione consunta. Appena ho letto la tua critica, ho pensato di emendare. Però poi mi sono raccolto in me stesso e mi son detto che tutti i frammenti di questa serie nomata Muito Romântico sono basati sul mélo, sui luoghi comuni dell’amore riflessi e rivissuti in emozioni mie, sul tentativo flaubertiano assai di “camminare dritto su un capello, sospeso tra il doppio abisso del lirismo e del volgare”. E allora ho lasciato lì quelle sapienti labbra insieme con i gabbiani e i colombi (i più consunti topoi volanti della letteratura presuntamente lirica); nella speranza che la loro presenza avrebbe reso più contundente la parte a seguire.
#17
Questa volta, pervinka, mi pare che il frammento sia anche un incubo, purtroppo,
#18
Pensa, cascade, che io lo ho scritto sotto una scala mentre un gatto nero mi attraversava la strada, un cane ululava e nella mia tasca si infrangeva uno specchio.
#19
Ci sono molte cose strane in questa storia di Ponticelli, splendida dido. A me sono sorti mille dubbi fin dal primo momento. Ci sono troppe cose che non quadrano.
Consiglio tutti di leggere, in proposito, questo articolo qui di Sergio Bontempelli che riporta un documento del “Comitato Spazio Pubblico” di Napoli nel quale si ipotizzano influenze camorristiche legate a speculazioni edilizie.
#20
La mia intentio autoris concorda con la tua lettura, utentnonim@.
Quanto ai brividi… beh, quelli sono una cosa così soggettiva che potrebbero pure non arrivare né qui né lì; così ti ringrazio comunque di averne, da qualunque parte ti vengano.
#21
Io, bri, per le cose di quaggiù, propendo a dare colpe agli esseri umani; ché gli dei li immagino in altre faccende affaccendati.
#22
È che la storia a volta somiglia a quei mediocri maestri che ripetono sempre la stessa lezione allo stesso modo, senza capire che così non va, gli uomini non l’hanno capita e non la capiranno.
Quanto a quelle “labbra” del mio frammento, cochina, troverai nella risposta a Mario la ragione per cui ho lasciato che restassero “sapienti”, pur condividendo con te e con lui la sensazione che fossero ormai consunte.
#23
Sono anch’io angosciato, noce. E più che qui lo vado dicendo sul mio tumblr a partire da quel giorno 11 in cui si sono cominciati a scatenare i pogrom.
Mi farebbe piacere che i lettori di questo blog andassero a leggere anche le voci che vado raccogliendo lì come stimolo ad una riflessione autonoma e non allineata.
don gaetà, cose da pazzi, co quello che costa oggi la benzina quelli ci vanno ad appicciare i zingari…
oh no, no… la mia era una pessima battutaccia a doppio senso!stavo scherzando sul fatto che le ‘labbra sapienti’ dovessero per forza ‘consumarsi’ per l’uso!
Attento e atento sei tu, Aitan.
Appena terminati i salamelecchi me ne stavo andando, quando ho notato i link al tumblr e mi ci sono avventurata ( prima l’avevo visto solo di sfuggita ). E’ fantastico! Grazie che poi ti sto sempre a girà qui dentro. Stai certo che me voglio riguardare ben bene.
d’ora in poi, abolite tutte le sveglie, se provocano simili danni… buongiorno, aitan, spero in soddisfatto risveglio! g*
Una domanda forse scema, forse oziosa, ma curiosa: c’è un motivo onirico-stilistico-grafico-letterario per tutto questo insistito uso dei “due punti”?
Italia,rialzati e sorridi!
http://satiriconemoticon.myblog.it/
andrò a leggere aità. grazie
27
Ardu’, secondo me il buon senso è la cosa meno diffusa in questo mondo; e dalle nostre parti, poi, scarseggia più del petrolio e degli uomini di destra intelligenti, tolleranti e onesti.
28
Ohi, ohi, cochina, temo di essere stato io a non aver afferrato il doppio senso.
(Senti ma quel tuo nick è proprio da intendersi nel suo letterale significato spagnolo o che? Ché a me, a dirti il vero, fa un po’ impressione.)
29 et 30
Troppo buona, karmel!
(E con questo, dichiaro chiuso il giro dei salamelecchi ;o))
31
G*razie!
32
La domanda è molto pertinente, invece, utentanonim@, di quelle che con uno pedante come me potrebbero scatenare una risposta fiume piena di affluenti e rivoli paralleli. Però mi limito a risponderti “sì” e aggiungere che è stata innanzitutto la motivazione onirica a indurmi a legare paratatticamente le parti senza stabilire necessari nessi temporali o causali (ciò rende possibile pensare alle varie sezioni del frammento come libere associazioni di immagini e idee). Insomma, mi ha governato la logica illogica dei sogni.
33
E così sia, artista1969.
34
Ti ringrazio molto, noce. È un period(acci)o che tengo molto alla sensibilizzazione contro l’ondata conservatrice che ci sommerge.
Ecco, l’avevo sospettato. E lo so che sembra facile, dopo, averlo sospettato; ma visto che la domanda l’ho fatta prima della tua risposta, mi sento meno in imbarazzo a confermare che “l’avevo sospettato”.Ora che il sospetto si è sciolto e si è tramutato dalla materia fluida e instabile di cui son fatte le supposizioni, le ipotesi e i sogni nella sostanza solida di un breve, ma efficace, monolitico e confortante “sì”, voglio aggiungere che trovo questo artificio (?, ma no.., non mi viene però un altro sostantivo, ora) di punteggiatura un gioco sottilissimo che aggiunge corpo al tutto. Al di là dei corpi persi tra i tigli (o forse erano eucalipti), sfiorati dagli uccelli, avvinghiati sul davanzale di un deciso turning point stilistico-atmosferico, la sostanza onirica del racconto si tiene in perfetto puntello ed equilibrio su questa fila di paletti : : : :.Una forzatura, un uso non convenzionale della punteggiatura che coincide con la natura anarchica dei sogni nel fare uso personale degli spazi, le successioni, i tempi, i luoghi, le ubiquità. Una successione che genera e consente una caduta nella caduta, un effetto abisso. Devo dire che trovo tutto questo parecchio bello. Sul serio. Non me lo sono mica sognato!
e qual è il suo senso spagnolo?
Cochina era la mia prima pappagalla (pappagalla, sì), verde blu con il becco rosso, splendida.
Proff anche tu, dunque? anzi: proffo! carina la musica, ci voleva un violoncello pure! L’anima della mia sedia ha avuto un brividino.
gesùgesù, qua siamo pornocrafici!
davanti, dietro, boccuccia mia santa – è proprio il caso di dirlo – fammi stare zitta.
meno male che poi ci sta il rogo a chiusura, e che il risveglio è accussì drammatico che ti fa sparire la sensazzione di melò – visto dalla parte di lei – (più che altro, te-lo, visto dalla parte di lui, vabbuò, ci siamo capiti…)
un abbraccio circolare, carissimo Aitano bello.
*
todo lo que tiene soníos negros tiene duende…
bisoussombres!
*”vento dei galli neri”
di Enzo Cucchi
ooops.
Pezzo molto duro.
Efficace.
è lecito chiamarlo un finale del cazzo?
Qualcosa non mi convince sul piano tecnico (e chissenefrega !).
Un finale meno terroristico di altri tuoi magistrali finali terroristici. Finali che non mi arricordo in particolare.
Quivi, ci ho percepito
come una forzatura complessiva.
Mi pare più volgare e terroristica la prima parte, quella georgico-bucolica-neon romantica.
Assaje e’cchiù.
O forse sto qua solo per eiaculare qualcosa.
Poi mi ricordo che è lunedì e stiamo tutti sull’orlo di un’enorme tazza gigante…
Del cesso.
alfar
i sogni sono desideriiii!
37
Ora che il sospetto si è sciolto, umilmente ti ringrazio utentanonim@.
38 y 39
Senza offesa e con rispetto parlando, cochina vuol dire porca, cara collega.
(Ma scusami, di che musica stiamo parlando?)
40
Assunta, Assuntina, Assu’, tu a me certe cose non me le devi dire. Assunta, Assuntina, Assuntenella, Assu’, tu a me una cosa lirica come fammi stare zitta non me la dive dire, non me la devi dire più, oppure la devi pensare fino in fondo, quando me la dici, che je me ne vaco ‘e capa…
41 et 42
Che meravigliosa citazione flamenca, la tua. E che venti neri sulle nostre povere terre del sud, madeinfranca.
43
Ooops, che piacere rivederti dalla parti di questa tua first life, william.
44
È lecito, sabrina, per te questo ed altro.
45
Boh, alfar, tralasciando i piani tecnici (che già ne ho troppo scritto per i miei gusti), la forzatura complessiva, se la percepisci, da qualche parte deve esserci.
Quanto alla volgarità della prima parte, ho già detto altrove le mie irragionevoli ragioni citando papà Gustave (ma no ‘o svizzero, ‘o francese).
In ogni caso, nun te preoccupa’, quanno te vene voglia ‘e vutta’ fora quacche sfaccima ‘e cosa, a casa cca sta sempe aperta; basta ca po’, primma ‘e asci’, vutte ‘nu poco ‘e acqua ‘ncoppe ‘e riggiole ‘i chisto pavimente ‘e secato antico.
46
E i desideri sogni sono, zop, che vogliono essere realizzati.
e io non posso che immaginare il caldo di maggio e le umidità carica di pollini che salgono dal golfo e si arrampicano sulla collina del vomero sulla brezza. sensa sapere se arrivino fino ai roghi
e facimmo fuoco e fiamme lì a napule.
è per l’arrivo del premier?
;(
Ricordi il 25 settembre 2003?
#49
Che allegria, mel, e che allergia acre alleghi.
#50
Mi stai facendo da preludio al prossimo post, bri.
#51
Ma quale, il 25 settembre 2003 del blog come utile strumento per scrivere cose inutili ed inserire immagini insulse et inquietanti o il 24 dedicato solo alle scrittura senza figure, karmel?
ah cazzarola, che finale!
come sarebbe bello svegliarsi davvero e accorgersi che quello che sta succedendo intorno a noi è solo un incubo!!!
poooooorcaaaaaaaaaaaa? agh!!!
di che musica? quella del pezzo teatrale, no?
La politiche del governo nazionale in tema sicurezza e
immigrazione… lascia molto perplessi. Vi invitiamo a leggere il
documento diffuso da un gruppo di credenti di Torino. Se lo
ritenete interessante potete anche sottoscriverlo:
http://chiccodisenape.wordpress.com/2008/05/22/il-volto-di-ogni-uomo-e-immagine-di-dio/
#53
Sai Petarda, col senno di poi ho il sospetto che quel finale possa essere percepito come un colpo basso, un effettaccio, Però io ci credo a quello che scrivo, quando lo scrivo.
#54
Sarebbe ancora più bello riuscire a cambiare le cose in tempo di veglia, rosario.
#55
Ah, coch, forse allora ti riferivi al remix di Alma tanguera, didn’t you?
#56
Caro gruppo di credenti di Torino, per quanto agnostico, sottoscrivo il vostro Comunicato Stampa condividendone lo spirito e i contenuti e invito i lettori di questo blog a fare altrettanto (o per lo meno a leggere con l’attenzione che merita il vostro documento.)
ah ma io ci credo totalmente, e non avevo proprio pensato all’effettaccio speciale. mi ci fai pensare tu ora! ;)
Mi piace essere un critico severo delle cose che scrivo e risvegliare il censore che si nasconde in chi mi legge
(soprattutto in queste pagine virtuali che sono tutte infarcite di complimenti e applausi a scena più o meno aperta ;o))
ma cieeerto
Vale, vale, entiendo entonces, cochinita mía…
;o)
tristemente bello
è la solita bellezza degli incendi visti da lontano