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~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: novembre 2019

Di Venerdì in Venerdì

29 venerdì Nov 2019

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, vita civile

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Tag

eroi, Friday

Centro commerciale

Sette giorni prima del B-Day


Masse di giovani e meno giovani che vanno alla manifestazione rituale del Friday for Future e ne approfittano per comprare un po’ di roba inutile al mercato cittadino del Black Friday.

Altri che resistono alle sirene dei supersaldi, restano in fila nel corteo e i loro acquisti li fanno dal telefonino continuando a marciare per fermare il riscaldamento del pianeta.

Masse in fila, masse in marcia, masse critiche, masse ammassate davanti alle vetrine della globalizzazione.

Sono loro, che si ignorano, che stanno salvando il mondo.

Sono loro…, una volta chiedendo una riduzione dei consumi per abbassare l’innalzamento climatico e un’altra combattendo la crisi recessiva globale con un po’ di acquisti compulsivi di prodotti realizzati sfruttando lavoratori di ogni razza e colore (senza discriminazioni, per l’amordiddio!).

Sono loro gli eroi del nostro tempo, e li dovrebbero clonare. Se non lo hanno già fatto senza che se ne avvedessero e ce ne avvedessimo.

Sono loro…, capaci di allontanarsi dalla massa di manifestanti per seguire la massa degli acquirenti.

Sono loro…, capaci di restare nella massa di manifestanti senza smettere di fare acquisti dalle vetrine dei loro dispositivi.

Sono loro… Gli eroi del nostro tempo. Lemmings sulla via di Hamelin.


Domandar per le rime

27 mercoledì Nov 2019

Posted by aitanblog in invettive, versiculos, vita civile

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Tag

consapevolezza, integrità

Voi che avete percorso con sapienza / tutti i passi per arrivare al successo / e pur di vincere avete manomesso / le chiavi della giustezza e della scienza, / vi siete mai chiesti che sia successo / a chi vive nella fame e nell’assenza / e non gli resta un cesso per cacare / né gli occhi per piangere o guardare / oltre quest’immondizia e questo mare / di menzogne, egoismi e malaffare?

Nothing is cooler than being cool

24 domenica Nov 2019

Posted by aitanblog in musiche, stefania

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Tag

cool, stefania

“Let your soul stand cool and composed before a million universes.”

“Fa che la tua anima se ne stia cool e tranquilla anche al cospetto di un milione di universi.”

(Walt Whitman)

23 Novembre 2019.
Stefania, quasi otto anni, arriva tenendo alto in mano il suo quadernino delle cose creative come fosse un trofeo e mi dice che ha scritto una canzone.
Me la recita cantando e, subito, di getto, mi dice di prendere la chitarra e accompagnarla mentre lei si registra in video (neanche il tempo di cercami gli accordi).
Il brano è “Cool“.

Seguono a distanza di un paio di ore altre 5 o 6 mini-registrazioni con ospiti speciali, tutti coinvolti senza aver prima ascoltato il brano.
Il risultato è qua, suonato, registrato, e montato alla men peggio, ma molto… cool, secondo me. E non manca un’intensa parentesi di trap radicale, piuttosto contundente nei contenuti, ma ugualmente very cool (se sei cool, sei cool anche nei momenti di depre esistenziale).
Tutto fatto e detto all’improvviso.


N.B. Prima di pubblicare ho chiesto l’autorizzazione alla diffusione alla piccola (che conserva tutti i diritti); ma non ditelo alla nonna, lei non ci avrebbe autorizzato, e magari avrebbe avuto pure ragione…

Sull’immigrazione diamo i numeri

21 giovedì Nov 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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Tag

fake news, immigrazione, razzismo

Ormai sono molti anni che lo faccio.

Chiedo ai miei alunni di quinta quale pensano che sia la percentuale degli immigrati rispetto alla popolazione nazionale e se pensano che ci siano più stranieri in Italia o in Spagna (qualche volta aggiungo pure qualche altro Paese di riferimento).
Poi faccio fare una rapida ricerca sulle percentuali pubblicate dalle statistiche “ufficiali” e li faccio ragionare autonomamente sulla discrepanza tra la realtà dei dati e la loro percezione della realtà.

Quest’anno, in due quinte, la loro percezione della presenza degli immigrati in Italia si attestava tra il 25 e il 26% contro il dato statistico che riporta un 8,5, 8,6 o, come massimo, un 8,7% di stranieri sul suolo patrio.
(Questo succede in un paesino dell’entroterra napoletano dove la presenza degli immigrati è scarsissima e in una scuola che su 1400 alunni ha sì e no una trentina di stranieri.)

Negli anni i dati numerici che ricevo dai miei studenti sono sempre più discrepanti dalla realtà. Tuttavia, ho l’impressione che aumenti anche la consapevolezza delle ragioni di questo divario. Quando a caldo abbiamo fatto una “lluvia de ideas” (brainstorming) sulle ragioni di tanta differenza tra i dati percepiti e i dati reali, sono venuti fuori argomenti interessanti come:

– Non siamo abituati come altri popoli a convivere con stranieri, per cui già vederne pochi ci shocka e ci sembrano tanti
– I mass media parlano molto e in modo insistente del fenomeno
– La televisione ci fa vedere continuamente sbarchi
– La propaganda politica e internet fanno disinformazione e amplificano la realtà dei fatti
– La paura deforma la realtà
– Vivere in zone con molti immigrati (come la vicina Casandrino) dà una percezione moltiplicata del fenomeno
– Siamo contrariati dal fatto che gli immigrati prendono il posto degli italiani e la rabbia ci fa alterare la realtà
– Vediamo la realtà attraverso i social e le fake-news, non con i nostri occhi.

A questo punto sono solito aggiungere una piccola domanda che lascio nell’aria: “Non è che siamo pure un poco razzisti?”.
E da qui parte uno studio su cosa sia storicamente il razzismo e che forme assumano oggi razzismo e xenofobia.

Credo che alla fine ognuno resti della sua idea, ma almeno impariamo a conoscere qualcosa in più di noi stessi e degli altri.

_________

N.B. Le foto alla lavagna si riferiscono solo ad una delle due classi coinvolte.

In crociera tra le reti

15 venerdì Nov 2019

Posted by aitanblog in inter ludi, riflessioni, texticulos, vita civile

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Tag

comunicazione, rete

Abbiamo poco o nulla da dire, ma continuiamo a urlare ai quattro venti tra la folla che scorre distratta. Ed a volte le nostre urla sono prese per sussurri o carezze. Parole che cambiano per un momento la struttura delle acque, ma dopo tutto torna come prima e resta solo il vago ricordo del tempo perduto a trastullarci in questo mare.

Abbiamo poco o nulla da dire, ma continuiamo a urlarlo ai quattro venti.

Venezia mi ricorda istintivamente…

13 mercoledì Nov 2019

Posted by aitanblog in da lontano, musiche, recensioni, vita civile

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Tag

alloisio, Guccini, Venezia

Il brano di Gian Piero Alloisio portato al successo nel 1981 da Guccini nell’album “Metropolis“, l’ultimo vinile del maestrone che ho comprato e consumato.

Alloisio, invece, l’ho incrociato tanti anni fa fuori il teatro Politeama di Napoli, dove c’era un concerto di Gaber.
Una persona squisita, simpatica e dotata di fine ironia. Alloisio, intendo.

Venezia, infine, è il ricordo più intenso dei miei 18 anni, compiuti là, perdendomi tra le calli, in direzione contraria al flusso incessante dei turisti. Accompagnavo malamente alla chitarra un gruppo di sudamericani. Intorno a noi si faceva la folla sui ponti, fuori dalla stazione e in piazza San Marco. Con i soldi che raccimolavamo compravano il vino e lo condividevamo con chi ci ascoltava cantare “Mais que nada“, “Gracias a la vida” e “La Fiesta de San Benito“… Eravamo in lotta continua con le pattuglie protoleghiste dei vigili. Mangiavamo quando potevamo e dormivamo sull’asfalto di Santa Lucia. Jehová arrotondava facendo ritratti ai passanti. L’ultima stagione dei maledetti saccopelisti selvaggi che invadevano la città. Ci svegliavano alle 6 del mattino con gli idranti.

La penultima volta tornai a Venezia quattro o cinque anni dopo, di passaggio, per il concertone dei Pink Floyd che segnò la fine del turismo giovanile a Venezia. Venivo da Granada. Organizzarono un’area fuori città per chi non aveva un posto per dormire.
A quei tempi l’acqua alta tutt’al più lambiva le caviglie.

La prima volta c’ero stato con mio padre in un viaggio verso Trieste.
L’ultima volta dormivo di nuovo in un albergo e Venezia mi diede fastidio. Come bere in un bicchiere di cristallo con la paura che si frantumi nelle tue mani. E non riuscivo più a sentire il sapore buono del vino.

Poi sono arrivate le orde dei crocieristi e l’acqua altissima di questi cambiamenti climatici.
Eppure, pare che il punto più alto si sia raggiunto nel 1966. L’anno in cui venni al mondo. Piuttosto lontano da Venezia, in verità.

Memorie appese a un filo

07 giovedì Nov 2019

Posted by aitanblog in texticulos

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filo, memoria

Raccontavi un sacco di cazzate, mentre, bagnati fradici, ci mettevamo al sole cercando un filo di sole che potesse asciugarci.
In mezzo a quel cemento, ogni giorno era una tempesta.

Ricordo quella volta che dicesti che le scarole quando si sono stufate buttano tutto all’aria e gridano uffa, uffa.
Ecco, oggi, attaccato con due mollette su un cavo del terrazzo, potrei anch’io sbuffare, strepitare e sberciare tra pantaloni, camicie e mutande che, basta, basta, mi sono seccato.
Ma non verrà più nessuno a prendermi. Nessuno mi libererà dal filo che mi tiene attaccato, anche se qui minaccia di piovere a dirotto e tra un po’ sarò di nuovo travolto da scrosci d’acqua e raffiche di vento.
Fischia già e annuncia la bufera, ma io, appeso come resto e sto, non potrò neanche mettere le mie scarpe rotte e fare ciack ciack nelle pozzanghere di fango. Sono a pezzi, e i brandelli si stanno spandendo nell’aria. Solo un paio resteranno attaccati alle mollette. E mi toccherà ricominciare da lì. Oppure dal filo dei tuoi ricordi, che sono anche i miei. Appesi al ballatoio di questa minuta cattedrale di cazzate che è la nostra esistenza in vita.

E poteva pure finire meglio di così.
Già dura così poco. Bisognerebbe metterci più attenzione per annodare degnamente al vuoto l’ultimo capo del filo.

60 secondi, solo 60 secondi

03 domenica Nov 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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un minuto

In un minuto, sulla faccia della terra, nascono 250 bambini e muoiono poco più di 100 esseri umani.

Negli Stati Uniti avvengono tre crimini violenti e vengono mangiati 20mila tranci di simil-pizza.

Su Facebook vengono invitati 100mila amici e cliccati quasi 2 milioni di like (via, via, che aspettate a cliccare sul pollicione alzato?).

Nel mondo vengono venduti un migliaio di smartphone e 19 milioni di sigarette, in un minuto, e si spendono 3,5 milioni di dollari in armi ed eserciti.

Si sciolgono 300.000 tonnellate di ghiaccio in Antartide e vengono tagliati più di 2mila alberi di foresta pluviale.

In quel minuto, vengono postate 55mila foto su Instagram, spediti 18 milioni di messaggi via chat e fatte 4 milioni e mezzo di ricerche su Google (sempre 4 milioni e mezzo anche i video visualizzati su YouTube).

In quello stesso minuto il tuo cuore pompa dai 5 ai 6 litri di sangue (sei ancora vivo), nascono 571 nuovi siti internet e vengono mangiati 4.500 hamburger di McDonald’s.

In un minuto siamo capaci di produrre circa 2mila e 500 tonnellate di spazzatura (sì, proprio due milioni e 500mila chili di monnezza) e riversiamo 12 tonnellate di plastica negli oceani, mentre decollano una sessantina di aerei e 18 esseri umani muoiono di fame (8 di loro sono bambini africani che hanno meno di 5 anni).

Vengono spesi 750.000 dollari in droga e consumati 55.757 barili di idrocarburi, in un minuto.

Un paio di persone muoiono investite da automobili e una madre muore di parto, nel lasso di quel minuto in cui 90mila persone stanno facendo sesso e tu stai leggendo questa puttanata piena di dati più o meno attendibili che ti avvicinano ai fatti e ti allontanano dalla realtà per un minuto.

_____

Fonti: Forbes, Domo, il Manifesto, Milex, Worldometer e vari altri siti consultati in una mezz’oretta senza mettere la testa fuori dal telefonino.

link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

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