Ormai è una decina di giorni, una decina di mesi e una decina di anni che “Domani inizia una nuova regola di Facebook…”

Ma possibile che ai tanti condivisori di questi messaggi non venga mai il dubbio che si possa trattare di una bufala?
Non destano qualche sospetto quei punti esclamativi ripetuti!!!, quel linguaggio che fa leva sulla paura (“può essere usato nei contenziosi contro di te”), il solito incitamento a fare qualcosa che “non ti costa niente…” e l’abuso delle MAIUSCOLE (suvvia, non indugiate e “FATE COPIA/INCOLLA”)? Non fa accendere qualche lampadina la ripetitività ciclica di questi messaggi sulla proprietà delle nostre foto o su presunti metodi per bypassare le regole di Zuckeberg e apparire ai primi posti sulle bacheche dei nostri amici virtuali?

Come se stessero nelle nostre mani le regole del gioco…
L’unica variazione sostanziale della bufala di questo nuovo anno consiste nel citare il cambiamento di nome (reale) da Facebook a Meta. Un classico espediente dei diffusori di fake news: mischiare un fatto reale con una fandonia per rendere il pacco più verosimile e spendibile.
Certo, si tratta di bufale piuttosto innocue. In fondo, veramente non costa niente fare copia e incolla: un gesto innocente e superstizioso che ha un che di vagamente apotropaico, tipo cambiare strada quando passa un gatto nero (“non è vero, ma ci credo); ma a ‘mme continua ugualmente a preoccuparmi questa incessante diffusione acritica di post altrui, questo copia/incolla indiscriminato e compulsivo.
Quasi una prova di forza dei diffusori di bufale (se posso fargli credere questo, posso fargli credere qualsiasi cosa).
E allora, per l’ennesima volta, cerco di fare un po’ di chiarezza sulla questione (veramente annosa).
Innanzitutto, deve essere chiaro che non si possono cambiare le regole del gioco incollando sulla nostra pagina personale dei post che non sono altro che una versione contemporanea e amplificata delle vecchie (e odiose) catene di Sant’Antonio. Il testo che state contribuendo a diffondere come un virus epidemico serve solo a intasare le bacheche con un messaggio ripetuto ad infinitum et ad cazzum di canem.
Le vere regole sulle “autorizzazioni concesse dall’utente a Facebook” si possono leggere sulle loro pagine ufficiali evitando così di diffondere sciocchezze e creare allarmismi:
https://m.facebook.com/terms?locale=it
Certo non tutto è chiarissimo, ma in buona sostanza si capisce che Meta non ha alcun interesse a riutilizzare i nostri contenuti e la nostra proprietà intellettuale per farne commercio in modo diretto. Ve lo immaginate Zuckerberg che vende a Pink Pallin una vostra foto o una vostra filastrocca, e magari dice pure che l’ha scritta lui?
Zuckerberg & Co. fanno affari attraverso i nostri dati e i nostri comportamenti (soprattutto i nostri comportamenti compulsivi, tipo copincollare inutili catene di Sant’Antonio), non vendendo a terzi le nostre immagini o i nostri futili messaggi (compreso questo, naturalmente).
Facebook ce lo dice chiaramente che paghiamo la sua gratuità con i nostri dati personali e – in questa pagina – ci lascia pure controllare quali dati vengono usati per mostrarci le inserzioni. Si legge, tra l’altro:
“Anziché richiedere all’utente un pagamento per l’utilizzo di Facebook o degli altri prodotti e servizi coperti dalle presenti Condizioni, Facebook riceve una remunerazione da parte di aziende e organizzazioni per mostrare agli utenti inserzioni relative ai loro prodotti e servizi. Utilizzando i nostri Prodotti, l’utente accetta che Meta possa mostrargli inserzioni che Meta ritiene pertinenti per l’utente e per i suoi interessi. Facebook usa i dati personali dell’utente per aiutare a determinare quali inserzioni mostrare all’utente.
Facebook non vende dati personali dell’utente agli inserzionisti […]. Al contrario, gli inserzionisti possono indicare a Facebook elementi come il tipo di pubblico di destinazione delle proprie inserzioni e Facebook mostrerà tali inserzioni agli utenti che potrebbero essere interessati. Forniamo agli inserzionisti report sulle prestazioni delle proprie inserzioni per consentire loro di comprendere in che modo gli utenti interagiscono con i loro contenuti.”
Insomma, se continuiamo a copincollare falsi messaggi e probabile che poi ci ritroviamo in bacheca inserzioni che ci vogliono vendere il colosseo o post che ci incitano a votare per Trump, Biden, Renzi, Meloni, Salvini, De Luca o il futuro partito di Draghi.
Meditate gente!
Meditate e FATE COPIA/INCOLLA di questo messaggio su tutte le vostre pagine e in tutti i gruppi che conoscete o praticate.
((( parola di aitan )))
aitanblog.wordpress.com