Alcuni fanno sempre le stesse cose, percorrono sempre le stesse strade e scelgono sempre gli stessi schemi, gli stessi partiti e le medesime fazioni, perché… tanto non cambierà mai niente, dicono. (E non sono mai sfiorati dal dubbio che è proprio la loro ripetitività la causa dell’immobilismo e della ricorsività che affligge le nostre vite e le loro.)
Alcuni si lamentano per una settimana della pizza che mangiarono sabato, e poi tornano allo stesso ristorante e ordinano la stessa pizza con la stessa salsa acida, e la mozzarella di plastica su una pasta indigesta. (E nemmeno loro sono sfiorati da dubbi.)
Alcuni inciampano due, tre, quattro volte sulla stessa pietra, ma ogni volta pensano che la prossima volta cadranno meglio e si faranno meno male. (E neanche ci pensano a spostarla, la fottuta pietra.)

Altri si dicono cristiani ed hanno una sola guancia, centinaia di occhi e migliaia di denti.
Molti pensano di conquistare la pace con la guerra e miglior vita con la morte (che è un po’ come lavarsi la faccia con il fango, pulire i piatti col vomito e curare il mal di testa con una bastonata in fronte… “Bombardare per la pace è come fottere per la verginità” diceva un vecchio e sempre attuale adagio hippy).
Tanti lasciano le mogli a casa e vanno in giro a parlare di uguaglianza di diritti e parità dei sessi.
Tutti dicono di amare la terra, e la distruggono.
Io scrivo che scrivere non vale la pena e resto qua, arrovellato tra le parole.
Io scrivo che scrivere non vale la pena e resto qua.
Io scrivo che scrivere non vale la pena.
Io scrivo.
Io…