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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi Mensili: ottobre 2022

Il sentiero, il cammino e la meta.

31 lunedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni

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Tag

camminare, Machado, obiettivi, sentiero

Meditazioni in cerca di un filo.

The path is the goal.
Il sentiero è la meta.

Medito su questa meditazione buddista, dopo averla ritrovata tra le risposte di un’intervista al sassofonista francese Jean-Charles Richard (che, a sua volta, la attribuiva a Steve Lacy).

Forse, mi dico, riecheggiando Antonio Machado, non c’è neanche il sentiero, forse c’è solo il camminare.

caminante, no hay camino,
se hace camino al andar

camminante, non c’è cammino,
il cammino si fa andando.

Celeberrimo distico tratto dalla poesia XXIX dei Proverbios y cantares raccolti in Campos de Castilla (1912-1917).

Cerco di dare una forma a questi miei pensieri ancora in cammino dicendomi e dicendo a voi così, en passant, che

…

Se il sentiero è la meta, il senso del cammino è camminare.

Ma è meglio farlo in buona compagnia e senza pestare i piedi a nessuno.
Fermandosi, di tanto in tanto, a vedere l’orizzonte, senza raccogliere sassi e pesi inutili che rendono più disagevole il tragitto.

Magari può essere utile anche starsene immobili e riempirsi del panorama senza dire una parola.

Come avrei dovuto fare pure io, stamattina, se non fossi stato preso dalla consueta ansia di dire che non ho niente da dire che valga più del silenzio o di una concreta azione volta al cambiamento delle cose che si debbono cambiare.

Il resto sono parole parole parole. Parole in cammino senza una meta apparente.

…

Volevo dire tanto, ma non ho detto niente.

‘A migliuria d’a Morte

28 venerdì Ott 2022

Posted by aitanblog in inter ludi, riflessioni

≈ 2 commenti

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autunno, cambio climatico, estate

Considerazioni sull’estautunno del 2022

………

Questo autunno tiepido tendente a caldo sembra una prolungata Estate di San Martino, un canto del cigno, un preludio della fine, l’inizio di qualcos’altro, forse.

Insomma,
si sta bene.
Si sta troppo bene.
Sembra di essere alle Canarie.
Ma pare che no, non vada bene per niente.

CD2022 – La Vendetta di Amob

26 mercoledì Ott 2022

Posted by aitanblog in recensioni, vita civile

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cittadinanza, digitale, nomofobia

Un sito e un video dedicati alla cittadinanza digitale



Abbiamo bisogno di cultura, di formazione, di senso critico e di educazione al cambiamento.
Le nuove generazioni non possono essere lasciate sole davanti ad uno schermo che le separa dal mondo fisico e le connette con una realtà sempre più digitalizzata e priva di contatti concreti e tangibili.

Ormai tutti svolgiamo buona parte della nostra vita davanti al vetro semiriflettente di un telefonino, di un computer o di un tablet; siamo perennemente connessi e realizziamo moltissime delle nostre attività di lavoro, di studio o di gioco attraverso dei dispositivi elettronici; facciamo in rete buona parte dei nostri acquisti; saltiamo di continuo da un link all’altro dell’immensa e crescente ragnatela mondiale; siamo tutti produttori e destinatari di miriadi di documenti e messaggi digitalizzati in forma di testo, immagini, suoni, video o di una integrazione complessa di tutti questi “media”. Eppure molto spesso ci muoviamo nel mondo digitale come un uomo primitivo nel traffico di una metropoli, ignorando regole, trappole e pericoli della strada che percorriamo e dei mezzi che utilizziamo per spostarci da un posto all’altro.

Con questo spirito, in qualità di animatore digitale dell’ISIS Filangieri di Frattamaggiore, ho coordinato un gruppo di formazione sulla cittadinanza digitale in rete con il Liceo “Alfonso Maria de’ Liguori” di Acerra e con l’Istituto Comprensivo “Ezio Crespi” di Busto Arsizio.

Un lavoro di due anni che ha prodotto un sito web che si propone di diffondere qualche spunto di riflessione sull’educazione digitale, per rendere tutti più consapevoli dei rischi e delle possibilità insite nelle nuove tecnologie.

Se volete darci un’occhiata o anche qualcosa di più di una semplice occhiata, il link è questo:

https://sites.google.com/isisfilangieri.it/cd2022/


Tra le pagine virtuali del sito c’è anche questo cortometraggio di cui vado particolarmente orgoglioso, realizzato dal gruppo di lavoro del Filangieri con l’ausilio del regista Rosario D’Angelo. Le musiche originali sono di Jennà Romano (che ringrazio pubblicamente anche qui).

https://youtu.be/c2V3mKeAk4E


Il corto è un lavoro di riflessione sulla ‘nomofobia‘, l’ansia derivante dall’irrazionale paura di non avere il proprio smartphone a disposizione o di rimanere improvvisamente disconnessi dalla rete. Un’ansia che ci sta prendendo tutti e ci sta lentamente e inesorabilmente trasformando.

Tanto che ormai ci sembra di non avere altri spazi per parlare del mezzo oltre questi, che stanno dentro il mezzo e dentro il mezzo prendono vita e muoiono.

Perché si studiano ancora le divisioni a due cifre oggi che ci sono le calcolatrici anche sui telefonini?

25 martedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, stefania

≈ 2 commenti

Tag

digitale, futuro



– Per tenere allenata la mente alla complessità.

– Per imparare a superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e le soluzioni.

– Perché two is better than one.

– Per tramandarne il rito della divisione di padre in figlio, con tutto il suo carico di frustrazioni e sofferenze che servono a temprarti e ad insegnarti la vita com’è.

– Per imparare a tenere a mente le cifre prestate.

– Per farti vedere che tante volte anche le vecchie generazioni sono in difficoltà: davanti a quei numeri, i tuoi genitori, i nonni e gli zii ostentano nonchalance, ma poi si sbandano e si sbracano pure loro alla prova dei fatti.

– Per tenere impegnati i bambini con la testa china sul foglio e la penna che va avanti a fatica.

– Per un malcelato e diffuso sadismo magistrale.

– Più o meno per gli stessi motivi per cui si studia ancora il greco e il latino (a proposito, ma perché si studiano ancora il greco e il latino?).

– Per quando si scarica la batteria del telefonino.

– Per capire come funziona il meccanismo. Non importa se poi nella vita farai i tuoi calcoli a mano, a mente o con l’aiuto di una vecchia calcolatrice o di un dispositivo elettronico di prossima generazione.

– Perché, come lo studio del greco e del latino, ci insegnano la disciplina, l’importanza della concentrazione e la logica e ci dicono da dove veniamo e da dove vengono le soluzioni che possiamo trovare facilmente in rete o con un app del pc o del telefonino.

– Perché se non sai da dove vieni, non capisci dova vai.

– Per vedere l’effetto che fa e dimostrare che in fondo c’è sempre una soluzione.



– Per quelli che debbono creare le calcolatrici e le app da mettere sui telefonini. Non credo che si possano realizzare algoritmi per risolvere calcoli a due cifre se prima non si conosce il procedimento per farli a mente e a mano; a meno che non si immagini che sia più agevole e più utile inventare un sistema di AI capace di capire da solo come risolvere le divisioni a due, tre o quattromila cifre.



Ma come non sapete cosa sia un sistema di AI? Ma che simpatiche caprette che siete!
Stiamo parlando di artificial intelligence, intelligenza artificiale, quella che dovrebbe venirci in supporto quando non sapremo più a cosa servano le divisioni a due cifre, le sottrazioni e le tabelline (a proposito, ma perché si studiano ancora le tabelline?).



In appendice…

La reazione di mia figlia a questo post (e un po’ me la sono meritata). ☺️



Abbattimenti e Ricostruzioni

22 sabato Ott 2022

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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cemento, colombi, fogne, meloni, topi

Fuori casa mia hanno buttato giù un grande edificio. Andava fatto. Era brutto, sporco e cadente. Ora raccontano di una ristrutturazione favolosa: un edificio green, un modello di transizione ecologica, una svolta verde che renderà la città più bella e più superba che pria.
Ma io intravedo solo buio e altro cemento dove sognavamo un prato verde.

Nel mentre abbiamo la strada invasa da centinaia di topi usciti dalle fogne e colombi spennacchiati che svolazzano e scacazzano dappertutto senza ritegno.

Sembra un’allegoria, uno specchio deformato della situazione politica nazionale e internazionale di questi spazi e di questi tempi. Ma è la realtà locale, localissima, della polvere che mi entra in casa e dello sterco che si accumula sui miei balconi. Insieme con le preoccupazioni per un futuro sempre più torvo e oscuro.

Considero poesia

20 giovedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, versiculos

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versi

14 strofe facili ma non troppo

ottobre caldo, 2022

Considero poesia
lo scroscio di un mare
in tempesta che rasserena
il mio cuore malato

Considero poesia
il tentativo di risvegliare
le vostre coscienze
e scuotere gli animi
addormentati

Considero poesia
i tuoi occhi
che illuminano
di verità il mio stupore
ed il tuo incedere
che ferma il mondo
e il suo squallore

(In altre parole
considero poesia
quegli attimi in cui
mi fermo a guardare
il tuo culo
che passa fuori
di un bar di Ipanema
di Grumo Nevano
o di Brema
e dimentico il traffico
ed i traffici
che affliggono
il mio respiro
e i miei sonni
per proiettarmi
nell’alterità
in cui vorrei
semprestare
e che di tanto in tanto
combatto per conquistare
brandendo le mie armi
in prosa e in versi
come brandisce
un donchisciotte
la sua spada
di legno tarlato
dai tarli della coscienza
e del tempo)

Considero poesia
il brivido che mi percorre la schiena
e si incontra con lo scuotimento
nella mia testa
in un attimo di festa
in cui mi innalzo altrove
stando seduto
allo stesso posto
in cui mi ha lasciato tu

Considero poesia
la musica che si insinua
tra le parole
per addormentare i bambini
e tenere svegli i loro genitori

Considero poesia
queste ed altre cose
che non ricordo più
e che sono nascoste
tra le pieghe
del tempo che ci farà
e di quello che ci fece
e che fu

Considera poesia
quello che ti scuote
ti percuote
ti rasserena
e ti risveglia
o quello che
vuoi tu

Ma non rompermi
le scatole
se non hai mai
sentito niente
oppure se ormai
non senti
niente più

Intanto magari

Continua
a scorrere il tuo dito
sul telefono
mentre scorrono
le immagini
sulla tivvù

Disinteressati
di tutto e di tutti

Lascia passare
il tuo tempo

Ignora il resto
e non leggermi più

Di frutti, di alberi e di parole

18 martedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, texticulos

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Tag

distanza, frutti, pensieri

Considerazioni sulla prossimità e sulla distanza



Dite che il frutto non cade mai lontano dall’albero. Ma questo vale solo se ipotizziamo l’esistenza di un mondo platonico e iperuranio fatto solo di alberi da frutta e nulla più. Tipo il giardino dell’Eden prima dei giorni che precedono la creazione.
Nella realtà dei fatti ci può essere sempre un agente esterno che prende o strappa il frutto dal ramo e lo porta lontano o molto lontano da dove può arrivare l’ombra del fusto e delle fronde. Nel bene e nel male esistono i venti, le tempeste, i colpi di mazza che abbacchiano i rami, i raccoglitori che riempiono i cesti, i Newton sotto gli alberi di mele, i corvi che mangiano bacche ancora attaccate al loro cordone ombelicale, un viandante che solleva il braccio e raccoglie l’albicocca dall’albero prima ancora che sia pronta e matura, le castagne che cadono nel fiume e vengono trasportate dalla corrente, un bambino che dà un calcio a una pesca e la scaraventa lontano ancor prima che entri a contatto col suolo circostante, la giovane donna che prende al volo una pera che cade dal ramo e la addenta mentre si allontana dal frutteto. Le variabili sono tante e tendenti all’infinito. E voi venite a dirmi che un frutto non cade mai lontano dall’albero. La verità, vi prego, sui frutti e le molteplici possibilità del cadere!



Anche questo testo è un frutto da cui prendo le distanze, prima ancora che lo faccia lui da me per cadermi lontano. Lontano dalla mia ombra. Lontano dagli occhi. Lontano dal cuore. (Per quanto mi ci stia affezionando mentre vedo piombare a frotte le parole e i grappoli acerbi e putrescenti del mio pensare).

TRASTULLO – In cerca di distrazione con versi domenicali scritti all’improvviso tra rime, assonanze e dissonanze eventuali e varie, alternando ottanari, endecasillabi e pseudo-alessandrini

16 domenica Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, versiculos

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Tag

metri, rime, trastulli, versi

Nessun riassunto.
Ho detto tutto nel titolo.

….
…

Lasciatemi trastullare;
Non ce la faccio, non ce la faccio più
a caricarmi addosso il vostro dolore.

Fatemi fare capriole con le parole.
Non vi chiedo nient’altro e nulla più.
Voglio soltanto deviare

dai viali del vostro male
che svuotate sulle mie spalle curve
sotto il cipiglio stanco del vostro sguardo furbo.

Ché più m’osservo e guardo
più mi sento fiacco e mi disturbo
come chi alza ponti che finiscono in un muro.

Tra le Indie, Serendip, l’Eldorado e l’America

12 mercoledì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni

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Colombo, galeano, Juarroz, scoperte, serendipità

Mondi nuovi e mondi di seconda mano

Cercare una cosa
è sempre scoprirne un’altra.
Così, per trovare qualcosa,
bisogna cercare ciò che non è.
Cercare il passero per incontrare la rosa,
cercare l’amore per trovare l’esilio,
cercare il nulla per scoprire un uomo,
muoversi all’indietro per andare avanti.

Da Roberto Juarroz, “Poesía Vertical, XII – 15” – la traduzione è mia



Oggi, 12 ottobre, è il giorno della serendipità, il giorno delle scoperte fatte per caso.
Cerchi il cammino per le Indie e trovi l’America.
Poi dicono che l’hai scoperto tu il Continente Nuovo, ma l’America era già là e l’abitavano milioni di indigeni del posto.
Come se io domani andassi per la prima volta tra Grumo e Sant’Antimo e pretendessi di finire sui libri di storia come l’uomo che ha scoperto Casandrino.



“Per la storia ufficiale Vasco Núñez de Balboa fu il primo uomo che vide, da una cima di Panama, i due oceani. Ma quelli che vivevano là erano forse ciechi?”
Eduardo Galeano

Va bene che lui, Cristofaro/Cristóbal Colombo/Colón, trovò una nuova rotta e confermó che il mondo è una palla (e che palla!), ma resta il fatto che oggi è il giorno delle scoperte fatte per caso (o per caos) e l’inizio della colonizzazione americana; sia quella imperiale spagnola e lusitana che quella anglo-germanica col pungiglione (anche più insidioso, in verità) dei Wasp, le vespe bianche anglo-sassoni e protestanti (White Anglo-Saxon Protestant).

“Siccome Colón non capiva quello che dicevano, pensò che non sapessero parlare. Siccome andavano in giro nudi, erano mansueti e davano tutto in cambio di nulla, pensò che non fossero individui razionali. E siccome era sicuro di essere entrato in Oriente dalla porta di servizio, pensò che fossero indiani dell’India. Poi, durante il suo secondo viaggio, l’ammiraglio con un proclama stabilì che Cuba faceva parte dell’Asia.”
(Di nuovo Galeano, sempre lui.)

Poi, se vedete su Wiki, oggi è anche la celebrazione del primo Oktoberfest (1810) – prosit! – e dell’indipendenza del Brasile (1822) – saúde!
Ah beh, sì beh.

Nella penisola iberica chiamano questo giorno “Día de la Hispanidad“.
In Argentina, forse più opportunamente, parlano di “Día del Respeto a la Diversidad Cultural“, mentre nel resto delle Americhe preferiscono definirlo “Día de la Raza“, per commemorare la nuova identità culturale, prodotto dell’incontro e della fusione tra i popoli nativi e i conquistatori.
Ah beh, sì beh.

Praticamente l’inizio del tramonto delle civiltà precolombiane.

Insomma, stiamo sempre là, quello che per il bruco è la fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla e segna l’inizio dell’età moderna e la fine del medioevo. Ah beh, sì beh!

Povero re,
E povero anche il cavallo.

I sogni e gli incubi della ragione

11 martedì Ott 2022

Posted by aitanblog in recensioni, riflessioni

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Gaetano, galeano, goya, sogno, sonno, sueño, suonno


Tornando a riflettere sul più famoso capriccio di Goya

“El sueño de la razón produce mostruos“. (Goya)

Il termine spagnolo “sueño” copre una vasta area semantica che in italiano comprende sia il “sonno” che il “sogno”.
Come per il napoletano “suonno“, la stessa parola indica sia l’atto (e la voglia) di dormire (il sonno) che l’attività onirica che si svolge durante l’atto stesso (il sogno).

Eppure, continuiamo a tradurre la scritta che accompagna la più celebre incisione di Goya come se il “sueño de la razón” si riferisse univocamente alla parola “sonno”, intendendo per essa una sorta di interruzione, un letargo dalla facoltà di pensare.
Tuttavia, se proviamo a pensare che quella scritta ci stia parlando del “sogno” (e non del sonno) “della ragione”, si innestano scenari interpretativi che possono ribaltare la prospettiva illuministica con cui ci hanno abituato a leggerla, aprendo brecce e feritoie di spaventosa attualità.

Cfr.
aitanblog.wordpress.com/2019/10/07/i-mostri-della-ragione/



Il sogno della ragione, l’illusione di incasellare la realtà in categorie precostituite, genera mostri più terribili di un sonno privo di senno e di sogni. Le lucide follie degli orizzonti distopici possono essere più orrende e dannose delle scelte irrazionali dei singoli e dei popoli.

La ragione genera mostri.



Per questo vi vorrei più dubbiosi e meno raziocinanti. Mi piacerebbe avere intorno e sopra di me meno persone che sentono di avere… ragione in modo assoluto e, in virtù di quella ragione, prendono decisioni che finiscono per coinvolgerci (e distruggerci) tutti.

“[…] Ora che sono trascorse le illusioni e le delusioni del positivismo, sappiamo che la ragione, priva del supporto del sentimento, può concepire mondi alternativi e “magnifiche sorti e progressive” che possono rivelarsi più mostruose e nefaste della realtà stessa. Come un pazzo criminale che concepisce un piano perfetto di ammirabile ordito, come un serial killer che applica i suoi piani scellerati con tutta la razionalità che la sua mente lucida gli permette.

Alla luce di questa interpretazione, quel personaggio addormentato non sarebbe tanto l’uomo che nel sonno si priva della ragione e viene sopraffatto dai mostri dell’irrazionalità, quanto piuttosto una metafora della ragione che sogna i suoi mostri e, sognandoli, li evoca e li ri-produce.
Insomma, in questa prospettiva, un visionario come Goya, usando “sueño” nella sua accezione onirica, avrebbe previsto prima quello che a tanti sarebbe stato chiaro dopo (dopo l’aria irrespirabile e lo smog dei quartieri industriali della Londra del XIX secolo e della New Delhi del XXI secolo, dopo il terrore giacobino e lo strapotere napoleonico, dopo i Lager e i Gulag dei sogni totalitari, dopo due guerre mondiali, dopo l’atomica e i disastri nucleari, dopo l’inquinamento planetario e le isole di plastica, dopo la cementificazione di mezza Europa, dopo le emergenze climatiche e i disastri ambientali del Brasile, dell’Africa e della Cina).
Il sogno della ragione ha generato i suoi mostri che turbano i nostri sonni più delle bestie svolazzanti prodotte dall’abuso o dall’assenza della ragione nell’acquaforte di Goya […]”.



È forse giunta l’ora di allontanarsi dalla ragione e vivere nel torto oppure di imparare ad essere persone sentipensanti, capaci di sognare ragionando e ragionare sognando.
Ma questo potrebbe essere solo un paradosso della retorica privo di un vero appiglio nella realtà; e poi non voglio mettere troppa carne e troppa anima al fuoco: delle persone sentipensanti preferisco parlarvi un’altra volta, appoggiandomi, come faccio spesso, sulle spalle di Galeano e su quelle, più incerte, di Gaetano (che poi sarei io, in qualche modo).

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