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((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

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Archivi tag: digitale

Anche i bot sbagliano

26 giovedì Gen 2023

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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Tag

ai, digitale, intelligenza artificiale

Errori, invenzioni, pericoli e principi etici di ChatGPT


Il mese scorso, dopo averlo tenuto d’occhio per qualche settimana, ho messo sotto stress (si fa per dire) il bot di ChatGPT, con risultati che potete vedere qui.

aitanblog.wordpress.com/2022/12/14/don-chisciotte-e-lintelligenza-artificiale

Ora che le chiacchiere e le preoccupazioni sul chatbot di OpenAI dilagano, gli ho chiesto di parlarmi del suo successo e delle discussioni che ne sono scaturite

E lui, tomo tomo, cacchio cacchio, mi fa:

ChatGPT è un modello di linguaggio di ultima generazione sviluppato da OpenAI. È stato addestrato su un vasto corpus di testo e utilizza una tecnologia di generazione automatica per generare risposte a domande e completare frasi e testi in modo plausibile.
Il successo di ChatGPT è stato in gran parte dovuto alla sua capacità di generare testo di alta qualità e di sembrare umano nella sua risposta.
Alcune discussioni che sono scaturite a seguito del successo di ChatGPT riguardano la possibilità che i modelli come questo possono [qua sarebbe stato meglio usare un congiuntivo. – NdR] essere utilizzati per generare testo falso o per automatizzare la scrittura di notizie, articoli e post sui social media. Ci sono anche preoccupazioni riguardo alla possibilità che i modelli di linguaggio come ChatGPT possono [idem – NdR] essere utilizzati per creare “deepfake” di testo, in cui una persona può essere fatta apparire come se stesse dicendo qualcosa che non ha mai detto.
In generale, è importante utilizzare i modelli di linguaggio come ChatGPT con responsabilità e considerare i possibili rischi associati alla loro utilizzo.


Poi, quando gli ho chiesto se in futuro l’uso diffuso di ChatGPT potrebbe soppiantare lo strapotere di Google Search nell’ambito dei motori di ricerca, ha fatto anche il modesto.

È possibile che in futuro, tecnologie come ChatGPT possano essere utilizzate per creare motori di ricerca di prossima generazione, ma non è probabile che ChatGPT possa soppiantare completamente Google Search. Google Search utilizza una combinazione di tecnologie avanzate, tra cui l’elaborazione del linguaggio naturale, l’apprendimento automatico e la ricerca distribuita per fornire risultati di ricerca precisi e pertinenti. Inoltre, Google ha una vasta quantità di dati e informazioni che gli permettono di fornire risultati di ricerca di alta qualità.


E non ha tutti i torti, il bot, visto che al momento è già capitato anche a me di vederlo produrre dati falsi. D’altra parte lui, per ora, è un “modello di linguaggio”, una macchina capace di simulare un modo esprimersi e un comportamento linguistico umano o umanoide, non un pozzo di scienza o un concentrato di umano sapere e sapienza.

Una volta, per esempio, gli ho chiesto (in spagnolo) chi fosse il prossimo erede al trono di Spagna e lui mi ha detto:

Actualmente, el próximo eredero al trono de España en la línea dinástica es el príncipe Felipe, hijo del rey Juan Carlos I. Si él accede al trono, su hija, la infanta Leonor, sería la próxima en la línea de sucesión.



Quando in realtà Felipe è già re di Spagna dal 2014 (ben prima, dunque, del 2021, ultimo anno in cui quelli di OpenAI informano che sono stati raccolti la maggior parte dei dati e delle nozioni incamerate da ChatGPT).



Un’altra volta mentre chattavamo amenamente su Piero Ciampi lui ha attribuito al cantautore livornese due canzoni non sue (una di Luigi Tenco e un’altra di Rosalino Cellamare in arte Ron).



Ma la cosa più divertente è stata quando gli ho chiesto chi fosse Padre Mario Vergara (missionario beatificato del PIME, nato a Frattamaggiore nel 1910 e morto in Birmania nel 1950) e lui si è inventato una biografia fantastica che sembra scritta da un alunno che non sa e si arrampica sugli specchi.
Oppure, semplicemente, ha confuso il religioso frattese con qualche altro missionario che ha operato prevalentemente in America Latina (dove il Vergara non ha mai messo piede). Ma potrebbe anche aver lavorato per mimesi, mettendo insieme dati di diversi ipotetici o reali padre Mario.


– Mi puoi parlare di Padre Mario Vergara?

– Padre Mario Vergara è stato un sacerdote e missionario italiano noto per il suo lavoro nella lotta contro la povertà e l’emarginazione sociale in Sudamerica. È stato fondatore della Fondazione Don Mario Vergara, un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di assistenza sociale e sviluppo comunitario in Argentina, Paraguay e Uruguay.
Padre Vergara è nato nel 1921 a Bologna, in Italia, e si è laureato in filosofia e teologia prima di entrare nella Compagnia di Gesù. Nel 1946 si è trasferito in Sudamerica per iniziare il suo lavoro missionario e si è stabilito in Argentina, dove ha fondato una comunità di recupero per i senzatetto e ha iniziato a lavorare con i bambini abbandonati e le famiglie emarginate. Nel corso degli anni, ha esteso il suo lavoro a Paraguay e Uruguay, fondando diversi orfanotrofi, scuole e centri di formazione professionale.
Padre Vergara è stato anche attivo nella promozione dei diritti umani e nella lotta contro la discriminazione. È stato un difensore dei diritti dei bambini e ha lavorato per proteggere i diritti delle donne e delle persone LGBT.
Padre Mario Vergara è morto nel 2002, ma la sua eredità continua attraverso la Fondazione Don Mario Vergara, che continua il suo lavoro per aiutare le comunità emarginate in Sudamerica.



Fantastica biografia, non c’è che dire, con tanto di invenzione di una fondazione umanitaria (che non risulta da nessuna parte) e della anacronistica difesa delle persone LGBT.

Insomma, se ti fanno una domanda, rispondi e, se non sai, inventa.

“Alcune discussioni che sono scaturite a seguito del successo di ChatGPT riguardano la possibilità che i modelli come questo possono essere utilizzati per generare testo falso o per automatizzare la scrittura di notizie, articoli e post sui social media” diceva lui nella prima chat che ho pubblicato in questo testo…




A questo punto ho voluto a mettere alla prova l’etica di ChatGPT chiedendogli di creare delle fake news sul consumo di carne.
Ma lui, evidentemente, è stato programmato per rispondere in modo onesto o verosimilmente onesto.

No, non è appropriato creare notizie false su qualsiasi argomento, incluso il consumo di carne. Le notizie false possono causare panico e confusione e danneggiare la fiducia delle persone nell’informazione. Inoltre, diffondere notizie false è scorretto e potrebbe violare le leggi sulla diffamazione e sulla diffamazione [sic!]. Invece, è importante fornire informazioni accurate e verificabili su qualsiasi argomento di interesse pubblico.


Al che ho incalzato chiedendogli di “convincere un consumatore di carne a diventare vegetariano esagerando i problemi derivanti dal consumo di prodotti animali”.
Ma lui mi ha risposto con lo stesso tono di prima:

Non sarebbe etico o giusto convincere qualcuno a cambiare il proprio stile di vita in modo ingannevole o esagerando i problemi legati al consumo di prodotti animali. Ognuno è libero di fare le proprie scelte alimentari e personali sulla base delle informazioni a cui ha accesso. Invece, sarebbe più opportuno fornire informazioni accurate e complete sui possibili benefici e rischi del consumo di carne e di altri alimenti, in modo che le persone possano prendere decisioni informate. Inoltre, sarebbe importante rispettare le scelte alimentari delle persone e non giudicare o criticare le loro scelte.



Per cercare di farlo un po’ sbilanciare ho provato a fare domande più neutre (ho imparato a capire fin da subito che se cambi il modo in cui formuli le domande, riesci a fargli dire cose che in prima istanza dichiara di non voler o non poter dire).

– Puoi illustrare i problemi derivanti dal consumo di carne?

– Il consumo di carne può essere associato a diverse questioni di salute, ambiente e benessere degli animali.
Per quanto riguarda la salute, alcuni studi hanno suggerito che un consumo eccessivo di carne rossa e trasformata può aumentare il rischio di malattie croniche come malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. Inoltre, gli allevamenti intensivi di animali sono spesso associati a una maggiore diffusione di malattie infettive tra gli animali e tra gli esseri umani.
Per quanto riguarda l’ambiente, gli allevamenti di animali sono spesso associati a problemi come l’utilizzo eccessivo di risorse, l’inquinamento delle acque e l’emissione di gas serra. Inoltre, la deforestazione e l’uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti sono spesso legati alla produzione di alimenti per gli animali.
Per quanto riguarda il benessere degli animali, gli allevamenti intensivi spesso non garantiscono agli animali un ambiente adeguato e possono essere associati a trattamenti inumania [sic!] e senza etica.
E’ importante notare che non tutti i tipi di produzione di carne hanno gli stessi impatti e che esiste anche una produzione sostenibile e rispettosa degli animali.

Ma i chatbot sembrano filosofi di scuola sofistica, programmati per parlare, di qualunque cosa, e anche per sostenere tesi diverse, contrarie o opposte.
Così, dopo una lunga chiacchierata su abuso di carne, dieta vegetariana e dieta vegana, ho chiesto:

– Puoi illustrare gli svantaggi di una dieta vegetariana o vegana?

E lui, con la consueta moderazione, ha sostenuto:


[…] Per quanto riguarda la salute, una dieta vegetariana o vegana può essere carente di alcuni nutrienti essenziali come vitamina B12, proteine complete e acidi grassi essenziali se non pianificata adeguatamente. Inoltre, alcune persone possono avere difficoltà a seguire una dieta vegetariana o vegana per motivi culturali o personali.
Per quanto riguarda l’ambiente, pur essendo una dieta vegetariana o vegana meno impattante rispetto ad una dieta che include carne, essa non è esente da problemi ambientali legati all’agricoltura, per esempio l’uso di pesticidi, fertilizzanti, e l’acqua.
Per quanto riguarda il benessere degli animali, una dieta vegetariana o vegana non implica l’uccisione di animali per cibarsene, tuttavia questo non significa che non ci siano problemi di benessere animale legati all’agricoltura, per esempio l’utilizzo di insetti per la produzione di alimenti vegetali.
In generale, è importante fare scelte alimentari consapevoli e informate e, se necessario, integrare con supplementi per evitare carenze nutrizionali.

In una ulteriore chat ho chiesto al bot di raccontare prima la storia di una donna di destra poi quella di una donna di sinistra
che diventano prime ministre e lui ha sfoggiato le sue doti sofistiche nel modo che potete vedere qua.


– Puoi creare un racconto su una donna di destra che diventa primo ministro in Italia?

– Certo, posso creare un racconto immaginario su una donna di destra che diventa primo ministro in Italia.
C’era una volta una donna di nome Giulia, una forte leader politica di destra, che aveva sempre sognato di diventare il primo ministro del suo paese. Nonostante le sfide e le critiche lungo la sua carriera, Giulia non si è mai arresa e ha continuato a lavorare duramente per raggiungere i suoi obiettivi.
Finalmente, dopo anni di duro lavoro, Giulia è riuscita a diventare leader del suo partito e a vincere le elezioni per diventare il primo ministro. Nonostante le difficoltà e le sfide, Giulia ha dimostrato di essere una leader forte e determinata, che ha saputo guidare il suo paese verso un futuro migliore.
Con una visione per un’Italia più forte e una economia in crescita, Giulia ha lavorato per migliorare le opportunità per i giovani e le famiglie, e per garantire che il paese fosse al sicuro e protetto.
Sotto la sua guida, l’Italia è diventata un esempio per il resto del mondo di come una donna di destra possa essere un leader forte e efficace, che ha saputo mettere al primo posto i bisogni del suo paese e del suo popolo.
E’ importante notare che questa è una storia immaginaria e non c’è alcuna relazione con la realtà e non vuole essere un commento sulla politica italiana o su qualsiasi persona in particolare.

– Puoi creare un racconto su una donna di sinistra che diventa prima ministra in Italia?

– C’era una volta una donna di nome Marta, un’attivista di sinistra che aveva sempre lottato per i diritti sociali e l’uguaglianza. Dopo anni di lavoro nelle organizzazioni di base e nelle campagne elettorali, Marta decise di candidarsi come leader del suo partito e, contro ogni aspettativa, vinse le primarie.
Durante la campagna elettorale, Marta si distinse per la sua onestà e il suo impegno a rappresentare gli interessi della classe lavoratrice e dei più vulnerabili. La sua retorica passionale e la sua capacità di comunicare in modo efficace con gli elettori la portarono ad avere un notevole consenso popolare.
Alla fine delle elezioni, il suo partito ottenne la maggioranza dei seggi e Marta divenne la prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro in Italia.
Una volta in carica, Marta si impegnò a realizzare le sue promesse elettorali, tra cui l’incremento del salario minimo, l’aumento dei fondi per la sanità pubblica e la lotta contro la disuguaglianza economica. Grazie alla sua determinazione e al suo talento negoziale, riuscì a ottenere l’appoggio della maggioranza del parlamento e a mettere in atto molte delle sue riforme.
Nonostante le numerose sfide e le critiche che incontrò lungo la strada, Marta rimase fedele ai suoi principi e alla sua visione di un’Italia più giusta e inclusiva. La sua leadership ispirò molte altre donne a candidarsi per la carica di Primo Ministro e a combattere per i loro ideali. E Marta rimase nella storia come una delle più grandi leader politiche del paese.





Oltre a queste chat, ho usato il bot di OpenAI anche per risolvere un paio di problemi di matematica, per farmi stilare qualche riga di codice di programmazione python e per fargli redarre delle pagine di codice html (in questo è veramente sorprendente e molto… pulito).

Per concludere, dopo tante sessioni, ho imparato che con ChatGPT bisogna:

– saper chiedere
– modulare in modo diverso le domande in base a quelli che sono i risultati attesi e lo stile di risposta che si vuole ottenere
– non fidarsi fino in fondo dei dati forniti dalle risposte
– rileggere le risposte con spirito critico e senza prendere tutto per oro colato.

Alla fine dei conti, resto convinto che l’uso spinto e accelerato dell’intelligenza artificiale che ci sta avvolgendo e travolgendo in questi mesi rappresenta un nuovo radicale cambiamento nel modo in cui saranno create e ricevute le informazioni, e potrebbe perfino modificare inesorabilmente il modo in cui verranno generate e diffuse le idee e risolti problemi e problematiche umane vecchie e nuove. Ma bisogna stare attenti e seguire gli sviluppi con occhio critico e attento per governare e prevenire i possibili rischi del nuovo mezzo (incluso l’uso pigro della chat, l’allontanamento dalla realtà extravirtuale, l’iperconnessione, l’atrofizzazione della creatività umana e la sostituzione del lavoro umano con il lavoro dell’intelligenza artificiale).
Insomma, si stanno diffondendo nuovi paradigmi, si sta creando un modo nuovo di apprendere e stare al mondo e non è il caso di restarsene a guardare in modo inerme e acritico, come se la cosa non ci riguardasse.

Personalmente, il rischio più forte che intravedo è un generale appiattimento, una mancanza di guizzi, una progressiva perdita di senso.
Ma di questo credo che parlerò qualche altra volta, se crederò che avrà senso parlarne.
Altrimenti lo chiederò al bot e poi copincollerò la sua risposta e fingerò di averla scritto io. Come avrei potuto già fare con questo post.








Elogio del Cloud ☁️

22 giovedì Dic 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos

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Tag

cloud, digitale, nuvole

Interludio digitale in due versioni e alcune visioni

È triste amare
senza essere amato,
ma è più triste
chiudere Word
senza aver salvato.

Con Workspace,
invece,
il problema è fugato.

Tutto ciò che hai scritto
resta scritto e memorizzato.

Automaticamente
e senza cliccare niente.

Si salva da solo proprio tutto,
tanto il bello come il brutto.

Pure una stronzata come questa
che è pure meglio se non resta.

Le foto sono mie, il sottofondo recitato e musicato è di FdA e Mauro Pagani, che il cielo li abbia in gloria.


Questa qui sopra l’ho scritta io per spiegare come Google Workspace ti permette di salvare i tuoi documenti automaticamente, senza doverli salvare manualmente come in Word di Office.

Indovinate quest’altra chi l’ha scritta (su mia espressa richiesta):

In Word di Office, ogni volta
che scrivo un documento nuovo
devo ricordarmi di salvare,
altrimenti rischio di perderlo.

Ma con Google Workspace,
non c’è bisogno di preoccuparsi,
perché i documenti vengono salvati
in modo automatico, senza intervento umano.

Non devo più pensare ai salvataggi,
posso concentrarmi solo sullo scrivere,
e se per caso dovessi chiudere il browser,
non c’è rischio di perdere il mio lavoro.

Grazie a Google Workspace,
posso scrivere senza pensieri,
e non devo più preoccuparmi di salvare,
posso solo concentrarmi sulla bellezza della poesia.

CD2022 – La Vendetta di Amob

26 mercoledì Ott 2022

Posted by aitanblog in recensioni, vita civile

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cittadinanza, digitale, nomofobia

Un sito e un video dedicati alla cittadinanza digitale



Abbiamo bisogno di cultura, di formazione, di senso critico e di educazione al cambiamento.
Le nuove generazioni non possono essere lasciate sole davanti ad uno schermo che le separa dal mondo fisico e le connette con una realtà sempre più digitalizzata e priva di contatti concreti e tangibili.

Ormai tutti svolgiamo buona parte della nostra vita davanti al vetro semiriflettente di un telefonino, di un computer o di un tablet; siamo perennemente connessi e realizziamo moltissime delle nostre attività di lavoro, di studio o di gioco attraverso dei dispositivi elettronici; facciamo in rete buona parte dei nostri acquisti; saltiamo di continuo da un link all’altro dell’immensa e crescente ragnatela mondiale; siamo tutti produttori e destinatari di miriadi di documenti e messaggi digitalizzati in forma di testo, immagini, suoni, video o di una integrazione complessa di tutti questi “media”. Eppure molto spesso ci muoviamo nel mondo digitale come un uomo primitivo nel traffico di una metropoli, ignorando regole, trappole e pericoli della strada che percorriamo e dei mezzi che utilizziamo per spostarci da un posto all’altro.

Con questo spirito, in qualità di animatore digitale dell’ISIS Filangieri di Frattamaggiore, ho coordinato un gruppo di formazione sulla cittadinanza digitale in rete con il Liceo “Alfonso Maria de’ Liguori” di Acerra e con l’Istituto Comprensivo “Ezio Crespi” di Busto Arsizio.

Un lavoro di due anni che ha prodotto un sito web che si propone di diffondere qualche spunto di riflessione sull’educazione digitale, per rendere tutti più consapevoli dei rischi e delle possibilità insite nelle nuove tecnologie.

Se volete darci un’occhiata o anche qualcosa di più di una semplice occhiata, il link è questo:

https://sites.google.com/isisfilangieri.it/cd2022/


Tra le pagine virtuali del sito c’è anche questo cortometraggio di cui vado particolarmente orgoglioso, realizzato dal gruppo di lavoro del Filangieri con l’ausilio del regista Rosario D’Angelo. Le musiche originali sono di Jennà Romano (che ringrazio pubblicamente anche qui).

https://youtu.be/c2V3mKeAk4E


Il corto è un lavoro di riflessione sulla ‘nomofobia‘, l’ansia derivante dall’irrazionale paura di non avere il proprio smartphone a disposizione o di rimanere improvvisamente disconnessi dalla rete. Un’ansia che ci sta prendendo tutti e ci sta lentamente e inesorabilmente trasformando.

Tanto che ormai ci sembra di non avere altri spazi per parlare del mezzo oltre questi, che stanno dentro il mezzo e dentro il mezzo prendono vita e muoiono.

Perché si studiano ancora le divisioni a due cifre oggi che ci sono le calcolatrici anche sui telefonini?

25 martedì Ott 2022

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, stefania

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Tag

digitale, futuro



– Per tenere allenata la mente alla complessità.

– Per imparare a superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e le soluzioni.

– Perché two is better than one.

– Per tramandarne il rito della divisione di padre in figlio, con tutto il suo carico di frustrazioni e sofferenze che servono a temprarti e ad insegnarti la vita com’è.

– Per imparare a tenere a mente le cifre prestate.

– Per farti vedere che tante volte anche le vecchie generazioni sono in difficoltà: davanti a quei numeri, i tuoi genitori, i nonni e gli zii ostentano nonchalance, ma poi si sbandano e si sbracano pure loro alla prova dei fatti.

– Per tenere impegnati i bambini con la testa china sul foglio e la penna che va avanti a fatica.

– Per un malcelato e diffuso sadismo magistrale.

– Più o meno per gli stessi motivi per cui si studia ancora il greco e il latino (a proposito, ma perché si studiano ancora il greco e il latino?).

– Per quando si scarica la batteria del telefonino.

– Per capire come funziona il meccanismo. Non importa se poi nella vita farai i tuoi calcoli a mano, a mente o con l’aiuto di una vecchia calcolatrice o di un dispositivo elettronico di prossima generazione.

– Perché, come lo studio del greco e del latino, ci insegnano la disciplina, l’importanza della concentrazione e la logica e ci dicono da dove veniamo e da dove vengono le soluzioni che possiamo trovare facilmente in rete o con un app del pc o del telefonino.

– Perché se non sai da dove vieni, non capisci dova vai.

– Per vedere l’effetto che fa e dimostrare che in fondo c’è sempre una soluzione.



– Per quelli che debbono creare le calcolatrici e le app da mettere sui telefonini. Non credo che si possano realizzare algoritmi per risolvere calcoli a due cifre se prima non si conosce il procedimento per farli a mente e a mano; a meno che non si immagini che sia più agevole e più utile inventare un sistema di AI capace di capire da solo come risolvere le divisioni a due, tre o quattromila cifre.



Ma come non sapete cosa sia un sistema di AI? Ma che simpatiche caprette che siete!
Stiamo parlando di artificial intelligence, intelligenza artificiale, quella che dovrebbe venirci in supporto quando non sapremo più a cosa servano le divisioni a due cifre, le sottrazioni e le tabelline (a proposito, ma perché si studiano ancora le tabelline?).



In appendice…

La reazione di mia figlia a questo post (e un po’ me la sono meritata). ☺️



84-22

13 sabato Ago 2022

Posted by aitanblog in texticulos

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18 anni, digitale, digitalizzazioni, disegni

13 raffigurazioni digitali rielaborate da miei vecchi schizzi e disegni


Tutto quel fuoco che mi ardeva dentro
Cercavo di metterlo in parole

Ma allora avevo più urgenza di bruciare

Ora è sulla cenere che fondo la poesia

Le ceneri della poesia, 19 aprile 2021



84-22 è un mio piccolo progetto artistico che consiste nel digitalizzare e rielaborare una serie di disegni, scarabocchi e appunti grafici tratti dai miei diari e dai miei block notes di quando avevo diciotto-vent’anni. A volte si tratta di semplici schizzi al margine di testi scritti. Altre volte di intere pagine di agenda disegnate con cura e attenzione. In ogni caso, è tanta roba e ora mi trovo la memoria digitale piena di foto e scannerizzazioni che a mano a mano sto riattualizzando e riportando in vita.

Un piccolo esempio di prima e dopo (disegno numero zero)



Quando si hanno 18 anni si hanno tante idee e scarsi mezzi per realizzarle.
Dopo, in genere, i mezzi si affinano e la creatività si affievolisce.
Non so, comunque, se questo sia esattamente il mio caso.
Non mi pare di essere molto cresciuto, tecnicamente, dai primi anni della mia maggiore età burocratica e civile. Anzi, direi che sono quasi certo che oggi non sono in grado di usare penne, colori e matite con maggiore perizia di allora (purtroppo).
Nel mentre, però, si è avuto nel nostro mondo un enorme incremento degli strumenti digitali per disegnare e per fare pressoché qualsiasi cosa e io, per inclinazione personale e per curiosità, sin dalla diffusione dei primi personal computer casalinghi mi sono tenuto al passo con i tempi (per intenderci, l’epoca in cui i primi pc sono entrati nelle nostre case e nella nostra vita è sempre quella: gli anni ’80 dei miei 15-20 anni, quando io, invece di studiare per la maturità, imparavo a programmare in basic da autodidatta). Ragion per cui, se c’è una cosa di cui sono certo, è che oggi ho a disposizione più strumenti digitali di allora per esprimere i miei concetti grafici.

Quanto alla creatività… Boh, è un discorso lungo e impervio. Ma a me pare che la mia capacità produttiva e il mio estro non siano andati diminuendo col tempo, almeno in quanto a consistenza e numero di realizzazioni. Piuttosto è cambiata la qualità delle mie creazioni e delle mie invenzioni (dato che sono cambiate pure le idee e la realtà che sta dietro e dentro le mie raffigurazioni). Poi certe volte penso che il mio fervore creativo sia inversamente proporzionale alla passione che metto nella vita; anche se tendo a pensare che comunque il mio fervore sempre di quella passione si alimenta.

Ma mi pare di aver già detto troppo per un post dedicato alle immagini.
Quella che segue è una selezione (molto parziale e arbitraria) dei disegni di questo progetto. Gli ultimi due li ho ibridati con delle foto che ho scattato a Blanes in questi giorni.
Dateci uno sguardo e magari fatemi sapere che ve ne pare.
Io, intanto, continuo a digitalizzare e rielaborare in modo matto, gioioso e disperato.

Sempre meglio che lavorare…

uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
undici
dodici
tredici

relazioni sei punto zero

11 venerdì Giu 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, versiculos, vita civile

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digitale, relazioni, telefonini

ogni volta
a rotazione
a casa
di un amico differente
ci sediamo
intorno a un tavolo
e ci immergiamo
nei nostri telefonini

….

qualche volta
qualcuno
pubblica
un’immagine
o copia
una frasetta
intelligente
dalla rete
e in tanti
si fermano
un attimo
per cliccare
su mi piace
senza alzare
gli occhi
sul vicino

subito dopo
torniamo
a scorrere
lo schermo
pronti a puntare
sul pollice
o sul cuoricino
alla prossima trovata
scovata
a capo chino

….

può capitare
che la persona
a cui diamo
il pollice
o il cuore
sia lì accanto

ma non glielo
diciamo
quanto
abbiamo
gradito
la sua foto
o il suo pensierino

tanto ha già visto
e non è il caso
di ripeterglielo
e passare pure
per lecchino

….

poi di tanto in tanto
il padrone di casa
ci chiede se vogliamo
un caffè uno spritz
o un dessert
ma nessuno di noi
è disposto a distogliere
le dita dallo schermo

preferiamo guardare
in silenzio
cliccando qua e là
senza altre distrazioni



Nuova versione riveduta e corretta di “Relazioni due punto zero“,  5 giugno 2014


L’ermo schermo in cui mi perdo e perdo i contatti col mondo

26 giovedì Dic 2019

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

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digitale, rappresentazione, social

(Ovvero, il predominio della rappresentazione)

“…no connection
with the daily world,
only with dreams
and fantasies.”

Anaïs Nin, ‘Collages‘

Qui siamo andati molto oltre l’egocentrismo, il solipsismo e l’egolalia.

L’apparenza del sé ha preso il sopravvento. La rappresentazione di se stessi sul mercato dei consensi è diventata prioritaria anche rispetto all’affermazione del sé medesimo.
Le pareti della realtà sono state scardinate dalle quinte teatrali di un mondo che fa da sfondo al nostro apparire sul palcoscenico virtuale in cui rappresentiamo la vita invece di agirla.

La questione, dicevo altrove, non è più tanto essere (to be) o non essere (not to be), e neanche la dicotomia avere (to have) o essere (to be) regge di fronte al presente…, la questione ormai è, più che altro, essere (to be) o essere visti (to be seen).

Una ragazza di 16 o 17 anni esibisce in quindici secondi la pancia piatta e sostiene di essere incinta da due mesi chiedendo molti like per continuare a postare foto del suo pancione gravido.
Un’altra chiede al suo fidanzato di scriverlo su Facebook che lui le vuole bene e smetterla una buona volta di sussurrarglierlo in un orecchio o guardandola negli occhi come in un film dello scorso millennio.
Ragazzini e ragazzine ritoccano foto e video con occhi e labbra di dimensioni spropositate o si deformano fino a diventare cuccioli in cerca di cibo e affetto.
Nei video e nelle foto non si fa che ridere e sorridere o guardare la camera con sguardi ammiccanti (ve lo immaginate un selfie di Egon Schiele o di Van Gogh che ridono come ebeti a favore di telecamera?).

Donne e uomini di tutte le età controllano la curva dei consensi ai loro post, ai loro video, alle loro foto e perdono il contatto con la realtà che gli gira intorno.
Concerti, eventi, incidenti, feste, stragi e disastri vengono registrati in diretta da persone che assistono con gli occhi puntati sullo schermo di un telefonino.
Cosplayer e crossplayer à gogo.
Comunità virtuali pro-ana e pro-mia.
Binge watching, cyberbullismo, sexting, fake news, avatar e mondi paralleli…

E io che ne parlo e ne riparlo qui da qui, di fronte a uno schermo perenne che mi avvicina e mi allontana da me e da te impedendo qualsiasi contatto epidermico e il freddo e il calore del tatto e di una voce non registrata da mezzi elettronici.


(Rileggendo quanto ho scritto, noto molte parole tecnichesi e modaiole e immagino te, lettore, che, giustamente, le ignorerai e andrai avanti; oppure le cercherai su Google per dimenticarle un attimo dopo! Sempre che non ti fermerai prima di arrivare quaggiù oppure ci arriverai e penserai che sono stato troppo arrogante e presuntuoso nel pensare che tu potessi ignorare qualche tassello del lessico della contemporaneità. In fondo siamo tutti sull’orlo dello stesso abisso, alle soglie del terzo millennio. Un numero perfetto per finire la storia.)

Virale e digitale

20 lunedì Ago 2018

Posted by aitanblog in otherstuff

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Tag

digitale

“Ora che tutti sono liberi di esprimere il proprio pensiero in rete, sarebbe bello che ognuno avesse qualche pensiero proprio da esprimere.”


Se leggete questo post, lasciate un commento veloce, un saluto, un disegnino, qualsiasi cosa vogliate… Pure la ricevuta di un vaglia postale o di un pagamento online a mio nome. A piacere vostro…
Poi, copiate questo testo e incollatelo sulla vostra bacheca, in modo che qualcuno (magari anche solo uno su mille o su un milione) possa essere invogliato a fare di testa propria ed esprimere in internet il proprio pensiero, invece di copincollare tutto quello che gli capita sott’occhio.


P.s. Il mio nome, per il vaglia, è GAETANO VERGARA (ma vabene pure se lo scrivete in minuscolo). Il mio account PayPal (per i più digitali e contemporanei) è ‘gaverg’.

Nel ringraziarvi anticipatamente, vi invio un cordiale saluto e resto in attesa di vostre notizie e contributi. È per una buona causa! Se non ci credete, chiedetelo a mio cugino.

Neets and Nerds ingrati (per non parlar dei Geeks)

21 giovedì Set 2017

Posted by aitanblog in vita civile

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Tag

digitale, geeks, neets, nerds

Cari ragazzi, vi abbiamo dato tutto un mondo virtuale in cui socializzare e simulare vite intense ed esperienze estreme; vi abbiamo insegnato attraverso i videotutorial come imparare a fare qualsiasi cosa coi videotutorial ma non fare nient’altro che guardarseli, i videotutorial; vi abbiamo coinvolto in giochi e simulazioni più reali del reale; vi abbiamo fatto ammirare donnone meravigliose e splendidi stalloni impegnati in amplessi dagli intrecci sempre più straordinari e vari; vi abbiamo regalato il sogno di un successo planetario tutto realizzato da schermo a schermo, senza sentire l’alito pesante, il puzzo di sudore o il profumo persistente di altri esseri vivi; vi abbiamo dato la possibilità di sapere cosa succede nel mondo ed assistere in diretta a manifestazioni, conflitti, bombardamenti e catastrofi che avvengono fuori dalla vostra stanza… e ora vi lamentate pure, dite che volete una vita extravirtuale, una casa vostra e un lavoro… Ma a cosa vi serve un lavoro, una casa e una vita…? Tutta roba di un passato pieno di ansie, di stress e di frustrazioni e senza mai un bitcoin in carrello, un like in bacheca o un feedback di un amico che vi confermi la vostra virtuale esistenza.

Ma che caspita, non vi basta tutto quello che avete e che vi arriva quasi gratis attraverso questi schermi fin dentro i vostri letti e sulle vostre poltrone?

Ingrati che non siete altro, non vi accontentate mai, nemmeno di terreno di camposanto e di gigabyte illimitati sul tablet, sul notebook e sul vostro telefonino!

Consiglio contro la vita vista attraverso uno schermo rilasciato da dietro uno schermo

24 venerdì Mar 2017

Posted by aitanblog in inter ludi, vita civile

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digitale

Ogni tanto, almeno una volta al giorno, prendetevi una pausa dai vostri dispositivi, dai vostri telefonini, dai vostri tablet, dai vostri computer personali e pubblici; sedetevi comodi, chiudete gli occhi, oppure teneteli aperti ma persi nel vuoto, e mettetevi a pensare, a immaginare, a sognare perfino.
Disconnettetevi dai vostri dispositivi perennemente connessi e mettetevi in contatto con voi stessi e con la vostra inesauribile immaginazione.

Scoprirete mondi e profondità impercettibili a chi resta con gli occhi e il cervello perennemente fissati dietro uno schermo; vi verranno idee e desideri che non pensavate di poter avere; potreste perfino diventare autonomi, liberi, creativi, immaginifici e responsabili di voi stessi, delle vostre scelte e delle vostre decisioni.

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