• AitanLink
  • Su di me
  • E-mail
  • News
  • Immagini
  • Versículos
  • Textículos

((( aitanblog )))

~ Leggendo ci si allontana dal mondo per comprenderlo meglio.

((( aitanblog )))

Archivi Mensili: Maggio 2021

Pennies from Heaven

31 lunedì Mag 2021

Posted by aitanblog in immagini, texticulos

≈ Lascia un commento

Tag

soldi

L’ultimo, nel parcheggio del supermercato, tende la mano.
Il primo, con il carrello pieno di ogni bendidio, lo fissa negli occhi e gli dice che i soldi non fanno la felicità.

L’ultimo gira la mano e la lascia cadere lungo i suoi fianchi.
Il primo mette la spesa in macchina e borbotta qualcosa su quelli che non hanno voglia di lavorare.

L’ultimo dice tra sé e sé:
– E be’, sì, i soldi non fanno la felicità, ma, se ne avessi, mi comprerei un sacco di cose che mi potrebbero fare veramente felice. La tua fottuta macchina, per esempio.

E si vede scorrazzare per la città con quell’auto tutta luccicante, con in bocca un sigaro enorme e la musica a tutto volume.
Sulla fiancata della vettura, a caratteri cubitali, la scritta sui soldi e la felicità.

Il primo si schianta su un palo della luce mentre cerca in tasca l’ultima dose comprata il giorno prima.



L’autore dubita se lasciare o meno la frase sullo schianto dell’auto contro il palo. Gli sembra troppo moralistica.
Magari la lascia, ma mette via la cocaina.

Poi si ferma a pensare che forse qualche volta anche il Creatore ha qualche ripensamento sulle sue trame.
Ma viene interrotto dall’ultimo che gli si avvicina e gli tende la mano.

– Fate la carità, fate la carità a questo povero baccalà in cerca di felicità e di un po’ di pane!

(Va be’, pensa l’autore, non riesco proprio ad evitare di chiudere i miei racconti con questi finali stupidi e le considerazioni tra parentesi.)

(Le solite cose. )

Conversazione sulla poesia

29 sabato Mag 2021

Posted by aitanblog in riflessioni, versiculos

≈ 2 commenti

Tag

metapoesia

(Revisione del mio penultimo post alla luce delle critiche di chi mi aveva fatto notare il peso incongruente della prima parte.)



Ricerchi con acribia
il verso giusto e perfetto
e dopo tanto eccolo
comparire sotto il letto
in uno scrigno degli dei
che non aprivi dal ’66

…

Ma che cazzo dici?

Di quale acribia
e di quale scrigno
degli dei
mi vieni
a parlare?

Io credo
che sarebbe
meglio
non scriverle
affatto
Le poesie
E lasciare
le parole
libere
di andare
dove vogliono

Le poesie
mettono l’aceto
sulle ferite
Ma non le sanano

Le poesie
non fanno da serve
ad altri che a se stesse

Non servono
le poesie

E faresti meglio
a non leggerle
non scriverne
e non parlarne
con degli sconosciuti

Ma soprattutto
non ti permettere
di buttarmi
su un foglio
in pasto
al primo
che passa
o a qualcuno
che origlia
o mi sta
leggendo
or ora

…

Ecchecacchio
teniamocele
più riservate
queste parole

Chiuse
a quattro mandate
nei cassetti
della nostra memoria

Aspettando
che sedimentino
come la roccia
al vento

Nuovi contatti

27 giovedì Mag 2021

Posted by aitanblog in immagini, riflessioni, vita civile

≈ 3 commenti

Tag

social

(La conoscenza nel tempo dei social)

Oggi le alunne del primo anno mi hanno spiegato come funziona.

Primo approccio su Houseparty. Lo conosci in una stanza perché è un contatto di un contatto di un contatto.
La stanza, praticamente, è al buio. Non lo vedi, non sai come è fatto, né se è vera l’età, il sesso, la provenienza e le cose che ti dice di sé e del mondo che gli gira intorno. L’unica cosa di cui sei certa è che trovi simpatico quello che scrive e il modo in cui si presenta in stanza. Al massimo senti la sua voce, ma difficilmente (da quello che mi dicono) si fanno videochiamate direttamente da quelle stanze. Soprattutto in presenza di sconosciuti e nuovi arrivati.

Nel caso in cui tu e il tuo nuovo interlocutore del “party” vi rendete conto che il piacere è reciproco, vi scambiate i vostri contatti Instagram e cominciate a sbirciare tra le foto.

A questo punto, se vi intriga quello che vedete, vi passate i vostri numeri di telefono e continuate a contattarvi su WhatsApp o su Telegram.
Ma siete consapevoli che potrebbe essere ancora tutta una finzione, per cui cominciate a chiedervi l’un l’altro prove di verità e verifiche di presunta autenticità.

Solo dopo le forche caudine di tutti questi ed altri passaggi si può arrivare alla videochiamata o perfino a vedersi da vicino, nella realtà extra-virtuale. Ma sempre con la mascherina, beninteso.

ECC

25 martedì Mag 2021

Posted by aitanblog in versiculos

≈ 1 Commento

Tag

metapoesia, roccia

Una parola che non ci scivoli addosso

Per finire nella dimenticanza del non detto

Una parola precisa necessaria
e autosufficiente come
l’adagio che mi tiene
incantato

Una parola autonoma e indipendente

Ricercata con acribia
E ritrovata per caso
Tra gli scrigni degli dei

…

Ma che caxxo dici?

Di quale acribia
e di quali scrigni
degli dei
mi vieni
a parlare?

Io credo
che sarebbe
meglio
non scriverle
affatto
Le poesie
E lasciare
le parole
libere
di andare
dove vogliono

Le poesie
mettono l’aceto
sulle ferite
Ma non le sanano

Le poesie
non fanno da serve
ad altri che a se stesse

Non servono
le poesie

E faresti meglio
a non leggerle
non scriverne
e non parlarne
con degli sconosciuti

Ma soprattutto
non ti permettere
di buttarmi
su un foglio
in pasto
al primo
che passa
o a qualcuno
che origlia
o mi sta
leggendo
or ora

…

Ecchecacchio
teniamocele
più riservate
queste parole

Chiuse
a quattro mandate
nei cassetti
della nostra memoria

Aspettando
che sedimentino
come la roccia
al vento

‘O Sud se crede sfaccimmo e invece e’ fesso

23 domenica Mag 2021

Posted by aitanblog in musiche, recensioni, riflessioni

≈ 1 Commento

Tag

letti sfatti, sud, trampetti

Nel giorno in cui nei social riecheggia la benvenuta vittoria internazionale dei Måneskin realizzata suonando dal vivo strumenti veri (vivaddio!) e seguita dall’innesco di tutta una sequela di polemiche sulla presunta mancanza di originalità della loro proposta pop-rock, trovo finalmente un po’ di tempo per parlarvi dell’ultimo cd di Patrizio Trampetti; un disco vero, di un artista autentico, realizzato con lentezza e attenzione sotto la produzione e la collaborazione artistica di Jennà Romano, che, peraltro, è anche coautore di quasi tutti i brani dell’album.

Il CD si intitola ‘O SUD È FESSO ed è un disco dalle diverse facce che ben rappresentano la versatilità e le variegate esperienze artistiche di Patrizio Trampetti, che, ricordiamolo, è stato tra i fondatori e le voci caratterizzanti della formazione storica della Nuova Compagnia di Canto Popolare, oltre che attore teatrale e autore di celebri brani interpretati da Edoardo ed Eugenio Bennato, Francesco Baccini, Gilberto Gil, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Irio De Paula e Peppe Barra (“Un giorno credi”, “Feste di Piazza”, “Portugal”, “Donna contemporanea”… sono alcuni dei suoi capi d’opera). In più, dopo aver lasciato la NCCP, ha prodotto cinque o sei album da solista e, dal 2009, collabora con Jennà Romano e Mirko del Gaudio dei Letti Sfatti insieme con i quali ha già realizzato, prima di questo nuovo lavoro, due dischi ed un libro accompagnato da un DVD scritto a sei mani con Erri De Luca e Jennà (“Questa città“, Edizioni Testepiene).

Ma veniamo a questa nuova produzione.
Il disco si apre con un brano recitato da Gianfelice Imparato e Angelica Ippolito e cantato da Patrizio. È una canzone dedicata al Vomero, un quartiere napoletano poco praticato dal nostro canzoniere, ma molto interessato dalla speculazione edilizia e dal traffico veicolare.

Segue la canzone che dà il titolo al disco. Un pezzo di impatto immediato che abbiamo ammirato anche in un video diretto da Lorenzo Cammisa.
Mi sono subito ritrovato nell’amore odio per Napoli e per il Sud che pervadono le prime due tracce.
“Non mi piace più questa città, veramente non mi è mai piaciuta, e tanto non mi piace che a volte… mi piace tanto… per un niente.”
Perché il sud si crede di essere furbo, si sente “sfaccimmo”, e invece è fesso, “se magna pane e pane e chitemmuorte / e nun cagna manco ‘nnanze ‘a morte”, si fa manipolare dai suoi nemici esterni ed interni e si accontenta di qualche sporadica elargizione del potente di turno; quattro caramelle che non lo fanno crescere per rendersi autonomo, responsabile e indipendente.
A me sembra il manifesto di una Napoli che prende coscienza del servilismo e del provincialismo che l’hanno tenuta legata ai suoi difetti offuscandone i pregi e le inesauribili possibilità di riscatto e cambiamento.
Un inno necessario al Meridione che potrebbe essere e non è mai stato.

Il brano seguente, “L’ora da controra”, è il brano più in linea con la tradizione musicale popolare nostrana, ma ha anche a che fare con le rivisitazioni elettriche delle notti tarantolate e con certi influssi orientaleggianti della world music internazionale. Non a caso ospita all’organetto Ambrogio Sparagna, uno dei massimi rappresentanti della tradizione etnomusicologica italiana. È un brano gustoso e ammaliante, arricchito anche dal sax soprano di Mario Lupoli; una canzone d’amore e acrobazia intervallata da uno scioglilingua declamato a tutta velocità da Jennà Romano (una filastrocca che gli aveva insegnato un suo zio grumese, mi ha detto). 

“Canzone ‘e niente” è un bel brano in cui Filippo Piccirillo al Rodhes, Jennà alla chitarra elettrica e Mirko Del Gaudio alla batteria creano un bel sound sospeso tra le ballad elettriche di Pino Daniele e il night del miglior Peppino Di Capri o di un… George Benson. Molto bella la pasta vocale utilizzata da Patrizio, per quanto nel solco della tradizione di tante canzoni che negano se stesse e il loro valore, gli sentiamo cantare nel ritornello “sta canzone ‘e niente ca’ nun saccio canta’…”.

“’O mare” è una delle tracce più intense e commoventi del disco.
Oltre a Jennà, a Mirko e al sassofonista Giovanni Sorvillo, accompagnano Patrizio  le voci di tre giovani ospiti del centro di riabilitazione psichiatrica che fa capo alla cooperativa Spartaco.
Sapevo da tempo di questo laboratorio musicale e poetico che Patrizio e i Letti Sfatti stavano tenendo con gli ospiti di questo e di altri centri del napoletano e del casertano. A luglio del 2018, nel corso della Terza edizione del Mediterraneo Reading Festival, mi ero anche emozionato dopo che avevo ascoltato Marco Junior Dentale recitare la poesia che è diventata il fulcro del testo di questo brano.
E ora sentire questi versi trasformati in una canzone così bella e compiuta mi ha riempito di commozione e di gioia.
Al di là di tante chiacchiere che si fanno su riabilitazione, emarginazione e inclusione.

“Ammore” è il brano che suggella il reincontro sullo stesso palco di due capisaldi della formazione storica della Nuova Compagnia di Canto Popolare: Patrizio Trampetti e Fausta Vetere; una reunion, che era cominciata qui a Frattamaggiore nel 2019, quando era ancora vivo Corrado Sfogli, chitarrista della Nuova Compagnia, marito di Fausta e negli anni ’60 alunno del maestro Caliendo insieme con Patrizio.
Al di là di queste note malinconiche, “Ammore” è la canzone più allegra dell’album, un brano latineggiante in cui, nella coda,  le trombe e i tromboni del maestro Domenico Brasiello, se chiudi gli occhi, ti fanno sentire e vedere la presenza di un gruppo “mariachi” con tanto di baffoni e sombreri messicani che suonano nella tua stanza.

“Chiove” è una struggente canzone d’amore e malinconia scritta dal mio amico Filippo Piccirillo che accompagna anche al piano la voce di Patrizio e le incursioni insinuanti del sax tenore di Giovanni Sorvillo.
“Ohi ne’, me ne so’ jute eppure penso a ‘tte.”

“Senza passione” ed “E’ tarde” sono due belle e moderne canzoni d’amore, malinconia e insoddisfazione. Nella prima delle due ascoltiamo un bell’assolo di Piccirillo al Farfisa, un altro degli strumenti vintage che caratterizzano il sound di questo album.
La seconda è un cammeo con un prezioso accompagnamento acustico di Gian Piero Bencivenga alla chitarra classica e Roberto Marangio al contrabbasso.

L’album si conclude degnamente con “Lacreme”, un brano cantato da Patrizio e letto dalla voce profonda del giornalista Sandro Ruotolo (che negli ultimi anni ha spesso collaborato con Jennà Romano in recital di denuncia e canzoni).
Circolarmente il disco si apre e si chiude con un riuscito intreccio di canto e recitazione.
Qui Ruotolo legge due passi tratti da alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza, mentre Trampetti canta “lacreme ‘nterra ‘a rena” su un accompagnamento che parte con note minimali di chitarra e diamonica e diventa bandistico.
“‘Nu saluto a Tonino, / fallo crescere bbuone, / e n’abbraccio pe’ ‘tte, / ca si mamma e si sposa”.
Poche note tristi e solitarie di diamonica e torna un silenzio raccolto nella stanza.

__________

L’album è ancora acquistabile nelle edicole dei giornali fino al 20 giugno e, secondo me, dovete correre a prenotarlo (peraltro, costa solo 5 euro e 90).

di spalle alla stanza vuota

20 giovedì Mag 2021

Posted by aitanblog in immagini, versiculos

≈ 3 commenti

sorrido molto
sorrido spesso
sorrido
molto spesso

ma è capitato
anche a me
di penzolare
le gambe
sul davanzale

prima che
il mio sguardo
fosse attraversato
dal passaggio
di un’ape in volo

Considerazioni di una commessa imbavagliata

18 martedì Mag 2021

Posted by aitanblog in texticulos, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

centri commerciali, pandemia

Ecco qua, torna la normalità…, i centri commerciali saranno di nuovo aperti tutti i santi giorni della settimana, ed io passerò anche il sabato e la domenica imbavagliata tra la cassa e i carrelli della spesa.

Batti il tasto, striscia la merce, passala da lato a lato, batti il tasto, alza la testa, sorridi al cliente.
Batti il tasto, striscia la merce, passala da lato a lato, batti il tasto, alza la testa, sorridi al cliente.
Batti il tasto, striscia la merce, passala da lato a lato, batti il tasto, alza la testa, sorridi…

Butta via tutto, travolgi i carrelli, calpesta la spesa, sgomita tra i clienti e scappa nei campi.

No, no, no, basta pensare, non si può fare…

Batti il tasto, striscia la merce… e sorridi.

E meno male che è di nuovo tutto normale e a fine mese arriva la paga che spendi tra il parrucchiere, qualche regalo e la biancheria da comprare. Il resto serve a mamma e a papà per campare e fare la spesa al centro commerciale.

Prelude to a Kiss

16 domenica Mag 2021

Posted by aitanblog in immagini, romantico, texticulos

≈ Lascia un commento

Tag

bacio, preludio

La guardò fisso negli occhi, la accarezzò con lo sguardo e le disse: “Ma dai, non dire che non servi a niente.
Sei più utile tu che una crema antirughe o un trattamento anticalvizie.”
Questo le disse, e mentre lo diceva si passava avanti e indietro la mano sulla testa che pareva una palla da biliardo.
“Per questo ti voglio bene”, ribatté lei, tirandogli via la mano dalla testa e accarezzandola.
“Sei più falso delle borse di Louis Vuitton sul Rettifilo, ma quando dici queste cose riesci a farmi sorridere.”
“Allora servo a qualcosa”, soggiunse lui, “quantomeno servo a farti sorridere. E tu…, facendomi sentire che servo a qualcosa, servi a qualcosa pure tu. Non so se mi sono capito.”
“Certo, certo, ti sei capito benissimo, disse lei” e si portò il dorso della mano di lui sulla faccia lasciandosi accarezzare.

Qui sfumano le immagini e si conclude il preludio.

I fuochi di Gaza attraverso le voci sapienti di Moni Ovadia e Marc-Alain Ouaknin

14 venerdì Mag 2021

Posted by aitanblog in riflessioni, vita civile

≈ Lascia un commento

Tag

Israele, Palestina

160 caccia israeliani hanno bombardato stanotte Gaza.
150 presunti obiettivi di Hamas nel nord della striscia.
Al momento si contano 119 morti, tra cui 31 bambini e 19 donne.

La persecuzione agìta dagli israeliani contro il popolo palestinese sta conferendo un nuovo significato al termine antisemitismo.
La cifra speciale di questo ricorso della storia è che in questo frangente assistiamo a un conflitto interno al gruppo etnico dei presunti discendenti biblici di Sem (storicamente, la famiglia di popoli che si stabilirono nelle prossimità dell’antica Mesopotamia prima del primo millennio avanti Cristo e parlavano lingue di origine comune, come  l’arabo, l’antico aramaico e la lingua ebraica). Insomma, per certi versi e caricando la mano, potremmo dire che stiamo assistendo a una nuova Shoah perpetrata da semiti contro semiti. Sempre che abbia un qualche senso definire un insieme di persone in base alla loro appartenenza a un gruppo etno-linguistico; perché, in fondo, questa è, come ogni guerra, una guerra civile, un delitto contro l’umanità tutta e le sue radici comuni; un conflitto sanguinolento tra due popoli di religione monoteistica che non mangiano carne di maiale e cantano su scale musicali sovrapponibili infarcendo la voce di modulazioni e melismi.

Va be’, lo so, semplifico.
Quella palestinese è una questione complessa.
Crea conflitti anche dentro di noi.
Ormai lo avremo detto mille volte che si può essere antisionisti senza essere antisemiti, prendendoci tutti i rischi delle posizioni che si tengono in equilibrio su un filo, sotto gli scossoni di quelli che la pensano diversamente e ti spingono da destra e da manca.

Ma sotto le bombe, anche guardando le deflagrazioni da lontano, come fossero fuochi da artificio, bisogna prendere una posizione.

Faccio eco a una voce che chiama nel deserto.

“La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari. Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime”, perché alla fine sono loro ad esser massacrati.

Lo ha detto Moni Ovadia un paio di giorni fa all’agenzia di stampa Adnkronos, commentando i bombardamenti di Gaza.
E io di Moni Ovadia mi fido (anche se non ascolto in modo acritico nemmeno lui).

“La politica di Israele è segregazionista, razzista, colonialista e la comunità internazionale è di una parzialità ripugnante.”
“La condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah”.
“Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i paesi più potenti della terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa”.
“Io sono ebreo, anch’io vengo da quel popolo. Ma la risposta all’orrore dello sterminio invece che quella di cercare a pace, la convivenza, l’accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Netanyahu.”

“La pace si fa fra eguali, non è un diktat come vorrebbero gli israeliani. Io non sono sul foglio paga di nessuno, rappresento me stesso e mi batto contro qualsiasi forma di oppressione, è il mio piccolo magistero. Sono con tutti quelli che patiscono soprusi, sopraffazioni e persecuzioni e questo me l’ha insegnato proprio la storia degli ebrei. Io sono molto ebreo, ma non sono per niente sionista”.

Parafrasando don Milani (ecco sì, il solito e sempre scassacazzissimo pretino di Barbiana), aggiungerei, se voi avete il diritto di dividere il mondo in israeliani sionisti e stranieri antisionisti, allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.

E sono certo che non si conquisterà mai nessuna pace giusta nel terrore e tra i bombardamenti.

Peraltro (e mi autocito), culturalmente sono molto più vicino agli ebrei israeliani che ai palestinesi ed al mondo arabo.
Nella mia formazione scorrono litri di inchiostro ebraico. Ma tutto questo non mi impedisce di vedere la sproporzione della risposta israeliana agli attacchi di Hamas e la profonda ingiustizia di un popolo che sta riducendo un altro popolo a riserva indiana, senza alcuna considerazione per la popolazione civile e il valore della vita.

Il buon rabbino Marc-Alain Ouaknin (più volte citato anche da Moni Ovadia) raccomandava in un suo testo non sacro: “Faites l’humour, pas la guerre”. Sì, per Jeovah e per Allah, infervorati cugini israeliani, fate l’umorismo, o l’amore (come dicevasi alla vecchia maniera), non la guerra (come si fa ormai pallosamente da secoli e secoli)! Lo dico a rischio di suonare naif e inconcludente come un richiamo del papa o una risoluzione dell’ONU.

La stessa pietra un anno dopo

12 mercoledì Mag 2021

Posted by aitanblog in riflessioni, versiculos

≈ Lascia un commento

Tag

coazione, ripetizione, storia

La coazione a ripetere e a ripetersi
La caratteristica umana troppo umana
di tornare a inciampare
sempre sulla stessa pietra
ed ogni volta ripensare
che questa volta
sarà diverso

Inciamperò ancora
Inciamperò meglio
Inciamperò
ma senza
farmi male
Perché
d’ora in avanti
tutto cambia
E ogni cosa
sarà più bella
e più speciale

Pum
Patapum
Patatrac
e
Patatunfete

Cambiano
i virus cambiano
ma noi restiamo
sempre gli stessi

Variano
i virus variano
ma noi non facciamo
che aspettare
che tutto torni
come prima

Da capo
verso per-verso
fino a codesto verso


Per quelli che sono usciti dal loop, specifico che si tratta di una versione ampliata un anno dopo; perché la storia si ripete ma i fatti non sono sovrapponibili; lo schema non è quello dei segmenti paralleli e coincidenti ma quello della spirale che si allontana sempre più dalla sua origine pur ripetendo sempre la medesima traiettoria.

(Sia detto tra parentesi che spesso confondiamo il progresso con la progressività della spirale e l’allontanamento dal punto di origine. Ma questa è un’altra e sempre la stessa storia.)


← Vecchi Post
link al sito personale di Gaetano "Aitan" Vergara

L’aitanblog delle origini

Link all'aitanblog di splinder duplicato su iobloggo con relativo blogroll delle origini, in memoria dei tempi andati.

Accessi su WP

  • 136.031 visite

Commenti recenti

aitanblog su Il valore della memoria e la c…
aitanblog su interludio colmo di ogni …
Rita Vassallo su interludio colmo di ogni …
La maestra inascolta… su La Battaglia delle Donne
Anche i bot sbaglian… su Don Chisciotte e l’intel…
guido mura su Il valore della memoria e la c…

feed

feed ad aitanblog

Blogroll

  • Altri Appunti
  • Ancorapoesia
  • Certe piccole manie
  • Citarsi addosso
  • Colfavoredellenebbie
  • El miedo escénico
  • Falconier
  • Germogliare
  • Giacy.nta
  • Haramlik
  • Io Guido
  • Jazzfromitaly
  • Les Miroirs
  • Letteratura di Eva
  • Lunediscrittori
  • Mangino Brioches
  • mariobiancoart
  • Mrs. Quentin
  • Musa quotidiana
  • No Time to Lose
  • Panta Rei
  • Perzico
  • Pro memoria
  • Stileminimo
  • Tartina
  • Turquoise
  • Zarinia
  • Zaritmac

Categorie

link al sito web di Gaetano Aitan Vergara

Sfogliami

Maggio: 2021
L M M G V S D
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31  
« Apr   Giu »

Indice per mesi e anni

  • gennaio 2023 (12)
  • dicembre 2022 (14)
  • novembre 2022 (18)
  • ottobre 2022 (12)
  • settembre 2022 (14)
  • agosto 2022 (16)
  • luglio 2022 (17)
  • giugno 2022 (17)
  • Maggio 2022 (13)
  • aprile 2022 (18)
  • marzo 2022 (18)
  • febbraio 2022 (15)
  • gennaio 2022 (19)
  • dicembre 2021 (18)
  • novembre 2021 (16)
  • ottobre 2021 (20)
  • settembre 2021 (18)
  • agosto 2021 (18)
  • luglio 2021 (13)
  • giugno 2021 (14)
  • Maggio 2021 (17)
  • aprile 2021 (11)
  • marzo 2021 (14)
  • febbraio 2021 (14)
  • gennaio 2021 (15)
  • dicembre 2020 (15)
  • novembre 2020 (10)
  • ottobre 2020 (13)
  • settembre 2020 (4)
  • agosto 2020 (4)
  • luglio 2020 (12)
  • giugno 2020 (10)
  • Maggio 2020 (9)
  • aprile 2020 (6)
  • marzo 2020 (13)
  • febbraio 2020 (4)
  • gennaio 2020 (7)
  • dicembre 2019 (8)
  • novembre 2019 (8)
  • ottobre 2019 (7)
  • settembre 2019 (10)
  • agosto 2019 (9)
  • luglio 2019 (11)
  • giugno 2019 (8)
  • Maggio 2019 (10)
  • aprile 2019 (3)
  • marzo 2019 (7)
  • febbraio 2019 (7)
  • gennaio 2019 (6)
  • dicembre 2018 (7)
  • novembre 2018 (6)
  • ottobre 2018 (4)
  • settembre 2018 (9)
  • agosto 2018 (7)
  • luglio 2018 (8)
  • giugno 2018 (6)
  • Maggio 2018 (8)
  • aprile 2018 (6)
  • marzo 2018 (8)
  • febbraio 2018 (6)
  • gennaio 2018 (8)
  • dicembre 2017 (6)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (7)
  • settembre 2017 (3)
  • agosto 2017 (6)
  • luglio 2017 (5)
  • giugno 2017 (3)
  • Maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (8)
  • marzo 2017 (5)
  • febbraio 2017 (5)
  • gennaio 2017 (3)
  • dicembre 2016 (7)
  • novembre 2016 (5)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (6)
  • agosto 2016 (9)
  • luglio 2016 (8)
  • giugno 2016 (5)
  • Maggio 2016 (6)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (4)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (8)
  • novembre 2015 (6)
  • ottobre 2015 (8)
  • settembre 2015 (6)
  • agosto 2015 (6)
  • luglio 2015 (6)
  • giugno 2015 (3)
  • Maggio 2015 (4)
  • aprile 2015 (4)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (2)
  • dicembre 2014 (2)
  • novembre 2014 (1)
  • ottobre 2014 (3)
  • settembre 2014 (2)
  • agosto 2014 (4)
  • luglio 2014 (5)
  • giugno 2014 (4)
  • Maggio 2014 (2)
  • aprile 2014 (4)
  • marzo 2014 (4)
  • febbraio 2014 (2)
  • gennaio 2014 (4)
  • dicembre 2013 (6)
  • novembre 2013 (2)
  • ottobre 2013 (6)
  • settembre 2013 (2)
  • agosto 2013 (4)
  • luglio 2013 (1)
  • giugno 2013 (3)
  • Maggio 2013 (3)
  • aprile 2013 (3)
  • marzo 2013 (3)
  • febbraio 2013 (3)
  • gennaio 2013 (1)
  • dicembre 2012 (6)
  • novembre 2012 (2)
  • ottobre 2012 (3)
  • settembre 2012 (4)
  • agosto 2012 (3)
  • luglio 2012 (2)
  • giugno 2012 (4)
  • Maggio 2012 (4)
  • aprile 2012 (5)
  • marzo 2012 (5)
  • febbraio 2012 (6)
  • gennaio 2012 (6)
  • dicembre 2011 (6)
  • novembre 2011 (5)
  • ottobre 2011 (4)
  • settembre 2011 (6)
  • agosto 2011 (5)
  • luglio 2011 (4)
  • giugno 2011 (3)
  • Maggio 2011 (4)
  • aprile 2011 (5)
  • marzo 2011 (6)
  • febbraio 2011 (5)
  • gennaio 2011 (4)
  • dicembre 2010 (5)
  • novembre 2010 (5)
  • ottobre 2010 (3)
  • settembre 2010 (5)
  • agosto 2010 (4)
  • luglio 2010 (5)
  • giugno 2010 (7)
  • Maggio 2010 (4)
  • aprile 2010 (4)
  • marzo 2010 (8)
  • febbraio 2010 (4)
  • gennaio 2010 (5)
  • dicembre 2009 (8)
  • novembre 2009 (4)
  • ottobre 2009 (5)
  • settembre 2009 (7)
  • agosto 2009 (3)
  • luglio 2009 (6)
  • giugno 2009 (6)
  • Maggio 2009 (5)
  • aprile 2009 (5)
  • marzo 2009 (7)
  • febbraio 2009 (6)
  • gennaio 2009 (8)
  • dicembre 2008 (7)
  • novembre 2008 (7)
  • ottobre 2008 (8)
  • settembre 2008 (7)
  • agosto 2008 (6)
  • luglio 2008 (5)
  • giugno 2008 (7)
  • Maggio 2008 (9)
  • aprile 2008 (7)
  • marzo 2008 (9)
  • febbraio 2008 (7)
  • gennaio 2008 (6)
  • dicembre 2007 (7)
  • novembre 2007 (8)
  • ottobre 2007 (9)
  • settembre 2007 (7)
  • agosto 2007 (4)
  • luglio 2007 (8)
  • giugno 2007 (6)
  • Maggio 2007 (6)
  • aprile 2007 (7)
  • marzo 2007 (4)
  • febbraio 2007 (7)
  • gennaio 2007 (8)
  • dicembre 2006 (7)
  • novembre 2006 (8)
  • ottobre 2006 (5)
  • settembre 2006 (8)
  • agosto 2006 (4)
  • luglio 2006 (8)
  • giugno 2006 (6)
  • Maggio 2006 (7)
  • aprile 2006 (5)
  • marzo 2006 (6)
  • febbraio 2006 (4)
  • gennaio 2006 (5)
  • dicembre 2005 (5)
  • novembre 2005 (5)
  • ottobre 2005 (5)
  • settembre 2005 (4)
  • agosto 2005 (6)
  • luglio 2005 (4)
  • giugno 2005 (6)
  • Maggio 2005 (7)
  • aprile 2005 (8)
  • marzo 2005 (7)
  • febbraio 2005 (6)
  • gennaio 2005 (8)
  • dicembre 2004 (7)
  • novembre 2004 (7)
  • ottobre 2004 (8)
  • settembre 2004 (6)
  • agosto 2004 (6)
  • luglio 2004 (8)
  • giugno 2004 (7)
  • Maggio 2004 (8)
  • aprile 2004 (7)
  • marzo 2004 (10)
  • febbraio 2004 (10)
  • gennaio 2004 (5)
  • dicembre 2003 (5)
  • novembre 2003 (10)
  • ottobre 2003 (9)
  • settembre 2003 (2)
licenza creative commons

About me

  • AitanLink
  • E-mail
  • News
  • Su di me
  • Immagini
  • Textículos
  • Versículos

Tag Cloud

anarchia Anno Nuovo arte attentati auguri autunno bambini blog cambiamento compleanno coronavirus crisi da lontano decrescita digitale donne dubbi egitto entronauta facebook formazione foto Frattamaggiore futuro galeano governo goya guerra idiomatica immagini immigrazione indifferenza inter ludi interludi invettive lavoro mare memoria migranti morte musica musiche napoli Natale natura pandemia parole poesia politica primavera razzismo recensioni rete ricordi rime romantico scrittura scuola social social network sogno solitudine sonno stefania storia tempo texticulos traduzione vacanze vecchiaia versi versiculos video vino vita civile

BlogItalia

BlogItalia - La directory italiana dei blog

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • ((( aitanblog )))
    • Segui assieme ad altri 247 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ((( aitanblog )))
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...